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Autore: sunshinej_    22/01/2014    2 recensioni
Un amore impossibile da vivere.
Continui ostacoli, bloccano harry giorno per giorno. Il suo amore verso quel ragazzo. Un amore che non si può vivere per colpa di uno stupido incidente che ha portato via l'unico ragazzo che ha amato veramente.
Giorno per giorno, i sensi di colpa lo assalgono.. il dolore, la sofferenza. Harry è stanco, e si accorge, che solo una cosa può realmente renderlo felice. RAGGIUNGERLO.
||avvertenze? LARRY.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                        SUICIDE.


10 febbraio 2012.


"Louis, te lo ripeto per la centesima volta, vai più piano." sibilai sull'orlo di una crisi di nervi a Louis, che guidava troppo veloce per i miei gusti.
"Har e io ti ripeto per la centesima volta che non c'è nessuno per strada." sbuffò esasperato guardandomi con la coda dell'occhio mentre continuava a guidare velocemente. 
E' vero, non c'è anima viva sull'autostrada che stiamo percorrendo, ma avevo un brutto presentimento. 
In quel momento passò velocemente una macchina sulla sinistra che a momenti si schiantava sullo sportello di Louis.
"Lou, porca miseria vai piano ho detto!" urlai con il cuore in gola guardandolo.
"E io ti ho detto..." Si era girato verso di me per rispondermi a tono, ma non riuscì a finire di parlare che la sua voce venne superata dal suono del clacson di un Tir che veniva verso di noi, precisamente al lato sinistro della macchina, dove era seduto Louis. 
Urlai più forte che potevo il suo nome vedendo il faro accecarmi e chiusi in seguito gli occhi sentendo la nostra auto essere spinta via con potenza dall'altro lato della strada.

Sentivo un peso sulle mie gambe e qualcosa di freddo sotto la mia testa e la mia schiena. Aprì delicatamente gli occhi e una fitta alla testa mi fece gemere. Tastai il suolo sotto di me con la punta delle dita e mi accorsi che si trattava di asfalto. 
Vidi che mi trovavo dal bacino in giù sotto la macchina di Louis, ribaltata. Sentivo un formicolio fastidioso alle gambe e la testa pesante. Girai debolmente il viso di lato e vidi il corpo di Louis ricoperto di sangue, più lontano dalla macchina. 
Schiusi le labbra e cercai di urlare più forte che potevo ma non mi uscì nient'altro che un sussurro strozzato. 
Vidi un'ambulanza arrivare e appena videro Louis si inginocchiarono su di lui tastandogli il collo per poi guardarsi con leggera amarezza. Li vidi coprire il suo copro con un telo bianco, che segna la morte di una persona, e portarlo via. 
Iniziai a piangere silenziosamente trattenendo i singhiozzi. Vidi i paramedici avvicinarsi a me.
-"Ora ti leviamo da lì sotto ragazzo, daccordo?" mi sussurrò uno dei paramedici con voce rassicurante e l'unica cosa che riuscì a fare era annuire con il capo continuando a piangere.
Mi tirarono fuori dopo poco e mi portarono in ospedale per diversi controlli. 


Rimasi in ospedale per una settimana e poi ritornai a casa con mia madre e Gemma.





10 dicembre 2012.

E' passato quasi un anno dalla morte di Louis. 
Quasi un anno da quel terribile incidente stradale che causò la morte del mio angelo, e quasi un anno che sono caduto in depressione.
Mi guardai allo specchio, appena finito di farmi una doccia e non riuscì a fare a meno di guardarmi con disgusto. 
Il mio corpo era ricoperto di tagli ancora aperti e diverse cicatrici, le ossa in evidenza e le occhiaie che contornavano gli occhi di un verde spento. 
Mi faceva schifo la mia vita da quell'incidente. Mi faceva schifo il mio corpo, la mia città, le persone. Mi faceva schifo tutto.
Mi infilai i vestiti delicatamente stando attento a non strusciarli troppo sulle ferite ancora aperte che continuano a pizzicare e appena fui pronto presi le mie amate sigarette e uscì di casa.
Camminai lentamente in mezzo alla strada fumando una sigaretta ma poi sentì delle lacrime amare scendere lentamente e mi tirai su il cappuccio buttando la sigaretta finita. 

Rividi quell'autostrada. Io, in macchina con Louis, che gli sbraitavo contro di andare più piano e poi lui che si girò verso di me iniziando a rispondermi. I fari abbaglianti e il suono del clacson che mi riempiva i timpani. Louis che mi guardava con occhi sgranati e mima un "ti amo" e infine, la macchina che viene spinta con forza dall'altra parte della strada, ribaltandosi, e Louis che vola fuori dalla macchina rompendo il vetro di davanti. 
Io che cerco di urlare senza successo, il telo bianco che copre lentamente il suo corpo sanguinante, il suo sangue che si estende anche sul telo. 
Iniziai a singhiozzare con la vista appannata dalle lacrime e mi ritrovai su un ponte di cemento che attraversava un fiume. Mi sporsi oltre il ponte e guardai il fiume scorrere veloce e qualche piccola onda scontrarsi contro dei massi.
Un pensiero mi balenò alla mente. Mi sedetti sul bordo del ponte con le gambe che penzolavano nel vuoto. 
Chiusi gli occhi sentendo la brezza leggera accarezzarmi il viso e scompigliarmi i ricci. 
Suona nelle orecchie l’eco di quel clacson. Rumore ovattato.. lascio via libera alle lacrime accompagnati da singhiozzi che scuotono il petto. L’angoscia mi trema in gola, nella testa, nelle gambe. Nelle mani, nei polsi, pulsanti per i battiti accelerati del cuore. Cuore che corre, esasperato dalle mille emozioni di una vita intera bruciata in un solo insaziabile attimo di tormento.
I minuti più nitidi del mio intero esistere; Sorrisi, baci corrisposti, occhiatine e fare l'amore fra le lenzuola bianche.
Poi tutto è confuso, il colpo arriva sempre all’improvviso. L’ultimo ricordo, il suo viso impaurito e un "ti amo" mimato con labbra tremanti.
Il cervello risucchiato da un buco nero di veleno. Vuoto.
Apro le braccia immaginando di volare nel vuoto e finalmente, rido, in questo assurdo delirio di follia. Eppure non è facile.
Ci pensi un attimo, che il mondo stai per non vederlo più.
Un piccolo gesto spesso ci separa dal nostro destino, ma quando altri precedenti segnano già la tua strada è inutile sottrarsi. Scappare e perdersi in fughe senza fine che non portano a nulla.
Non so cosa aspetto. Questa serata è concepita apposta perché nulla mi possa salvare. Questa serata è per me.
Cerco di non piangere, di smettere, ma è più forte di me. L’angoscia t’intrappola. L’unico capace di rendere questo schifo di mondo un posto migliore era lui. Pensai che forse, appena il mio corpo sarà caduto nel vuoto, fino a schiantarsi nell'acqua sporca del fiume, mentre sento l’anima scivolare via, riuscirò finalmente a raggiungere il mio piccolo Louis. 
E fu proprio questo pensiero a farmi sorridere della follia che stò per fare, e fu proprio questo pensiero, il pensiero di raggiungerlo, a farmi saltare nel vuoto e l'ultima cosa che sentì fu l'aria che mentre precipitavo, mi accarezzava il viso scompigliandomi i capelli e infine, il buio.







Salve a tutti, spero vi sia piaciuta. 
Recensite se vi è piaciuta o se c'è qualcosa che non vi piace. :)


Francescaxx.
   
 
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