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Autore: anotherstoryofme    21/01/2014    1 recensioni
Che grande potere ha la musica.
Riesce a farti sentire bene, ti fa compagnia e non ti delude mai.
Noi ci rifugiamo sempre nella musica e anche Catherine, una ragazza timida ma con un grande cuore.
È alla musica che deve la sua vita, perchè senza di lei non avrebbe conosciuto quelle quattro persone fantastiche, ma soprattutto, lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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PERSONAGGI
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 I miei passi riecheggiavano nei corridoi vuoti della scuola. Perfetto: era il mio primo giorno in una nuova scuola ed ero gia in ritardo; come se non bastasse nei corridoi non c'era anima viva neanche se fosse improvvisamente entrato johnny depp. Stavo veramente considerando l'idea di tornare nella mia vecchia scuola che mi ha ospitato per due anni, ma sinceramente non ne potevo più dei miei compagni di classe coglioni e delle professoresse stronze. Si, la finezza non è nel mio forte sebbene io sia una ragazza abbastanza timida. Non so per quale dio del cielo, finalmente, dopo 10 minuti a vagare nel vuoto, scorsi il mio armadietto. Depositai tutte le mie cose dentro e chiusi l'anta.
-Serve aiuto?- sobbalzai nel sentire quella voce che ruppe il silenzio. Apparteneva ad un ragazzo alto, con i capelli rossi che gli coprivano parzialmente i suoi occhi così scuri che erano quasi neri, facendogli assumere un'aria da misterioso. Avevo un debole per i rossi. E per il mistero. Ci misi un po' ad elaborare una risposta decente che non fosse un "dio, quanto sei sexy" che mi avrebbe fatto apparire un'oca bisognosa di sesso cosa che, ovviamente, non ero.
-Si- mio salvatore -potresti dirmi dov'e l'aula del corso di scrittura creativa per il terzo anno?-
Mi rivolse un sorriso di chi la sapeva lunga.
-Sei nuova vero?-
Ecco, già mi sentivo in imbarazzo, fottuta timidezza.
-In effetti si- ora era il mio turno di fare un sorriso, anche se piccolo e forzato.
-Vieni, ti accompagno, anche io ci devo andare-
Lo seguii osservandolo meglio: aveva una camminata quasi da "figo"; indumenti neri che contribuivano a creare la sua aria misteriosa e maglietta aderente dalla quale si potevano intravedere i muscoli; la cosa più interessante era il tatuaggio a forma di testa di aquila che aveva sul collo, mi veniva voglia di sfiorarlo ma sarebbe stato fuori luogo oltre che imbarazzante.
Dopo il rimprovero e l'accoglienza della prof mi aggirai tra i banchi sotto gli sguardi interessati, diffidenti, malizioni, di superiorità o di disprezzo dei compagni. I soliti pregiudizi, quanto li odiavo.
Feci per sedermi vicino a "Misteriosità" nonché mio momentaneo salvatore, se non che una ragazza tutto pepe dalla folta chioma rossa mi bloccò con il sorriso più falso del mondo -Scusa carina, ma questo è il mio posto-. Feci finta di non sentire il tono sprezzante che aveva usato nel definirmi carina. Prima di rispondere venni nuovamente bloccata, questa volta dal ragazzo -Lascia perdere Margaret, è il suo primo giorno-
-Mi dispiace così tanto, ora spostati però-
Non mi andava di mettermi a discutere perciò andai a sedermi nel banco dietro di lui.
La prof. andò a fare un servizio, e, siccome socializzare non era il mio forte, presi la matita e iniziai a scarabocchiare qualcosa finché le linee iniziarono a prendere la forma del volto di Nicolas-se non avevo capito male durante l'elenco, era così che si chiamvava il ragazzo davanti a me-.
-Cosa disegni?- Ma mi doveva prendere sempre alla sprovvista? Per lo spavento la matita mi cadde a terra e girai velocemente il foglio per non far capire cosa stavo disegnando.
-Niente- mi affrettai a dire -Stavo solo scarabocchiando-. Accennai un sorriso ma il ragazzo non dava segni di resa. Dopo un po' finalmente mi credette e prese la matita caduta sul pavimento. Nel darmela le nostre mani entrarono in contatto e una serie di brividi mi percosse tutto il corpo. Stupida, puteva essere che un ragazzo appena conosciuto mi facesse questo effetto?
-G-grazie- balbettai come una scema, lui come risposta mi rivolse un sorriso mozzafiato.

Le ore successive passarono un pò lentamente, specialmente l'ultima, biologia, un altro corso in comune con Nicolas. Avevo l'impressione di essere costantemente osservata, infatti ,quando mi giravo, Misteriosità mi stava guardando e anziché distogliere lo sguardo lui mi sorrideva facendomi colorare le guance di rosso.

Quando suonò la campanella finale mi catapultai con sollievo fuori dalla scuola, ruscendo di nuovo a respirare come si deve, lieta anche della visita che mi avrebbe fatto quel pomeriggio la mia migliore amica.
  
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