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Autore: Haney Jardin    18/01/2014    3 recensioni
Attenzione: questa storia è un remake della mia prima FanFiction pubblicata -e poi cancellata- anni fa fa qui su Efp.
''Si potrebbe mai sfuggire al destino? Correre contro il tempo? Riscrivere la propria storia?
Da questo momento in poi, Sakura Haruno tenterà in ogni modo di morire per separarsi dalla sua storia passata e futura, che sicuramente non la porterà da nessuna parte. Si scrollerà di dosso la sua vita, e lei rinascerà. Conoscerà l'amore, sentimenti sanguinolenti, la vendetta. Conoscerà il dolore, il desiderio e la passione, il tradimento. Ma il destino non perderà tempo e sarà più forte di lei, più forte di prima: la sua storia è di nuovo già scritta... stavolta ci sarà, il lieto fine?
Sakura, Deidara, Itachi. Sembra... possibile, infatti non lo è''.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Deidara, Itachi, Sakura Haruno, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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   -Prologo.


La tazza di argilla si era rotta. Con il suo solo sfiorarla, si era rotta. Niente l'aveva toccata, se non i presentimenti, acri presentimenti, che come aghi s'erano infilzati nel duro materiale. Temari, con i suoi occhi profondi, fissava interrogativa l'oggetto. Oltre a quello, alla vista dei frammenti lungo il bordo color caffè, gli aghi del presagio erano penetrati nel suo cuore d'argilla,
così da frantumarlo, all'istante.

 

Sabbia, sudore, affanno. Sangue, lacrime, determinazione.
Sakura Haruno, la ragazza dai leggeri capelli rosati, immersi nella polvere, bagnati da veleno e rovinati da tante gocce color cremisi, osservava silenziosa, e tristemente, un ragazzo con gli occhi sfiammati e luccicanti che con determinazione rinunciava alla sua grande quantità di chakra per salvare il corpo inerme e freddo del rosso Kazekage.
I ricordi erano ancora freschi, nelle menti di tutti i presenti: l'attacco a Suna da parte di due membri dell'Akatsuki, il successivo sequestro di Gaara, il Kazekage del Villaggio della Sabbia, l'aiuto implorante rivolto a Konoha per poter portare in salvo il giovane ragazzo.
L'arrivo del Team Kakashi e del Team Gai alla Sabbia, accompagnati dalla bionda Temari che aveva confermato i suoi oscuri presentimenti, rendendosi conto che il suo fratello più piccolo era stato portato via, e che se non fosse stato per quella ragazza tanto debole dai capelli rosa, a quell'ora, anche Sabaku no Kankuro avrebbe fatto compagnia all'altro ora giacente a terra; i combattimenti rispettivi contro Iwa no Deidara e Akasuna no Sasori; le apparenti consecutive vittorie; il corpo di Gaara.
La vecchia Chiyo aveva capito- Sakura la osservava ancora- che la cosa giusta da fare era quella: la vita del nipote dai capelli rossi come la sabbia macchiata in tempo di guerra, valeva più della sua infame e corrotta vita di ora.
La rosa la osservò mentre chiudeva gli occhi per l'ultima volta, e mentre, per la millesima volta, come se fosse stata però la prima, li riapriva il ragazzo demone.
Un sorriso, un sospiro di sollievo e delle roventi lacrime, si presentarono oltre alla vita del giovane dinanzi al cospetto di tutti i presenti sulla scena della resurrezione.
Ciononostante, l'inizio della fine era appena cominciato.


***


Deidara era affannante, si mozzava spesso la lingua per il dolore atroce lungo tutto il corpo, ma quei suoi sforzi dovevano servire per continuare a vivere.
La voglia di proseguire, però, dove si trovava adesso, non raggiungeva alti livelli: il ragazzo dai lunghi capelli biondi, morbidi e soffici come seta, aspettava impazientemente che il suo capo, Pain, arrivasse da lui. Era da poche ore che finalmente era tornato al covo dell'Akatsuki, da poche ore che Kakuzu gli aveva ricucito e medicato il braccio perso nella missione per il sequestro del demone volpe, da poche ore che aveva saputo che il suo compagno di squadra, Akasuna no Sasori, aveva perso la vita contro una vecchia e una stupida principiante che se l'era cavata semplicemente data l'immane fortuna verificatasi dalla sua parte. Da quando lo aveva saputo, un fastidio modesto, che gli aveva invaso tutto il petto, non lo aveva più abbandonato.
Si sentiva terribilmente irritato, con la testa in fiamme; inoltre, la sentiva spesso piuttosto pesante, e ogniqualvolta pensasse ai nemici con cui si era affrontato, e pensasse alla ragazzina dai capelli rosa che tanto aveva sottovalutato, l'odio derivato dalla perdita dell'amico lo spingeva a soffocare in sentimenti decisamente iracondi, e più volte aveva perso la stoffa a causa anche del dolore al braccio ricucito. Più volte aveva discusso e disobbedito agli ordini dei suoi altri compagni, e al sentir solo nominare Pain iniziava subito a delirare.
Aveva bisogno di essere lasciato in pace, e di conseguenza non voleva nemmeno sentire alcuna ramanzina da parte del suo capo. Quando infine arrivò, con la sua solita ed indissolubile espressione in volto, senza una minima percezione di movimento significativo nello sguardo o nei lineamenti, la prima cosa che Deidara pensò, fu quella di sentirsi realmente incapace di reagire ad ogni imminente imprecazione dell'uomo dai capelli di un intensissimo colore aranciato.

''P-Pain-sama'' mormorò appena lui, sforzandosi di rimanere il più composto e rigide possibile nella sua postazione. Ciononostante, sentiva di divenire sempre più piccolo, mentre l'altro si avvicinava, perché un grande timore iniziava di netto a schiacciarlo.

''Deidara, mi dispiace per Sasori'' nella sua più incurvabile inespressività, era parso molto calmo al ragazzo, e nonostante si vedesse che provava davvero un senso di dispiacere verso il nuovo lutto, qualcosa gli si era subito illuminato nelle pupille accese, e Deidara sembrò diventare sempre più confuso.

''Noi non abbiamo portato a termine la missione'' asserì invece quest'ultimo, deciso, pronto ad una possibile ramanzina, che comunque doveva aspettarsi in ogni caso, perché già il fatto che Pain si fosse presentato di persona senza il solito mezzo degli ologrammi, era  davvero estremamente sospettoso.

''Non importa, è stato troppo rischioso, ma proprio grazie a questa sconfitta adesso avremo addirittura due pesci che abboccheranno all'amo: Sabaku no Gaara e Uzumaki Naruto saranno presto i nostri prossimi jinchuuriki,'' il biondo cambiò dapprima colore sul viso in un bianco estremo, ma pochissimi secondi dopo, il colore si attenuò in un opaco giallo, ed infine, in una tonalità tendente ad un blu chiarissimo, come quello dei suoi occhi.

''Non capisco, Pain-sama,'' gli chiese subito spiegazioni, perché si aspettava tutto fuorché un atteggiamento così ottimista da parte di quello, e non capiva proprio dove volesse andare a parare.

''Non sei mai stato tanto perspicace tu, Deidara; sei sempre stata la pecora nera del gruppo, quello che ha sempre avuto da ridire su tutto, e dubito che anche questa volta, esposta la mia nuova richiesta, ti limiterai ad ubbidire, ma non mi aspettavo fossi così... stupido'' a Deidara parve che sul volto dell'uomo si disegnò appena uno strano ghigno, che però svanì subito, giusto il tempo di accorgersene.

''Cosa vuoi?'' gli domandò, indispettito, iniziando a diventare più acido, come prima che quello arrivasse da lui.

''Haruno Sakura. La ragazza che ha eliminato Akasuna no Sasori; è la responsabile, è vero, ma, grazie ai dettagli che Zetsu mi ha dato su di lei, ed essendo, così pare, in stretti rapporti con il nostro jinchuuriki Uzumaki Naruto, un suo sequestro sarebbe l'ideale per far scattare la trappola: il ragazzo non ci farà aspettare, la verrà a rivendicare il prima possibile, e, naturalmente, con lui giungerà anche Sabaku no Gaara. Da cosa nasce cosa, e grazie a Sasori, la situazione si è ribaltata in brevissimo tempo... ora non ti resta che riprenderti e prepararti per l'imminente missione,'' Pain si era avvicinato pericolosamente al ragazzo, e una volta accennatogli un sorriso, s'era allontanato di tantissimo metri, dandogli le spalle.

''Ah, Deidara, dimenticavo di dirti... Haruno Sakura, sarà anche la tua prossima compagna di stanza e di missioni; è un ninja medico,
molto abile, ha ottime qualità in combattimento, e tu sarai incaricato di tenerla a bada. Itachi-sama vi sorveglierà''.

Sparì in nemmeno un secondo, lasciando Deidara perplesso e sconvolto. Agitato, percosso, infuriato. La rabbia aveva iniziato a crescere da quando aveva sentito quel nome, quella rabbia che era riuscita a reprimersi dopo tantissimo tempo, ed ora, era tornata. Il ragazzo si poggiò al muro ruvido, e scivolando con le gambe in avanti, strusciando la schiena nuda fasciata da spesse e lunghe bende bianche, arrivò a toccare terra. I nervi toccarono lo strato più visibile della pelle; divenne completamente rosso.

Non avrebbe permesso che Sasori fosse trattato così oltraggiosamente, nemmeno da parte del capo. Ma poi, ad un tratto, un sorriso spregevole si accese sulle sue labbra chiare e perfette: quando la ragazza non sarebbe più servita, pensò soddisfatto, dopo aver visto morire il suo amico o compagno, questo non gli importava, Naruto, e tutte le persone più importanti per lei, con le sue stesse mani, l'avrebbe fatta assistere a tutto quello, facendola soffrire terribilmente. E nei migliori dei casi per lei, dopo, l'avrebbe uccisa. Anzi, Haruno Sakura, sarebbe arrivata lei stessa, ad implorare la morte. E lui, a quel punto, non ci avrebbe pensato prima nemmeno una volta.
 

 

 

   
 
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