Lasciava frammenti di sé ovunque andasse ~
{ è più facile sentire il calore senza }
Quante cose possono succedere in dieci secondi? Una dichiarazione, delle belle parole, un abbraccio, anche un bacio. Ad Hare veniva spesso chiesta quella domanda, ma non sapeva mai che cosa rispondere, solo adesso aveva capito che in dieci secondi poteva arrivare la fine.
Aprì lentamente gli occhi, per quanto essi volessero restare chiusi, Hare si sforzò e vide. Vide il suo amato Shu a terra, a pancia in su, quasi stesse ammirando il cielo azzurro in fiamme. Il suo viso, immacolato fino a pochi attimi prima, era macchiato da ferite, sangue e dolore.
Hare strabuzzò gli occhi di colpo non appena scorse il suo addome fermo, i respiri mancati, il cuore vuoto e privato di tutti i suoi battiti. Provò ad alzarsi, anche solo a strisciare da lui, ma ricevette solo una fitta di sofferenza all'altezza del petto, dove si serrò il braccio, cercando di fermare il fiume di sangue che da lì a poco sarebbe sgorgato. Poi notò il braccio destro disteso verso Shu, la sua mano teneva stretta il suo Void, le bende dell'innamorato, così l'aveva chiamato Shu. Non pensò nemmeno per un secondo di usarlo per sé, l'avrebbe fatto dopo... se solamente quel dopo fosse giunto.
Il Void raggiunse Shu apparentemente con fatica, come se fosse appesantito, come se non funzionasse bene, proprio come il cuore della sua padrona. Avvolse il ragazzo attorno a sé e alla sua aura celestiale, facendo lentamente cicatrizzare le sue ferite.
E Hare sorrise con occhi tristi, felice, nonostante avesse una tormenta in testa e un cortocircuito nel cuore. In quel momento i lontani botti della guerra cessarono, e l'intera vita di Hare le passò davanti agli occhi, guardandola ed accarezzandola con una mano pallida e fredda, ma estremamente piacevole.
Shu...
Si ricordò delle sue passeggiate con lui, anche solamente dei pochi passi dai loro appartamenti alla scuola, anche solo i brevi viaggi in treno. Si ricordò di quando era in classe e ricevette la notizia che Shu era stato preso in ostaggio, che era in pericolo; i suoi compagni l'avevano presa in giro perché si era messa a piangere durante la lezione. Ma per tutta la giornata non ne riuscì a fare a meno; le lacrime solcavano le guance lisce e il loro sapore misto, tra amarezza e dolcezza, baciava le sue morbide labbra rosate. Anche quella volta in cui andò al mare con lui... com'era bello, non è vero, vero amore? Il sole caldo aveva fatto dimenticare loro i problemi della città e anche se lui guardava Inori senza spostare mai lo sguardo, Hare ci provò, ci provò molte volte.
Sorrise un'altra volta.
Anche quando l'aveva schiaffeggiato, lo ricordava perfettamente, perché solo lei riusciva a vedere il vuoto nei suoi occhi color tramonto: li conosceva fin troppo bene. Lei era solo stata un rimpiazzo di Inori, vero? Sì, era vero, ma lo amava sempre e comunque, ogni sua sfumatura, ogni suo respiro, lui era felice, lei era felice.
Hare strisciò lentamente, dipingendo il terreno con una scia di denso sangue scarlatto.
Anche poco tempo fa, giusto? Quando gli rivelò i suoi sentimenti, tra le sue braccia, riempendosi le narici con il suo profumo di innocenza e coraggio. Lo aveva visto, glielo aveva detto, sì, ormai aveva raggiunto il suo scopo. Ed ecco che gli spari iniziarono ancora, riecheggiando nella testa. Li sentiva così vicini... così vicini... e fu in quel momento che scattarono i suoi dieci secondi, come in un gioco d'azzardo, in una scomessa non equilibrata ed instabile, che gridava ed esigeva la sua vita. La benda che avvolgeva Shu si spezzò, Hare non fu così sicura che fosse stata divisa da un proiettile, ma secondo lei si frantumò da sola, perché aveva finito il suo lavoro. Nell'esatto momento anche dentro di sé sentì un suono simile ad un vaso che si frantuma, o ad una pioggia di meteoriti, e piccoli cristalli del colore del veleno le decorarono i dolci lineamenti, le morbide curve, ma non si fermò e continuò ad avvicinarsi silenziosamente verso il suo amato, ormai fuori pericolo. Ringraziò il cielo vedendo il suo volto illeso e sentendo i respiri leggermente affannati; allungò la mano durante l'ultimo secondo rimasto, ci provò, com'era sempre solita a fare, ci provò con tutte le forze, ma le dita non lo raggiunsero.
Non importa, davvero, non ha importanza.
Grazie per tutti i bei ricordi, Mio Re, grazie mille.
Note dell'autrice; shippo tutte con tutti
Spero che vi sia piaciuta, spero che nonostante Inori sia la bella, coraggiosa eroina della storia (che amo comunque moltissimo), Hare non venga dimenticata o lasciata in secondo piano perché quella ragazza merita il meglio, e sì, parlo al presente, perché rimarrà per sempre nel mio cuore e in quello dei suoi amici, ma soprattutto di quello del suo amato Shu, che ha protetto fino all'ultimo. Miku.