Danny nel 1980 aveva dieci anni. Ed era un cagasotto.

Era un piccolo, moro, cagasotto. Aveva paura del vento forte, dei tuoni, degli insetti, degli animali feroci e delle persone anziane. Era un tantinello sfigato a dirla tutta: la sua vita non era nulla di eclatante, neanche quando divenne un avvenente giovanotto, attorno ai sedici anni. Non fumava, non si drogava e non beveva alcolici…L’unica volta in cui si sballò seriamente e quando finì in ospedale dopo quel brutto incidente e gli iniettarono della morfina per alleviare il dolore. Non aveva amici e non aveva una ragazza da spupazzare il venerdì sera al drive in. Danny Milton è stato un essere umano che è passato del tutto inosservato nella storia del mondo.

Perché mai allora vi sto raccontando la sua storia?

Perché Danny Milton è morto. O almeno credo. I medici hanno detto che ha avuto un infarto o un ictus…A telefono non si capiva tanto. Ora è in coma e sto andando da lui….

…Chi voglio prendere in giro! La morte non è un motivo abbastanza serio per stare qui ad annoiarvi con la storia della noiosa vita di Danny Milton. Alla fine se uno passa inosservato ci sarà un motivo no? Ecco, quel motivo però ancora non l’ho trovato. In fondo voglio bene a Danny anche se non ci siamo mai parlati più di tanto.

Forse però una motivazione ce l’ho per cui io voglio raccontarvi la sua vita: Danny Milton è mio padre.

1

Perché ho detto all’inizio che il piccolo Danny nel 1980 aveva dieci anni?
Perché quando mio padre aveva dieci anni al cinema uscì Shining. Sapete no? Il film di Kubrick tratto dal romanzo di King e blablabla il resto e storia?

Ecco.
Una sera non so come riuscì a sgattaiolare via dalla casa dei miei nonni per andare al cinema a vederselo: credo che in tutta la sua vita non abbia mai avuto un rimpianto più grande di questo. Alla visione del film mio padre ne fu terrorizzato a morte, del tipo che un paio di capelli gli diventarono bianchi per lo stress. Bianchi. A dieci anni. Sembra esagerato ma in fondo l’epoca era diversa, la mentalità era diversa, sapete no? Ecco, forse una delle peculiarità di Danny è principalmente il fatto che odia a morte Stephen King: cioè, è passato direttamente sopra la regia di Kubrick per andarsela a prendere direttamente con la storia del maestro dell’horror. Mio padre era un tipo molto razionale anche da piccolo. Penso che in fondo riuscì ad apprezzare la regia di Kubrick, ma il fatto che non riuscì mai a mandare giù era che il figlio di Jack Nicholson nel film si chiamava come lui, Danny. Era strano ma mio padre ne rimase talmente impressionato da quel film che si comportò in modo strano per alcuni mesi.

Per un po’ ebbe paura ad avvicinarsi a mio nonno. Credeva che da un momento all’altro sarebbe esploso come Nicholson, che avrebbe accettato qualche custode di colore che era di passaggio. Diavolo, per non avere mai fatto uso di droghe mio padre era un tipo davvero strano da bambino: ogni tanto si guardava l’indice pensando di averlo sentito parlare. Roba da svalvolati.

E il fatto ancora più assurdo è che nonostante fosse rimasto traumatizzato da Shining…La sua curiosità per le storie di Stephen King cresceva sempre di più. Qualche anno prima era uscito Carrie, e lui sgattaiolò di nuovo di casa per andarlo a recuperare in qualche drive in, nonostante la nonna gli avesse detto di smetterla con questa ossessione per lo scrittore.
Credo fortemente che quella stessa notte ebbe il suo primo sogno erotico, o almeno così mi ha raccontato lui. Cavolo se Danny è strano.

Non vi dico le grasse risate che si fecero i miei nonni quando al cinema arrivò Cujo e loro decisero di regalare a mio padre un piccolo cagnolino.