Immobile Il sole batte sulle veneziane, il caldo penetra nella mia pelle ormai infuocata. Stesa sopra le lenzuola bianche, chiudo gli occhi. Nel preciso istante in cui le mie palpebre si toccano, partono ricordi. Il caldo continua a penetrare in me, il sole continua a battere – non lo sento. Insensibile al caldo, guardo il mio passato, vedo chi il mio cuore ha spezzato, vedo chi mi ha disprezzata, vedo chi mi ha abbandonata, chi mi ha lasciato sola in una pozza di sangue, sangue aspro come il limone rimescolato alle lacrime. Riapro gli occhi, mi volto verso il fresco comodino in marmo, ma prima che potessi accorgermene, le mie vene erano trafitte. Gocce di sangue grondavano, sangue colmo di sofferenza, sangue che racchiude in se il mio passato. Sangue povero di autostima, sangue povero di amore. Resto immobile osservando il sangue scorrere, resto immobile scontando il mio castigo, immobile penso al dolore e alla mia inutilità. Un lampo mi trafigge il cuore, spingendomi a rialzarmi, rialzarmi dal mio letto di sangue, rialzarmi dal dolore, rialzarmi ed aspettare. Il sole è calato, il caldo persiste, vado alla finestra e osservo le candide nuvole di color rosaceo illuminare il cielo arancione. Osservo le rondini cantare sopra i tetti, volare e fare acrobazie, osservo e invidio la loro felicità. Un pensiero mi balena in testa – non mi arrenderò, mi rialzerò ogni volta che cadrò, mi rialzerò finche ne avrò le forze. Resterò immobile ad aspettare, aspettare qualcosa che cambierà la mia vita, aspettare qualcosa che forse mai arriverà. “Per una mia cara amica, autolesionista che ha trovato la forza di rialzarsi.”