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Autore: Goran the Ancient    29/01/2014    1 recensioni
C'era una volta, in un regno lontano, una fattucchiera colma d'ira e desiderio di vendetta... e tutto ciò che sapevamo su questa fiaba sarebbe stato stravolto!
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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La Bella Addormentata nel Bosco e tutti i relativi personaggi appartengono alla Disney

Capitolo 1 – Flashforward

 
In una candida notte di luna piena, le nubi s’addensano e una colonna di fumo si unisce ad esse, celando il meraviglioso spettacolo del panorama notturno.
Grilli e cicale vorrebbero cantare, ma i loro richiami sono coperti dal clangore delle armi, le voci della battaglia e le urla di panico e dolore; il meraviglioso pavimento piastrellato in marmo bianco è ora rosso di sangue e coperto di corpi… mentre gli ultimi soldati si battono, la sconfitta viene annunciata da ruggiti e imprecazioni.
Persino col frastuono delle picche e dei pugnali degli orchetti che penetrano la pelle, degli artigli delle driadi che affondano nella carne e dei rovi che stritolano la pietra, Stefano e Regina possono udire la ritmica cadenza dei passi che si fanno prossimi a loro; le grandi porte si spalancano e, oltre esse, i corpi di re Umberto e del principe Filippo cadono, morti… ai due regnanti si gela il sangue nelle vene nel vedere il lungo manto viola e nero, il capo cornuto e il lungo scettro dalla brillante pietra nera in cima.
“N-non puoi essere tu…” sussurra il re.
“N-noi… non è possibile! Noi credevamo che tu-“
“Lo so bene, ciò che credevate, stolti!” tuona l’intrusa, interrompendo la regina “E sbagliavate; come potete vedere, ora sono qui! Che riunione toccante, non credete anche voi?”
Mentre i due la fissano, in un misto d’incredulità e terrore, un corvo entra da una finestra e si va a posare sulla spalla di lei.
“Oh! Diletto! Se tu sei qui, deduco che lei non possa essere lontana, vero? Credi che io debba aspettare, così che lei possa assistere?”
L’unica risposta che riceve è il lento allargarsi di un tetro sorriso sul becco del volatile.
“Hai ragione, sarà più che felice anche solo di constatarne il risultato!”
Mentre l’incantatrice solleva la staffa, Regina, disperata, chiede “Ma perché? Noi credevamo che fossi morta!”
“E così sarebbe stato, se fosse stato per voi!”
“Ma noi…” intercetta Stefano “Avevamo fatto di tutto per…”
“Per rendere vere le sue parole! Mi avete allontanata e avete finto che non esistessi! Come potevate pensare che tutto ciò mi potesse salvare? E salvare da cosa, poi? Da qualcuno che, in poco tempo, mi ha dato molto più amore di quanto chiunque abbia mai fatto! E ora, sarà mio onore e privilegio compiere la sua volontà!”
Mentre la perla nera s’illumina di verdi fiamme, la donna cerca di correrle incontro… solo per essere trapassata da un lampo di caustiche vampate smeraldine.
“NOOOOO!”
Stefano urla e corre a soccorrere il corpo dell’amata, ormai privo della stilla vitale.
“Perché? Perché l’hai fatto? Noi abbiamo sacrificato noi stessi per…”
“Ora basta menzogne, re Stefano!” le parole fuoriescono dalle rosse e piene labbra come se stesse sputando veleno “Non tollererò oltre le bugie con le quali nascondete la vostra colpa! E siate grato! Mia madre vi riserverebbe un fato ben più terribile!”
Prima che l’uomo possa controbattere, un secondo dardo saetta nell’aria e gli carbonizza, letteralmente, il cuore… sono morti… sono morti entrambi… sono morti loro e tutti coloro che li sostenevano… la vendetta è quasi compiuta!
Arriveranno… questo lo sa per certo.
Come atto di sdegno e disprezzo, fa scaturire dalle dita una serie di folgori che colpiscono lo spazio circostante i cadaveri; dai solchi fumanti, ben presto, erompono neri rovi irti d’aculei simili ad aghi e lunghi quanto un dito, che inglobano i corpi e si uniscono, formando un tetro albero come mai se ne son visti e mai se ne vedranno: sembra un salice piangente dalla corteccia d’ebano e dalle sferze puntute… nel suo tronco, ora essi stessi coperti di nera cellulosa, fanno capolino le sagome piangenti di Regina e Stefano… un eterno memento della loro stoltezza.
Sorride, compiaciuta, nel constatare il suo operato, si siede sul trono della regnante e attende coloro che, indubbiamente, verranno.
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Un suono delicato, come di campanelle al vento, e tre tenui bagliori, segnalano l’arrivo delle sue ospiti.
“Santi numi, no!” strilla la prima fata, Fauna, nel vedere il terribile panorama di quella che fu la sala del trono.
“È impossibile!” sussurra Flora, osservando i volti addolorati dei passati regnanti dalla loro bara arboricola.
“Come hai potuto? Noi abbiamo dato tutto per te!” urla, furibonda, Serenella, sopra il cadavere di Filippo.
Una risata cristallina rimbomba nelle sale, presto incontrata, all’esterno, dalle urla di trionfo di creature abbiette e coperte di sangue e visceri altrui.
“È davvero comico! È questo che significa sentirsi soddisfatti? È questo quel senso di pace e calore che sento in me? I miei nemici sterminati, i loro volti usati come eterno monito a ciò che significa affrontarci e i miei unici avversari rimasti non sono nulla più che tre pasciute fatine inutili in battaglia… è questo il delizioso e inebriante sapore della vittoria? Non esiste vino o portata che possa eguagliarlo!”
“Perché? Perché l’hai fatto? Loro erano-“ Flora cerca di affrontarla a parole, ma viene rapidamente intercettata.
“Erano bugiardi, irresponsabili e sciocchi! Suvvia… tua figlia è in pericolo e tu la nascondi in un bosco, in mezzo a chissà quali belve, in una casetta fatiscente con tre vecchie pazze che non sanno nemmeno badare a se stesse? Tanto valeva avvolgerla in corde, legarla a un masso e buttarla nell’oceano, pregando che non anneghi!”
“Loro lo hanno fatto per te! Perché quella ma-“ Serenella controbatte, riuscendo solo ad alimentare la furia della maga.
“NON AZZARDARTI A INSULTARLA, PATETICA PARODIA DI UN INSETTO! LEI HA FATTO DI ME CIÓ CHE SONO ED È SICURAMENTE MOLTO DI PIÙ DI QUANTO VOI POTESTE MAI SOGNARE DI FARE! NON OSARE INSULTARE MIA MADRE!”
“Tua madre? Si… lei ha fatto di te ciò che sei… una povera folle! Non capisci? Quella non è tua madre? Tua madre è colei che-“
Fauna viene interrotta “Colei che mi ha abbandonato a voi? Davvero un ottimo esempio di amore materno! Ora, se abbiamo finito con i convenevoli, vorrei andare oltre questa sterile chiacchierata e passare al dunque…” le sue nocche si fanno bianche mentre le dita stringono con decisione il suo scettro “Volete cercare di fermarmi coi fatti o di annoiarmi a morte con le chiacchiere?”
Tre dardi di magia multicolore sono la risposta che attendeva; li intercetta con una folgore e passa al contrattacco con una sfera di fiamme… era una vita che aspettava questo momento!
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Come una torre d’ebano, l’incantatrice si staglia sulle tre stremate fate madrine; nemmeno lei è uscita indenne dallo scontro, ma vivrà!
“Come volevasi dimostrare, se davvero la giustizia porta alla vittoria chi la persegue, mi pare ovvio che sia io quella nel giusto!”
Serenella sputa sangue e la guarda con astio “No… questa è l’eccezione che conferma la regola… hai scelto la via del male e, per ora, hai vinto… ma verrà il giorno in cui qualcuno ti sconfiggerà e…” il piede della trionfatrice pone fine alla sua vita, schiacciandola.
“Hai sempre parlato troppo… ora la smetterai di ronzare, insopportabile tafano!”
“N-noi abbiamo sempre cercato di non farti mancare nulla… perché ci fai questo?” chiede Flora, mentre sente la testa farsi leggera.
“Perché ciò che davvero non mi avete mai fatto mancare sono le menzogne, insulsa creatura… e questo, a mio dire è un insulto senza pari!” con un altro rapido pestone, la seconda fata si spegne.
“S-so che hai già deciso d’uccidere anche me ma… vorrei solo che tu sapessi che gli anni trascorsi con te sono stati i migliori della mia vita e, sono certa… anche della loro… ti abbiamo sempre amata!” con malinconia, Fauna volge lo sguardo ai resti delle sue eterne amiche e aspetta la sua sentenza.
“Fauna… piccola, immacolata Fauna…” le dita della donna accarezzano i capelli della fatina in fin di vita… “Così innocente da credere alle sue stesse menzogne… non temere… per te ci sarà un finale diverso!”
La verde e corrotta magia della strega fa il suo corso nel corpo della sua vittima, alterandola e trasformandola profondamente in un piccolo aracnide.
“Sai… voglio bene a Diletto… ma lui è il famiglio di mia madre! Da adesso in poi, tu sarai il mio!”
Il ragno che era Fauna si arrampica sulla mano di colei che fu la sua protetta e si va ad accovacciare sulla sua spalla… solo in quel momento, dall’ombra alle spalle del trono, si manifesta una nuova figura, avvolta ella stessa da una lunga veste nera e viola e dal capo cornuto… se non fosse per la sua carnagione verde, potrebbe essere facilmente scambiata con colei che ha portato la morte nel castello; il corvo si posa sulla cima del suo scettro.
“Hai fatto davvero un ottimo lavoro, figlia mia! Sono fiera di te!”
Non curandosi delle ferite ricevute nello scontro con le tre madrine, l’incantatrice corre dalla nuova arrivata e si lancia fra le sue braccia, cullandosi nel calore della donna più alta di lei.
“Madre! Hai visto? Ce l’ho fatta! Tutto questo è per te, lo sai? Ti piace? È il mio regalo di compleanno per te!”
La sovrana di tutti i mali accarezza il capo della giovane, giocherellando, divertita, con quel ribelle ciuffo d’oro che proprio si rifiuta di starsene sotto al copricapo che lei stessa le ha fatto confezionare perché assomigliasse alla sua figura.
“È meraviglioso, piccola mia… mi hai fatto i regali migliori che una madre potesse mai desiderare…”
“Regali? Io credevo d’avertene fatto solo uno!” questiona, incerta, la bionda.
“Oh, no, piccina… la vendetta è il regalo di cui sei conscia…” Malefica sorride, nel vedere lo sguardo confuso della ragazza “Ma l’altro è ancora più dolce: un futuro con te, figlia mia… mia piccola Aurora…”
  
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