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Autore: Suilejade    02/02/2014    1 recensioni
Vi è mai capitato di odiare tanto una persona ma finire con l'amarla?
L'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia, ed è facile oltrepassare il fragile confine che le divide.
"Errare è umano, perdonare è divino"
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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L'autrice:
il mio nome è Hieme, deriva dal latino e significa inverno.
Questa è la mia prima fanfiction, fatemi sapere cosa ne pensate ed eventuali correzioni e/o consigli.
Grazie e buona lettura (spero) ^-^.


Chi l’avrebbe mai detto, lei non ci avrebbe scommesso un centesimo.
Al solo pensarci il suo cuore accelerava i battiti e le guance le si arrossavano.
Odiare fino alla morte una persona per poi accorgersi di amarla.
Non se lo sarebbe mai aspettato.
Il suo sguardo era fisso sul soffitto di quella stanza ormai così familiare, si mosse lentamente sotto le lenzuola vellutate che al contatto con la sua pelle nuda la fecero rabbrividire.
L’armadio, le foto appese, amava tutto di quel posto.
Si soffermò a guardare la collana che pendeva dalla mensola sopra la scrivania.
Gliel’aveva regalata lei, un lucchetto con una catenina d’argento, per ricordargli che ora era suo, e che non l’avrebbe lasciato andare tanto facilmente.
 
Si spostò un ciuffo biondo che le si era posato sull’occhio destro e sentì il ragazzo steso di fianco a lei sospirare.
Si girò verso di lui e sorrise nell’oscurità della camera.
Se qualcuno un paio di mesi prima le avesse raccontato quello che le aspettava sarebbe scoppiata a ridere e avrebbe continuato fino alle lacrime.
Si avvicinò al suo amato e gli scompigliò teneramente i capelli, lui con uno sbadiglio aprì gli occhi e la fissò.
Quegli occhi, che fin dal primo istante l’avevano catturata.
Erano sempre stati la cryptonite della ragazza.
Lui, come un ragno, aveva aspettato la sua preda e, nel frattempo, aveva tessuto la sua tela.
Lei, ingenua farfalla, era stata attirata da quel filo lucente, color della luna, che si legò a lei, e la trascinò giù, sempre più giù, in quell’oscurità paurosa, di cui proprio lui divenne la luce.
 
Lui, quel ragazzo bellissimo disteso al suo fianco, che proprio in quel momento le stava sorridendo con quell’aria da cattivo ragazzo che la faceva impazzire.
Le si avvicinò e appoggiò le proprie labbra su quelle della ragazza, regalandole un bacio dolcissimo.
Sentiva i capelli di lui solleticarle la fronte, poi il naso e le labbra, mentre anche i baci scendevano, lungo il collo, tra i seni, sulla pancia, si soffermarono sull’ombelico, dove con la lingua giocherellò qualche secondo col piercing, per poi riprendere la sua discesa verso la meta così desiderata.
La raggiunse.
Lei gemette, e si lasciò cullare, ancora una volta, dal ragazzo che tanto amava.
 


Scusate la brevità del Prologo, i prossimi capitoli saranno molto più corposi.

-Hieme
   
 
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