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Autore: Lelaiah    18/01/2014    1 recensioni
Da diversi anni il genere umano è entrato in contatto con il mondo soprannaturale e la convivenza, nonostante alcuni alti e bassi, sembra essere tranquilla. L'arrivo del branco MacGregor a New York ha creato un grande scompiglio tra gli altri gruppi di licantropi e stuzzicato la curiosità della stampa.
Tutto quello che vuole Evan, figlio dell'Alfa del clan appena arrivato da oltreoceano, è poter vivere la propria vita in pace. Possibilmente evitando la maggior parte dei contatti col padre e ignorando le richieste egoiste della bella ed algida Crystal, sua moglie.
Nella stessa città vive anche Amanda, giovane assistente che condivide l'appartamento con la sorella Frances e il fidanzato di lei, Andrew. La loro vita scorre tranquilla, lontana da qualsiasi coinvolgimento col soprannaturale... almeno fino a quando tutti loro non si ritroveranno nel bel mezzo di un attacco perpetuato da alcuni licantropi di un clan locale.
L'inaspettata trasformazione di Drew porterà questi due mondi ad entrare in collisione. Far collimare stili di vita dissimili sembrerà ancora più difficile quando la città verrà sconvolta da una serie di omicidi, questa volta ai danni della comunità soprannaturale.
Umani e licantropi riusciranno a collaborare? E magari anche ad innamorarsi?
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Questa è un'opera di fantasia ed è stata scritta senza nessuno scopo di lucro. Ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale.


New York at full moon





Prologo



   La pioggia cadeva incessante, flagellando le vecchie mura del mastio.
Era da settimane che il temporale imperversava su quel tratto di costa, riversando tutta la sua furia sul castello ed i suoi abitanti.
  Correva l’anno 1864 e Dunnottar era abbandonata da un pezzo.
O almeno avrebbe dovuto essere così.
Non vi era più stata traccia di un essere umano dal 1715, anno in cui l’intero possedimento era stato confiscato al decimo ed ultimo Conte Maresciallo dalla corona inglese.
Da allora, le pietre di quegli edifici avevano riecheggiato degli ululati di un intero branco, composto da oltre cento individui.
  Non era un semplice branco di lupi, era costituito da licantropi.
Avevano trovato alloggio nei grandi ambienti della fortezza che, nonostante il suo avanzato stato di degrado, si era rivelata una perfetta dimora per il clan di Dearan MacGregor.
L’Alfa del branco si era preso quasi un’intera ala del palazzo, permettendo al suo Beta ed al suo Gamma di appropriarsi del resto della residenza. Ai lupi semplici non era rimasto altro che spartirsi i ruderi.
L’unico ambiente rimasto inabitato erano le prigioni.
Proprio il luogo in cui si trovava adesso.
Sbuffando, l’uomo cambiò posizione, distendendo le lunghe gambe per avere un po’ di sollievo dai crampi che lo attanagliavano. Non ricordava da quanto tempo fosse rinchiuso in quella sudicia cella, ma era quasi certo che fosse da prima del nubifragio.
  La piccola feritoia che dava sul grande cortile centrale gli permetteva di vedere un rettangolo di cielo grigio, denso di nubi. E anche di seguire tutte le attività giornaliere dei suoi compagni.
Sapeva che il passo per le segrete avrebbe potuto essere molto breve, ma non si sarebbe mai piegato al suo volere.
Quell’uomo non poteva più essere considerato suo padre: era il suo aguzzino.
Rabbrividì all’improvviso per colpa di una corrente d’aria fredda, infiltratasi subdolamente dall’esterno. Nonostante la sua temperatura interna sfiorasse i quarantadue gradi, il suo corpo era comunque in grado di percepire il caldo ed il freddo.
  E nulla gli impediva di avere la pelle d’oca.
Ma non se ne sarebbe lamentato, anche perché avrebbe fatto il gioco di Stryker.
Stryker, il cui vero nome era Donald, era uno dei lupi più grossi del branco. Purtroppo, la natura si era dimenticata di dotarlo di un cervello sufficientemente grande ed il risultato lo aveva portato ad essere una sorta di cavernicolo dei licantropi.
Quasi tutti i membri del branco lo deridevano, ovviamente quando lui era abbastanza lontano per non udirli. Erano dei codardi, la maggior parte almeno.
  Uno dei pochi licantropi con un po’ di sale in zucca era Alastair, Beta del branco. Era un uomo dall’aspetto burbero, ma inaspettatamente posato. Si dilettava di medicina ed era un asso nel tiro con l’arco.
Ma la cosa che gli riusciva meglio era tener a freno il suo Alfa.
Tentativo che aveva fatto anche in quel caso, provando ad impedire la sua incarcerazione. Ma lui sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto dissuadere Dearan dai suoi piani di conquista del potere. Era un uomo avido, che aveva dimenticato come amare il prossimo e la propria famiglia. I suoi occhi non vedevano nulla che non fossero territori da conquistare e ricchezze da accumulare.
Ma c’era stati tempi diversi… felici.
Quel periodo della sua vita era ormai perduto, seppellito assieme a sua madre.
Un rumore di passi lo distolse dalle sue elucubrazioni. Alzò il capo con misurata lentezza, conscio di chi stesse per mostrarsi al suo cospetto.
Percepì alcuni topi zampettare spaventati dentro le proprie tane e subito dopo la luce delle torce delineò il suo profilo deciso.
Digrignò i denti, sentendo un immediato moto di repulsione per quell’uomo.
-Vedo che sei sveglio.- gli disse.
-Avrei dovuto essere morto, secondo i tuoi calcoli?- replicò, astioso.
Dearan gli si avvicinò, entrando completamente nel cono luminoso. –Morto? No. Tu mi servi.- si accosciò per poterlo guardare direttamente negli occhi.
-Ti ho già detto che non acconsentirò mai.
-Ma tu non devi acconsentire… mi basterà lasciar fare al tempo. E all’acqua.- un ghigno distorse i suoi lineamenti.
Suo figlio si fece scuro in volto, stringendo le mani a pugno. –Lasciami pure qui dentro. Non lo farò mai.- sibilò.
Sentiva il sangue pompargli nelle vene, alimentato dalla rabbia che provava in quel momento. Se solo avesse potuto gli avrebbe staccato la testa a morsi. L’ultimo briciolo di amore filiale rimastogli se n’era andato con quell’ultima geniale pensata.
-Tu la sposerai. E il giorno del matrimonio sorriderai.- e detto questo l’Alfa del branco si allontanò, svanendo tra le ombre delle prigioni.
L’ultima cosa che sentì fu la risata aspra e derisoria di Stryker.


***

  Riemerse dal sonno con un singulto.
Spaesato, lasciò vagare lo sguardo nell’ambiente circostante. Le bianche pareti erano tappezzate di specchi e foto in bianco e nero.
Nessuna di loro lo ritraeva.
“Ancora quel maledetto ricordo.”, si passò le mani sul viso, leggermente sudato. Il suo rancore era tale che riviveva il periodo della sua incarcerazione quasi tutte le notti.
Si mise lentamente a sedere, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Inspirò a fondo e percepì, nell’aria, i residui di un temporale: probabilmente era stato quello a riportare la sua mente indietro.
Nonostante mancasse ancora un’ora all’alba, poteva sentire i passi di alcuni amanti del fitness, già pronti per la loro corsa quotidiana.
  Arricciò leggermente il labbro, infastidito da tutta quella vitalità. Si supponeva che a quell’ora uno come lui stesse dormendo.
Profondamente.
Soprattutto considerato che la riunione della sera precedente era finita alle tre di notte. E con una bella scazzottata.
Era intervenuto solo per evitare che il branco perdesse altri due membri. Durante la feroce disputa nata col clan Campbell, avevano dovuto seppellire venti promettenti giovani lupi.
Tutto per colpa dell’avidità di suo padre.
“E’ sempre colpa della sua avidità.”, pensò, digrignando i denti. Ormai non interagiva più col suo Alfa, a meno che non gli venisse richiesto di combattere come suo campione.
Aveva deciso di lasciarsi scivolare tutto addosso, come se fosse un robot. All’uomo che si considerava suo padre non interessava nulla di quello che pensava o provava, quindi aveva smesso di manifestare qualsiasi emozione.
  Lo stesso poteva dirsi della sua vita matrimoniale.
Era stato costretto, quasi centocinquant’anni prima, a prendere moglie. Se fosse stato un lupo senza cervello ne sarebbe stato contento: cosa c’era di meglio dell’avere una donna con cui sollazzarsi ogni sera?
Il problema era che lui ragionava ed aveva una sua opinione. E anche dei gusti personali, come se non bastasse.
Ma ancora una volta, a Dearan tutto quello non era importato e, dopo quasi tre mesi di prigionia, l’aveva fatto convolare a nozze con la figlia dell’Alfa del branco di Forbes.
  Il motivo?
Riprendersi i loro vecchi territori e stipulare un’alleanza forte e duratura. Strano come ci fosse il potere di mezzo, ancora una volta.
Disgustato al solo pensiero dell’espressione soddisfatta che gli aveva visto sul viso, si alzò. Il suo movimento destò la sua compagna, fino a poco prima placidamente addormentata.
-Mhm… Evan, cosa succede…?- mugolò, tastando il materasso alla cieca.
Si voltò a guardarla e disse:-Dormi, Crystal. È ancora presto.
Lei aprì gli occhi e nascose uno sbadiglio con la mano. –Anche per te. Cosa stavi facendo?- chiese, guardandosi attorno.
-Nulla.
Sollevò platealmente un sopracciglio curato. –Allora torna qui. Ho in mente qualcosa di divertente per tenerci occupati.- sussurrò, lasciva.
Evan non protestò né si tirò indietro. Semplicemente scivolò nuovamente sotto le lenzuola e le chiuse la bocca con la propria.
  Per lui, però, quell’atto non nascondeva nessun tipo di sentimento. Stava semplicemente soddisfacendo un bisogno fisico.
Non amava Crystal e mai l’avrebbe fatto, neanche dopo cinquecento anni insieme. Lei non era la donna a cui era destinato il suo cuore. Non sapeva chi fosse né se esistesse, ma in ogni caso aveva smesso di cercarla molto tempo fa.


  Il rumore era assordante.
Ed era quasi certo provenisse dal giardino antistante la villa.
Ringhiando infastidito si tirò su dal letto e si gettò addosso le prime cose che trovò. Lanciò un’occhiata fuori dalla finestra per controllare che ora fosse e poi marciò fuori dalla stanza.
  Percorse le sei rampe di scale che lo separavano dal pian terreno e, una volta arrivato, trovò David intento a parlottare tra sé.
Era un uomo dalla stazza notevole, anche se non era pieno di muscoli come un sollevatore di pesi. Vederlo torturarsi nell’indecisione era sempre divertente.
-Dave, cosa succede?- chiese, passandosi una mano tra i capelli e riservando un’occhiata preoccupata alla grande porta a vetri che dava all’esterno.
Vedeva numerose sagome e percepiva un’infinità di odori diversi appena oltre la soglia. Prima che l’amico potesse rispondere aggrottò le sopracciglia e chiese:-La stampa?
L’altro annuì, sospirando. –Vogliono intervistare l’Alfa del clan MacGregor.- spiegò, suonando abbastanza infastidito.
-L’Alfa ufficiale o quello degli eventi mondani?- domandò ancora.
La sera precedente avevano discusso proprio del loro arrivo a New York. Alcuni membri del clan erano abbastanza conosciuti e la potenza del branco aveva avuto una certa risonanza anche fuori dalla Scozia. La parola d’ordine doveva essere discrezione, ma qualche testa calda aveva pensato bene di protestare.
-Ah, non lo so. Ma non credo faccia molta differenza, per loro.- David scrollò le spalle, riportandolo al presente. Dal tono noncurante, Evan capì che doveva essere in piedi da un pezzo. Considerato il lavoro che faceva, tendeva a star sveglio per giorni interi e poi si faceva lunghe dormite, durante le quali nessuno avrebbe dovuto svegliarlo.
  Una volta uno dei lupi più giovani l’aveva disturbato in pieno giorno e lui gli aveva rotto una clavicola, mandandolo a sbattere contro il muro. A parte quei piccoli scatti violenti, David era un licantropo estremamente gentile ed estroverso.
-Vuoi che vada a chiamare il grande capo? Alst è fuori: sta cercando di tenerli a bada.- la voce del compare lo distolse nuovamente dalle sue considerazioni.
-Come ti pare. Non è affar mio.
Dave fece per protestare quando la voce di Dearan li interruppe. –Lasciate che me ne occupi io.- sentenziò.
Doveva essersi appena svegliato, considerata la sua nudità.
Quando si mosse per raggiungere la porta, David gli si parò davanti. –Mo Maighstir*, intendi presentarti così?- chiese, squadrandolo da capo a piedi. Come sempre aveva usato l’onorifico destinato al capo del branco.
L’Alfa gli dedicò un’occhiata penetrante, prima di superarlo e aprire la porta. -Sono qui per avere qualcosa di cui scrivere. E io glielo sto dando.- ghignò, prima di uscire.
Non appena ebbe messo piede fuori la folla si scatenò. Iniziarono i flash, le domande fioccarono come neve, perdendosi in quella babele di voci. Alastair avrebbe avuto il suo bel daffare, poco ma sicuro.
-Perché si comporta così?- chiese il moro, scuotendo la testa.
-Perché lui ama essere al centro dell’attenzione. Il suo egocentrismo è pari a quello delle divinità greche.- commentò con voce incolore Evan. Un altro dei tanti motivi per cui odiava suo padre era perché amava essere un esibizionista. –Torno al piano di sopra. Tra meno di due ore inizio il servizio.
-Mi raccomando, cattura i cattivi, capitano MacGregor.- lo prese in giro David.
Evan gli concesse una smorfia (la cosa più vicina ad un sorriso che mostrasse agli altri) e poi si dileguò.


*Il termine significa "mio signore" nella lingua gaelica.





Piacere di conoscervi, sono Lelaiah :)
Questa è la mia prima storia nel fandom e devo ammettere che è un progetto sperimentale, mooolto work in progress. L'idea è nata dalla mia passione per la cultura celtica e da un inaspettato amore per i licantropi, subentrato a quello per i vampiri (probabilmente grazie alla serie di Alexia Tarabotti).
La figura del licantropo a cui ho dato vita non è esattamente quella canonica, dato che ho incrociato diverse informazioni: scordatevi l'imprinting e trasformazioni lampo alla Twilight (anche perchè quelli sono mutaforma e non licantropi) e focalizzatevi di più sull'immagine dell'uomo lupo dei vecchi film.
La sfida più grande, per me, sarà far muovere i personaggi in un mondo che è venuto a conoscenza del soprannaturale e farli rimanere fedeli ai loro background storici.
Mi auguro di riuscire a portare avanti questo lavoro e di regalare ore di piacevole lettura a chi decidesse di seguire l'evoluzione di questa storia :)
Qualsiasi sia la vostra decisione, dopo la lettura di questo prologo e di queste poche righe, benvenuti nella New York dei licantropi :D

P.S.: Gli aggiornamenti avverranno, indicativamente, ogni settimana. Ispirazione ed università permettendo.



  
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