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Autore: Yuichan    01/02/2014    0 recensioni
Ciò che meno ti aspetti si presenta all'improvviso, quel sentimento che provi a reprimere per paura di essere nuovamente ferita viene comunque a galla e ormai non puoi più farci nulla...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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3. L'amore che non volevo

 

Per qualche istante si sentì mancare. Ren era li, al suo fianco, dormiva accanto a lei sotto le stesse coperte. Le sarebbe bastato spostare di qualche centimetro la mano per riuscire a toccarlo, ma rimase immobile, fissando quei lineamenti perfetti e le lunghe ciglia che, persino la modella più bella del mondo, avrebbe invidiato. Si sforzò di riportare alla mente cosa fosse accaduto, ricordava l'aggressione e la caduta dalle scale, il dolore e il non poter reagire, eppure ricordava anche la felicità provata quando Tsuruga-san era finalmente arrivato a salvarla. Poi per Kyoko c'era il solo il caos, fomentato dalla visione di quell'uomo al suo fianco. In un primo momento pensò di svegliarlo, chiedergli cosa fosse accaduto in realtà e farsi spiegare la situazione, ma quando sentì bussare alla porta e si accorse che Ren si stava svegliando, chiuse gli occhi serrandoli con forza e finse di dormire. Lo sentì muoversi sotto le coperte, la mano di lui la sfiorò facendola trasalire e pur di non gridare, Kyoko dovette fare appello a tutta la sua tenacia. Si accorse quando Ren abbandonò il letto e lo sentì camminare verso la porta, solo allora provò a socchiudere gli occhi per controllare la situazione. Lo vide che parlava con qualcuno, teneva la porta socchiusa come se non volesse far entrare nessuno.

- Me ne occupo io. Dovrebbe svegliarsi tra poco.-

- Se lei o Kyoko-sama aveste bisogno di qualcosa sono a disposizione, chiamatemi in qualsiasi momento. Tornerò tra poco con la colazione.-

- Ti ringrazio.- Ren era gentile, sorrideva e si comportava come al solito. Kyoko non riuscì davvero a capirci nulla e quando per distrazione, dimenticò di chiudere gli occhi, incontrò lo sguardo dell'uomo che la salutò con il sorriso più bello che lei avesse mai visto. - Buongiorno.- Si avvicinò al letto e si sedette a fianco a lei,spostandole i capelli dal viso con gentilezza. - Ti senti meglio?-

Kyoko ci mise qualche minuto a rispondere, perdendosi nel calore di quella mano così grande e gentile che l'accarezzava, proprio come era accaduto quella sera.

- Tsuruga-san, ecco io sono un po' confusa.- Si rese conto che parlare le recava parecchio disturbo, la gola e la bocca erano secche. Provò a chiedere dell'acqua e Ren prese un bicchiere dall'enorme comodino al lato del letto, la portò accanto alla bocca della ragazza e la fece bere. In quel momento Kyoko non riuscì proprio a capire se il benessere che stava provando fosse per l'acqua o per il fatto che Tsuruga Ren la toccava come se fosse la cosa più naturale del mondo.

- Ti spiegherò tutto dopo, ora dimmi, come ti senti?-

- Ho mal di schiena. Vorrei mettermi seduta e...- Si bloccò di colpo quando Ren le passò le braccia sotto le ascelle e la mise seduta come se fosse una bambola. Per quell'uomo doveva essere leggera come una piuma, doveva davvero sembrargli una bambina inerme. Sistemò il cuscino per farla stare comoda e sorrise di nuovo. - Grazie.-

- Sei silenziosa. Mi aspettavo una gran confusione da parte tua, credevo che ti saresti messa a gridare assumendo una di quelle tue facce assurde.-

- Il fatto è che non riesco a capire cosa sia accaduto. Mi sono svegliata, tu dormivi al mio fianco e sono rimasta sorpresa.-

- Non volevo lasciarti da sola. Perchè non mi hai detto che non c'era nessuno in casa?- Kyoko lo capì subito, i brividi lungo la schiena, il non riuscire a guardarlo negli occhi. Si sentiva in colpa perchè ora Ren era davvero arrabbiato con lei. Non c'era stato un reale motivo per non avergliene parlato, semplicemente per Kyoko non era strano rimanere da sola. Quando viveva ancora con Shotaro succedeva spesso e lui non si era mai preoccupato che lei si sentisse sola o abbandonata, era la normalità. - Ti rendi conto del pericolo che hai corso? Ti rendi conto di come mi senta io adesso?- fece una piccola pausa, abbassando lo sguardo. Qualcosa in lui era cambiato, non era più arrabbiato, ma qualcosa aveva preso il posto di quell'emozione e Kyoko non lo capiva. - E' stato per ciò che accaduto in auto? Hai avuto paura di me?-

Per Kyoko fu come essere schiaffeggiata, sentì il suo cuore sussultare e le lacrime riempirle gli occhi. Non era come le altre volte, come quando lo faceva arrabbiare o lui si indispettiva per qualcosa, lo aveva ferito. Si sentì inutile e sciocca, un verme che sarebbe stato meglio schiacciare il prima possibile. Doveva chiarire, doveva dire qualcosa per scusarsi, per far si che lui la guardasse di nuovo. Istintivamente allungò la mano andando a toccare quella di lui. La sfiorò timidamente, poi sempre più decisa. Le parole erano difficili da pronunciare, ma almeno con i gesti doveva farsi capire. Intrecciò le dita con quelle di Ren, proprio come era accaduto in auto, ripeté esattamente quello che lui aveva fatto e per il momento bastò a convincerlo a guardarla negli occhi. Kyoko stava per piangere, lo sentiva dal bruciore delle palpebre, ma si sforzò di non farlo, perchè se Ren avesse mal interpretato quelle lacrime, allora lei non sarebbe mai riuscita a scusarsi.

- Non ho mai avuto paura di te. Qualche volta mi hai sorpresa, come quando ti trasformi nel Re della Notte, ma mai spaventata. Il fatto è che non so come comportarmi quando lo diventi.-

- Re della notte?- ripeté l'epiteto con stupore. Come riuscisse quella ragazza a farlo rimanere basito, era un mistero per lui. Aveva davvero creduto di averla spaventata in qualche modo, ma ormai reprimere le sue emozioni e le sue pulsioni verso quella ragazza era davvero difficile. Persino in quel momento, sentendo semplicemente il tocco della sua mano, ogni parte del suo corpo fremeva chiedendo di più.

- Ti chiamo così quando assumi l'espressione da payboy. I tuoi occhi diventano sottili e luminosi e il tuo viso si accende di una luce affascinante. Io davvero non so come reagire in quei momenti, ma non ho mai avuto paura di te.-

- Allora perchè non mi hai detto che eri sola? Ti avrei fatto dormire da me e saremo partiti insieme.- Ren si sporse in avanti, avvicinandosi al viso di Kyoko e cercando con gli occhi una risposta che potesse aiutarlo a sentirsi meglio, ma la ragazza rimase in silenzio e quando le lacrime le solcarono il viso, d'istinto lui le asciugò toccandole le guance calde e morbide. Non riuscì a fermarsi e continuò ad accarezzarla, avvicinandosi sempre di più e percependo il profumo della pelle di lei.

- Ho rischiato di perderti. Ho fatto si che qualcuno osasse toccarti e farti del male. Non posso non darmi la colpa di ciò che è successo.-

- Non è così!- Kyoko scattò in avanti, presa dal momento e dalla voglia di spiegarsi e chiarirsi con lui, ma quel gesto fu troppo avventato e quando si rese conto che il suo viso, la sua bocca, erano vicine a quelle di Ren ne rimase completamente intrappolata. Non riuscì a dire più nulla, rimase semplicemente immobile, in attesa.

- Che cosa mi stai chiedendo Kyoko?- Ren lo sussurrò, accentuando però il nome di lei che sussultò dall'emozione. Tsuruga-san l'aveva chiamata per nome, la guardava con una passione così travolgente, che persino una ottusa come lei riusciva a percepire. Cosa gli stesse chiedendo, questo lei non lo sapeva, ma era certa che per nulla al mondo si sarebbe spostata da li.

Lo sentì vicino come mai era stato, percepì il respiro di Ren su di lei e i brividi la invasero, poi lui la toccò di nuovo, le prese il viso con le sue mani grandi e gentili e la portò ad avvicinarsi ancora di più. Kyoko sentì lo stomaco andare in subbuglio e il cuore battere così forte, come se volesse esplodere, quando le loro labbra si sfiorarono. Era dolce il gusto di quella bocca che mai si sarebbe sognata di toccare, non rude come quella di Shotaro, forse perchè questa volta era lei a volere quel contatto, a desiderare quella persona con tutta se stessa. Non doveva abbandonarsi a quel sentimento, la sua mente lo sapeva, ma il suo cuore non riusciva a resistere. Quando le labbra di Ren si posarono con più impeto sulle sue, quando si sentì schiudere la bocca dalla lingua morbida e delicata di lui e quando tutte le sue difese caddero, Kyoko si sentì imprigionata di nuovo in quel sentimento che tanto l'aveva ferita. Era così che ci si sentiva dopo il primo bacio? Era normale sentirsi completamente persi, in subbuglio e totalmente confusi? Stava baciando Ren Tsuruga, possedeva quelle labbra che tutte le donne del Giappone desideravano e Ren ricambiava in qualche modo. Quando Kyoko si aggrappò a lui lo sentì tremare. Quando si staccarono per un attimo Kyoko si sentì abbandonata, eppure non appena i loro occhi si incontrarono tutto ciò che lei vide fu un sentimento che era finalmente riuscito ad emergere. Negli occhi di Ren non c'era quel velo di soddisfazione che vide in Shotaro quel maledetto giorno in cui lui la baciò, ma qualcosa di estremamente dolce e vero.

- Hai il viso rosso.- La voce di Ren pizzicò l'orecchio di Kyoko che divenne rosso e caldo, costringendola ad allontanarsi un po' da lui e tapparsi entrambe le orecchie sperando che non prendessero fuoco. - Questo puoi considerarlo davvero il tuo vero primo bacio.-

Immobile come una statua di sale, riuscì solo a rimanere in silenzio anche quando lui si alzò per andare ad aprire la porta. Si mosse come se non fosse accaduto nulla, come se quello che era appena successo fosse la normalità. Ovviamente, pensò Kyoko, per uno come Tsuruga, un bacio era una cosa da niente, ma per una come lei cosa doveva rappresentare? Cosa doveva aspettarsi da quell'emozione così forte e conturbante che le chiudeva la bocca dello stomaco?

Ren fece entrare una giovane ragazza vestita da cameriera che trasportava un enorme vassoio pieno di vivande.

- Ho portato la colazione. Kyoko-sama sono lieta di vedervi sveglia.-

- Occupati di lei, io torno tra poco.- Ren lasciò la stanza come un fulmine e finalmente Kyoko riuscì a rilassarsi. Ciò che la cameriera vide fu una ragazza completamente sconvolta e rossa in viso, con gli occhi pieni di lacrime. Eppure non si stupì di quella visione, si avvicinò a lei spostando le lenzuola ed osservando le gambe della ragazza completamente fasciate. Kyoko non aveva ancora avuto modo di ripensare a cosa era accaduto, e ora vedere le sue gambe in quello stato la fece tornare alla normalità.

- Dovete andare in bagno? Oppure volete lavarvi?-

- Io non so, sono un po' confusa.-

La giovane si presentò con il nome di Yuki, le raccontò che era stata lei ad occuparsi di Kyoko nei due giorni che era rimasta incosciente.

- Ovviamente Tsuruga-sama non vi ha mai lasciato, ho dovuto solo fare tutte quelle cose che un uomo non può sbrigare, diciamo così. - Yuki spostò le gambe di Kyoko fuori dal letto, prese a sbottonarle la camicia da notte e la invitò a sfilarla, porgendone una pulita. Poi la invitò ad infilare anche una leggera vestaglia rosa, che Kyoko pensò essere di seta, per quanto il tessuto fosse delicato e morbido. Di certo non era sua, ma in quel momento, quando Yuki si avvicinò alla grande finestra oscurata dalle tende in broccato rosso e le aprì, ogni domanda svanì dalla testa della ragazza, che rimase completamente rapita dalla vista. Davanti a lei l'oceano più blu che potesse immaginare, un cielo limpido e splendente in cui vide volare uno stormo di gabbiani festanti. Poco lontano però scorse una scogliera e il verde dei prati quasi le accecò gli occhi. - Siamo sull'isola Amami Ōshima, in una delle ville del presidente Takarada. Non sapeva nulla vero?-

Kyoko si limitò a muovere la testa in segno negativo, non riusciva a staccare lo sguardo da quel paradiso che faticava a credere vero.

- Siamo ancora in Giappone vero?-

- Si.- Yuki rise, ma lo fece con eleganza e per qualche secondo Kyoko si trovò a pensare che fosse una ragazza davvero bella e raffinata. - Siamo a circa 300 km a nord dell'isola di Okinawa e 380 km a sud di Kyūshū, sotto la giurisdizione della Prefettura di Kagoshima. - Kyoko fece finta di aver capito, ma non era affatto così, per un secondo pensò di aver mostrato alla ragazza una faccia davvero stupida, ma non se ne curò. Yuki era gentile e questo le piaceva. Tornò da lei e prese a sistemarle i capelli, poi si avvicinò ad un enorme armadio, grande forse quanto la stanza di Kyoko al ristornate Duruyama, e tirò fuori una sedia a rotelle, che aprì e sistemò accanto al letto. - Il dottore ha detto che non ci sono lesioni gravi, ma credo sia meglio non sforzare troppo la caviglia. Per oggi almeno è meglio usare questa.- Aiutò Kyoko a scivolare sulla sedia e le sistemò una coperta sulle gambe, poi la guidò verso il tavolo e iniziò a sistemare tutto per la colazione. - Tsuruga-sama le è stato sempre vicino. Se posso permettermi non credevo che fosse il vostro fidanzato.-

- Ma non lo è!- Kyoko lo disse di getto, anche se dopo ciò che era accaduto tra loro, non poteva esserne così sicura. Yuki assunse un'espressione confusa e Kyoko se ne rese conto, la ragazza si portò una mano davanti alla bocca e arrossì. - Cosa te lo ha fatto credere?-

- Bhe ecco, non so cosa dire ora. Tsuruga-sama ha dormito sempre con voi, al vostro fianco e più di una volta l'ho visto...- Yuki si bloccò di colpo e non riuscì a continuare, quando incontrò lo sguardo severo e contrariato di Ren, fermo all'entrata. La cameriera si chiuse in se stessa, sorrise, ma fu una smorfia forzata dalle circostanze. Terminò di sistemare il tavolo e si congedò.

- Di cosa parlavate?- Sforzò tutto il suo essere, tutto se stesso a rimanere serio, ma non ci fu nulla da fare. Quando gli occhi di Kyoko divennero enormi e languidi, tanto da farle sembrare il viso rotondo come quello di un pallone, scoppiò a ridere. - Vuoi uscire per caso?- Kyoko mosse la testa velocemente in segno affermativo e della ragazza che poco prima lo aveva eccitato e convinto a dimostrarle i suoi sentimenti, non era rimasto nulla. Ora Ren aveva davanti una bambina che aveva una voglia pazza di uscire ed ammirare il paesaggio, ma in effetti anche quella parte infantile era qualcosa che lui amava. - Prima però mangiamo qualcosa.- ubbidiente iniziò a divorare tutto ciò che aveva davanti, rendendosi conto di essere davvero affamata, ma quando si accorse che Ren stava solo bevendo del caffè lo guardò di tralice. Spostò la sedia e si portò accanto all'uomo, prese una delle brioche, calde e fragranti e la spezzò.

- Mangia!- Lo disse con una voce tutt'altro che gentile, ma Ren non si mosse. Rimase ad osservarla serio e deciso, come se attendesse qualcosa. Così Kyoko si sporse in avanti, avvicinando il pezzo di brioche al viso dell'uomo, che sorrise. - Perchè fai così? Scommetto che non hai toccato cibo in questi due giorni!- L'espressione infantile, con le guance gonfie e rosse, di Kyoko lo fece cedere, le afferrò la mano con la brioche e si portò in avanti posandole un bacio veloce sulle labbra.

- Vederti dormire serena ha saziato la mia fame. Ora però non credo che mi basterà solo guardarti.- In quel momento Kyoko si rese conto di essere caduta nella trappola del Re della Notte.

 

   
 
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