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Autore: mikyintheclouds    15/01/2014    4 recensioni
dopo aver letto gli ultimi spoiler mi è venuta questa piccola ideuzza e la dovevo per forza sviluppare...ambientato in un palazzo, dopo che tutti sono tornati a Storybrooke e si è tornati alla "normalità".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma era in piedi, a braccia incrociate, di fronte alla finestra di quel bellissimo palazzo.
Stava guardando quello splendido tramonto che con le sue sfumature di colore abbracciava i prati, gli alberi, fino a perdersi nel mare su cui affacciava il castello rendendo indefinito il confine tra la terra e il cielo, un po’ come, a volte, accade tra il sogno e la realtà, tra le favole e la vita vera.
Intorno a lei i suoi amici stavano ballando, cantando, si godevano la festa.
La musica era perfetta, il cibo delizioso e lo splendido gioco delle luci del sole calante che penetrava dalle ampie finestre completava quel quadro idilliaco.
Ariel non avrebbe potuto chiedere di meglio per il suo matrimonio.
Emma si girò brevemente e la individuò al centro della pista da ballo, sorridente, incantevole nel suo abito bianco decorato con piccole conchiglie che suo padre, Tritone, aveva fatto raccogliere apposta per lei, Eric la teneva per mano, facendola volteggiare tra le altre coppie danzanti, estasiato dalla sua bellezza, senza staccare un attimo gli occhi da lei.
Emma ancora si stupì ancora una volta di come, nonostante fossero passate decine di anni, quei due si fossero riconosciuti all’istante quando si erano ritrovati sul molo di Storybrooke e, più innamorati che mai, avessero deciso di sposarsi.
La storia assomigliava un po’ a quella dei suoi genitori; si erano incontrati, si erano innamorati appena i loro occhi si erano incrociati e si erano sposati.
A sentir parlare loro era la cosa più naturale e semplice del mondo.
Doveva esserci qualcosa di sbagliato in lei, allora, perché ogni persona che frequentava non si rivelava mai quella giusta.
-O forse sei tu a farti troppi problemi.- Disse la vocina della coscienza dentro di lei.
In effetti, lei aveva trovato qualcuno che la guardava come in quel momento Eric stava guardando Ariel, o come David guardava Mary Margaret, ma, a causa del suo caratteraccio e della sua cocciutaggine, finiva sempre per rovinare tutto.
Come la sera prima.
Non ricordava nemmeno da cosa fosse scaturito quel litigio, di una cosa però era certa, aveva iniziato lei. Era sempre lei a iniziare le discussioni, a dubitare di tutto, a mettere i puntini sulle i, a trovare cavilli ovunque.
Lui era fin troppo paziente, non si meritava una come lei.
“Emma, tesoro, sei qui.” Sua madre la raggiunse, rossa in viso per le danze e sorridente come al solito, con il pancione che ormai era molto evidente. “Perché non vieni a ballare? Dove sono Hook e Henry?”
“Henry l’ho visto poco fa, sta ballando con la piccola Wendy, Hook probabilmente sarà al tavolo degli alcolici.” Rispose acida.
Mary Margaret la ammonì con lo sguardo, ma, dopo averle dato una carezza sul braccio, la lasciò per ritornare in pista. Aveva capito da tempo, ormai, che, quando sua figlia aveva le sue paturnie, era meglio lasciarla in pace.
Aveva capito anche un’altra cosa, però; Hook, nonostante la sua facciata da pirata, si era rivelato l’uomo perfetto per lei e, nonostante tutte le pazzie di Emma, era sempre pronto a perdonarla.
Lo cercò con lo sguardo in mezzo a quella moltitudine di persone e lo scorse in un angolo, appoggiato a una colonna, che guardava gli altri divertirsi con uno sguardo sconsolato.
“È vicino alla finestra, se la stai cercando.” Gli disse dolcemente quando gli si avvicinò.
Hook alzò la testa, stupito. “Non so cosa sia successo tra voi, ma so con assoluta certezza che tu la ami e, nonostante il suo carattere, so con altrettanta certezza che anche lei ti ama, anche se non lo dà a vedere. Non preoccuparti. Riuscirai a cambiarla. Ho fiducia in te.”
Hook la guardò ancora più sorpreso di prima. Era la prima volta che Mary Margaret si rivolgeva a lui in quel modo.
La ringraziò tacitamente con un cenno del capo e si allontanò.
Si rese presto conto di aver avuto una pessima idea ad attraversare la pista da ballo. Granny, rossa in viso e sicuramente ubriaca, si aggrappò a lui appena lo vide, accennando a dei passi di danza. Fortunatamente riuscì a mollarla tra le braccia di Leroy, ringraziando il cielo e avviandosi a passo svelto verso le finestre, cercando di evitare altra gente.
Appena la vide gli si mozzò il respiro in gola.
La luce rossa, viola e blu del crepuscolo la investiva totalmente, facendola assomigliare a un angelo nel suo abito azzurro lungo fino ai piedi. I capelli biondi, ornati dei fiorellini che sua madre aveva insistito per applicarle, rilucevano di un colore dorato.
Si avvicinò lentamente a lei.
“Emma.” La chiamò dolcemente per non farla spaventare, quando riuscì a ritrovare la voce.
Quella voce interruppe i pensieri della ragazza riportandola alla realtà.
Si girò con lo sguardo basso, la fronte leggermente aggrottata.
“Cosa vuoi? Sei già pronto per il secondo round? Perché ti avviso che questo non è il luogo, né il momento per litigare.” Gli abbaiò contro come solo lei sapeva fare.
Hook prese un respiro profondo, non voleva e non doveva irritarsi. Al contempo, però, un sorriso piegò le sue labbra. La sua Emma era una tosta anche vestita da principessa.
Si avvicinò ancora di più a lei e, con l’uncino, alzò delicatamente il suo volto fino a che i loro occhi non si incontrarono.
“Volevo solo dirti che stasera sei bellissima.”
Emma, dapprima leggermente stupita, non poté fare a meno di sorridere, sentendosi per la milionesima volta in colpa per come lo trattava.
Ma come ci riusciva? E soprattutto, perché la perdonava sempre?
Hook rispose al suo sorriso, non con uno malizioso come era solito fare, ma con un sorriso vero, sincero e molto dolce.
“Mi concederebbe questo ballo, Miss Swan?” Le chiese staccandosi da lei quel tanto che bastava per accennare un inchino.
Emma non sapeva cosa rispondere, si vergognava terribilmente per come si era comportata la sera prima, per come si comportava in generale, si ritrasse brevemente, ma lui le afferrò il polso con la mano buona attirandola a se saldamente.
Emma appoggiò una mano sul suo petto, la testa ancora china. Poteva sentire i peli che sporgevano dalla camicia –nonostante fosse a un matrimonio, infatti, Hook non aveva certo voluto cambiare il suo stile ed era vestito come al solito-, poteva sentire il cuore che batteva, poteva sentire il suo profumo mentre fissava imperterrita i ciondoli che il pirata portava al collo.
Quando si decise ad alzare lo sguardo si perse in quegli occhi che avevano il colore dell’oceano e si fece trascinare sulla pista. Quasi avesse letto loro nel pensiero, la musica cambiò e da un ritmo movimentato passò a un lento.
Hook strinse la ragazza ancora di più a se ed Emma non resistette a passargli le braccia intorno al collo.
Hook appoggiò la sua fronte a quella di Emma, tenendo sempre lo sguardo fisso nei suoi occhi verdi, sperando di riuscire un giorno a togliere quel perenne velo di tristezza che li ricopriva.
Emma perdeva il contatto con quelle iridi blu solo per guardare quelle labbra carnose che desiderava ardentemente baciare, ma prima di tutto avrebbe dovuto scusarsi.
“Hook, io…” Cominciò.
“Shh.” La interruppe il capitano. “Lo so. Anche a me dispiace del fatto che faccio sempre di testa mia e non ti do mai ascolto. Ma possiamo migliorare, Emma, insieme.”
Emma gli sorrise e appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Che succede, pirata? Stai forse diventando un romanticone casalingo?”
Hook rise e disse con il suo tono arrogante, malizioso, seducente e caldo: “Ammettilo, tesoro, quando cucino io so essere estremamente sexy ai fornelli.”
“Mai come se indossassi uno dei grembiulini di Mary Margaret, però.” Lo provocò lei.
Risero insieme per la prima volta in quei due giorni.
Lui, poi, si fece di nuovo serio. “Riuscirò a cambiare questo tuo caratteraccio, Emma. Ho vinto il tuo cuore, ora posso liberarlo da tutti i fantasmi.”
Emma lo guardò e sorrise dolcemente.
Non sapeva se avrebbe mai avuto un matrimonio da favola come quello di Ariel, con un vestito pomposo da principessa come quello che indossava sua madre al suo, ma di una cosa era certa, il vero amore l’aveva trovato, e per ora le bastava.
Hook appoggiò le labbra a quelle della ragazza prima delicatamente, poi in maniera sempre più appassionata e infuocata come erano i loro baci e rimasero così, abbracciati, con le lingue che giocavano, a ballare il loro personale lento con una musica che sentivano solo loro, mentre gli altri si scatenavano.
 
 
Ciao!! Ho letto gli ultimi spoiler usciti e mi è venuta questa idea…non è chissà che cosa, ma spero vi piaccia!! Fatemi sapere ;)
  
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