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Autore: XFanny GirlX    31/01/2014    1 recensioni
Quando si inizia a raccontare una storia non si sa mai qual è il modo migliore per iniziarla. Le parole giuste sono sempre le più difficili da trovare quando ne abbiamo bisogno.
C'era una volta...
Troppo fiabesco, e io non sto per raccontare una fiaba, anche se sembrerebbe così. Sto per raccontare la storia di una sognatrice patentata. Sì, una di quelle che non pensano altro che al loro più grande sogno, quello per cui farebbero di tutto, quello che si sogna ad occhi aperti e chiusi, quello per cui brillano gli occhi quando se ne parla. Quello, insomma, il sogno.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta:
cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente,
dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
 I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Charles Baudelaire





Quando si inizia a raccontare una storia non si sa mai qual è il modo migliore per iniziarla. Le parole giuste sono sempre le più difficili da trovare quando ne abbiamo bisogno.
C'era una volta...
T
roppo fiabesco, e io non sto per raccontare una fiaba, anche se sembrerebbe così. Sto per raccontare la storia di una sognatrice patentata. Sì, una di quelle che non pensano altro che al loro più grande sogno, quello per cui farebbero di tutto, quello che si sogna ad occhi aperti e chiusi, quello per cui brillano gli occhi quando se ne parla. Quello, insomma, il sogno.
Io racconterò del sogno di Elisabetta Ferraris, conosciuta come la "ricca" nella piccola Colorno. Figlia di uno dei più grandi imprenditori della provincia, regione e azzarderei anche penisola. Diciamo che i soldi sono il suo ultimo problema. La sua casa è un grande villa che si affaccia nell'immediata periferia del paese, ammirata da tutti, invidiata da tutti. La padrona di casa, sua madre, la signora Antonia Rinaldi, è una delle donne più belle che gli abitanti di Colorno abbiano mai visto, con il tocco di eleganza che probabilmente proviene dal suo sangue legittimamente blu. Antonia e Francesco sono entrambi sulla quarantina e oltre a Elisabetta crescono un altro figlio, Marco, più grande di lei, quello che tutti considerano il motivo del loro "matrimonio riparatore".
Elisabetta si trova al principio di una nuova esperienza, il suo primo giorno di scuola media. Entusiasta, come lo è ogni volta che inizia qualcosa di nuovo, è una ragazzina intraprendente e ama le sfide. Allo stesso tempo però è timorosa. Per colpa del suo rango non ha mai avuto molti amici, e quei pochi che ha non li ha mai frequentati davvero, erano perlopiù compagni di classe con cui passava il tempo libero a scuola. Ma è positiva ed è convinta che, ora che sta crescendo, che non dovrà più nascondersi dietro l'insopportabile grembiule blu, sarà meno timida, meno chiusa nei suoi pensieri e piuttosto aperta per condividerli con gli altri.
Questo è quello che pensa mentre è davanti allo specchio della sua camera a pettinare i suoi capelli lunghi. Guarda intensamente i suoi occhi celesti, come se da loro stia cercando una conferma, la conferma che ce la farà.
Per quanto riguarda la sua immagine si può ben affermare che è una delle bambine più graziose che si possano conoscere: il suo viso è esile, a  punta, altezza normale per la sua età; i suoi capelli, lunghi e lisci, sembrano seta grazie alle cure tempestive della madre, il colore castano scuro è arricchito da sfumature che vanno dal biondo al ramato. La sua carnagione è molto chiara, un bianco candido, spezzato solo dal leggero rossore che si espande sulle guance, un'accoppiata perfetta con il colore limpido dei suoi occhi. Questa mattina ha indossato i suoi vestiti preferiti.
Quando sua madre le ricorda che è ora di andare, lascia la spazzola e prima di staccare gli occhi dallo specchio si lancia un'ultima intensa occhiata, prima di abbandonarsi alla nuova grande esperienza.

Elisabetta è stata la prima ad entrare in classe. La guarda in ogni angolo prima di scegliere un poso per sedersi. La stanza non è molto grande, i banchi sono celeste chiaro e la maggior parte di loro sono segnati dagli studenti che prima di lei sono stati lì. Alla fine decide di sedersi vicino alla finestra, da cui entrano i raggi del sole piacevole di fine estate. Attende l'arrivo degli altri studenti trepidante, si chiede chi saranno, come saranno, se li conosce, se tra uno di loro ci sarà quella che diventerà la sua amica del cuore o, perché no, il suo ragazzo. Qualche gruppetto di ragazzi inizia ad entrare in classe, lei li guarda ed è come "ciao, vieni a sederti vicino a me?", ma finora nessuno l'ha fatto, a volte saluta qualcuno che ha passato gli ultimi cinque anni nella sua classe alle elementari, ma nessuno tanto solo da sedersi vicino a lei, e così la sedia accanto a lei resta vuota. E' abbattuta quando l'insegnante entra e chiude la porta. Si presenta: il suo nome è Angela Miceli ed l'insegnante di storia, italiano e geografia, praticamente avrebbe visto lei più di qualsiasi altro. La professoressa chiede ai ragazzi di prendere un foglio bianco e una penna, scrivere la data e fare una breve descrizione di loro stessi e raccontare la loro estate. Queste sono le cose che Elisabetta preferisce più di tutte, grazie ai bei voti dei piccoli e insignificanti temi che le facevano svolgere durante l'ultimo anno di elementari, ha sviluppato un senso di pace quando le capita di scrivere qualcosa, infatti non manca giorno in cui racconta qualcosa al suo diario.
Elisabetta prende il foglio e la prima cosa che scrive è10 settembre 1999, la data. Pensa un attimo a quello che deve scrivere ma inizia subito.

Il mio nome è Elisabetta Ferraris e tra un paio di settimane compirò undici anni. Come tutti sanno in questa classe, e probabilmente anche l'insegnante che leggerà queste righe, la mia casa è la più grande del paese e di conseguenza tutti sanno chi sono i miei genitori.
Sono una ragazza normale, emozionata per il mio primo giorno di scuola media, emozionata perché oggi mi sento più grande rispetto agli altri giorni. Sono una ragazza timida e di conseguenza non ho molti amici, ma non mi arrendo.
La mia estate è stata la più bella di tutte: ho passato i miei tre mesi di libertà a girare l'Europa. Sono stata a Londra, Barcellona, Parigi, Berlino e tutti gli altri posti bellissimi. Ho guardato il Big Ben insieme a mia madre e la Torre Eiffel con mio padre.
Non è vero, sono una bugiarda. Questo in realtà è quello che ho sognato per tutta l'estate nel giardino di casa mia, mentre mio padre era impegnato per portarmi in giro per il mondo. Ma sognare non costa nulla,e il mio sogno è questo.


Mette un punto a quella che considera la sua condanna a morte in quella classe e lo consegna alla professoressa. Non avrebbe mai pensato di svelare il suo sogno a qualcuno che non conosce.
Ha iniziato a sognare viaggi quando un giorno sua madre le ha mostrato tutte le foto che lei e suo padre hanno scattato in giro per il mondo prima che si sposassero, le ha mostrato le foto scattate ai monumenti più belli del mondo e le ha raccontato di tutte le belle esperienze fatte e le cose che ha imparato grazie alle altre culture. Questo, succedeva poco prima della fine della quinta elementare. Elisabetta, dotata di un'intelligenza brillante e di una spiccata curiosità, ha iniziato a frugare tra i volumi della biblioteca di casa sua e ha trovato molti libri che parlavano di viaggi e di culture diverse da quella in cui si trova lei, rimase così ammaliata dalla storia e dalla bellezza delle immagini che vedeva che da quel giorno iniziò ad allargare gli orizzonti, a vedersi un giorno in una di quelle città, a parlare una lingua diversa, a conoscere ogni giorno qualcuno. Da quel momento sogna tutte le notti di poter volare per spostarsi da una città all'altra, sogna di essere ogni giorno in una diversa città del modo. Il suo unico problema è che è troppo piccola e non può viaggiare da sola. Sicuramente non sarebbe un problema per la sua famiglia viaggiare, erano ricchi abbastanza da poter girare tutto il mondo, ma suo padre è sempre troppo impegnato con il suo lavoro, sempre in giro per l'Italia per i vari affari, sua madre ha già visitato molti posti, ma senza suo marito non andrebbe da nessuna parte. Quindi per il momento Elisabetta è incastrata a Colorno, quella piccola e desolata città, i cui abitati non risparmiavano giudizi.
Ma Elisabetta sa cosa vuole e sa che da grande visiterà tutte le città che sogna tutti i giorni.

Ho voluto iniziare una storia, era da tanto tempo che non scrivevo e mi sono sentita molto felice nel farlo. Ho già scritto altre storie ma questa è diversa dalle altre, è un'originale prima di tutto ed è stata ispirata da una mia carissima amica che ogni volta mi parla del suo grande sogno, viaggiare. Quindi ci tengo molto.
La fa fiction l'ho strutturata in parti: la prima parte riguarderà gli anni della scuola, crescerà e maturerà il suo sogno; la seconda parte parlerà dei suoi primi viaggi in Europa, la terza i viaggi fuori dal continente e poi deciderò se aggiungere qualcosa altro. Scriverò molte delle mie esperienze di viaggio e spero di affrontare bei temi :) Il titolo è ispirato al sogno in sè e per sè, e visto che come detto, lei sogna di viaggiare sia quando ha gli occhi aperti che chiusi, è riferito al sogno, non so se mi sono spiegata xD
  
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