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Autore: miatersicore23    28/01/2014    9 recensioni
AU/AH
Elena ha una bella vita, delle amiche, un ragazzo che dice di amarla, una famiglia unita e un futuro da programmare. Lei frequenta il liceo, ma per quello che lei crede uno stupido errore, rimane incinta. Elena è innamorata di Stefan e tra lei e Damon non c'è mai stato niente, almeno così crede.
Damon affronta la vita come tutte le persone. E' pronto a ciò che accadrà in futuro quando sua madre non ci sarà più. E forse, un bambino potrebbe essere l'unico suo appiglio per non perdere la testa. Potrebbe essere l'unica ancora.
Dall'undicesimo capitolo:
Permettimi di adorarti, di amarti in modo totalizzante. Permettimi di farti capire quanto tu sia importante per me. Permettimi di farti la corte, perché quella fase l’abbiamo completamente saltata. Permettimi di dirti quanto sei bella. Permettimi di portarti a cena, mentre lasciamo nostro figlio a tua madre o alla mia. Permettimi di renderti mia.
E renditi conto della totale pazzia che sta passando la mia testa. Renditi conto di quello che sono diventato con te, per te. Renditi conto che non c’è nulla di più importante di voi due. D’ora in poi ci sarete solo voi due,
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1.
Vergogna.
(Elena)
“Non è possibile. Non può essere che sia capitato proprio a me!” continuo a ripetermi rinchiusa nel bagno. Mia madre che bussa ripetutamente alla porta e io in mano ho quella maledettissima stecca bianca e rosa che mostra le due lineette rosse.

“Dannazione! Che sia maledetta per ciò che faccio e per i miei continui errori!” Cammino avanti e indietro passando tra i sanitari del mio bagno, finché l’agitazione iniziale e la rabbia verso me stessa non finiscono e mi accascio, seduta con le spalle contro la porta bianca scorrevole.


- Elena tesoro, ti prego esci. – mi chiede ripetutamente mia madre mentre sente i miei singhiozzi che io non riesco più a reprime. Mi alzo lentamente e lascio entrare l’unica persona che adesso conosce il mio segreto. I suoi enormi occhi marroni si mostrano a me preoccupati e comprensivi. Tutto ciò che mi sembrano voler dire è “Tranquilla sistemeremo tutto.”

***


Mi sento male. Ultimamente sono sempre stanca e la mia testa adesso sta girando come se fossi appena scesa da una giostra. Ho le nausee, forse all’ora di pranzo non avrei dovuto mangiare quell’hot dog con la senape.

Mi sdraio sul divano, abbandonando la testa trai cuscini rossi e chiudo gli occhi con la speranza che tutti quei disturbi passino, ma non accade nulla di tutto ciò. Anche se, nonostante la continua voglia di gettare la testa nel gabinetto, il sonno e la stanchezza prendono il sopravvento.

Mi lascio svegliare da mia madre un paio di ore più tardi, quando lei rientra da lavoro. Gestisce una piccola biblioteca nel centro. Mi chiede preoccupata cosa c’è che non va e io le racconto tutti i sintomi. E solo nel dirli ad alta voce mi rendo conto di cosa potrebbe essere. Improvvisamente mi sento raggelare e mi rigetto sul divano nascondendo il viso su un cuscino. Anche la mamma lo ha capito ed è la prima ad ammetterlo ad alta voce.


- Elena non è per caso che sei incinta? – tremo solo all’idea e qualche lacrima è già scesa sulle guancie.

- Io non lo so. – singhiozzo.

- Ti sono venute le mestruazioni questo mese. – mi fermo mentre mia madre mi fa quella domanda e cerco di ragionare a mente lucida facendo un calcolo a mente.

- No. Mi sarebbero dovute venire una settimana fa … cielo mamma. Sono incinta. – quasi urlo tra le lacrime.
Per fortuna ne mio padre, ne mio fratello sono presenti in casa, perché davvero in questo momento non riuscirei a sopportare le risate di Jeremy accompagnate da un te l’avevo detto. Si, perché ogni volta che uscivo con Stefan per andare a casa sua, lui mi ripeteva sempre scherzando: “Mi raccomando sorellina state attenti, altrimenti potresti avere un pargoletto tra le braccia molto presto.” E come ogni volta io lo fulminavo con gli occhi. Non riuscirei a sopportare neanche lo sguardo di rimprovero da parte di papà. Ma infondo, avrebbe ragione. Incinta a diciassette anni, quasi diciotto. Una vera vergogna per la famiglia Gilbert.


- Calma piccola mia. Potrebbe essere solo un po’ di stress. Devi fare il test per renderti veramente conto.

***


E quel test l’ho fatto. Peccato che è uscito positivo. Peccato che aspetto un figlio. Guardo mia madre negli occhi e cerco di abbracciarla più che posso, con la speranza di cercare rifugio tra le mie braccia. Come posso avere un bambino se io mi sento ancora tale? Io ho ancora bisogno della mia mamma che mi accarezza e che mi consola. Ho ancora bisogno dei suoi consigli … come posso consigliare a mio figlio se sono ancora un’adolescente immatura?

- Ti va una cioccolata calda? – è l’unica cosa che mi chiede.
Ovviamente non c’era neanche bisogno di dirlo. Il test era positivo e le mie lacrime stanno parlato al posto delle parole. Annuisco lentamente mentre con la manica del maglione rosso asciugo gli occhi umidi.
Mi siedo sullo sgabello alto della penisola della cucina e intanto osservo mia madre che versa il latte nel pentolino, aggiungendo la polvere marroncina e mischiando lentamente con un cucchiaio di legno. L’odore entra nelle narici. È buono e dolce. Dolce come il sorriso della mamma in questo momento che cerca di rassicurarmi.

È sera. Mio fratello non è ancora rientrato. Probabilmente è in giro con gli amici o al riparo dal freddo nel Grill. Mio padre è ancora a lavoro e ha chiamato la mamma dicendole che sarebbe rientrato stanotte. Il lavoro del medico è parecchio impegnativo. Perciò siamo noi due sole con una notte che ci aspetta lunga e insonne per parlare e chiacchierare della “novità” e del nuovo membro che sta per arrivare in famiglia.
Il sapore della cioccolata resta sempre il migliore.

Ci sediamo sul divano e mi lascio accarezzare dalle sue mani che sanno ancora di protezione, che non sono pronte a lasciarmi andare e che presto le mie seguiranno le orme della sue. Faranno le stesse cose. Saranno le mani di una mamma. Incredibile come grazie alla presenza della mia più fedele amica, io mi stia già abituando all’idea, quando sono passate solo un paio di ore.


- Dovresti dirlo a Stefan. – mi sussurra, dopo lunghi attimi di silenzio.
Già Stefan. Il padre del bambino. Lui  dovrebbe essere il primo dopo di me a conoscere la verità. Dovrei andare da lui, a casa sua e dirgli che diventerà papà. Affrontare le sue reazioni. Prima incredulità, poi rabbia, rassegnazione e infine anche gioia. Perché Stefan è una persona buona e presto o tardi so che a lui in futuro sarebbe piaciuto diventare padre e quindi anche se questa cosa gli capita prima di certo non si farebbe tutti questi problemi.

Si, gli causerebbe alcuni ostacoli per lo studio, per l’università che vorrà intraprendere, per fare quello che ha sempre desiderato, il medico. Ma so che Stefan sogna anche una famiglia e so che lui mi ama, me lo ha sempre ripetuto anche mentre eravamo nel suo letto, nudi, dopo aver fatto l’amore. Dovrei andare ad aprire la porta di casa sua e raccontargli la verità. Se solo fossi sicura che il padre sia lui.

Non ho mai odiato così tanto le vacanze di Natale in vita mia come sto facendo adesso. Stefan, Matt e Tyler hanno deciso di farsi un viaggio a New York per le feste, senza includere noi ragazze. Amo il mio fidanzato, ma in questo momento vorrei ucciderlo. Mi ha lasciata da sola con Caroline e Bonnie, mentre il freddo congela tutta Mystic Falls.  “E' una cosa mia con i miei migliori amici.” Mi aveva ripetuto mille volte e io alla fine non avevo fatto più l’offesa nei suoi confronti. Soltanto che io e le mie amiche adesso siamo rinchiuse in casa dell’uragano biondo che mi ritrovo per migliore amica a guardarci un film durante un pigiama party.
“Pigiama” si fa per dire. Mentre io e Bonnie siamo in tenuta pantaloncini e canotta, Caroline non si è ancora andata a cambiare, anzi, quando è scomparsa qualche minuto in bagno, ho avuto l’impressione che si sia truccata un po’. I miei timori diventano reali quando sentiamo suonare il campanello alla porta.


- Chi è? – chiedo a Caroline.

- Ho … ecco … ho invitato Klaus e qualche amico per movimentare un po’ la serata.
Io la guardo in cagnesco perché potrei accettare Klaus che è il suo attuale ragazzo, ma i suoi amici non li sopporto proprio. E in particolare un suo amico. Quando Caroline va ad aprire la porta il primo ad entrare è il suo ragazzo che porta in braccio qualche lattina di birra sorridente, e viene seguito dal fratello più piccolo Kol, il suo migliore amico Marcel e i tre moschettieri. Perché Enzo, Alaric e Damon sono inseparabili.
Damon Salvatore. La persona che odio di più in tutto il mondo. È il fratello maggiore di Stefan, ma in comune hanno soltanto il cognome e niente di più. Stefan è buono, gentile, educato … mentre lui non sa essere nient’altro che maleducato e strafottente, con quel ghigno sempre stampato sul volto e la battuta pronta che a volte tende ad essere invadente.


- Piccola cognatina, che bel pigiama! – esclama, mentre appoggia sul tavolino accanto ai pop corn delle bottiglie di Bourbon.
Damon fa il penultimo anno di università. Studia lettere e si sta specializzando in letteratura straniera. Praticamente quello che voglio fare io. È molto più grande di me, circa otto anni, ma questo non mi ha mai impedito di rispondergli.

- Invece il tuo guardaroba è sempre lo stesso. Di la verità, non ti cambi mai e questo spiegherebbe l’incredibile puzza che si sente dal tuo arrivo. – ghigno soddisfatta, osservando il suo look total black.

- No. Quello in realtà è Ric che è già ubriaco marcio.

- Hey, non è vero! – sento gridare di rimando Alaric che si è posteggiato in cucina, troppo abituato ai miei dibattiti con l’amico per cercare di fermarci.

- E comunque … come siamo acide stasera. L’astinenza dal sesso con mio fratello ti ha già fatto invecchiare di cinquanta anni?

- Ripetilo se ne hai il coraggio. – mi avvicino di un passo a lui.

- Sei una vecchia acida. – mi ripete, avvicinandosi altrettanto.
Bene, l’ha voluto lui. Mi piego sul tavolino di vetro e prendo una bottiglia del suo prezioso liquore. E quando dico prezioso, intendo proprio prezioso! La apro e ne bevo un, due, tre sorsi, andandomene in cucina.

- Hey, no, che fai? Non toccare il mio Bourbon, è roba da veri uomini. – cerca di riprendersi la bottiglia, ma io lo scanso facilmente.

- Se tu sei un vero uomo, allora posso continuare a bere tranquillamente. – butto giù altro liquido forte. Ma come fa a sopportare una roba del genere?

Sento qualcosa prendermi per i fianchi e farmi fare qualche passo indietro. Mi ritrovo improvvisamente seduta sul divano, imbraccio a lui. Mentre una sua mano è ancora sulla mia vita, l’altra è sulla coscia nuda per poi andare a riprendersi il Bourbon.

- Questa è mia. – sussurra e io mi alzo di scatto da lui per allontanarmi quanto posso. – stammi lontano!

È passata qualche ora e le quattro bottiglie di Bourbon sono finite nei nostri stomaci accompagnate dalle birre. In poche parole, siamo ubriachi fradici.

- Giochiamo ad obbligo o verità?  - chiede Caroline.

Perché ho annuito? Mi sono scavata la fossa da sola, visto che la prima vittima che viene scelta sono proprio io.

- Elena! – mi chiama la mia amica. – cosa scegli?

- Obbligo. – non mi va di dire cose sconvenienti su me stessa.

- Bacia Damon. – mi sento morire. Io? Baciare Damon? È roba da pazzi!

- No. Insomma, è il fratello del mio ragazzo, non posso fare questo a Stefan.

-  Elena, se non lo fai dovrai ripulire tutta la casa da sola. E poi è un semplice gioco, Stefan non lo saprà neanche. – mi convince Bonnie, o forse e il troppo alcol a farmi cedere così facilmente.

- Su forza cognatina, togliamoci il pensiero. – è Damon ad avvicinarsi, ma so che sono io a dover fare il primo passo.

Avvicino lentamente la mia bocca alla sua e gli do un bacio a stampo appoggiando una mano sul suo volto. Il punto è che proprio non riesco a staccarmi in questo momento. All’inizio penso che sia il suo braccio sul mio fianco che mi blocca, ma io potrei benissimo allontanarmi, almeno con la testa, ma non ci riesco. Una nuova consapevolezza entra dentro di me. Sto veramente baciando Damon? Il sapore del liquore, misto ad uno sconosciuto, che penso sia quello suo naturale, entrano nella mia bocca e senza pensarci la apro per accogliere il suo invito a far entrare in contatto anche le nostre lingue. Lo faccio. Sento la sua saliva, il suo sapore, le sue mani che accarezzano calde la mia schiena, mentre un brivido di piacere l’attraversa e mi spinge con più forza contro di lui. Il mio respiro adesso è irregolare e inspiegabilmente continuo a baciarlo, mordendogli anche il labbro inferiore. E lui lascia fare.

- Elena. – la voce di Caroline mi ridesta dai miei pensieri. Sta ridendo. – avevo detto di baciarlo, ma non ci dovevi mettere per forza la lingua! – è ubriaca, sono tutti ubriachi.
La sua voce mi fa staccare da lui e mi porta a guardarla ridere, mentre appoggia la testa sulla spalla di Klaus. Non si sono accorti che se non fosse stato per la loro presenza, io e Damon molto probabilmente avremmo continuato a baciarci. Ma che vado a pensare? Deve essere l’alcol. Riporto gli occhi su di lui e sulle sue labbra, gonfie e rosse. Respira lentamente e mi osserva. Intensamente. Non riesco a reggere il suo sguardo.

Così mi alzo e salgo le scale per andarmi un attimo a sdraiare sul letto della mia amica. Chiudo gli occhi per qualche secondo, ma intanto mi sono già addormentata.

Mi risveglia una mano che mi scuote leggermente. Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo davanti quelli celesti di Damon.


- Che c’è? – sussurro. Ho voglia di dormire, perché non mi lascia in pace a cercare di farmi passare la sbronza?

- Volevo solo sapere se stavi bene. Te ne sei andata da un’ora e ora che tutti se ne sono andati volevo avvisarti che Caroline e Bonnie si sono addormentate giù in salotto.

- Ok – borbotto – grazie per avermelo fatto sapere. – ma mentre si alza dal bordo del letto, io lo blocco, prendendogli un braccio. Lui si rigira. – mi avresti continuato a baciare, prima?

- Perché me lo chiedi?

- Perché sono curiosa.

- E cosa ti aspetti di sapere? Se ti voglio? Non sono mio fratello.

- Ma prima non mi hai fermato.

- Sei ubriaca, Elena.

- Lo sei anche tu. – alzo il busto e lo faccio sedere accanto a me. Siamo molto vicini. – perciò ogni cosa che dirai adesso, domani mattina molto probabilmente ce la dimenticheremo entrambi e non sarà più un problema.

- Vuoi sapere la verità? – sbuffa infastidito. – eccola.

Mi bacia, prendendo il mio volto tra le sue mani e spingendo il mio busto contro il materasso. Istintivamente chiudo gli occhi e apro completamente la bocca per accogliere la sua lingua, che calda, prima mi lecca le labbra. Le mie gambe sono bloccate dalle sue ginocchia, ma non mi spaventa stare sul letto con il fratello del mio ragazzo. Non in questo momento, almeno. Eppure, cosciente che quello davanti a me sia il Damon che tanto odio e disprezzo, le mie mani sono sotto la sua solita camicia nera e gli accarezzano l’addome senza fermarsi.

Quando si stacca da me, mi guarda negli occhi e per un attimo provo del dispiacere.


- Siamo completamente ubriachi. Perciò qualsiasi cosa facciamo, domani ce la dimenticheremo e sarà come se non fosse successo niente. – è lui a parlare. Mi fa capire che vuole continuare, come voglio continuare io

.
Senza parlare, incomincio di nuovo a baciarlo e trovo ironico il fatto che di solito io sia quella sempre attenta a fare la cosa giusta. Che giudicai Rebeckah perché mentre stava con Matt, lo aveva tradito con Marcel. Ma Stefan è lontano da ogni mio pensiero. Semplicemente non c’è. Nella testa ho solo Damon e il desiderio che c’è questa notte.

Gli sbottono la camicia impazientemente, mentre lui mi ha già tolto la canotta del pigiama e giocherella con l’elastico del pantaloncino. Mi bacia il collo e intanto con i piedi si è tolto le scarpe e in qualche modo i pantaloni. È rimasto in boxer. Io in intimo. Mentre mi sta ancora baciando delicatamente la gola scendendo piano verso il basso, le mie mani sono finite dietro la sua schiena e poi nelle sue mutande, ad accarezzargli il fondoschiena. Arrivato con la bocca sul seno, mi toglie i reggiseno e comincia a torturarmi con la lingua un capezzolo, mentre le mani sono scese per togliermi anche le mutandine come io ho fatto con le sue. In un attimo è dentro di me e per un secondo io mi dimentico di respirare. Forse è l’alcol ed è tutto amplificato, ma il piacere che provo in questo è estremamente più sconvolgente di quello che provo di solito con Stefan.

Risale con la bocca sulla mia e mi bacia. Oh, bacia tremendamente bene mentre inizia a spingere dentro di me. Tocca i miei punti giusti e mi eccita sempre di più, fino a quando non raggiungiamo quasi insieme il piacere.

Stremato si lascia andare sopra di me e riesco a sentire il suo respiro sul mio orecchio che mi procura ancora altri brividi di piacere.


- Chi lo avrebbe mai detto che una ragazzina come te, sia così brava a letto. – io invece di sentirmi uno schifo, rido alla sua battuta, mentre si alza e si riveste per poi andarsene e io mi riaddormento nuda nel letto di Caroline.

Mi sveglio con un forte mal di testa e la luce del sole che illumina perfettamente la mia nudità. Non mi dovrei ricordare di niente, ma le mani di Damon su di me sono ancora nella mia testa e stanno passeggiando a braccetto con un bel senso di colpa.

***


Non ho la più pallida idea di chi sia il padre. Se Damon o Stefan. Mi lascio coccolare ancora un po’ tra le braccia di mamma, mentre con disprezzo e vergogna verso me stessa cerco di scacciare dalla mia mente quella notte di due settimane prima.



 
Note finali:
lo so, lo so! Sto nel pieno di Amori Tormentati, ma l’idea di questa storia mi è partita al momento (in realtà durante l’ora di storia, mentre la prof spiegava la rivoluzione francese anche se non si era accorta che lo aveva già fatto la settimana precedente).
Non so ancora quanti capitoli di preciso avrà, ma non credo che sarà molto lunga. Non lo so, devo ancora vedere. Ovviamente se piacerà, continuerò a scriverla, ma sappiate che aggiornerò lentamente, al massimo una volta a settimana, perché attualmente Amori Tormentati è la mia priorità.
Credo che questo inizio non abbia bisogno di molta spiegazioni, perciò mi abbandono completamente ai vostri commenti.

Al prossimo, Mia <3
   
 
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