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Autore: Secret Whispers    22/01/2014    1 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest Angels & Devils organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"C’era una cosa, però, che il Creatore, ormai dormiente, e i suoi servi non avevano messo in conto: l’oscillazione perenne tra Bene e Male, in ogni entità."
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest "Angels & Devils" indetto dal Secret Whispers nel mese di Dicembre 2013.
L'autrice, Mikki_chan, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.

.Titolo: Laudate Hominem
.Autore: Mikki_chan
.Fandom: Tratta da role [James x Jin]
.Personaggi: James Evans, Jin, accenni a Lorenz e Lady.
.Avvertimenti: What If?/AU (Vedere note dell’autore)
.Rating: Giallo.
.Genere: Yaoi (?). Parlando di figure asessuate – a mio parere – ritengo che non sia propriamente Yaoi, per quanto la role di partenza lo sia.
.Breve introduzione: C’era una cosa, però, che il Creatore, ormai dormiente, e i suoi servi non avevano messo in conto: l’oscillazione perenne tra Bene e Male, in ogni entità.
.N.d.A: POST-LETTURA.
L’idea era quella di creare una AU, ma come al solito non sono riuscita a mantenere questo intento perché ho voluto inserire una sorta di “rimando” alla role di partenza. Possiamo dire che James e Jin, alla fine della loro vita, siano stati giudicati ed abbiano finito per essere schierati in mondi paralleli, ma diametralmente opposti. L’idea di Jin, angelo tra i demoni, mi piaceva moltissimo e, per quanto all’inizio volevo che nemmeno lui si ricordasse di James, ho optato per l’opzione in cui lui, invece, rammentasse.
La storia è venuta fuori un po’ a spezzoni. Non era mia intenzione, però volevo focalizzare l’attenzione prima sulla situazione che ha portato al Giudizio e, poi, sul comportamento degli angeli che, in questa storia, sono i malvagi. Sono loro, alla fine, ad essere i puniti: dimenticano ciò che nella loro vita precedente è stato importante, finendo in balia di una gerarchia che li indottrina ad una conforme ignoranza a causa della mancanza di valori che, la perdita della presenza del loro Creatore ha finito per generare.
Questo, insomma, è quello che ci sta dietro. Non so se sia venuto fuori come volevo, se chi legge, effettivamente, riesce a capirlo, però mi sembrava giusto spiegarlo ecco XD Sperando che sia venuta meglio di quanto sembri a me.

 


Laudate Hominem

Era avvenuto, alla fine. Il Giudizio Divino si era abbattuto sulla stirpe senza Ali e aveva porto rimedio all’errore del Creatore. I suoi servitori ne avevano epurato la razza, sterminandola senza alcuna remora, poiché essa non aveva fatto altro che sporcare la Sua immagine con atti di indicibile crudeltà ed egoismo.
L’essere umano non era mai stato perfetto e, in quanto tale, gli Angeli avevano deciso di compiere la Sua volontà, ponendo fine alla loro sofferenza, al loro vivere una vita limitata e imperfetta, fatta del male che la Stella del Mattino, divenuto Diavolo, aveva instillato nelle loro effimere esistenze, tentandoli.
Così ecco che la Terra si prospettava come un mondo a metà, dove sia Angeli che Demoni potevano vivere; una perfetta estensione di Paradiso ed Inferno, perfettamente equilibrata. C’era una cosa, però, che il Creatore, ormai dormiente, e i suoi servi non avevano messo in conto: l’oscillazione perenne tra Bene e Male, in ogni entità. Lucifero poteva essere stato il grande obiettore di coscienza, ma gli altri Angeli non erano da meno: serbavano nelle loro anime il seme del dubbio, il loro segreto inconfessabile.
Con il tempo si erano adattati ad una vita quasi umana, ma se i Demoni erano liberi nella loro prigione, gli Angeli erano incatenati all’Amore assoluto che dovevano preservare per il loro Signore e Padrone. Non avrebbe dovuto, in origine, pesare. Ma il fardello invero lo era; un macigno oscuro, che pesava nei loro cuori ogni attimo in cui scorgevano in lontananza una delle loro nemesi peccare. Si era instillata una macchia, nei loro cuori puri e bianchi. Una macchia che non poteva svanire, solo allargarsi e portarli con sé.

Era ormai una scena vista, quella di due Demoni che si amavano, in un gesto che di certo non poteva che essere portato dalla loro anima oscura. E ciò era in opposizione con il comandamento che Lui aveva loro lasciato: amarsi vicendevolmente e consacrarsi a Lui.
La loro anima non poteva appartenere a nessun altro e quei blasfemi non facevano che sporcare il Suo comando, la Sua parola in ogni gesto, ogni sguardo, ogni tocco e ogni bacio. Era uno spettacolo così misero, così intriso di infamia.
«Guardali, sono così terribilmente osceni!» aveva esclamato un giovane Angelo dal cuore puro, guardando due giovani Demoni tenersi per mano, scambiandosi occhiate intense e sorrisi carichi di un sentimento sporco e corrotto.
L’Angelo era accompagnato da altri suoi simili, i quali parvero convenire con lui in sonore esclamazioni offensive, alcune anche troppo alte, che indussero i due Demoni a cambiare strada, velocemente.
Uno tra gli Angeli, però, teneva un’espressione pensierosa, contorta. Non riusciva a capire: quello che gli altri sembravano ritenere giusto a lui sembrava, invece, tremendamente sbagliato; sembrava loro, il sentimento corrotto: quello era davvero l’amore? Quello che avrebbero dovuto provare? Quando lo chiedeva a Lorenz non poteva far altro che rimanere stupito nel sentirsi rispondere «Come può essere odio? Noi siamo Angeli, non possiamo essere corrotti.», ma suonava così terribilmente strano.
Era davvero così? A volte James si chiedeva se non fosse solo l’illusione di un bimbo abbandonato a se stesso; non era possibile, che con il tempo, avessero finito per dimenticare ciò che davvero Lui voleva? Dirlo ad alta voce sarebbe risultato come ammettere la propria macchia, il proprio dubbio che, nella Gerarchia, non era neppure tollerata. E allora rimaneva in silenzio, amalgamandosi a quella conformità propria di tutti gli altri, ma non poteva fare a meno di chiedersi, in silenzio, se fosse davvero quello che voleva.
L’unico che pareva aver compreso il suo problema, era Lorenz: come sarebbe potuto essere altrimenti? Era l’Angelo, che più di ogni altro, gli era vicino; non lo giudicava, per quanto sembrasse essere convinto, anche lui, dello sbaglio che faceva. Ma non lo biasimava, preferiva accettarlo con la sua oscurità, conscio che ogni essere alato avesse una parte più buia, nella propria anima.

«Ti voglio portare in un posto.» gli aveva detto una sera.
E James non aveva fatto altro che seguirlo, in quella zona di Demoni, dove si erano coperti le ali per non essere riconosciuti. Erano arrivati davanti ad un portone alto e massiccio, al quale Lorenz aveva bussato tre volte e da cui era apparso un Demone dai lunghi capelli rossi, sintomo di appartenenza alla stirpe del Male.
Anche Lorenz, aveva i capelli rossi, ma sin da piccolo aveva imparato a farsi rispettare, rimanendo retto per dimostrare la propria devozione al suo unico Dio e Padrone. Così, con il tempo, non avevano potuto far altro che accettarlo, seppur ancora reticenti, nel notare quei fili dal colore del Demonio.
Era molto più comune il colore di capelli di James, di quel fine azzurro; gli occhi non erano un problema, per quanto rossi, sembravano essere i capelli e le ali, quelle che in tutta la Gerarchia contava. Gli Angeli avevano le ali bianche, pure, con le sfumature di arcobaleno: chi le aveva più rosee, chi più verdi, non faceva differenza.
«Benvenuti, vi aspettavamo.» li accolse il Demone, un sorriso carminio mentre li faceva entrare e chiudeva il grosso portone. E lì, James, vide ciò che la sua anima aveva sempre avidamente cercato: conferma del suo dubbio, del suo tormento. Angeli e Demoni si mescolavano, in un tripudio di colori, ali nere e ali bianche intrecciate, così come le mani e le dita. E gli sguardi intensi, di quell’Amore che, da comandamento, sarebbe dovuto andare solo al Signore stesso.
«Qui si trova la vostra pace.» li informò ancora il Demone dai capelli rossi, con un sorriso instillato dal Demonio, mentre sfiorava le ali di Lorenz che, come ammaliato, sembrava aver perduto la sua Fede con un solo gesto e un solo sguardo. Ma forse, in fondo, non era così puro come aveva sempre pensato.
Fu mentre osservava quei sentimenti, che ai suoi occhi avrebbero dovuto essere proibiti, che James ebbe una sorta di sensazione, come se non fosse la prima volta, come se qualcosa di simile gli fosse già accaduto prima. Ma doveva essere una menzogna, giusto? Non sarebbe stato possibile, vivere un’altra vita: lui era un Angelo del Signore, dalle ali bianche e dall’anima macchiata di incertezza.
Poi un’ombra si fece avanti, a pochi passi da lui e l’Angelo non poté che sollevare lo sguardo per specchiarsi in due polle di viola intenso; gli occhi più puri del Paradiso, secondo quanto riportato dai loro Angeli più anziani. Occhi così, non se ne vedeva da millenni.
«Siete giunto da me, infine.» mormorò questi e James impallidì, scoprendo che quegli occhi erano incorniciati da un viso d’angelo, da capelli neri come pece e da ali nere.
Ed era un ossimoro: un Demone dell’Inferno che possedeva gli occhi del Paradiso; ma non parve farci troppo caso, sospeso dallo stupore e da un sentimento nuovo, fatto di qualcosa di indescrivibile. Sembrava amore per il suo Padrone, ma non lo era. Lo superava.
«Mi conoscete?» chiese, incerto, senza tuttavia avvicinarsi o fare alcunché; lo guardava, perso. E quel Demone sorrise appena, di malinconica consapevolezza, mentre allungava una mano verso di lui, sfiorandogli il viso, la guancia.
«In un’altra vita, in un altro tempo, in un altro posto.» sussurrò. Si diceva che i Demoni serbassero ricordo del loro peccato, di quello che li aveva trasformati in creature maligne; James, mai prima di allora, aveva potuto parlare con uno di loro per avere la conferma di tale convinzione. Ma, proprio di fronte a sé, stava il Demone più bello che avesse mai visto.
«Mi avete trovato, è già abbastanza.»
Gli occhi viola divennero immensi, mentre James suggellava la sua Caduta con un bacio sulle labbra del Demone, inconsciamente consapevole che quella fosse la giusta coronazione di tutta la sua esistenza, su quella Terra.

 
«Non importa quanto tempo passerà,
quante vite o quanto potrà essere impossibile.
Io vi troverò sempre.»

Fine
  
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