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Autore: Geerard    04/02/2014    2 recensioni
-Fanculo.- pensò Frank e si decise a tornare verso casa. Guardò distrattamente l'orologio, non che gli importasse davvero di essere in orario, tanto i suoi erano già partiti. Con calma aveva iniziato a camminare, trovando un'altra pietra a cui dare il tormento fino al vialetto di casa dove si fermò per qualche istante a guardare casa di Gerard. Le luci erano accese, simbolo che comunque qualcuno a casa c'era, ma la luce della stanza di Gerard era spenta. Strano. Frank riprese a camminare ed arrivò casa. Frugò in tasca per qualche minuto, prima di estrarre le chiavi di casa e aprire la porta. C'era sempre un incredibile silenzio ogni volta che i suoi partivano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frank sospirò. Da tempo ormai, pareva che sapesse fare solo questo. Non gli riusciva più nemmeno di studiare, rischiando sempre più la possibile promozione al successivo anno di scuola.
Era tutta colpa di Gerard e Frank ne era pienamente consapevole. Da quando era entrato a far parte della sua vita, quella dannata meraviglia di ragazzo dalla pelle quasi anemica e gli occhi verdi luccicanti non aveva fatto altro che distrarlo. Era una creatura interessante, spesso bizzarra, e Frank se n’era reso conto parecchie volte.
Perche si, lo stava ad osservare più di quanto in realtà non dovesse, ma a Gerard la cosa non sembrava disturbarlo affatto.
La campanella suonò, rintoccando la fine delle lezioni. Se c’era una cosa che Frank adorava di quella scuola, di certo era la campanella di fine lezioni, quella che gli permetteva di tornare a casa, con Gerard. 
Sebbene l’ idea non gli dispiacesse affatto, Frank non abitava con Gerard, ma solamente a due case di distanza. Così, alla fine della scuola, i due ragazzi erano soliti camminare insieme, parlando del più e del meno o semplicemente di ciò che gli capitasse prima. E in ogni conversazione c’era un particolare che Frank aggiungeva alla già dettagliata lista che aveva su Gerard, una lista divisa in due colonne: i pro e i contro. E, ovviamente, la colonna dei contro era praticamente vuota.
Scosse la testa e si accorse di essere rimasto solo in classe e di conseguenza diede un’ occhiata veloce all’orologio e prese la borsa a tracolla, correndo verso l’uscita. Sapeva che Gerard lo avrebbe aspettato solo per cinque minuti più del dovuto, quindi si diede una mossa per raggiungere quella dannata porta che lo separava da lui.
Quando Gerard lo vide e gli rivolse un sorriso, il cuore di Frank perse un battito lasciando che si chiedesse se fosse successo per la ventina di metri fatti di corsa o per quei meravigliosi occhi.
‘Ehi, ciao nanetto!’ disse Gerard con quella che a Frank sembrò la melodia migliore del mondo. Quando si decise a rispondere con il suo ‘Ehi, Gee’, Gerard lo stava guardando con la testa inclinata e gli occhi bassi su di lui, cercando di capire se fosse tutto a posto.
‘Stai bene, Frank?’ Non lo chiamava mai con il suo nome, aveva sempre qualche nomignolo nuovo da dargli e che fosse sicuro gli avrebbe dato fastidio. Gerard non si era mai reso conto che Frank era innamorato di lui e se lo sapeva, mai un cenno di approvazione o no. Frank rodeva.
Accidenti, era così evidente che aveva perso la testa per lui! Gerard era un ragazzo troppo intelligente e furbo, era impossibile che non l’avesse capito.
Frank si era perso nuovamente nei propri pensieri e aveva dimenticato di rispondere alla domanda che Gerard gli aveva posto, ormai diversi minuti fa. ‘Certo che sto bene, tranquillo ‘. Si sforzò di sorridere mentre abbassava lo sguardo su una pietra, dandole un calcio. Aveva retto finora senza mai dirgli nulla, ma sapeva che con l’arrivo della maggiore età non avrebbe più potuto tenerlo. Quel segreto gli stava pian piano lacerando lo stomaco, e non solo quello. ‘Allora, andiamo?’ Frank rialzò lo sguardo su Gerard e gli sorrise. Gli regalò uno dei sorrisi più belli che potesse fargli. 
Frank stava pensando al proprio compleanno, ormai imminente e non immaginava che quella sarebbe stata la festa migliore di tutte. 
  
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