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Autore: chobit13    28/01/2014    0 recensioni
se King non fosse morto forse questo personaggio si sarebbe rovinato, ma non sopportavo il fatto di vederlo morire, così ho fatto un sequel un po' paranormale, perchè vediamo alcuni personaggi di questo film ai giorni nostri. spero che vi piaccia.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena il cane riconosce la strada di casa comincia a rallentare, il suo padrone comincia a respirare normalmente.
“Oh…meno male! Siamo arrivati a casa Old Jhonny. Sto perdendo l’allenamento!”
Appena entrano in casa Old Jhonny viene sganciato dal suo guinzaglio e lentamente si dirige in salotto dove lo attende il camino.
Il nostro uomo si toglie le scarpe e la giacca, non appena si volta incontra un bambino giapponese che gli punta una pistola giocattolo.
“Mani in alto Quentin! Bang bang!”
Quentin fa credere al piccolo Ken di essere stato colpito.
“Oh! Mi hai preso in pieno, Ken!”
Ken si mette a ridere.
“Sono più veloce di Lucky Luke!”
“E’ vero, sei il pistolero più veloce di tutto il Canada! Oh! Sto morendo!”
Mentre Quentin si accascia a terra fingendo di lamentarsi, Ken si avvicina a lui.
“Quentin? Sei morto?”
“No! Sono uno zombie!”
Quentin gli fa il solletico facendolo ridere a crepapelle e lo prende in spalla.
“Ken, dov’è la tua sorellina?”
“E’ in cucina a fare i pancake!”
Quentin allora si dirige in cucina.
“Buongiorno, Morgan! Ho sentito da un piccolo pistolero che hai preparato i tuoi pancake!”
Non appena entra in cucina incontra la testa rossa e riccioluta di sua figlia Morgan, una dolce giovane donna dalla pelle chiara e gli occhi azzurri.
“Buongiorno, Quentin! Che cosa stai facendo con il mio fratellino? Così gli farai vomitare la colazione!”
“Lui mi ha sparato un colpo in petto!”
Quentin lo posa sulla sedia del tavolo e comincia a divorare la sua colazione.
“Buongiorno Viola! Sei qui per i pancake di mia figlia?”
“E per portare il piccolo Ken a scuola.”
Viola, una simpatica donna afroamericana con la testa piena di treccioline, un’insegnante delle elementari e loro grande amica di famiglia.
“E’ vero. Su Ken vai a prepararti.”
“Si pistolero! Vai a prepararti così Viola ti porta a scuola.”
Non appena Ken scompare, Viola si avvicina a Quentin.
“Quentin hai pensato si chiamare Beatrix?”
“Si, ci ho pensato Viola.”
“Ti sei deciso a chiamare?”
“Ancora no!”
Morgan di appoggia sul tavolo per entrare nel discorso.
“Dovresti chiamarla e chiederle di uscire!”
“Morgan…”
“Sabato sera! Potete andare alla sala da ballo, mangiate un boccone, state un po’ insieme…io posso tenere sua figlia B.B., lo sai che Ken adora giocare con lei.”
Quentin si alzò dal tavolo portandosi dietro il piatto vuoto.
“Ragazze! Sentite, io vi voglio bene! So bene che me ne volete anche voi, ma questa è una questione personale che devo gestire da solo, senza che ci sia qualcuno che mi stressa!”
Pose il piatto vuoto nel lavandino e si voltò a guardarle.
“Non me la sento di uscire con una donna, e poi, io e Beatrix siamo amici, e gli amici non vanno a ballare da soli, semmai, ci vanno in gruppo…”
Sorseggiò un po’ di caffè.
“Lo diceva anche il mio Stephen, ‘io e Viola siamo solo amici’ e guardaci ora, siamo belli che sposati da quasi 30 anni!”
In quel momento arriva Ken pronto con lo zaino, salta tra le braccia di Morgan che gli da un bacio sulla guancia.
“Ciao Ken. Fai il bravo a scuola.”
“Ciao ometto!”
“Forza Ken, prendiamo le giacche e andiamo.”
Ken prende per mano Viola e insieme si dirigono verso l’uscita.
“Ciao Viola, salutami Stephen!”
Morgan guarda suo padre.
“Se continui ad aspettare lei si ritroverà tra le braccia di un altro uomo, e rimpiangerai il fatto che quel uomo potevi essere tu!”
“Tesoro, uscirò con Beatrix quando anche tu uscirai con un ragazzo!”
Morgan butta gli occhi al cielo e mette il piatto nella lavastoviglie.
“Quentin…è un discorso diverso!”
“No, è lo stesso discorso.”
Morgan guarda l’orologio e prende il suo cappotto.
“Andiamo, è passato un sacco di tempo da quando ti sei lasciata con quel tizio…coso…non ricordo più nemmeno come si chiama da quanto tempo è passato.”
“Meglio! Ora devo andare ad aprire il negozio, ci vediamo più tardi.”
Morgan da un bacio a Quentin e si dirige verso la porta.
“D’accordo, ciao.”
Non appena esce di casa viene colpita da un vento gelido, si dirige al garage ed entra in macchina, per qualche istante ripensa a Friedrich, a quando stavano insieme, i loro momenti tristi e felici fino al momento della rottura, ma nello stesso tempo, senza volerlo, Morgan pensa ad un altro uomo di cui ha solo il ricordo e che non ha mai conosciuto.
Morgan smette di pensare e mette in moto l’auto dirigendosi verso il negozio di oggetti d’antiquariato di suo padre.
  
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