27/01/2014
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Follia.
Il rumore dei treni in lontananza.
La tenue luce di un tabellone alle tue spalle.
La penombra in cui galleggia la tua magra figura.
Così fragile, ma così forte allo stesso tempo, perché è riuscita ad arrivare fino a lì. Perché è riuscita, da sola, a placare il demone che voleva prendersi la tua vita.
O almeno, così credi.
Così tanto bisognosa di affetto e di abbracci in quel momento.
Non c’èra più nessuno che potesse darteli.
Per la tua avventatezza avevi perso un’amica.
Si era messa a piangere per te. Aveva versato le sue lacrime per un essere come te. E quello era il tuo ringraziamento. Scappare insensibile, sotto la pioggia, correndo chissà dove, lasciandola lì, in attesa di un segno, o di una risposta.
…
Per la tua stupidità avevi perso l’amore.
Quell’amore che avevi inseguito, sognandone un lieto fine. Quell’amore per cui eri disposta ad offrire la vita se necessario. Lui principe e tu sua principessa. Sarebbe stato bello.
…
Per invidia avevi perso una persona che credevi di ammirare.
Ti aveva dato un ultimatum. Aveva imposto un limite ai tuoi sentimenti, e questo non potevi accettarlo. Ma, d’altronde, che differenza avrebbe fatto?
Gli zombie non possono essere amati.
Adesso, che cosa hai risolto? Credi che tutto svanisca, credi di poter tornare indietro senza ferire nessuno e rimanere ferita tu stessa?
No, non funziona così.
Continui a fissare quelle maledette piastrelle del pavimento. Sono bianche e nere e seguono un ordine preciso.
Ordine che nella tua anima non trova più posto.
La tua anima. Prima non avresti dato importanza al fatto di possederne una. Solo ora capisci che cosa vuol dire.
Continui a guardare a terra, credendo di vedere le piastrelle danzare al suono di una folle musica.
Il suono di un violino.
Ti sei mai chiesta cosa sta facendo lui?
No, perché la risposta sarebbe troppo dolorosa per la tua anima ormai quasi del tutto spezzata.
Poi, senti dei passi, ma non t’importa da dove provengano. Ormai niente ha più importanza.
…
<< Ti ho trovata finalmente! >>
Quella voce è acuta e sentirla ti produce un forte mal di testa. Voltandoti, capisci che è la voce della persona che pensavi di odiare, ma ormai il tuo cuore è così incline a infrangersi che non riesci a provare alcun sentimento.
Le cose ti stanno sfuggendo di mano.
È un’altra voce quella. Una voce macabra ma altrettanto calma e pacata. Non come le parole che biascicano fuori dalla tua bocca per rispondere alla ragazza lì al tuo fianco.<< Scusa, se ti ho fatto perdere tempo. >>
Incuriosita, la rossa ti guarda, ma non direttamente negli occhi.
Quanto puoi incuterle timore in quel momento...?
Che cosa stai diventando?
Manca poco.
Poco? Per cosa? Di nuovo quella voce. Stavolta è più forte. Starai impazzendo?
Sì, stai impazzendo.
…<< Non è da te una risposta del genere! >>
Rassegnata, infreddolita e confusa, cominci a parlare, senza volerlo veramente.
<< Il fatto è che non mi importa più di niente. Se penso a ciò che era importante per me e a ciò che stavo cercando di proteggere non riesco nemmeno più a ricordare cosa fosse. >>
Apri la mano.
Perché? Perché dovresti farlo? Hai troppa paura adesso.
Ancora un istante, e sarà tutto finito. Ancora un istante, e non dovrai mai più avere paura.
Non vuoi, ma obbedisci lentamente. È come se non avessi più il controllo del tuo corpo. È la voce a manovrarti, come una marionetta di carne e sangue.<< Sayaka, non… >>
Stavolta puoi chiaramente sentire preoccupazione nella sua voce. Allora, forse, è valsa la pena aver vissuto fino adesso se qualcuno è in pensiero per te.
In quel momento, ti verrebbe voglia di abbracciarla tu per prima, di calare quel velo di arroganza che entrambe vi siete imposte, e di smetterla con tutti quegli assurdi giochi di parole.
Guarda.
Vorresti urlare, ma la voce non riesce ad uscire dalle tue labbra. La tua Soul Gem è ormai al limite. È fredda, contaminata da macchie nere, verdi e blu scuro.
Tu sei rotta, e non ti si può aggiustare.
Rotta? Che cosa vuol dire? Quella voce sta diventando crudele. Ti sta lentamente squartando dall’interno.Poi, d’istinto ricordi.
<< Rinunciando alla mia anima ho potuto aiutare altre persone.. >>
Persone ingrate. Come quel violinista e la sua nuova ragazza, vero?
<< ma in cambio il mio cuore ha continuato a riempirsi d’odio e d’invidia… >><< Sayaka, non avrai intenzione di… >>
La vita non migliorerà. Tanto vale terminarla subito. Ti risparmierai altro dolore e altrettante delusioni. Tanto le cose non si aggiusteranno comunque. La vita è solamente una battaglia umiliante.
È vero. La voce ha ragione. Potrai cullarti in un abisso, dove non sentirai più alcun dolore e la smetterai di vivere quell’inferno assurdo.Ma è questo quello che vuoi?
Solo un altro po’. Sta per finire. Hai sofferto troppo. Adesso, diventerai tutt’uno con la tua disperazione.
Alzi il capo. Stai piangendo. Ti sembra di vedere puntini neri che danzano davanti ai tuoi occhi, che si allargano e si accrescono, come le note di un’orchestra. Un infinito mare di chiavi di violino, minime, e crome…È lì che vorresti annegare.
Quindi hai deciso di arrenderti?
Forse, oppure
<< Sono davvero… una stupida.. >>
Non sai se quelle parole le hai pronunciate tu o la voce.
Speri che lei capisca. Lei che continua a rimanere lì. L’unica che non ti ha abbandonato al tuo destino.
L’ultima volta, la senti urlare il tuo nome. Urla proprio come una persona che ha perso ciò che più ama.
<< Sayakaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!! >>
E poi il nero.
…
Perdonami, Kyoko…
Per l’ultima volta, avresti solo voluto chiederle scusa.
Angolino dell’autrice
Che dire..! Sono tornata con un’altra nuova storia…! Ho pensato a Sayaka, che in un certo senso prima di morire avrà combattuto un ultima volta, uscendone perdente, contro la voce della disperazione. Spero di aver saputo trattare quest’argomento e di averlo reso meno banale. Grazie a chi recensirà. <3