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Autore: Saphira96    18/01/2014    5 recensioni
'Aveva ragione Patrizia: non sei da sottovalutare' rivela Lia a Giulio.
Ma in quale occasione Patrizia aveva dichiarato queste parole alla cugina?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era pomeriggio inoltrato e Patrizia stava attentamente lavando a mano la divisa di suo marito: Giulio Tommasi.
Giulio era, infatti, il capitano della caserma dei carabinieri di Gubbio.
Per questo Patrizia aveva sempre avuto paura di rovinargli la divisa, il ferro poggiato anche un solo secondo in più del dovuto, la divisa che cadeva di sotto mentre la stendeva al balcone; poi sarebbe potuta passare qualche macchina, danneggiandola irrimediabilmente. O, peggio ancora, poteva scolorirsi durante il lavaggio.
Patrizia non aveva mai avuto così tanta attenzione per qualcosa, neanche quando da bambina suo padre le insegnò ad attraversare la strada.
Era nel lavandino e strofinava delicatamente il pantalone della divisa, quando il suo telefonino squillò. Lasciò cadere i pantaloni nel lavandino pieno d’acqua profumata dall’ammorbidente e si asciugò in fretta le mani nell’asciugamani posto alla sua destra. Corse in cucina e afferrò il cellulare, sorrise quando vide chi era.
< Pronto > esclamò allegra la ragazza attivando il vivavoce e correndo nuovamente nel bagno poggiò il telefono sulla mensola.
< Cuginetta, ciao! > urlò una voce piuttosto allegra dall’altro capo del telefono.
< Lia > ribattè altrettanto entusiasta la donna.
< Ma che…non dirmi che stai lavando di nuovo la divisa a tuo marito > domandò Lia.
< Lia, l’ultima volta che mi hai chiamata è stata una settimana fa, non puoi pretendere che Giulio vada a lavoro con la divisa sporca lui è… >
< … il capitano dei carabinieri. Lo so, lo so > completò la cugina, facendo intendere che non era la prima volta che Patrizia le ricordava il mestiere del marito.
< Senti, ma che c’avrà questo Giulio di speciale? L’ho visto in foto, è un bell’uomo sarei stupida se direi il contrario… ma mi sembra un po’ troppo… bacchittuni! > disse Lia, concludendo con una frase in siciliano, infatti, Lia era la nipote del maresciallo Cecchini; padre di Patrizia.
Patrizia a quell’affermazione alzò gli occhi con fare esasperato, e ignorando l’affermazione rispose: < dovresti chiamare mio papà, sarebbe felice di sentire una giovane e bella ragazza parlare il siciliano, con me non ci è mai riuscito > .
Lia rise.
< Sarà. Come procede la gravidanza? > domandò.
< Benissimo, già inizia a tirare calci > informò orgogliosa e fiera.
< Quanto vorrei essere lì. Per il matrimonio non ci sono stata, ma non voglio perdermi la sua nascita per nulla al mondo > .
Poi le due cugine iniziarono a parlare del più e del meno.
< No, ieri sera sono stata sul divano a guardare un film con Giulio. Ha preparato i pop corn e… >
< Addirittura? Allora non è così fricchettone > la interrompè Lia.
Patrizia rispose, e questa volte decise che avrebbe risposto alla cugina che si divertiva a punzecchiarla: < Giulio non è da sottovalutare > .
 * * *
< Giulio tieni qui ci sono i cinquecento euro che ti devo per sistemare la tua auto > annunciò Lia porgendo dei soldi al capitano. La giovane si era trasferita da poco a Spoleto, ospite dello zio Nino, il padre di sua cugina Patrizia. La quale però, era morta in un incidente lasciando vedovo il marito e orfana la figlioletta: Martina.
< No e la tua auto? Senti facciamo così, questi prendili tu e fai sistemare la tua > rispose Giulio restituendole i soldi.
< Ma il danno… >
< Non preoccuparti, non è poi così grave >
Lia lo guardò sorridendo e prima di uscire dalla stanza disse: < aveva ragione Patrizia, non sei da sottovalutare > .
 
Giulio la guardò allontanarsi, davvero Patrizia le aveva detto quelle parole? Chissà cosa aveva raccontato alla cugina. Quando le mancava sua moglie. Si girò verso la cornice sul mobiletto che la ritraeva sorridente, e di istinto le sorrise tristemente. Lei voleva che lui sorrideva, voleva vederlo felice. Con un gesto noncurante mise le mani nella tasca della divisa, e si accorse che c’era un buco. Questa volta sorrise dolcemente pensando alla cura che aveva Patrizia per la sua divisa, anche all’uniforme ufficiale mancava la sua dolce e bella Patrizia.
< Papà andiamo a scuola? > domandò Martina sbucando dalla cucina, quella mattina aveva i capelli sciolti che le ricadevano sulle piccole spalle. Uscendo le mani dalle tasche Giulio mandò un’ultima occhiata alla foto della moglie e sorridendo aprì le braccia per accogliere la figlia. Martina somigliava molto a sua madre e di questo Giulio ne era felice, guardandola sentiva meno la mancanza della sua donna.
Portando la figlia all’asilo Giulio guardò d’istinto il cielo e, sorridendo pensò:
‘non sono io, è il gene dei Cecchini che non deve essere sottovalutato. Vero amore?’
 
Angolo Saphira96 ~ Premetto che non ho ancora, e non supererò mai, la morte di Patrizia. Anyway Quando Lia ha riferito le parole di Patrizia a Giulio, mi sono chiesta in quale occsione potrebbe avergliele dette. Poi, per non buttarmi giù psicologicamente con i pensieri di Giulio, ho inserito quella conclusione un pò 'comica'. Giulio non vuole buttarsi giù, Giulio vuole essere forte per Martina.
Facciamoci forza a vicenda. Mi dispero da due settimane o più, NON POSSONO AVERMI UCCISO PATRIZIA.

Autrice ~ Saphira96
  
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