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Autore: Valvonauta_    14/01/2014    3 recensioni
Università. Nuova città, nuovo mondo. C'è bisogno di condividere una casa con altre ragazze... ma se una di loro avesse una strana passione?
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 COINQUILINAGGIO 
Una storia di ordinaria follia

 
Stava camminando per la casa che aveva preso in affitto poco tempo prima e che condivideva con altre quattro ragazze.
Beh, l'università ti obbliga a certe scelte di vita e bisogna adeguarsi agli altri, alle loro abitudini e bisogni.
Lei era arrivata in quella casa con le migliori intenzioni solo il giorno prima e per il momento non poteva dirsi delusa. Le coinquiline sembravano apposto.
Interrompendo quei pensieri fece per andare al bagno, dove avrebbe svuotato la sua vescica. Una volta arrivata davanti alla porta del bagno, la trovò socchiusa.
Fece per entrare convinta che non ci fosse nessuno e appena vide la figura in piedi davanti a sé, fece per scusarsi ed uscire chiudendo la porta di scatto dietro di sé ma dalla sua bocca non uscì mai parola di scuse né si mosse di li.
Quello che le si trovò davanti la lasciò tra lo sconvolto e il sorpreso e a rendere ancora più assurda la situazione c'era il viso della ragazza, sereno, che le disse: "No, tranquilla, vieni pure, tanto ormai ho finito di stendere i sacchetti."
Per un attimo rimase come impietrita. Che quella studentessa universitaria davvero non si accorgesse di quello che stava facendo, che fosse pazza o per caso sono su Striscia?
Fatto sta che da una parte all'altra del bagno, in una perfetta diagonale c'era un filo per stendere, attaccato a chiodi che, quella che da ora in poi definiremo come CdM (Coinquilina di Merda), doveva aver messo apposta per mettere in atto il suo folle piano. Attaccato a questo filo tanti sacchetti di plastica, si, proprio quelli della spesa!, gocciolanti e perfettamente stesi con delle mollette. La ragazza le sorrise e senza neanche rendersi conto della reazione che aveva scatenato nella sua nuova coinquilina, si accucciò, prese un sacchetto, lo issò dalla bacinella che aveva accanto ai piedi, stracolma di mater-bu e strizzatolo un pochetto e sbattuto un po', si alzò, lo srotolò con calma e tranquillità e lo allungò tenendolo alle estremità.
Una volta che fu bello apposto e un po' appiattito, prese due mollette dal cestello che aveva messo sopra la lavatrice. Con una mano il sacchetto e con l'altra le due mollette.
Qualcosa improvvisamente non le tornò perché il volto le si rabbuiò bruscamente, come attraversato da una tempesta d'ira interiore.
Velocemente però la serenità ritornò sul viso della ragazza, così come se ne era andata, che puntò lo sguardo su di lei all'istante.
"Ti va di darmi una mano?" le chiese con voce civettuola, alzando in aria mollette e sacchetto.
Lei fu seriamente indecisa se correre in camera sua, strappare il contratto che aveva firmato il giorno prima e darsela a gambe o restare semplicemente lì a fissarla nel vano tentativo di farle capire che forse quello che stava facendo, beh, non era normale.
Alla fine ne attuò una terza: aiutarla a stendere i sacchetti di plastica.
"Ok" disse con voce atona.
Le si avvicinò e la guardò in attesa di ordini.
Un dubbio attraversò il viso della Coinquilina di Merda come un fulmine.
"Non mi sembri entusiasta" le fece notare senza peli sulla lingua, con tono anche un po' irritato.
Beh, devi sapere che è sempre stato il mio sogno diventare “stenditrice di sacchetti di plastica” subito dopo l'astronauta? E’ certo...
"No, no, voglio aiutarti" le disse con un tono che cercò di essere convinto.
"Ok" disse l’altra squadrandola e poi allungò timidamente il sacchetto verso di lei, come se non si fidasse pienamente, quasi avesse paura di dare in custodia il suo preziosissimo sacchettino della Pam in mano ad una sconosciuta qualunque.
Beh, certo. Sono cose personali... Forse sarebbe stato meglio dargliene uno dell'Eurospin, vale solo 5 centesimi e non 15 e poi è anche più brutto, con quella stampa blu con le stelline.
"Prendi le due estremità del fondo e tienilo ben disteso" le disse con un po' di emozione nella voce. Doveva essere la prima volta che trovava qualcuno disposto a darle retta e a sottostarle.
La “nuova” distese bruscamente il pezzo di plastica.
Vide la CdM mettere su uno sguardo a dir poco allarmato.
"Piano, piano, è delicato!" quasi le urlò come se avesse in ostaggio suo padre.
Lo tenne tra la punta delle dita, come voleva lei, con delicatezza, questa volta.
Soddisfatta la CdM fece un mugolio di approvazione e passò una delle mollette nell'altra mano.
"Ora mettilo sul filo però come ti dico io."
"E cioè?" chiese sinceramente confusa.
"Vedi gli altri sacchetti?" le rispose da maestrina indicandole quello che aveva lì accanto. "Devi fare in modo che aderisca alla parte inferiore del filo così com'è, così io ci metto le mollette."
"Ma perché non rigirarlo sopra?"
A quel punto gli occhi le diventarono a palla e urlò scandalizzata, con voce isterica: "Non sia mai! Se no ci rimane il segno! Sei pazza"
Beh, stai parlando alla persona sbagliata in questa stanza bella mia... Tu non la puoi vedere ma è proprio davanti a me...
"Ok" disse semplicemente, facendo spallucce.
Mise il sacchetto proprio sotto il filo spesso.
La ragazza, felice, mise le mollette con attenzione e quando il capolavoro fu finito si allontanò e saltellò felice battendo le mani.
"Grazie" disse contenta.
Non seppe perché ma aveva voglia di continuare ad aiutarla, semmai le ore passate con lei le avrebbe messe come volontariato nel curriculum.
"Se vuoi ti aiuto" le propose.
Un sorriso entusiastico si dipinse sul volto della CdM, manco le avesse regalato un castello.
"Oh grazie!" e senza darle neanche tempo di replicare le disse: "Dai, allora. Ne abbiamo ancora tre di questi, facciamo presto che poi dobbiamo fare la lavatrice con quelli della spazzatura."
"Spazzatura?" chiese aggrottando le sopracciglia.
"Si, si, sono quelli più difficili da lavare. Sai, ci sono tutti i residui di mangiare. Ma tranquilla, quelli li mettiamo in lavatrice."
 
Spazio autrice:
Boh. Non so quanto sinceramente possa esservi piaciuta. Non so neanche se piace a me. Non sono convinta del modo in cui ho posto la scena e l'ho presentata a voi, se abbiate gradito e vi abbito ridere (o per lo meno sorridere). E' solo che avevo voglia di scrivere un non-sense e ho preso ispirazione da una storia vera raccontatami da una amica.
Fatemi davvero sapere che ne pensate. Ne ho davvero bisogno. Neanche io son molto convinta dell'impostazione che gli ho dato quindi se vi fa schifo, ditemelo, ditemi cosa non vi è piaciuto.
Non ho mai scritto non-sense e ho davvero bisogno dei vostri suggerimenti.
Ok, la smetto di pregarmi e tediarvi con le mie suppliche.
Grazie.
Francisca
   
 
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