Era timido, insicuro, ma bellissimo. Di una bellezza che colpisce. In quei giorni aveva lo sguardo spento, assente. La testa che si riempiva di ricordi, pensieri e stava male.
«I ricordi fanno male» gli disse avvicinandosi lentamente, poi «posso abbracciarti?»
Lui annuì. Si avvicinò di più. Gli avvolse le braccia al collo, e lo strinse a se. Rimasero attaccati non più di quindici secondi, come se i brutti ricordi li dividessero.
«Come hai fatto a capire che sto così per i ricordi?»
«Il tuo sguardo mi parla, dice più di mille parole... e poi...»
«Poi?»
«Poi il tuo silenzio è così simile al mio... Non parlo per paura...»
«Paura di cosa?»
«Paura di essere ancora più solo di quanto già sono, paura che le mie parole non vengano ascoltate...»
Istintivamente lui la strinse a se.
Niente parole, solo silenzio. Tremava lei.
Aveva paura, ma si stava abbandonando alle sue braccia.
Poi, non so perchè, ma lui le prese le braccia, scoprì polsi. Scendeva ancora il sangue scarlatto, che formava minuscole goccioline che, lente, scendevano. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime e voltò il capo.
«Perchè?» le chiese girandola verso di lui a incrociare gli sguardi.
«... I ricordi fanno male...»
«Tu sei speciale e chiunque ti abbia spinto a questo.. è un mostro» le parole uscirono lente, sapeva di essere lui, e quando, lei lo fulminò ebbe la conferma. Era lui il mostro di cui parlava con disprezzo. L'aveva illusa, e poi l'ha lasciata così. Sola.
«Non volevo illuderti» le disse, come sentendo i suoi pensieri.
«Già»
«Davvero! Tu per me sei speciale e io di certo non volevo farti del male. Ti ho amata veramente, dal primo momento che ti ho vista, e.. tutt'ora ti amo.. Ecco perchè i ricordi, i nostri ricordi mi fanno male. Perchè tu eri mia...»
«Sbagli»
«Cos'ho sbagliato?»
«Io sono ancora tua.. Ma ti sei accorto troppo tardi di quello che sono per te...»
«é ancora troppo tardi?»
Seguirono minuti di silenzio.
Lui la guardava con gli occhi speranzosi, mentre lei lo guardava con i suoi grandi occhi verdi, si era innamorato subito di quegli occhi, e poi quel sorriso, quel sorriso lo faceva impazzire.
«Non è troppo tardi...»
Ancora attimi di silenzio, per paura di dire le cose sbagliate. Ad un tratto lui le baciò i polsi sanguinanti, poi sulle labbra rosee e carnose.
«Non lasciarmi mai»
«Ti amo principessa, e non ho più voglia di perderti»