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Autore: Diana924    29/01/2014    1 recensioni
Il 1877 si è appena chiuso epr Elisabeth Norbert, detta Lizzie. Ha perso il suo dipendente John Carr, ha scoperto di essere innamorata dal giovane William von Strock, ignorando che costui è apssato per le mani di Liam, ed è nata la piccola Harriet.
Di ritorno a Londra, e al suo amato bordello maschile, Liz scopere di aver subito un furto e assieme a Liam indaga, desiderosa di punire il responsabile, mentre William e lady mary von Strock aspettano una sua risposta
[ Seguito di " lady Elisabeth e il caso della lettera ", è consigliata la lettura del suddetto e del precedente " lady Elisabeth e un caso complicato " per comprendere appieno la storia ]
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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Elisabeth Norbert si svegliò ben determinata quella mattina.

Aver cacciato Clarence si era rivelata la scelta migliore, sia per i suoi affari ché per la sua tranquillità, avrebbe dovuto scrivere a Freddie, o fare in modo che ricevesse sue notizie perché ignorava se il ragazzo sapesse leggere e scrivere.

Fergus doveva sicuramente saperlo, non Liam che era appena capace di vergare la sua firma, come tutti i proletari, ma Fergus era diverso, e anche la maggior parte degli esterni.

Suonò il campanello, quella mattina non aveva voglia di fare colazione nella sala da pranzo, meglio rimanere a letto si disse, era un comportamento pigro e svogliato e la pigrizia non era mai d’aiuto a persone come lei che gestivano un’attività, ma quella particolare mattina sentiva il bisogno di indulgervi.

<< Avete chiamato Mrs? >> chiese miss Fairfax aprendo la porta e dirigendosi verso al finestra e tirare le tende prima di aprila parzialmente per far uscire l’aria viziata. << Altrimenti non sareste qui Fairfax. Dite ai ragazzi che mi portino la colazione qui a letto, poi portatemi l’occorrente per scrivere e ordinate a Liam di raggiungermi >> ordinò mentre la ragazza annuiva e poi si precipitava fuori dalla stanza.

Sapeva bene che se miss Fairfax si fosse limitata a dire a Liam che lei voleva vederlo l’altro non sarebbe venuto, ma se si fosse trattato di un ordine allora sarebbe stato diverso: poteva darsi tutte le arie che voleva, ma lui restava sempre un suo dipendente. Lei era la padrona e lui il servo, che avesse avuto dei figli da lui era irrilevante, avrebbe potuto avere figli da ognuno dei suoi ragazzi se solo avesse voluto, ma aveva scelto Liam, tre volte.

<< Mi hai fatto chiamare? >> chiese Liam entrando senza bussare ed interrompendo le sue meditazioni. << Certamente, dovresti bussare, per decoro e buona educazione >> rispose lei mentre lui deponeva il vassoio della colazione sul suo letto. Proletari si ripeté mentre prendeva in mano la tazza ricolma di latte e caffè, ignoranti e irrispettosi nascevano e rimanevano, gli sforzi della sua classe per renderli migliori erano inutili.

<< Nessuno me le ha insegnate, tuo zio mi ha insegnato altre cose >> rispose lui confermando i suoi pensieri, ma non era il momento di perdersi in simili pensieri.

<< Devi fare in modo che Freddie sappia che può tornare quando vuole, alle stesse condizioni ovviamente, al resto penserò io >> replicò portando la tazza alla bocca. << Sicura che non hai bisogno di altro? >> chiese lui sfiorandole il braccio. << Sicurissima >> rispose prima che la porta si aprisse rivelando miss Fairfax che portava la carta da lettere.

<< Scusi Mrs, ecco quel che mi ah chiesto … scusi ancora >> disse la ragazza prima di appoggiare il materiale ai piedi del letto e fuggire via spaventata. << Come dicevo … ora ho da fare, ti chiamerò io, puoi andartene >> disse distratta, aveva questioni più urgenti di Liam e delle sue pretese.

Sentì la porta sbattere ma non se ne curò molto, doveva scrivere una lettera ai suoi figli per spiegare loro che si sarebbe sposata, una a Gwen contenente la stessa notizia ben sapendo che l’irlandese non avrebbe apprezzato, come Liam, i due fratelli non avrebbero apprezzato la sua decisione di coniugarsi, ma era disposta a metterli di fronte al fatto compiuto se fosse stato necessario. E se lei li conosceva bene sarebbe stato necessario.

L’ultima lettera, la più importante e allo stesso tempo la più difficile, era per Mary von Strock, la madre di William. Doveva farle capire che accettava di sposare suo figlio ma che aveva delle condizioni, non era una resa, solo una momentanea pausa.

Vergò le parole servendosi della stilografica nera e sperando che Mrs von Strock non si facesse troppe domande, ma era impossibile, a meno che William non le avesse confessato tutto, in tal caso lei era perduta.

Senza attendere oltre iniziò a vestirsi, scegliendo per l’occasione un abito bianco e viola, era opportuno portare la lettera a Mary von Strock in persona, vi era la pur remota possibilità che William la intercettasse, e lei non poteva permetterselo.

   
 
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