Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    25/01/2014    1 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Dobbiamo andarcene via da questo vicolo” sentenziò l’anziana e si aggrappò al braccio di Aden. Il gruppo si diede un’occhiata preoccupata finché fu Flora a dar voce ai loro pensieri “E dove ce ne andiamo? Non possiamo andare da Lucille, Hafaza ha distrutto l’appartamento; né dal Professor Amber, che si trova troppo lontano e tantomeno ritornare allo spiazzo dove c’era prima il circo visto che è stato il sindaco a darcelo”. Si guardò intorno ed aggiunse “Ed in più abbiamo perso gli altri che ci seguivano nei altri vagoni mentre ci siamo attaccati al carro di Cyfer …”. Tutti rimasero in silenzio. Emile si mise una mano sul mento e disse “Potremo andare al cinema …” “Ti pare questo il momento di vedere un film?!” esclamò Raoul, stizzito “Perché non compriamo anche un pacchetto di popcorn?” “Ma che hai capito, idiota …” sbottò Lucille dandogli uno scappellotto alla nuca “Il cinema è il luogo ideale per nasconderci: è un posto molto buio …” “Ma siamo in troppi” disse Kalima guardando i presenti “Non possiamo muoverci tutti assieme: qualcuno ci vedrà sicuramente” “Ma non possiamo rimanere neanche qui” disse Paté prendendo parola “Per cui vi consiglio di iniziare ad avviarci, separandoci eventualmente, in modo da far perdere le nostre tracce. Poi quando saremo giunti a destinazione penseremo a qualcos’altro …”. Tutti furono d’accordo.

Francoeur si mise a saltare sui tetti, in modo da non rallentare i suoi amici visto che la corsa non faceva per lui ed era più facile lassù non incontrare gente. Al suo fianco, la splendida circense riusciva a tenere il suo passo ed ogni tanto si assicurava che ognuno andasse nella direzione giusta. Era così bella con quei capelli che si muovevano liberi nel vento e quel tenue rossore che le imporporava le guance ...

A un certo punto, quando furono arrivati al cinema dove Maud ed Emile lavoravano, la trapezista si fermò, colta da una spiacevole sensazione. Si aggrappò a un camino e tese lo sguardo dietro di sé fino a vedere la folla che, dopo essersi fermata nel luogo dell’incidente, avevano proseguito il loro cammino. Sospirò. Che cosa la turbava così tanto? Mentre stava per voltare la testa vide la folla radunarsi come tante formiche verso a un punto imprecisato della strada, un po’ più vicini alla Senna. Le si gelò il sangue nelle vene. I carri perduti si erano raggruppati tutti lì, forse per dar uno spunto a loro dove dirigersi, ed erano stati assaliti dai parigini impazziti!. Si mise una mano tra i capelli ed urlò ai altri, che intanto erano riusciti a riunirsi ai piedi dell’edificio, quello che stava succedendo. “No si ferma ora! Noi essere quasi al sicuro!” iniziò a dire Hafaza ma la ragazza ribatté inorridita “Come puoi dire una cosa del genere?” “Ma ha ragione cara …” obbiettò Madama Gould tendendo una mano verso di lei “Non possiamo fare niente contro una folla formata da centinaia di persone”. La trapezista fece un gesto con la mano e borbottò, scendendo a terra “Allora voi rifugiatevi là dentro, io ritorno indietro …” “Sei pazza?!” esclamò Aden, afferrandola “Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per arrivare fino a qui; tu vorresti ritornare indietro?”. Lei diede uno strattone alla mano bendata e gli tirò un ceffone con l’altra. Guardò gli artisti uno per uno e disse, indicando un punto imprecisato alle loro spalle “Dovreste vergognarvi: come potete avere il coraggio di abbandonarli? Per me loro sono importanti quanto lo siete voi …”. Fece un passo in avanti e continuò “Non abbiamo scelto noi di essere così e di fare questa vita; ma siamo rimasti sempre rimasti uniti come una grande famiglia, prendendoci cura l’uno dell’altro!”. Si voltò e disse “Ho perso già una volta le persone che a me stavano di più a cuore … Non voglio che questo accada di nuovo …”. Ricacciò indietro le lacrime e concluse “Non posso … non voglio … più nascondermi”.

La folla aveva circondato i carri e li scuotevano a destra e a sinistra, presi da una furia isterica. Però si fermarono quando sul tettuccio di un mezzo apparve la figura maestosa di Kalima, che alla luce delle torce sembrava veramente la dea induista. Impietrirono dal terrore. La ragazza scese dal tettuccio del carro e gridò, furiosa “Indietro, branco di bestie!”. Poi ringhiò “Ma cosa avete al posto del cuore? Un muro di mattoni? Che fine ha fatto il vostro motto Libertà, Legalità e Fraternità?!”. Spiegò l’intera storia e le atrocità subite, toccando i cuori dei parigini che fino a pochi secondi fa erano pieni di rabbia.

Intanto la raggiunsero Raoul, Lucille e tutti gli altri. Francoeur rimase al sicuro sui tetti dei palazzi ed ascoltava attentamente ciò che diceva la trapezista. Quando le persone stavano finalmente iniziando ad abbassare le armi e i forconi; un grido echeggiò nell’aria. Maynott si era aperto la strada tra la folla.

Lo avevano tirato fuori dal vagone un gruppo di ragazzi, che si erano promessi di portarlo alla centrale di polizia quando avrebbero preso i circensi, ma egli era riuscito a scappare da loro rubandogli una rivoltella.

La stava per puntare contro la cantante, la persona più vicina della maledetta combriccola che gli aveva rovinato la vita. Lucille non aveva scampo. Il fattorino si mise a correre verso di lei gridando il suo nome mentre il volto di Maud ed Emile sbiancarono, terrorizzati. In alto, sui tetti, Francoeur cercava di saltare ma le mattonelle su cui si poggiavano le zampe erano troppo scivolose. Fischiò di rabbia e di disperazione. La canna dell’arma era a pochi centimetri dalla testa ramata della donna ed l’ex prefetto stava per premere il grilletto, ridendo di gusto, quando gli occhi neri si spalancarono e divennero vuoti.

Lentamente; egli si accasciò a terra, gemendo in modo quasi impercettibile, ed morì con un’espressione incredula sul viso. Il retro della giacca si tinse del sangue causato da un grosso foro nel centro della schiena. Raoul raggiunse la sua fidanzata e l’abbracciò forte, ringraziando il cielo tra le lacrime che stesse bene. La cantante era ancora paralizzata dallo shock ma quando sentirono le braccia del fattorino circondarla; ricambiò la stretta e verso anche lei qualche lacrima. Gli occhi nocciola si posarono per qualche secondo sul cadavere, poi si sollevarono fino a che non vide Kalima.

Ella teneva ancora stretto nelle sue quattro mani il fucile che aveva sottratto a un cittadino e stava tremando. Un sottile filo di fumo fuoriusciva dalla canna.

  
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