La storia è ambientata in un Universo Parallelo, dove il loro incubo di avere a che fare con la Compagnia, è solo un brutto ricordo e niente più.
I due parlano con leggerezza di quello che è stato, e di quello che forse sarà.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Michael Scofield, Sara Tancredi | Coppie: Michael/Sara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
A/N: Ciao a
tutti! Ancora una volta, eccomi qui con una storia dedicata alla mia
coppia preferita, Michael e Sara. Bene, questa volta la
storia è ambientata in un Universo Parallelo dove il loro
incubo di avere a che fare con la Compagnia, è solo un
brutto ricordo e niente più. E' una fic molto leggera,
concentrata più che altro sulla loro relazione, piuttosto
che sui ricordi... Beh, non so se mi sono spiegata bene... eheheh. Comunque sia... Spero
questo ipotetico AU piaccia a voi quanto piace a me!
Ultima cosa... so che vi ho abituato a storie lunghe (per non dire
chilometriche), ma questa è molto più corta
rispetto a tutte le altre storie che ho pubblicato.
“Allora, ti piace qui?” Le chiese, sedendosi nella
sedia di fronte a lei, dall’altra parte del tavolino in legno.
Lei spostò lentamente lo sguardo dall’Oceano di
fronte a lei, a lui. “A dire il vero no.” Rispose
seria alzando un sopracciglio. “Lo adoro!” Sorrise
aggiungendo velocemente, in tempo per cancellare
l’espressione confusa che stava per farsi definitivamente
spazio nel viso di Michael. La stessa espressione che Sara si era
abituata a vedergli addosso ogni volta qualcosa lo preoccupava.
“Bene, sono contento di sentirtelo dire.” Sorrise.
“Quindi sei pronta a lasciarti alle spalle tutta
l’azione degli ultimi tre mesi ed iniziare a vivere una vita
nuova, normale e noiosa?” Scherzò, con un
sorrisetto furbo sulle labbra.
“A dire il vero credo che proprio che mi
mancherà.” Disse tornando seria.
“Cosa?” Chiese sorpreso dalle parole appena uscite
dalla sua bocca. “E cosa ti mancherà esattamente,
attraversare le pene dell’inferno per salvare la vita a
qualcuno?” Chiese curioso.
“Beh, ammetto che è una delle cose che mi
è piaciuta di più.” Spiegò,
scrollando le spalle come se stesse parlando della cosa più
normale e scontata del mondo. “E poi, mettere a repentaglio
la mia vita per quel ragazzo mi ha fatta davvero sentire
viva.” Aggiunse, fissando nuovamente l’Oceano, di
modo che potesse nascondere agli occhi di Michael il sorriso che aveva
sulle labbra. “Sai di chi parlo, vero?” Le chiese
retorica, girandosi nuovamente a guardarlo quando non senti nessun
commento da parte sua. “Quel tipo alto, con i capelli
cortissimi e scuri e quei bellissimi e profondi occhi blu…
Mi chiedo dove sia ora…” Spiegò con
occhi sognanti cercando di stuzzicarlo, prima di tornare a fissare
nuovamente l’Oceano, e permettendo finalmente al suo sorriso
di riempirle le labbra.
“Oh, quel tipo!” Esclamò Michael, stando
al suo gioco. “Credo sia tornato a Chicago.“
Aggiunse sorridendo.
“Sul serio?” Chiese dispiaciuta, girandosi
nuovamente a guardarlo. “Cavolo, è un vero
peccato.” Disse fintamente seccata, dandosi uno schiaffetto
sulla coscia. “Mi chiedo se Linc abbia il suo
numero!” Si alzò improvvisamente, diretta verso la
cucina dove pensava si trovasse Lincoln. Ma avrebbe dovuto saperlo
oramai, Michael pensa e agisce velocemente quando vuole qualcosa, e
questo era uno di quei casi. Questa volta quello che voleva, era lei.
Non appena gli passò a fianco, la aggrappò
dolcemente per un braccio e la tirò a sé,
costringendola a sedere sulle sue gambe.
“Potrei darti io quel numero.” Le
sussurrò con un tono di voce profondo, i loro visi a qualche
centimetro di distanza.
“Chissà perché, ma ho la sensazione che
tu stia per ricattarmi.” Gli fece notare con un tono di voce
sensuale, mentre poggiava gentilmente entrambe le mani sulle spalle di
Michael.
“Beh, a dire il vero, sento un po’ di dolore
proprio qui.” Disse toccandosi la spalla destra, dopo averne
approfittato per sfiorare la mano di Sara che stava sulla sua spalla.
“Ah si? E quindi?” Chiese, pretendendo di non aver
capito quello che le stava chiedendo.
“Beh, diciamo che un massaggio sarebbe molto utile per
calmare il dolore, in più ti farebbe avere quel numero che
volevi tanto.” Le spiegò, mentre sorrideva
maliziosamente.
“Mi dispiace Michael, ma in questo momento non ho proprio
intenzione di fare la dottoressa.” Disse cercando di sembrare
imbronciata, ma tradendosi accarezzandogli gentilmente il viso.
“Penso la tua spalla dovrà…”
“Che fine ha fatto la ragazza che voleva sempre aiutare gli
altri?” Chiese serio interrompendola e diminuendo, quasi a
zero, la già poca distanza tra i loro visi.
“Quella stessa ragazza che ha passato gli ultimi tre mesi a
scappare insieme a me…” Continuò,
assaporando ogni centimetro di pelle del suo collo ad ogni parola che
pronunciava.
“Oh, ti riferisci a quella ragazza! Penso sia tornata anche
lei a Chicago.” Gli disse, allontanandosi leggermente da lui,
cosicché potesse vedere il suo sorriso malizioso. Entrambi
risero per la sua battuta, finché le risate sfumarono
lentamente e si ritrovarono in silenzio, rapiti l’uno dallo
sguardo dell’altro.
“Scofield, sbaglio o quello che vedo nei tuoi occhi
è lussuria?” Gli chiese, sempre con quello strano
sorriso malizioso che a Michael faceva girare la testa.
“Non so, tu che dici?” Le chiese, prima di
catturare le sue labbra con le sue e lasciarsi andare ad un lungo e
profondo bacio.
“Lussuria, senza ombra di dubbio!” Annuì
sorridendo. “Sei veramente sicuro di essere pronto a
lasciarti alle spalle tutto quello che è successo negli
ultimi tre mesi?” Gli chiese, mentre Michael le metteva
dolcemente qualche ciocca di capelli dietro le orecchie.
“Si.” Annuì arricciando il naso come
piaceva tanto a lei. “Entrambi possiamo dire di aver vissuto
per tre mesi all’Inferno.” Rispose, ricordando
velocemente gli ultimi tre mesi passati a scappare dalla Compagnia,
tutte le cose che avevano dovuto sacrificare per essere lì
in quel momento e tutte le persone innocenti che avevano perso la vita.
“Penso che entrambi meritiamo di scoprire, finalmente, come
si sta in Paradiso.” Disse, affascinato dal più
dolce e imbarazzato sorriso che le avesse mai visto fare. Le sorrise
per la
milionesima volta quel giorno, prima di assaggiare nuovamente il sapore
di fragola delle sue labbra.
A/N: Beh, a meno che non
abbiate saltato tutta la storia solo per leggere le note che di solito
metto alla fine della storia, mi fa pensare che abbiate
letto la storia. Vi avevo detto che era una storia molto
leggera, senza particolari argomenti pesanti. Solo loro due e le
battutine che adoro scrivere e vorrei sentir pronunciare da loro. Beh, come sempre
ringrazio chi ha letto e chi ha deciso di farmi sapere cosa ne pensa di
questa storia. Alla prossima, §Ily§