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Autore: fly90    07/02/2014    6 recensioni
Ilenia ed Elisabetta hanno portato con loro il piccolo Maurizio nell'aldilà ma non hanno fatto i conti con il desiderio di vendetta del bambino che ora cerca in tutti i modi di tornare sulla Terra per vendicarsi del fratello.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Da quando Michele era stato abbandonato da Laura si era lasciato completamente andare, mangiava poco, non si cambiava abiti da giorni, non si curava minimamente, era l'ombra di se stesso.

Ormai era diventato il giocattolo di Maurizio che non mancava di tormentarlo in ogni modo possibile portandolo alla follia.

Non era nemmeno più andato a lavoro, si limitava a starsene sul divano con le gambe strette al petto e lo sguardo attento ad ogni piccolo spostamento attorno a sé.

Ogni tanto gli parlava anche, lo implorava di andarsene e lasciarlo in pace.

Aveva anche provato a chiedergli scusa ma era evidente che Maurizio non era interessato alle sue scuse e non era intenzionato ad andarsene, non prima di averlo ucciso.

Bastava poco a farlo impazzire del tutto, lo sentiva, era disperato e non poteva certo andare avanti molto senza mangiare né dormire prima di perdere la ragione.

Era esattamente lì che Maurizio voleva arrivare.

Mentre guardava il fratello terrorizzato si sentiva forte e finalmente in pace, la rabbia spariva e il peso si sollevava dal petto.

Forse essere morto aveva i suoi vantaggi in fondo.


Michele era ranicchiato al centro del divano e guardava a terra da ormai un ora, senza sollevare mai lo sguardo, perso in chissà quali pensieri.

Dondolava leggermente avanti e indietro emettendo di tanto in tanto qualche suono inarticolato.

Maurizio osservò per l'ennesima volta quella foto che tanto odiava e che lo ritraeva in un momento felice e lontano della sua vita terrena, con un moto di stizza la scaraventò giù dal mobile.

Non appena la cornice si scontrò con il pavimento una miriade di schegge volò in ogni direzione.

Michele sobbalzò sul divano guardando quel che rimaneva della foto.

Prese a tremare visibilmente mentre vagava con lo sguardo alla ricerca di Maurizio che, tuttavia, non si manifestò.

Gli girò attorno arrivandogli alle spalle soffiando sulla pelle nuda del collo di Michele.

“Perché mi fai questo?” Chiese quello disperato cercando di indietreggiare senza sapere bene dove fosse Maurizio.

Ridendo come un pazzo il bambino decise di lasciarlo in pace per un paio di minuti in modo che la tortura fosse poi più divertente.

Fu in quel momento che a Michele venne un idea.

Forse Maurizio era legato a qualcosa e se lui fosse scappato se ne sarebbe liberato.

Erano solo ipotesi ma dar credito alle leggende a volte poteva essere l'unica speranza possibile.

Poteva essere così visto che, tempo fa, non avrebbe mai nemmeno creduto che i fantasmi esistessero.

Guardandosi intorno si mosse di qualche passo verso il corridoio e, vedendo che non succedeva nulla, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

Lentamente uscì da casa e si chiamò l'ascensore pregando che salisse in fretta.

Fare le scale non gli sarebbe stato possibile viste le gambe deboli che a malapena sorreggevano il corpo.

Ogni attimo che passava l'ansia si impossessava del suo cuore facendolo battere all'impazzata come a voler uscire dal petto.

Quando finalmente le porte si aprirono si precipitò all'interno.

Per fortuna Maurizio non l'aveva seguito.

Respirando profondamente si appoggiò alla parete con la testa all'indietro.

Improvvisamente l'ascensore si arrestò di colpo e fu tutto buio.

“Cazzo!” Si lasciò sfuggire mentre l'ansia tornava ad opprimerlo.

“Calmati!” Si disse premendo il tasto dell'emergenza, qualcuno sarebbe arrivato e tutto sarebbe andato bene.

Nonostante cercasse di calmarsi non credeva davvero che tutto sarebbe andato bene.

Come a conferma di ciò Maurizio comparve al suo fianco rivolgendogli un ghigno spaventoso.

Con un balzo Michele si portò il più lontano possibile dal fratello con il respiro mozzato in gola e gli occhi sbarrati.

Il bambino si fece più vicino e con la mano gelata toccò la sua, gli prese un dito e lo torse con un movimento secco spezzandolo.

Michele urlò e si strinse il dito con l'altra mano guardando sempre Maurizio negli occhi, occhi sanguigni e folli che sembravano perforarlo.

Con disperazione Michele cercò di forzare le porte nonostante il dolore al dito si facesse terribilmente acuto.

Dopo diversi tentativi riuscì ad aprire le porte notando che l'ascensore si era bloccato in un punto che poteva garantirgli la fuga.

Si era fermato a metà tra un piano e l'altro in modo che, se fosse riuscito a passare in mezzo alle porte, sarebbe approdato sul pavimento del terzo piano e da lì sarebbe caracollato giù per le scale fino ad uscire dall'edificio.

Guardandosi indietro vide Maurizio avvicinarsi con la mano destra protesa verso di lui.

Non ci pensò due volte e infilò la testa nella fessura spingendosi in avanti con i piedi, purtroppo l'apertura non era abbastanza larga da permettere alle spalle di uscire e rimase incastrato con la testa all'esterno e il resto del corpo all'interno.

Provò a spingere con tutte le forze ma la mano di Maurizio gli ghermì una caviglia tirandolo verso di sé.

La luce tornò improvvisamente e l'ascensore prese a muoversi con orrore di Michele che cercò di rientrare velocemente.

Una risata alle sue spalle lo agghiacciò mentre il bordo del piano ormai si faceva più vicino.

Con uno schiocco tremendo la testa si staccò dal corpo rotolando sul pavimento del terzo piano in un lago di sangue mentre il corpo di Michele continuava la sua discesa verso il pianoterra.

Una ragazza aspettava impaziente l'arrivo dell'ascensore ma quando le porte si aprirono, sul pavimento dell'ascensore, vide un corpo senza testa, dal collo uscivano ossa e tendini completamente tranciati dal quale zampillava sangue caldo e rosso vivo, una scritta sullo specchio in fondo alla cabina citava: “La mia vendetta è compiuta.”

L'urlo della ragazza riecheggiò in tutto il palazzo.


Soddisfatto Maurizio aveva deciso di trattenersi fino al funerale solo per capire che fine avessero fatto i genitori.

Li vide comparire su due macchine diverse segno che il loro matrimonio doveva essere in qualche modo finito, forse proprio a seguito della sua morte.

Appena i loro sguardi si incatenarono la donna si lanciò tra le braccia dell'uomo disperata.

Restò a lungo a guardarli mentre cercavano forza l'uno nell'altra.

Forse sarebbero tornati insieme, magari il dolore della perdita del secondogenito li avrebbe riavvicinati.

Era ora che lui tornasse a casa.


All'ingresso nella nebbia trovò Barbara e l'abbracciò così forte che se fosse stata ancora viva probabilmente l'avrebbe spezzata.

Poi con un sorriso le diede la mano ed insieme tornarono nel mondo dei morti dove ad aspettarli c'era Gianni.

Maurizio si guardò ancora una volta indietro ripensando a quello che aveva vissuto in quelle settimane e che mai avrebbe creduto davvero possibile.

Un pensiero fece capolino nella sua mente: e se un domani da quella nebbia fosse uscito Michele?

Si mise a ridere così forte all'idea che Barbara e Gianni lo guardarono come fosse impazzito poi insieme a loro tornò da Ilenia e Yuri.



FINE.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti.

Anche questa storia giunge al termine che ne pensate?

Come seguito di “La piscina” può andare?

Grazie a tutti quelli che hanno recensito o anche solo letto questa storia, a chi l'ha messa tra le preferite, a chi l'ha messa tra le seguite e chi l'ha messa tra le ricordate.

Ma sopratutto grazie a SoGi92 per il costante sostegno e i consigli che mi hai dato.

Un bacione dalla vostra Fly90.

Tornerò presto con una nuova storia.

Alla prossima.

  
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