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Autore: manumali79    31/01/2014    1 recensioni
tic… tiC .. TIC..
Nero. Tutto nero. Non altro, tranne una soffusa luce bluastra che delineava lentamente i contorni degli oggetti nella stanza, mentre i suoi occhi si abituavano a quel mondo tetro. si mise seduto sul letto a contemplare la veglia.
Poi mentre sognava vide che I prati si tinsero di rosso e si congelarono. Riportandolo così alla dura realtà.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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tic… tiC .. TIC..
Nero. Tutto nero. Non altro, tranne una soffusa luce bluastra che delineava lentamente i contorni degli oggetti nella stanza,  mentre i suoi occhi si abituavano a quel mondo tetro.
Si tirò a sedere sul letto ,appoggiando la nuca contro il freddo muro della camera da letto. Tutta la stanza era ricoperta da una piccola coltre di gelo che rendeva alquanto fuori luogo il sudore che gli imperlava la fronte.
Si asciugò il volto con il soffice piumino , il quale fino a pochi secondi prima lo proteggeva dalla visione che ora lo incupiva.
Guardò l’ora dal cellulare di nuova generazione che, come una torcia, illuminò la stanza per poi farla risprofondare nell’abisso nero-bluastro.
Si alzò, infilandosi le morbide ciabatte che si insinuarono fra i suoi piedi e la lastra ghiacciata che era il pavimento di marmo nei mesi invernali.
Arrivò in bagno, senza
fortunatamente”,
 urtare contro alcun chè evitando di svegliare la sua dormiente ragazza Emy. Sedette, per evitare di sporcarsi il pigiama quando sentì un gemito smorzato venire dalla stanza. Come se Emy stesse sognando;
“Starà sicuramente sognando, magari qualcosa di caldo e soleggiato. Proprio come qui.”
Tic…
Un suono così fievole che squarciò quella bolgia di silenzio che circondava il bagno. Non c’era altro al di fuori di quella stanza. Solo l’oscurità che si tramutava ed accoglieva tutte le forme più terrificanti di questa terra.
Sentì il cuore bussare alla porta delle tempie provocandogli un senso di disorientamento momentaneo.
Si alzò talmente in fretta che vide il cielo stellato per qualche secondo. Qualche interminabile secondo che non gli permetteva di scrutare i mostri che aleggiavano al di fuori della porta.
Silenzio.
Solo quel famigliare silenzio che lo inquietava come quando era piccolo. Si sciacquò la faccia con acqua fredda che gli penetrò nella pelle addormentata come piccoli aghi. Mentre si passava l’asciugamano sulla faccia
tiC…
Emise un tremolante e strizzato gemito appena percettibile. Quel suono gli ricordò il sogno che stava facendo due minuti prima..
{“camminava, anzi correva, su una strada sterrata di campagna mentre una nuvola nera oscurava tutto il cielo dietro a lui gettando lingue di fuoco oscuro e gelido davanti al suo corso formando altre sorgenti di paura. Ansimava e aveva il cuore che pompava il sangue pulsante in ogni singolo capillare del suo corpo.
Era stanco e l’oscurità l’aveva quasi raggiunto, aveva già iniziato a restringergli la visuale sull’orizzonte. La sentì scorrere fra le gambe, vicino alle mani e ai peli delle braccia sorpassandolo quando…}
Non ricordava.
Magari si era svegliato. Magari aveva aperto gli occhi proprio quando si sentì chiuso in trappola, proprio come ora.
Uscì dal bagno, facendo capo al suo coraggio evitò di fare uno scatto, che gli avrebbe permesso di sfuggire alla nebbia oscura.
"Ma non c’era nessuna nebbia oscura, Cazzo!"
Si sdraiò a letto chiudendo gli occhi e immaginandosi prati verdi, soleggiati, caldi, proprio come stava facendo, forse, Emy.
TIC!
I prati si tinsero di rosso e si congelarono. Venne preso e infilzato nello stomaco sentendo la lama seghettata che lacerava ogni singolo tessuto organico. E vedendo una maschera  rossa sangue con i lineamenti confusi.
Ora si ricordava come finiva il sogno.
Urlò   “Emy!”… TIC… “ Emy”… TIC
Accese la luce preso da un impeto di terrore che li percorse la schiena insaccandosi nella nuca. Ma Emy era lì, sdraiata di lato com’era solita.
“Magari ho solo immaginato di urlare” gli balenò in testa.
Si avvicino per baciarla sulla guancia quando la notò immersa in una pozza di sangue.
“Morta!”
 “Morta!”  Si girò urlando finche non la vide.
La faccia del suo sogno, rossa come la pozza di sangue.
Sentì la lama affondare nella gola lacerando i tessuti cutanei e strappando, una alla volta, ogni arteria e vena presente nel sotto-mandibola. Si accasciò sul materasso avvicinandosi un poco al corpo inerme dell’amata cercando di tamponarsi la ferita con la mano e le lenzuola. Il sangue fuggiasco che tinse il materasso, gli riportò alla mente le immagini dei suoi sogni e, mentre le tenebre lo raggiungevano definitivamente, esalava l’ultimo, debole e pesante respiro. 
  
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