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Autore: ilaperla    25/01/2014    2 recensioni
Un ricordo. Un ricordo che mi frulla ogni giorno in testa.
Una persona, l'unica che mi abbia mai fatto provare dei sentimenti così forti.
Una me diversa, lontana tanti anni fa.
Un tuffo nel passato che sta sbiadendo, ma lui, lui non andrà mai via.
Mettere finalmente nero su bianco, con la speranza che un giorno il mio primo amore possa leggere quello che grido dentro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mio primo amore, da quanto tempo non ti scrivo?
È passato tanto tempo dall’ultima volta, vero?
Sai, volevo solo farti sapere come va la mia vita dopo di te. Il che sarà assolutamente senza senso, dato il fatto che non leggerai mai questa… Lettera? No, è solo un momento di sfogo in questa giornata malinconica fatta solo di pioggia.
 
Mio primo amore, come stai?
Come va la tua vita?
Suoni ancora il pianoforte come se fosse la tua unica valvola di sfogo?
Continui ad accarezzare quei tasti, proprio come facevi con me?
Sai che non ho trovato nessuno con quelle mani? Con quelle dita affusolate, magre e dritte.
Nessuno mai, perché io da sciocca, cerco sempre quelle così simili alle tue.
Mio primo amore, ti sei laureato? Hai preso quel pezzo di carta che tanto ti assillava?
E ora dove ti trovi, sparso nel mondo?
Ricordo benissimo quella volta in cui mi confessasti il tuo desiderio di andare a vivere all’estero, ma che al momento ti saresti accontentato anche di cambiare paese.
Ricordo il mio cuore, in quel momento, che perse un battito e come tu, subito, te ne accorgesti. Ricordo, proprio come se fosse ieri, il tuo sorriso e quel “Non preoccuparti, tra un anno saremo ancora qui, insieme”.
Peccato che quell’anno è passato ormai da un pezzo e di noi non è rimasto nulla.
Mio primo amore, ti sei fatto crescere i capelli, come piacevano a te?
Quante risate ho cercato di mascherare, lo ricordo ancora, quel giorno quando ti vidi con quel ciuffo lungo.
E quando tu con voce sicura e allegra mi dicesti “Sto bene, vero?” non potevo di certo far crollare la tua aspettativa, così orgogliosa.
Quante ne abbiamo passate insieme? Tante, peccato non aver saputo scavalcare anche l’ultimo ostacolo.
Sono cambiata, mio primo amore e forse saresti contento di me, ora.
Un anno fa ho preso la patente e tra poco mi laureo e come sempre, devo ringraziare te.
Devo ringraziarti, anche se non vorrei, perché sei stato tu, nel bene o nel male, a farmi intraprendere questa vita. E devo ringraziarti, è vero! Perché il mio lavoro mi piace, credo ne saresti orgoglioso.
Non sono più quella che tu conoscevi, non sono più quella che ti avrebbe fatto passare le tue stronzate. Non sono più quella che lascia correre a ogni sbaglio.
Sai, alle volte mi domando se la me di ora avrebbe reagito allo stesso modo quando quella sera, dopo un viaggio di ottanta chilometri, tu mi chiudesti la porta in faccia.
Penso di essere cresciuta, di essere diventata la donna, che probabilmente avresti amato.
Il bello sai qual è, mio primo amore? È che mai lo scopriremo… Mai conoscerai questo cambiamento.
Dopo di te ho cercato di uscire con altri. Ho conosciuto alcuni ragazzi, ma anche se non lo volessi, ho fatto dei paragoni e non ho mai trovato quegli occhi, quelle mani, quella parlantina, quella strafottenza che avevi tu.
Sai di cosa ho paura? Di essere trattenuta per sempre nel tuo limbo, di essere ancora legata a te.
E questo mi fa paura, dannatamente paura, perché non voglio.
Perché so che tu non tornerai più e non so se io ci vorrei mai più tornare con te.
Come sta Marx? Adoravo il suo modo di annusarmi, di giocare con me. Ricordo il tuo modo di sbuffare quando preferivo la sua compagnia, rispetto alla tua dopo aver litigato.
Quando ci lasciammo, desideravo essere quel coniglio, per essere ancora accarezzata da te, per essere coccolata. Che idea stupida, vero?
So che probabilmente i ricordi stanno svanendo, so che tu non ricordi più nulla di me.
Alle volte mi chiedo, pigramente, se ti vengo ancora in mente. Se ricordi ancora quelle nostre date importanti a cui eri tanto affezionato. Se ti saresti comportato in modo diverso, sapendo la fine imminente.
La verità sai qual è, mio primo amore? Che ti sto dimenticando. Non ricordo più con esattezza che forma avessero i tuoi occhi e questo è grave. Perché è un reato non ricordare quel tipo di occhi.
Ricordo quella volta, la prima volta in cui li guardai con interesse.
Eravamo su quel letto, dopo esserci presi in giro e dopo il tuo solito attacco di solletico ai miei poveri fianchi, ricordo la tua risata e ricordo di come anche i tuoi occhi ridevano.
Mi ci persi in quell’azzurro. E ricordo che fu quel momento in cui mi resi conto di amarli.
Ricordo benissimo la prima volta che ti dissi di amarti, con le guancie rosse, con lo sguardo puntato per terra per evitare il tuo sguardo. La sensazione, dopo aver detto quelle parole è stata magnifica. La paura, scacciata via subito dal tuo sollevarmi con delicatezza il mento e sorridermi, sentirti dire quelle parole, così simili alle mie, è stato come toccare il cielo. Se il paradiso avesse un volto, era il tuo quel giorno. Era quel bacio in quel momento.
Poi tutto è cambiato, mio primo amore, vero?
È cambiato tutto in quella sera di settembre. Con il tuo nuovo lavoro.
Ci siamo sentiti e visti sempre di meno, ogni giorno ci sentivamo di sfuggita la sera, siamo diventati sempre più orgogliosi, io cercavo in tutti i modi di salvare il salvabile, ma era diventato praticamente impossibile, con te che per un non nulla scoppiavi. E come una reazione a catena, sono scoppiata anche io.
Mi sono accorta solo allora che tutto era cambiato, che tu eri cambiato, che noi eravamo cambiati.
Le tue mancanze, i miei lasciar passare anche quando non avrei dovuto, le nostre bugie solo per far continuare quella relazione che ormai, era diventata solo idilliaca.
La cosa che mi fa ancora male, è il tuo atteggiamento di strafottenza, proprio nel giorno più importante dell’anno per me.
Ricordo le tue parole fredde, il tuo “E’ finita” senza assolutamente nessun sentimento, come se noi non fossimo mai esistiti, il tuo “Fattene una ragione” dopo giorni e giorni di lacrime.
Sconosciuti. Ecco cosa siamo diventati dopo quel giorno.
Il tuo volto dimenticato, i tuoi messaggi cancellati, il tuo numero di telefono presente ancora in rubrica, come quella piccola speranza ancora nel cuore.
Perché non l’ho capito prima, mio primo amore?
Perché non ho capito che l’amore era finito da quel maledetto settembre?
Perché ho voluto continuare a tenerti con me, anche quando tutto era finito?
Mi sono accorta di avere una maledizione, ed ha il tuo nome.
Francesco.
E’ questo il nome che ho amato per tre lunghi anni.
Ricordo la prima volta che sentì il tuo nome da altre labbra dopo la rottura, ricordo la sensazione che provai sulla pelle.
Provai a ripetere quel nome così comune, così usato, ma non riuscì, non usciva nessun suono dalla gola.
Paura. Ecco cosa avevo. Paura di dimenticare quell’amore.
Ma se c’è una cosa di cui sono sicura, è che non mi pentirò mai di tutto quello che abbiamo fatto. Insieme.
Perciò ti dico grazie.
Grazie, se quella volta mi hai abbracciata anche se ormai l’amore non c’era più.
Grazie, per essermi stato accanto.
Grazie, perché con te ho provato per la prima volta, cosa volesse dire amare.
 
Amerò per la seconda volta?
Non lo so, so solo che anche se dovesse capitare, sarà forse un pochino di meno rispetto alla prima.
A te.


 



Non so con quale forma di masochismo io abbia pubblicato una cosa tanto privata e tanto importante per me.
Forse perchè quest'aria di un sabato qualunque, fatta di pioggia, è malinconica come me.
Volevo scrivere questo pensiero da ben due anni, due anni di abbandono, di distacco con "lui". Non ci sono mai riuscita, fino ad ora.
Non mi so spiegare perchè proprio ora, forse perchè, a due anni di distanza io abbia finalmente fatto ordine nella mia testa.
Questa sono io, questo è stato il mio primo amore. Il mio primo VERO amore.
Spero di essere riuscita a trasmettere qualcosa.
E se mai il mio, ormai ex, "lui" leggerà mai queste parole, volevo solo dirgli quello che ho riportato sopra.
E' stato -veramente- importante per me. 

Ringrazio la mia beta la mia piccola Beth, a cui sono tremendamente affezionata, che si è offerta volontaria, per correggere il mio scritto. Grazie _Orchidea (il nuovo nome mi piace un sacco :3)
Volevo ringraziare le mie due migliori amiche, che mi sono state accanto in quel periodo. Non saprei come avrei fatto senza di loro.
E grazie a voi tutti, che leggerete questa sorta di "lettera di sfogo".

-Ila-

 
  
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