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Autore: makamo    05/06/2008    2 recensioni
Un giorno come un'altro, un'avvenimento che avrebbe cambiato la vita di tre persone...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sera come le altre, avevo lavorato tutti il giorno ed ora restavano solo due ore e mezza a dividermi dal mio comodo e caldo letto. L’aria fuori era gelida, potevo sentire il freddo penetrarmi nelle ossa mentre percorrevo il viale. Avrò fatto quella strada un centinaio di volte, e nonostante questo rimanevo sempre affascinata dai palazzi che la circondavano coperti dagli alberi ormai privi di foglie. Arrivai davanti alla biblioteca alle nove e un quarto, puntuale come sempre, e già gli utenti erano fuori dal cancello ad aspettarmi con Giada, la mia collega. – Sei in ritardo come sempre – disse Remì in tono scherzoso, ma io per tutta risposta feci un sorriso un po’ forzato. Ormai conoscevamo a memoria gli utenti del Mercoledì sera, si era instaurato una specie di rapporto e di simpatia tra noi. La biblioteca era formata da cinque stanze e dal bancone centrale per l’accoglienza e le varie richieste. La prima stanza sulla sinistra era adibita ai bambini, con libri, giochi e un computer solo per loro mentre, di fianco, si trovava la sala computer per i cosiddetti “maggiori”. Nella Sala centrale erano posti gli scaffali con i libri in ordine di argomento, anche se la maggior parte delle volte capitava di trovarli fuori posto. La stanza a destra era adibita all’Informagiovani, un servizio che il comune offriva per agevolare gli studenti e chiunque fosse in cerca di un lavoro. Nella stanza di fronte al bancone si potevano trovare i responsabili Marco e Mirco, che nove volte su dieci rimaneva chiusi li a lavorare anche fino a notte inoltrata. Persone tranquille, scherzose ma allo stesso tempo anche molto impegnate e serie nel lavoro che dovevano svolgere. Marco era un uomo un po’ puntiglioso, non molto alto e sempre sperso nella sua passione per i libri, era stato proprio lui ad aprire la biblioteca. Mirco invece era più giocherellone, cercava sempre di superare un argomento difficile con battute e risatine, era un uomo abbastanza alto, con occhi e capelli neri. Era un bell’uomo ma forse ancora troppo attaccato alla sua giovinezza. Poi c’era Giada, e menomale che c’era lei sennò chi le reggeva tutte quelle ore di lavoro. Era una ragazza socievole, anche se a volte usciva fuori il suo lato severo, con il fisico e i lineamenti perfetti, certamente non aveva da invidiare nulla a nessuno, contando che il Mercoledì eravamo le uniche donne in tutta la struttura. Remì era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, poteva passare ore davanti al computer a fare cosa non si sa bene, ma la cosa fondamentale era che alle undici e quarantacinque si staccasse per poter spegnere. Solitamente dopo dieci minuti dall’apertura arrivava Jury, un ragazzo socievole ma troppo impegnato con il lavoro e lo studio per accorgersi del resto del mondo. Non mi è mai riuscito di capire cosa lo spingesse a stare sempre da solo a studiare, infondo i requisiti per avere un po’ di compagnia li aveva, era intelligente e simpatico. Poi c’ero io, Martina. Si lo so che quasi sempre la scrittrice si descrive come una persona fantastica, ma voglio essere sincera con voi non sono nulla di speciale. Una ragazza normale, un po’ grassoccia con capelli ed occhi neri ed un carattere troppo pacioccone per poter difendermi da battute, infamate, o da quelle persone troppo appiccicose. Quella sera aleggiava qualcosa di strano nell’atmosfera della Biblioteca, qualcosa stava per cambiare per tutti noi. Verso le dieci e mezzo salì una strana persona, Iva, per usufruire di un computer e riuscire a collegarsi ad Internet. – Secondo me quella ha qualcosa che non va – mi disse Giada appena se ne fu andata, - Tu dici così di chiunque viene di notte – risposi scoppiando in una risata un po’ sarcastica. Mi duole ammetterlo ma stavolta aveva visto bene, dopo dieci minuti dalla stanza dei computer si sentì arrivare delle grida, come se due persone litigassero. Ci precipitammo a vedere con chi stesse litigando e con grande sorpresa ci accorgemmo che non c’era nessuno li all’infuori di Remì, che ci guardava sbalordito. Uscimmo tutti e tre dalla stanza, - Ma quella è totalmente fulminata, si è messa a litigare con qualcosa che aveva sulla spalla... e non c’aveva nulla!!!- ci spiegò Remì, scoppiando a ridere. Guardai Giada un po’ preoccupata, ma lei cercò di calmarmi cambiando discorso. Dopo altri dieci minuti arrivò un altro urlo dalla sala computer, andammo tutte e due e Giada si avvicinò per chiederle cosa fosse successo ma lei non le dette il tempo, si girò di scatto e le disse –Hai visto cos’è successo, il vostro mouse mi ha morso, mi ha fatto male, cosa pensi di fare ora??? Non ho intenzione di stare qui a farmi mordere-. Giada si girò verso di me guardandomi con un segno di domanda, ma sinceramente non sapevo cosa dirle – Provi a cambiare computer forse gli altri non la morderanno- gli rispose, e anche se io avevo notato la sottile nota di sarcasmo in quella risposta, Iva si alzò e cambiò computer. Allarmate dallo svilupparsi della situazione andammo a chiamare Mirco e Marco per spiegargiela. Anche Jury era venuto a vedere cosa stesse succedendo incuriosito da quelle grida. - Vattene, ti ho detto di andare via, mi stai facendo male… ma cosa vuoi da me va via!!!- ricominciò ad urlare Iva, ci guardammo intorno, eravamo tutti li, non era entrato nessun altro all’infuori di noi, quindi era impossibile che ci fosse qualcuno in quella stanza. Mirco provò a vedere la situazione e cercò di spiegargli che non doveva urlare in quella maniera perché stava disturbando gli altri Utenti, anche se non era vero. Per tutta risposta lei si alzò di scatto e venne al bancone ad urlarci contro. – Cosa dovrei fare, guarda, guarda cosa mi ha fatto quella specie di coso, guardi lei- potete immaginare il mio stupore nel vedere la ferita che aveva nel polso, doveva essere stata fatta da poco perché buttava ancora sangue, ed oltre a quella aveva anche diverse ferite sulla spalla destra e sulla gamba sinistra. Credevo di avere le allucinazioni, ero sicurissima che non fosse entrato nessun altro, non era possibile avrebbe dovuto passare davanti a noi per forza. Iniziò così una caccia all’intruso. Ci dividemmo Giada guardò dettagliatamente le prime due stanza con Remì, Mirco e Marco cercarono nell’ufficio e nell’Informagiovani ed io, Jury e Iva cercammo nella sala lettura. Niente, non c’era nessuno. Ritornammo davanti al bancone – L’avevo detto, non c’è nessuno nella sala, voi avete trovato qualcuno o qualcosa che possa spiegare i segni?- chiesi a Giada e Mirco, ma la risposta fu la stessa. A un certo punto... TUM, TUM, TUM. – Cos’è successo?- chiesi un po’ allarmata, - Viene dalla sala lettura, siete sicuri di aver controllato per bene?- Mi chiese Mirco con una nota di rimprovero, - Certo che sono sicura, non c’era nessuno- TUM, TUM, TUM – Altri libri che cadono, mica cadono da soli?- disse Remì –Ora basta, vado a controllare- esordì Marco, -Vengo con te- Lo seguì Remì. –Martina sei sicura di aver guardato da tutte le parti?- mi chiese Giada, -Sono sicurissima mica sono scema! So benissimo che non c’è nessuno di la, se non ti fidi chiedi a Jury- risposi, forse con un tono un po’ troppo forte. TOM, TOM, TOM stavolta però il rumore arrivava dalla sala ragazzi. E poi dal niente – Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh- Un urlo disumano arrivò dalla sala lettura, senza neanche accorgermene stavo correndo di la per vedere cosa fosse successo ma le porte erano sbarrate come se qualcuno le avesse chiuse dall'interno, ma da chi??? Vidi Remì correre verso di me e cercare di aprire la porta, ma niente da fare. D’un tratto una strana figura si materializzò alle sue spalle, una figura ambigua avvolta in uno strano fascio di nebbia che ne mascherava il volto. Aveva le mani protese verso lui e in meno di un secondo lo prese e lo sollevò da terra, senza che Remì potesse cercare di far resistenza e con una forza disumana lo scagliò contro la porta che andò in mille frantumi al minimo tocco. Io caddi a terra spinta dall’urto, appena siuscii a riprendere le facoltà per rialzarmi quell’essere era scomparso… Ma dove??
  
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