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Autore: titty_93    17/01/2014    5 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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1.Vendetta
 
16 anni. Erano passati 16 anni da quel giorno orribile che cambiò per sempre la vita di tutti quelli che gli volevano bene...


Di altezza media,fisico asciutto, capelli castani chiari che cambiavano di colore a seconda del tempo come suo padre, gli occhi grandi e scuri come sua madre. 
Una sete di vendetta così grande che era diventata il suo unico obiettivo nella viita. Una vita che l'aveva visto costretto a nascondersi, a fuggire dalla sua terra d'origine, in un altro stato.Lontano da tutti. Lontano dagli affetti più cari.
Era diventato uomo troppo presto con un infanza difficile da cancellare. 
Era furbo, scaltro,intelligente, sapeva usare un arma meglio di chiunque altro. Doveva tutto a un ottimo maestro : Filippo De Silva.
Loeonardo si esercitava, come ogni giorno, a sparare. Questa volta era senza protezioni. Le bottiglie di vetro distavano così lontano da lui che quasi non le vedeva. Le prese in pieno tutte e cinque.
Per un attimo aveva immaginato che dietro ad esse si nascondessero delle facce, dei volti. 
Le colpì con una sicurezza e una freddezza fuori dal comune, e quando si frantumarano per terra con un rumore assordante, percepì una sensazione di vittoria,ma che non era mai abbastanza.
L'applauso di un uomo che proveniva da lontano lo fece distrarre dai suoi pensieri. Si voltò da lontano per capire chi fosse a spiarlo. 
Il sole accecante gli abbagliava la vista. Non riusciva a distinguere bene la sagoma,ma quando essa si avvicinò, un sorriso sarsastico apparì sul volto del ragazzo.
"Bravo".
Era l'uomo in cui Leo aveva riposto tutta la sua ammirazione. Era il suo punto di riferimento, la sua ancora di salvezza. Per Leo non era soltanto un maestro, era un uomo esemplare, un esempio da seguire.
Aveva fatto del male a tantissime persone e uccise altrettante,di questo Leo ne era consapevole. Ma è bastato quel gesto, quel piccolo gesto per farlo sembrare migliore ai suoi occhi. Gli aveva salvato la vita. Aveva salvato la vita di un bambino. E non finirà mai di ringraziarlo abbastanza.
Si guardavano in silenzio, con aria di sfida. De Silva era invecchiato, i capelli e il baffo erano quasi tutti ricoperti di bianco,ma continuava ad avere la stessa forza di un tempo.
"Allora me lo dici che minchia sei venuto a fare?O vuoi continuare a stare zitto?" disse mentre gesticolava con la pistola ancora in mano.
Leonardo non aveva riunciato a parlare la sua lingua nonostante si trovasse in un piccolo paese in provincia di San Pietroburgo. Era comunque sempre stato circondato da picciotti siciliani, il russo non riusciva proprio a parlarlo.
"Tra pochi giorni compi 21 anni ed io ho voluto farti un regalo in anticipo".
Il ragazzo si stupì di questa cosa, De Silva non era certo il tipo che andava in giro a comprare regali.
Estrapolò dalla tasca un cofanetto piccolo. Leo glielo strappò di mano.
Lo aprì. Era una carta d'intentità e un passaporto. Sopra vi era incisa la sua foto e accanto un nome sconosciuto : Antonio Candela.
E fu allora che capì tutto. Era arrivato il momento che Leo aspettava da tutta una vita, da qual giorno in cui mise piede nel gelido continente russo.
Sorrise.
"E' certo che chi ha scritto questo nome, ha avuto tanta fantasia.Antonio. Un nome come tutti gli altri".
"L'80 % di persone in Sicilia ha questo nome e questo cognome. Più gente c'è e meno possibilità hai che i poliziotti possano arrivare alla tua vera identità".
"Capisco,ma spiegami meglio".
"Leo.Leo.Leo" disse De Silva girando attorno al ragazzo "sei un uomo ormai. Non sei più un bambino. Sai sparare,sai difenderti,hai tutte le carte in regola per ritornare a Catania".
"E cosa dovrei fare di preciso?".
"C'è una nuova famiglia mafiosa che vuole impossessarsi dei territori siciliani e pian piano ci stanno riuscendo. Si chiamano i Ragno, stanno mettendo le mani dappertutto e sono catanesi".
"Si,ma io come entro in gioco?".
"Tua madre,abbiamo bisogno di tua madre".
A Leo venne un colpo al cuore. Col tempo aveva imparato a tenere a bada le emozioni e a non esporle troppo,ma quando si parlava di sua madre, non riusciva a soffocarle.
Ci pensava continuamente a lei, ai sacrifici che aveva fatto per fargli vivere una vita migliore. Lontano dalla mafia.
"Non possiamo rischiare che dei catanesi di merda possano regnare sulla regione Sicilia. Ho bisogno di tua madre. Ho bisogno della vecchia regina di Palermo senza scrupoli,fa comodo a tutti tenerla rinchiusa al manicomio,ma non a noi. Devi andare da lei. Tu sei la nostra unica speranza".
"Perchè l'Abate e non i Ragno?" chiese Leo.
"Te l'ho detto. Perchè sono dei catanesi di merda".
"Avanti Filippo a te non te ne fotte una minchia di che città sono. Nemmeno siciliano sei, tutto questo amore per un terreno che non è nemmeno tuo".
De Silva si stava letteralmente stancando delle continue domande del ragazzo e lo prese per il collo della camicia.
"Perchè così posso entrare in gioco io! Tua madre mi deve qualcosa".
Leonardo gli tolse subito le mani che aveva sul suo corpo.
"Va bene. Non c'è bisogno che ti arrabbi, a Catania vado".
Leonardo si voltò dall'altra parte, percorse la via che portava alla sua casetta che condivideva con dei picciotti. Camminava con un aria soddisfatta di chi presto avrà quello per cui ha sempre lottato : vendetta!

PS. E' da un bel po che mi è venuta in mente questa storia, mi è uscita così,di getto tant'è che ho già pronti 5 capitoli xD. Vi chiedo di essere clementi perchè è stato davvero difficile immedesimarsi in un personaggo così tormentato. La storia è comunque il continuo di squadra 5. Ho in mente parecchi colpi di scena, spero di aver fatto pochi errori (in tal caso fatemeli notare ehh) . Aspetto le vostre opinioni poi aggiorno *-* . 
Ahh un altra cosuccia : non sono siciliana,ma napoletana quindi scusate in anticipo se sbaglio a scrivere qualche parolina in dialetto. 
Baci,baci,baci.

 
  
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