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Autore: Nerea_V    24/01/2014    9 recensioni
Grazie all'evento di un gruppo mi è venuta l'ispirazione per scrivere un altra OneShot su Dean ed El, e quale migliore occasione del compleanno di Dean?
Spero vi piaccia.
"Entrai piano scostando la porta per non svegliare nuovamente Dean. Attraversai la stanza e mi avvicinai al piccolo letto che era addossato al muro opposto alla porta, sotto la finestra. Vidi subito il visino della mia bambina spuntare furbo da sotto le coperte."
> Ovviamente la dedico al gruppo 'the family business', grazie ragazze per esserci sempre :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il cellulare tremò accanto a me sul comodino, mettendo fine a quelle poche ore di sonno che ero riuscita a fare quella notte. Spensi velocemente la vibrazione e controllai che la persona accanto a me dormisse ancora. Mi girai, ma lo vidi ancora con gli occhi chiusi e con il respiro lento e pesante di chi è ancora nel mondo dei sogni. Tirai un leggero sospiro di sollievo e spostai delicatamente il braccio che mi avvolgeva e le coperte per sgusciare via dal letto il più silenziosamente possibile. Ovviamente per me riuscire in un obbiettivo era statisticamente impossibile e mi ritrovai a sbattere dolorosamente un piede contro la gamba del letto mentre gli passavo accanto. Borbottai qualche imprecazione e mi voltai preoccupata verso il corpo ancora affossato nel materasso. Nulla.
Stavo per tirare l’ennesimo sospiro, maledicendomi per la mia goffaggine, quando una voce roca e impastata dal sonno mi giunse alle orecchie.
- El, che diavolo fai?-
Imprecai sottovoce voltandomi. Era ancora lì con gli occhi chiusi in mezzo alle coperte. Lo vidi voltarsi a pancia in su e aprire un occhio per scrutarmi.
Io sorrisi nel modo più tranquillo e ingenuo possibile. –Niente! Stavo andando in bagno e il letto si è messo in mezzo per impedirmelo.- Dissi.
Lui richiuse l’occhio sbuffando una mezza risata e si ributtò sul cuscino per dormire. – Va bene. La prossima volta però fate a botte da un'altra parte. Gradirei dormire ancora un po’.-
Sorrisi alzando gli occhi al cielo, pensando a quanto fosse incorreggibile. Erano le nove del mattino e quando non c’era di mezzo una caccia lui riusciva a tirare avanti fino alle undici in mezzo a quelle coperte. Che io spesso gli facessi compagnia è irrilevante, anche perché non so se lo definirei proprio dormire.
Uscii dalla stanza accostando la porta per non disturbarlo con la luce della finestra del corridoio che andai ad aprire. Mi avviai poi verso la porta che dava sul lato opposto del corridoio, vicino al bagno al primo piano. Avevamo deciso di arredare quella stanza perché più veloce da raggiungere in caso di problemi. Non eravamo diventati ossessivi in quanto a sicurezza, facevamo quelle scelte in base ad ogni possibile eventualità, compresi pianti nel bel mezzo della notte per via di incubi o fughe fuori dal letto in caso di temporali.
Entrai piano scostando la porta per non svegliare nuovamente Dean. Attraversai la stanza e mi avvicinai al piccolo letto che era addossato al muro opposto alla porta, sotto la finestra. Vidi subito il visino della mia bambina spuntare furbo da sotto le coperte. Era girata un un lato nascosta fino al naso dal piumone e mi guardava con gli occhi luccicanti e anche se la bocca era coperta, immaginai il sorriso che la ricopriva. Quando fui accanto alla sponda del letto mi inginocchiai al suo fianco e mi chinai leggermente per avere i nostri visi alla stessa altezza.
Ricambiai il suo sorriso furbo. – Pronta?- le chiesi.
In risposta lei scostò le coperte rivelando il sorriso che, come pensavo, stavano celando, Un sorriso identico a quello di suo padre, come i suoi lunghi capelli biondi. Si sedette, infilandosi le pantofole e mi guardò.
- Ti ricordi cosa devi fare vero?- Chiesi.
Lei mi guardò con occhi determinati, pienamente consapevole del suo compito, altro particolare in cui era identica a suo padre. Non potei fare a meno di sorridere quando disse –Sì- convinta e già concentrata sulla sua missione.
-Bene tesoro. Io adesso vado a preparare la colazione, tu metti cela tutta.- Dissi alzando la mano aperta.
Lei fece schioccare la sua sulla mia e ci dirigemmo verso la porta. Arrivate in corridoio, lei si avvicinò alla porta della nostra stanza e si voltò verso di me. Gli feci l’occhiolino e mi diressi giù dalle scale.
Arrivata quasi agli ultimi gradini sentii le grida di gioia e le risate di Mary che si buttava su suo padre. Lo aveva deciso lei la sera prima di svegliarlo così, e chi era lei per impedirglielo? Ovviamente oltre a quelle arrivarono anche i borbottii contrariati di Dean e conseguente vendetta che strappo alla povera bambina più risate di quante riuscisse a produrre, facendola inevitabilmente capitolare in implorazioni di tregua e richieste di pace.
Sghignazzando mi diressi ai fornelli per preparare il caffè e il latte caldo per Mary. Tirai fuori ciotole, cereali e tutto l’occorrente per la colazione quotidiana.
Dopo qualche minuto li sentii scendere le scale parlottando tra loro. Misi in tavola i pentolini, versando il latte nella ciotola di Mary. Dean entrò tendendo la bambina in braccio, mentre lei si attaccava al suo collo con entrambe le braccia sorridendo allegra,  poi appena entrata si lanciò giù e corse verso la tavola a versarsi i suoi cereali. Le carezzai i capelli mentre si abbuffava. – Piano tesoro, mica scappano via.- Ma in risposta ebbi solo qualche parola incomprensibile dovuta alla quantità di cibo che ne ostruiva il passaggio.
Scossi la testa esasperata e mi avvicinai a Dean ancora sulla porta per dargli un leggero bacio sulle labbra. – Buongiorno.-
- Per favore, sto mangiando.- Sentii vagamente dire alle mie spalle, ma entrambi la ignorammo.
- Buongiorno. Devo a te questo dolce risveglio immagino.- Disse lui.
Io sorrisi orgogliosa. – Assolutamente no! Sappi che tua figlia ha deciso  e pianificato tutto. Io sono innocente.- Dissi stringendo le braccia dietro il suo collo.
- Già. Quindi non centra niente il tuo sgattaiolare fuori dalla stanza in pieno stile imbranata.- Disse.
Sbuffai staccandomi e dirigendomi verso il tavolo della cucina. – Mai una volta che tu creda alle mie parole.-
- Perché ti conosco.- Fu la sua risposta.
Mi versai il caffè per poi passarlo a Dean mentre passavo un tovagliolo a Mary che inevitabilmente si era completamente sbrodolata con il latte. –Tesoro, stai attenta che non hai il tempo di andarti a fare la doccia.- Lei sbuffò pulendosi il viso e mangiando con più calma e attenzione. – Tutto questo non succederebbe se non avesse un esempio come te.- Dissi guardando Dean ingozzarsi di biscotti.
- Ehdn chemdk?-
- Dean, manda giù prima di parlare. Sei peggio di tua figlia.- Dissi sbuffando divertita sentendo Mary ridere.
Lui ci mise qualche minuto, poi dopo aver mandato giù disse con il suo miglior sorriso da delinquente. – Non è colpa mia se fai dei biscotti favolosi.-
Io alzai un sopracciglio. – Guarda che non attacca. Le sgridate da bambino piccolo te le prendi, anche se fai l’adulatore.-
- E mi prendo anche la punizione?- Sussurrò malizioso guardandomi negli occhi.
- Dean!- Dissi schiaffeggiando la mano che si era poggiata sulla mia coscia sotto il tavolo. – Almeno sii sicuro di quello che dici quando cerchi di ammorbidirmi. Quei biscotti li abbiamo comprati l’altro giorno al supermercato.-
Lui ridacchiò. – Niente torta oggi?- Chiese poi.
Io lo guardai corrucciando le sopracciglia. – Perché avrei dovuto prenderti la torta? Ne mangi già troppa quando sei fuori per le cacce.- Dissi sorseggiando il mio caffè.
Lui imbronciò le labbra. – No, niente.-
Finimmo di fare colazione poi accompagnai su Mary a cambiarsi e pettinarsi per bene. Dopodiché tornammo giù, dove Dean era stravaccato sul divano a leggere il giornale.
- Su Dean portala a scuola, che poi dobbiamo finire di sistemare la macchina in officina.- Dissi andando in cucina per lavare i piatti.
- Cosa? Ma non era a casa oggi?- Chiese lui sbuffando.
- No. Entrava solo un ora dopo.-
Lui si alzò ripiegando il giornale. – Va bene, va bene. Ma dobbiamo proprio lavorare oggi?- Chiese esasperato mentre prendeva la giacca della bambina dall’attaccapanni e la aiutava infilarla.
- Ma mi dici che cos’hai oggi? Cosa c’è di tanto speciale da farti lamentare tanto!- Dissi fingendomi esasperata.
Lo sentii mugugnare qualcosa e poi dire. – Dai vai a dare un bacio alla mamma che andiamo.-
Mary arrivò di corsa e io mi chinai per ricevere un morbido bacio sulla guancia. – Tranquilla mamma, non gli dirò niente.- Mi sussurrò all’orecchio e io gli feci l’occhiolino quando si allontanò, dandogli un buffetto in testa. Dopodichè sentii la porta chiudersi e il motore dell’Impala mettersi in moto e partire.
Controllai fuori dalla finestra per assicurarmi che se ne fossero andati e poi presi fuori il cellulare dalla tasca, digitando un numero che ormai sapevo a memoria.
- Pronto?-
- Sam! E’ appena uscito per portare Mary a scuola, è tutto pronto?- Chiesi un po’ in agitazione.
- El calmati. E’ tutto pronto comunque, dobbiamo solo portarlo lì e preparare senza farci notare.- Disse lui.
- Va bene.- Sospirai. – Allora quando vado a prendere Mary passo anche da te e poi prepariamo tutto sul davanti mentre lui lavora sul retro.-
-Perfetto, a dopo El.
 
Quando Dean tornò ci dirigemmo nel garage sul retro dove avevamo allestito una piccola officina. Quando Dean ed io non avevamo una caccia, o uno dei due non andava con Sam per stare con Mary, ci occupavamo di alcune macchine da sistemare che ci mandava il meccanico di Sioux Falls. Il lavoro era sempre di più visto che il proprietario stava decidendo di chiudere e lasciare a noi il posto ufficiale di meccanico della città. Di spazio ne avevamo di certo essendo una vecchia rimessa di macchine che teneva Bobby qualche anno prima e di certo avrebbe aiutato almeno uno di noi a rimanere in pianta stabile sempre in casa per badare sia al negozio che alla piccola. Un incentivo in più diciamo, ma comunque un bell’aiuto economico. Avremmo avuto la possibilità di mantenerci senza trucchi e giochi poco puliti.
Quella mattina io e Dean ci mettemmo al lavoro su due vetture differenti che ci aveva mandato già da qualche tempo e le ore passarono in fretta, almeno per Dean. Io ero in piena agitazione e fibrillazione per la riuscita del mio piano.
Verso mezzogiorno, presi l’Impala per andare a riprendere Mary. Dean ovviamente pensava avessi preso una vecchia macchina della rimessa, se lo avesse scoperto sarebbe stato un guaio, ma sarei sopravvissuta. Come tutte le altre volte, avevo il mio asso nella manica.
Come da programma caricai anche Sam nel tornare a casa che subito si mise a confabulare con la piccola per la messa a punto dei dettagli mentre io distraevo Dean.
Arrivati a casa, scendemmo e cercando di fare piano portai Sam in cucina per dargli tutto l’occorrente che gli serviva e diedi un paio di cose anche alla piccola e feci segno di fare silenzio. Ascoltai i rumori che provenivano dal retro e sentii Dean cantare con la musica alta mentre continuava con il suo lavoro. Sorrisi e mi voltai verso i miei complici. – Allora, io lo distraggo con il lavoro, voi preparate tutto. Gli altri dovrebbero arrivare a momenti.-
Diedi un piccolo bacio a mia figlia che saltellava eccitata e li lasciai andare ai loro preparativi.
Andai sul retro e lo vidi di schiena mentre cercava qualche attrezzo sul tavolo, cantando sovrappensiero. Lo raggiunsi e lo abbracciai da dietro lasciandogli un bacio sul collo.
Lui si girò subito, abbracciandomi e baciandomi sulle labbra. – Dov’è la mia principessa?- Chiese.
- Di sopra, ha un po’ di mal di pancia. L’ho messa a letto.- Dissi poggiando la fronte sulla sua spalla per on far vedere che sorridevo come un idiota.
Lui si strinse un po’ sulle spalle e disse –Oh. Ok, quindi non scende a pranzo?- Chiese triste.
- Non credo.- Dissi tirando su la testa e guardando il suo volto triste. – Che hai?- Chiesi.
- Niente… speravo solo di passare la giornata tutti insieme.- Rispose scostandosi e prendendo la chiave inglese che gli serviva per poi dirigersi verso il cofano dell’auto.
- Oh beh, c’è sempre domani.- Dissi tranquilla andando verso la vettura su cui stavo lavorando prima. Lui sbuffò un assenso continuando a lavorare.
Passarono i minuti e a un certo punto lui si tirò su pulendosi le mani e poggiando gli attrezzi. Mi tirai su e lo vidi dirigersi verso casa. –Ehi! Dove vai?- Chiesi fingendo la tranquillità che non avevo.
- Vado a vedere come sta.- Disse tranquillamente, girandosi nuovamente facendo per incamminarsi.
Gli corsi incontro e lo bloccai abbracciandolo. – Lasciala stare. Starà dormendo.- Dissi cominciando a baciargli languidamente il collo.
Lui mi strinse carezzandomi dolcemente i capelli. – Mmmmh vedo che tu hai qualcosa di meglio da propormi. Approfittare così del malessere della propria figlia…- Disse sghignazzando.
- Ehi! Mi stai dando della cattiva madre?- Dissi stizzita scostandomi leggermente da lui.
In tutta risposta posò una mano dietro la mia nuca avvicinandomi di più, soffiando –No.- Sulle mie labbra prima di baciarmi. Dopo qualche minuto si scostò spostando lo sguardo verso il davanti della rimessa.
- Che c’è?- Chiesi fingendomi indifferente.
- Lo senti anche tu quest’odore?- Chiese incuriosito e leggermente allarmato.
Annusai l’aria e feci finta di non sentire niente. –Quale odore, è l’olio dei motori.-
Lui si staccò del tutto da me facendo qualche passo fuori dal garage. – No, no. Questo è odore di Bacon, lo riconoscerei ovunque.- Disse avviandosi.
- Bacon?! Ma per piacere Dean! Come fa ad esserci odore di Bacon? Tu pensi sempre e solo a mangiare.- Dissi esasperata andandogli dietro, trattenendomi dal ridergli in faccia.
Si diresse senza indugio verso il davanti della casa non sapendo bene che cosa aspettarsi, da dietro potevo vedere che fosse pronto ad ogni evenienza, anche a tirare fuori il coltello che portava nel retro dei pantaloni sotto la maglietta.
Arrivati davanti alla veranda trovammo Sam intento a cuocere della carne sul barbecue, Jody, Garth e Charlie intenti a chiacchierare lì accanto, Castiel che osservava incuriosito la carne davanti a Sam e Mary che correva allegra in mezzo alle gambe di tutti.
Quando videro Dean arrivare si girarono interrompendo quello che stavano facendo, avvicina dosi e gridando –Sorpresa!-
Guardai il volto di Dean rimanere completamente sconvolto da quello che si trovava davanti a lui. Poi pian piano tutti si avvicinarono e lui si aprì in uno dei sorrisi più belli che gli avesse mai visto, quello che dedicava alle persone a cui voleva realmente bene. – Buon compleanno Dean!- Disse Sam stringendolo veloce in un abbraccio per primo, per poi scostarsi in fretta. – Scusa ma devo controllare la carne o si brucia!-
- Sì certo Samantha tieni dietro alla cucina!- Gli gridò dietro ridendo felice.
- Guarda che il barbecue è un lavoro da uomini!- Gli rispose lui.
Ma Dean era intento ad abbracciare e ringraziare gli altri per essere venuti. Per ultima prese in braccio la piccola Mary scoccandole un bacio sulla fronte. – Anche tu ti sei messa in atto per fregare ben bene papà, eh?- Chiese sorridendole mentre le rideva e lo abbracciava.
Mi avvicinai anche io e gli sussurrai all’orecchio – Auguri Dean.-
Lui si voltò di lato mentre Mary si scostava leggermente. – Tu piccola bast…-
- Dean, la bambina!- Dissi ridendo.
- Tesoro.- Disse guardando negli occhi la piccola. – Ti tapperesti un attimo le orecchie?- lei annuì ed obbedì. - Piccola bastarda che non sei altro.- Proseguì sorridendo. – Mi avevi fatto credere che te ne fossi dimenticata.-
- Oh! Il povero Dean Winchester che non vuole mai che si festeggi il suo compleanno, ci era rimasto male? Voleva una festa con i suoi amichetti?- Chiesi sarcastica.
Lui sbuffò trattenendo un sorriso. – Ovvio che ci rimango male dopo nove anni in qui qualcuno mi obbliga a festeggiarlo. – Disse per poi chinarsi e avvicinarsi alle mie labbra per un lungo bacio. –Grazie.- sussurrò.
Io gli sorrisi. – Su andate a prendere da mangiare ingordi che non siete altro, lo so che volete fiondarvi sul cibo.- Dissi guarda noli bene in faccia e mettendomi le mani sui fianchi fingendomi minacciosa.
- Chi? Noi, ma se siamo a digiuno da giorni. Dai Mary, andiamo a prendere qualche salsiccia dalla zia.- Disse dirigendosi verso Sam.
La giornata passò in fretta, tra scherzi, schiamazzi e risate. Non ci incontravamo tutti insieme da molto tempo e Garth non aveva ancora conosciuto la piccola di famiglia. Lei si affezionò subito a questo nuovo amico e non gli si staccò per tutto il pomeriggio, se non per qualche fermata sulle gambe di Charlie per farsi lisciare i capelli. Per motivi di lavoro Jody dovette andarsene presto, ma gli altri rimasero fino a dopo cena, che pochi ebbero il coraggio di mangiare dopo l’abbuffata de pomeriggio.
Verso sera comunque ci ritirammo in casa dove io portai Dean in camera , dove sul letto lo attendeva un pacco da scartare. Lui si sedette emozionato sul letto e lo incominciò a scartare, trovandosi poi di fronte a un giradischi d’epoca che avevo fatto rimettere a posto. Lui mi guardò con gli occhi che luccicavano, facendoli assomigliare terribilmente a quelli della figlia quella mattina.
- Non vale però. I dischi sono tutti tuoi e sei tu quella che sta di più in casa.- Disse mettendo su un broncio adorabile.
- Puoi sempre limitare le caccia e stare di più a casa con noi, in più i miei dischi piacciono ance a te! Quindi non ti lamentare, ormai sono anche tuoi.- Gli dissi.
Lui mi strinse a se dolcemente. – Grazie di tutto El, non so cosa farei senza di te.-
-Oh, andiamo. Non mi farai il sentimentale.- Dissi per poi spostarmi verso il suo orecchio. – Adesso ti mostrerò cosa può fare un po’ di musica di sottofondo sentita per bene.- Disi mordicchiandogli il lobo per poi staccarmi e posizionare il giradischi sul comò, sul quale avevo già predisposto le casse e misi su un disco dei Led Zeppelin ‘Presence’. Poi tornai da lui sedendomi a cavalcioni sulle sue gambe. Mentre la musica si spargeva ella stanza lui mi baciò avvicinandomi di più a lui. Mentre lui infilava le mani sotto la maglietta, carezzandomi la schiena, la porta si aprì e un piccolo diavoletto si fiondò sul letto facendoci scostare bruscamente. Mary si buttò tra le mie braccia desiderosa di attenzioni. Le carezzai i capelli sorridendo a Dean da sopra la sua testa. Lo vidi alzare gli occhi al cielo sorridendo. Si avvicinò anche lui accarezzò dolcemente la testa di sua figlia, che alzò il volto illuminato dal sorriso. Lui si chinò su di lei, dandole un dolce bacio sulla fronte, per poi sussurrarle. – Ehi tesoro, lo sai che lo zio Sam mi ha detto che vuole farti vedere una cosa?- Disse con fare cospiratorio.
Lei s’illuminò. – Che cosa?- Chiese curiosa.
- Non lo so, a me non ha voluto dirlo. Ha detto che era una sorpresa solo per te.- Disse guardandola serio.
- Allora è meglio che vada.- Disse Mary altrettanto seria, a volte non sembrava dimostrare affatto i quattro anni che aveva, sembrava molto più grande e di sicuro più intuitiva. – Scusatemi, ma non posso farlo aspettare.- Disse scendendo giù dal letto e fiondandosi al piano di sotto.
Dean si alzò per richiudere la porta. – Poi sarei io la madre perfida che sia profitta della figlia ingenua?- Chiesi sarcastica.
Lui fu subito sopra di me. – Hai ragione, siamo proprio dei genitori irresponsabili.- Mi baciò languido lungo il collo facendomi gemere di piacere. - Vado a richiamarla.- Si scostò bruscamente, ma io lo riacchiappai e lo feci cadere nuovamente su di me mentre scoppiavamo entrambi a ridere.
- Che se la veda Sam con lei, sono sicura che si saprà inventare qualcosa.- Dissi per poi riprendere a baciarlo.
 
Scendemmo qualche tempo dopo per salutare gli ospiti che se ne andavano, ringraziandoli per la splendida giornata passata insieme. Sam ci aiutò a mettere a posto le ultime cose, ma poi fu anche il suo turno di tornare a casa.
Dean prese piano in braccio la piccola Mary che si era addormentata sul divano, dove prima sonnecchiava tranquilla sulle gambe dello zio e a fianco a Castiel che la osservava, come ogni volta, rapito. Salimmo piano le scale e la portammo nella nostra camera, nel mezzo del nostro letto mentre noi ci sdraiavamo accanto a lei, tenendo stretto il nostro tesoro e regalo più grande.










Angolo dell'autrice
Bene, intanto ringrazio il gruppo 'the family businnes' (o budiness, che in effetti ci daratterizza meglio U.U) per aver creato l'evento che mi ha dato l'ispirazione. Diciamo che non è uscito proprio come volevo, ma va bene lo stesso.
Spero vi piaccia e se vi fa piacere lasciate una piccola recensione, che è sempre ben accetta :)

Un bacio e a presto!
  
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