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Autore: Feltonistas    23/01/2014    2 recensioni
Molly Hooper, donna, patologa, madre single. Scappata dalla sua vita sei anni prima, adesso è costretta a tornare nella città dove tutto è cominciato, è costretta a rivedere i suoi vecchi amici. A rivedere lui.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi linciate, lo so, il capitolo è corto, ma mi sembrava un buon punto dove fermarmi :) ditemi cosa ne pensate :)


Nel viaggio di ritorno a casa, Molly era immersa nei pensieri. Era sicura, anzi, più che sicura che nonostante le sue raccomandazioni e le minacce della moglie, John non sarebbe riuscito a tenere la bocca chiusa per molto. Non sapeva davvero cosa fare. Forse avrebbe dovuto dirlo a Sherlock prima che lo scoprisse dall'amico. Le sembrava allo stesso tempo una buona e terribile idea. Aveva bisogno di qualcuno che la consigliasse. Certo, Allison sarebbe stata la scelta più logica, ma non la più adatta. Non aveva scelta. Fece subito cambiare strada al tassista. Aspettò nervosa, guardando fuori dal finestrino il paesaggio londinese. Non lo aveva ammesso fino a quel momento, ma Londra le era mancata immensamente. Era nata e cresciuta lì, era Inglese fino al midollo. Non si sarebbe mai potuta veramente ambientare negli Stati Uniti. Circa un quarto d'ora dopo, il tassista si fermò. Lei si affrettò a scendere, pagò velocemente e, quando il taxi partì quasi sgommando, lei alzò il capo e guardò la grande porta di fronte a sé. Sospirò profondamente. Ricordava ancora l'ultima volta che si era trovata davanti a quella porta. Sola, incinta di sette mesi, sotto la pioggia battente. Allungò la mano tremante e suonò il campanello. Aspettò, con il cuore in gola. All'improvviso la porta si aprì e una donna di mezz'età in tenuta da cameriera la guardò placidamente. Molly deglutì. 
"S-salve... sono Molly Hooper, sono qui per..." 
"Venga." fu la netta risposta della donna. Molly aprì la bocca sorpresa. Non le aveva detto ancora niente! La guardò ancora stranita e la donna le fece cenno con la mano di seguirla. La bruna entra lentamente, guardandosi intorno, e iniziò a seguire piano la cameriera, fino ad arrivare ad una porta di legno scuro. La cameriera bussò e, alla risposta che provenne dall'interno della stanza, aprì la porta. La prima cosa che Molly vide, fu una bella donna che scriveva velocemente sul suo cellulare. La vide alzare la testa, fare un sorrisino e tornare alla sua occupazione. 
"Signorina Hooper, la stavo aspettando."
Molly girò il capo e incontrò lo sguardo impenetrabile di Mycroft Holmes. L'uomo le indicò con la mano una sedia di fronte alla scrivania dietro la quale si trovava seduto. Molly si avvicinò quasi intimidita e si sedette cautamente. Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, l'unico rumore nella stanza era il battito ritmico delle unghia di Anthea sulla tastiera del Blackberry. 
"Come faceva a sapere che sarei venuta?" chiese con un filo di voce, guardandosi insistentemente le mani, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.
"Io ho occhi e orecchie dappertutto, signorina Hooper. Ormai dovrebbe saperlo." rispose l'uomo con il suo solito tono distaccato. Molly annuì. Lo sapeva. 
"Appena ho saputo del suo arrivo a Londra, ho subito compreso che avrei ricevuto una sua visita molto presto." continuò, lo sguardo penetrante fisso sulla donna. 
"Ciò di cui non sono a conoscenza è la natura della suddetta visita."
Molly sospirò profondamente, contorcendo le mani in grembo. 
"Io..."provò a dire, ma il fiato le si bloccò in gola.
Sospirò ancora.
"Io..." riprovò. "Sono qui per un consiglio." concluse alzando lo sguardo, appena in tempo per vedere le sopracciglia dell'uomo scattare in alto. Non si aspettava quella domanda. Mycroft riprese subito il suo contegno e annuì gentilmente.
"Certo, chieda pure. Devo ammettere che sono alquanto sorpreso."
"Poco fa ho incontrato John, John Watson..." cominciò "Ha capito tutto. Ha visto Billy. Ho paura che possa lasciarsi scappare qualcosa, nonostante le mie raccomandazioni. Io non so cosa fare..."terminò con un filo di voce, sentendo le lacrime salirle agli occhi. Le ricacciò velocemente indietro. Non avrebbe pianto di nuovo davanti a Mycroft Holmes. 
"Sa," la voce di Mycroft fendette il silenzio creatosi dopo le sue parole "dalla prima volta che è venuta qui, disperata e incinta di mio nipote, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Il giorno della verità."
Sulle labbra dell'uomo si formò un sorriso appena accennato. Molly socchiuse gli occhi.
"Sono felice che tutto ciò le provochi divertimento, signor Holmes." sputò Molly e perfino Anthea dovette sentire la rabbia profonda che provava, poiché smise per un attimo di scrivere e le lanciò uno sguardo incuriosito. 
"Oh, mi ha frainteso. Non intendevo offenderla. Stavo soltanto immaginando la reazione di mio fratello alla novella, tutto qui."
Molly lo guardò con un'espressione confusa.
"Quindi lei mi sta consigliando di andare a dirgli tutto?" 
Mycroft si limitò ad annuire. Molly chiuse per un attimo gli occhi e lasciò andare l'aria che stava dolorosamente trattenendo. Poi annuì a sua volta, si alzò e, senza dire un'altra parola, se ne andò.
                                                                       *^*
Arrivò a casa che tremava tutta. Nel tragitto di ritorno nom aveva altro che pensare al discorso che avrebbe fatto al figlio. Doveva parlargli, questo era sicuro. Era un bambino intelligente, avrebbe capito. Almeno sperava. Mentre apriva la porta, sentiva il cuore ormai in gola e pronto a balzare fuori in un attimo. Percorse il corridoio respirando profondamente. Trovò, come sempre, Billy davanti alla televisione, che lui ed Allison erano andati a comprare, mentre quest'ultima disegnava qualcosa, probabilmente il profilo del bambino. Diceva sempre che era molto interessante raffigurare le diverse e profonde espressioni di suo figlio. 
"Ehi." salutò entrando. Billy girò il capo, le sorrise e tornò a concentrarsi sullo schermo. Ally la guardò preoccupata. Molly scosse piano il capo, come a dirle di aspettare, poi si avvicinò al divano e si abbassò.
"Billy, io e te...dobbiamo parlare."
Il bambino si girò e la guardò stranito.
"Che ho fatto?" chiese quasi spaventato, aggrottando le sopracciglia. Lei gli sorrise dolcemente.
"Niente, niente, non preoccuparti."
"L'ultima volta che sei venuta così da me era per dirmi che saremmo andati a Londra. Adesso che succede? Dobbiamo andare a Parigi?" chiese con una punta di divertimento il bambino. Molly scosse il capo. 
"A proposito. Tu non eri venuta qui per lavoro?" li interruppe Ally. Molly si girò alzando le sopracciglia. Lei scrollò le spalle.
"Mi chiameranno se avranno bisogno di me." si limitò a rispondere, poi con un gesto veloce della mano le fece cenno di andare via. Quando sentì la porta della cucina chiudersi prese il telecomando e spense la televisione. Billy spalancò la bocca e fece per protestare, ma, vedendo l'espressione sul viso della madre, ci ripensò. Molly gli si sedette affianco sul divano. Il bambino fissò gli occhi nei suoi, con un'espressione assorta.
Molly sospirò e cominciò quello che, probabilmente, sarebbe stato il discorso più difficile della sua vita.

  
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