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Autore: lucatrab_99    19/01/2014    4 recensioni
Dopo l'attentato alla vita di suo padre, ispettore capo a Scotland Yard, Leo stringe un'improbabile alleanza col nemico per risalire al colpevole. La Londra contemporanea fa da scenario ad una folle indagine, un inseguimento in cui predatore e preda si scambiano spesso di ruolo. In questa corsa contro il tempo, l'unica regola che conta è sopravvivere all'Asso di Picche, quanto più a lungo è possibile.
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiiin!
"Sono in ritardo, maledizione!" imprecò Leo, poi affrettò il passo e salì i gradini della scuola a due a due, per fare prima. Arrivato sulla soglia della sua classe, il professore di inglese gli sbattè la porta in faccia, letteralmente. "Entri alla prossima ora, Jones! E si vergogni della sua condotta!". Sconsolato, Leo si sedette sulle scale in fondo al corridoio, e approfittò dell’ ora libera per ripetere.
Un’ ora dopo fece il suo imbarazzante ingresso in classe e si andò a sedere all’ unico posto rimasto vuoto: quello di fronte alla cattedra.
Quattro ore sembrarono interminabili, e quando finalmente suonò la campana della mensa, tirò un sospiro di sollievo. Lo raggiunsero i suoi amici Theo, mago del computer e campione nazionale di marcia, e Alex, che era nel suo stesso corso a judo, e per la sua bellezza era il ragazzo più desiderato della scuola. Stanchi per le quattro ore di lezione, si sedettero senza dire una parola e mangiarono poco e malvolentieri, pensando alle altre due ore di lezione che li attendevano.
Cadeva una pioggia sottile e fastidiosa, simile a nevischio, quando Leo si avviò verso casa, naturalmente senza ombrello. Per fare prima tagliò per Hide Park, e nel giro di un quarto d’ ora fu a casa, completamente zuppo.
"Sono a casa, mà!" gridò aprendo la porta. Nessuna risposta. "Mamma?" riprovò. Ancora nessuna risposta. Allora andò in cucina, e trovò attaccato al frigo un bigliettino, su cui una grafia sottile ed elegante aveva scritto: sono fuori per sbrigare alcune commissioni, torno presto. Baci, mamma.
Si sfilò le scarpe, lasciandole nel bel mezzo del salone, lanciò il cappotto su una sedia e si stravaccò sul divano, con tanto di vestiti bagnati addosso. Accese la TV con disinteresse, e scorse i programmi in onda: un documentario sui marsupiali, un talent-show e un noiosissimo programma di cucina etnica, che probabilmente aveva due telespettatori in tutto il Regno Unito. Annoiato, guardò il notiziario, che annunciava neve per il fine settimana, imbastiva assurde congetture su uno scandalo politico, e mandava in onda gli ultimi goal dell’ Arsenal. Ancora più annoiato, spense il televisore e salì in camera sua. Qui accese lo stereo, si cambiò e diede un’ occhiata al telefono, rispondendo a un paio di messaggi, poi aprì un fumetto e si mise a sfogliarlo.
Quando sua madre finalmente tornò a casa, era ora di cena. Sasha Jones era una donna alta, pienotta, e con una vera ossessione per la pulizia. La classica madre iperprotettiva che chiama il figlio ormai sedicenne ancora “bambino mio”. Leo ne era profondamente imbarazzato. Preparò un’ ottima cena, che fu pronta giusto in tempo per il rientro a casa di David Jones. Anzi, dell’ ispettore capo, David Jones.
Il signor Jones era un uomo imponente: un metro e novanta, cento chili, spalle larghe e folti favoriti. Con l’ uniforme e l’ impermeabile sembrava quasi minaccioso. Era ispettore capo a Scotland Yard, e nessuno poteva dire che non si fosse meritato quel posto. Aveva fatto tutta la gavetta da poliziotto, fino a essere promosso, ormai cinquantenne, a ispettore capo. Era un uomo di grande e meritata fama, indiscussa moralità, e grande carisma, che in poco più di cinque anni da ispettore capo aveva messo in ginocchio la malavita londinese, soprattutto quella organizzata, facendosi non pochi nemici.
Cenarono tutti insieme nella grande stanza da pranzo, attorno allo spesso tavolo di mogano, chiacchierando del più e del meno. Intanto la neve aveva iniziato a cadere lentamente, posandosi sui tetti e sui comignoli, sulle auto e sui balconi, ammantando di una coltre bianca Londra.
Dopo cena, si sedettero tutti e tre davanti al camino, vicino all’ albero di Natale, addobbato pochi giorni prima. Mancava infatti poco meno di una settimana a Natale, e Leo non vedeva l’ ora che le scuole chiudessero.
A rompere la quiete familiare fu un rumore sordo, poi la finestra andò in frantumi, e il commissario Jones crollò a terra. Una macchia rossa dilagò per terra, inzuppando il tappeto, e tutto avvenne in pochi secondi: la signora Jones urlò, slanciandosi per soccorrere il marito, e Leo si accovacciò accanto al padre, gli occhi pieni di lacrime, e disse soltanto "Papà…". Il poliziotto, morente, girò la testa e guardò il figlio negli occhi, poi disse, con le ultime forze "Leo, figlio mio, stanne lontano". Poi chiuse gli occhi.
Per non riaprirli più.
  
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