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Autore: Angie Mars Halen    08/02/2014    2 recensioni
[...]"Non abbiamo più candeline..." constatò Vince. "Che cos'altro c'è che si possa accendere?"
Il bassista si grattò il mento assorto nei suoi pensieri, poi sembrò avere un'illuminazione. "Una sigaretta, un petardo, una lampadina..."
L'altro si passò una mano sul volto. "Sei proprio un cazzo di fulminato, Sixx."
"Appunto... una lampadina..." ribadì, sicuro di sé.[...]

Avete mai pensato ai Mötley Crüe alle prese con tonnellate di panna montata e farina per una torta di compleanno? Non credo, e forse è meglio così – ma se l'avessero fatto per davvero?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Tommy Lee, Vince Neil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tons of Whipped Cream and Flour




8 febbraio 1982, Los Angeles

Era una giornata speciale nella Mötley House e ci voleva una festa. Non che normalmente i nostri eroi stentassero a trovare una scusa per organizzare party, festini e convivi di ogni genere, però quel giorno era più importante degli altri: era infatti il compleanno di Vince, che era decisamente esagitato per la gioia. Tommy era persino pronto a giurare di essersi svegliato all’alba – ovvero intorno alle nove del mattino – a causa sua, di averlo visto uscire in punta di piedi e di averlo colto di sorpresa un paio di ore dopo mentre rientrava con due buste della spesa sul punto di esplodere. Ebbene sì, il piccolo T-Bone non aveva avuto nessuna allucinazione, e adesso Vince stava saltando per casa, sprizzando gioia infantile da tutti i pori, e spiegava le procedure per organizzare la sua festa, mentre Tommy se ne stava relegato in un angolino del divano, ovviamente spalla contro spalla con il suo inseparabile compare di avventure, un Nikki Sixx ancora dormiente.

“Sturatevi bene quelle orecchie, belli, ma dopo lavatevi le mani perché dovrete toccare del cibo,” esordì Vince, suscitando ilarità negli altri due.

Ben presto Tommy prese a ghignare di gusto e la sua risata ferina sovrastava persino la musica che usciva dalle casse dello stereo. “Da quando ti preoccupi dell’igiene?”

Vince scosse il capo con uno scatto altezzoso e si chinò alla sua altezza mostrando un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. “Da quando dobbiamo preparare la mia torta di compleanno.”

La ragliata divertita di Tommy cessò all’improvviso e lui si ritrovò a fissare negli occhi il suo Gemello Terribile, come se avesse potuto trovare nelle sue iridi fredde la risposta a una domanda che gli ronzava nel cervello da quella mattina alle nove: Vinnie è impazzito o fa finta?

Sì, certo, un po’ lo era senza alcun dubbio, però Tommy non credeva che avrebbe raggiunto un tale livello. Con quella torta, infatti, aveva decisamente toccato il fondo.

“E noi cosa c’entriamo?” saltò su Nikki, pronto a inventarsi una scusa per non prendere parte al gioco. Grembiule, mattarello e fornelli non erano roba da Crüe, eppure Vince sembrava di tutt’altra opinione.

Un risolino malefico sembrò testimoniarlo. “Che domande! Voi dovrete aiutarmi. Seguitemi!”

Detto questo, Vince si avviò sculettando verso la cucina, uno stanzino angusto e invaso da pentole sporche e ciarpame di vario genere, dove si fermò e accennò un saltello.

“Tu mi preoccupi, lo sai?” bofonchiò Tommy prima di lasciarsi sfuggire un lungo sbadiglio che, stando a quanto lui stesso aveva detto, era una terribile conseguenza del suo sonno interrotto all’alba da un trepidante festeggiato che non vedeva l’ora di organizzare il suo party.

“Mettiamo subito le cose in chiaro,” disse Vince con tono autoritario, poi arraffò un cucchiaio di legno e lo batté sul palmo della sua mano. “Sull’attenti!”

“Signorsì, signore!” berciò Tommy, che si era calato alla perfezione nel ruolo, mentre Nikki si limitò a portare una mano all’altezza della fronte giusto per fare contento il biondo ed evitare un’eventuale sfuriata. Non che lo temesse in particolar modo – Nikki in confronto era un gigante, e se Vince lo avesse infastidito ci avrebbe impiegato ben poche forze per scacciarlo via con un colpetto dell’indice come se fosse stato un insetto fastidioso che gli zampettava sul braccio – ma i suoi urletti agghiaccianti erano tutt’altro che simpatici.

Vince sorrise compiaciuto.

“Bene. Allora, ciurma, io sono lo Chef Neil, mentre tu,” puntò il cucchiaio contro Nikki con un gesto teatrale, “sei l’aiuto cuoco. Poi tu, invece...” spostò il cucchiaio verso T-Bone, che lo osservava con aria assonnata e i capelli negli occhi. “...lavapiatti.”

“Che due coglioni, io volevo essere l’assaggiatore ufficiale!” si lagnò Tommy grattandosi la chioma scarmigliata.

“Zitto e comincia a sgomberare il lavandino da tutta quella roba,” gli ordinò Vince, che nel frattempo aveva raccolto tutti gli ingredienti necessari per la torta sopra il tavolo. Davanti a lui c’era solo una scodella vuota, dietro di lui solo Nikki Sixx che si domandava se sarebbero mai riusciti nella loro scellerata impresa culinaria.

Vince estrasse un foglietto spiegazzato dalla tasca posteriore dei suoi meravigliosi pantaloni di pelle bianca, lo stirò per bene e si schiarì la voce prima di leggere la ricetta al suo aiutante.

“Primo passo: farina, uova e zucchero,” annunciò. “Rompi le uova, Sixx.”

Tommy, che nel frattempo aveva spostato tutte le stoviglie incrostate dal lavandino a dentro lo scolapiatti, si voltò di scatto. “Io! Io! Io voglio rompere le uova! A me piace rompere le uova!”

“A te piace rompere in generale, che è diverso,” lo corresse Nikki con tono piatto. “Fate silenzio. Questa è un’operazione delicata.”

Nikki si chinò all’altezza del tavolo e, sbirciando da dietro la sua spessa frangia corvina, iniziò a picchiettare delicatamente l’uovo contro lo spigolo con un movimento lento e ritmato, senza mai vedere neanche una minuscola crepa.

“Batti più forte,” gli suggerì Vince.

Nikki annuì, sollevò il braccio e urtò la superficie del tavolo con il guscio, ritrovandosi tuorlo e albume colati sulle scarpe.

“Niente panico,” lo rassicurò Neil. “Ci penso io.”

Tommy accorse armato di strofinaccio per rimuovere l’albume dagli stivali dell’amico e intanto il Crüe rimasto, con una grazia che non credevano possedesse, ruppe altre tre uova senza farle cadere. Siccome ne era avanzata una, il batterista la prese e, tutto contento, la ruppe all’interno di un tegamino. “Guarda un po’, stamani sono riuscito anche a guadagnarmi una colazione decente!”

E prese a spignattare per i fatti suoi, dimenticandosi di adempire al suo ruolo di sguattero.

“Eccellente, Vince, eccellente,” si lodò il cantante. “Adesso dobbiamo unire la farina e il lievito al composto di uova e zucchero, poi mescolare. Sixx? Mescola.”

Nikki afferrò la scodella e, impiegando tutte le forze di cui disponeva, iniziò il duro compito che gli era toccato sotto lo sguardo divertito di Tommy, il quale lo stava osservando da seduto su una sedia accanto alla finestra come se fosse stato una comica alla televisione, schiodando da lì solo quando era giunta l’ora di spegnere il fornello per mangiare il suo uovo all’occhio di bue.

“Così va bene, capo?” domandò il bassista mostrando il composto perfettamente amalgamato al cantante. Tommy però fu più veloce e, con uno scatto felino, immerse un dito nella scodella per assaggiarne il contenuto.

“Perfetto,” approvò Vince dopo aver visto l’espressione giuliva di T-Bone, poi tornò a estrarre il foglietto. “Bisogna imburrare una teglia, metterci il tutto e infornare. Sixx! Imburra.”

Dopo una lotta all’ultimo sangue contro la teglia che gli scivolava continuamente dalle mani a causa dell’eccessiva quantità di burro utilizzata, Nikki la innalzò in aria trionfante, con le dita impiastricciate di unto. Ora, seguendo la ricetta, Vince rovesciò il composto giallo e cremoso all’interno della tortiera. Aveva davvero un gran bell’aspetto e, questo doveva ammetterlo, si sentiva davvero fiero del loro lavoro. Forse lui e Nikki avrebbero potuto darsi alla pasticceria nell’attesa che la loro carriera musicale decollasse.

Con questi dolci e zuccherosi pensieri per la testa, Vince infornò il tutto, impostò il timer e, non appena chiuse lo sportello di metallo verniciato di rosso, si rese conto di aver dimenticato di acquistare la parte fondamentale per la buona riuscita di una torta di compleanno: le candeline. Preso dal panico, iniziò a mangiucchiarsi le unghie e, senza ascoltare il suo aiutante e il suo fedele sguattero promosso al ruolo di assaggiatore, cominciò a cercare qualcosa che potesse sostituirle. Era convinto di avere qualche stella filante, ma non ricordava dove le avesse messe.

“Cosa stai facendo? Perché stai rovistando dappertutto?” domandò Tommy, impegnato a leccare i residui dell’impasto rimasti nella scodella.

“Non abbiamo più candeline,” constatò Vince. “Che cos’altro c’è che si possa accendere?”

Nikki si grattò il mento assorto nei suoi pensieri, poi sembrò avere un’illuminazione. “Una sigaretta, un petardo, una lampadina...”

L’altro si passò una mano sul volto. “Sei proprio un cazzo di fulminato, Sixx.”

“Appunto... una lampadina...” ribadì, sicuro di sé.

Inutile dire che, dopo questa uscita, Vince riprese la sua vana ricerca. Mise a soqquadro l’intera casa, le cui condizioni erano già critiche senza il bisogno che lui le peggiorasse, ma fu tutto completamente inutile. Ritrovò un calzino che poté finalmente appaiare a uno che gli era rimasto da solo nel cassetto, rinvenne quattro plettri, quegli odiosi esseri di plastica dotati di zampe invisibili che, appena ti distrai, cloppete-cloppete-cloppete, vanno a rintanarsi nei meandri più improbabili di casa, mimetizzandosi con il pavimento e le coperte, ma di una candelina non c’era neanche l’ombra, così decise di rassegnarsi.

“Avanti, Vinnie, smettila di rovistare come un criceto e vieni a prendere la tua torta,” lo informò Nikki dalla cucina, gridando.

Vince ritornò in cucina, consegnò i plettri al bassista – inutile dire che i suoi occhi presero la forma di due cuoricini rosa e pulsanti – e aprì lo sportello del forno, dentro al quale si trovava la sua prima opera d’arte commestibile. L’aspetto non era poi così malvagio sebbene presentasse un piccolo rigonfiamento da una parte, almeno non per loro, che erano abituati a un tipo di alimentazione del tutto diversa.

Nikki infilò uno stuzzicadenti al centro della torta e, una volta che lo ebbe estratto, lo osservò attentamente controluce.

“È perfetta! Non ci sono residui,” esordì. “Con cosa hai intenzione di decorarla?”

Vince gongolò tutto soddisfatto. “Ho comprato una bomboletta di panna montata, dovrebbe essere qui in giro da qualche parte, aiutami a cerc–”

Interruppe la frase a causa di un rumore assai sospetto, una specie di floshhh...

Cantante e bassista girarono il collo all’unisono e scorsero Tommy, ora seduto sulla sedia riservata al lavapiatti in pausa e ben nascosto nell’angolo, con la bocca piena di panna montata che sorrideva e faceva segno di OK col pollice, biascicando. “Buona! Peccato ci manchino le fragole.”

“Direi che l’abbiamo trovata,” mormorò Nikki “T-Bone, smettila di mangiare e dammi subito quella bomboletta.”

“Al volo!” esclamò Tommy, ma si fermò prima ancora di lanciargliela, annusando l’aria come un pointer da penna con fare insospettito. “Ehi, belli, sono l’unico che sente puzza di bruciato?”

“Un momento, lo sento anch’io,” gli diede man forte Vince.

“Qualcuno si è dimenticato di spegnere il forno!” sbraitò Nikki precipitandosi verso l’elettrodomestico, poi iniziò a trafficare con le rotelle. “Eppure lo sapete che se sta acceso per più di un’ora inizia a fumare.”

“Merda!” borbottò Vince, la voce soffocata dal foulard che si stava premendo contro il volto. “Spegni quell’affare e aprite le finestre.”

“Non ci riesco!” si lamentò Sixx.

Nel frattempo, lungo North Clark Street, un tipo non tanto alto, dall’aria cupa e dall’aspetto a noi familiare, se ne andava camminando solo e assorto nei suoi pensieri. Si distrasse solo quando notò del fumo grigio uscire dalla finestra di un’abitazione scalcinata nella quale, per sua fortuna, era entrato ben poche volte. Il povero Mick Mars stava raggiungendo i suoi compagni di band con una scorta di birra per festeggiare il compleanno di Vince e, a dirla tutta, si aspettava qualcosa di peggio dal semplice fumo che usciva dalle finestre di casa loro. Ad ogni modo, fumo o non fumo, temeva per la sorte di quei tre scellerati.

“Possibile che non si possa lasciarli da soli un minuto che quelli danno fuoco alla casa?” tuonò in mezzo alla strada deserta, poi si diresse di corsa verso la palazzina bassa e grigia in cui vivevano i suoi compagni. Salì le scale esterne, aprì la porta aiutandosi con un piede – tanto era rotta – e si ritrovò al centro della sala, anch’essa invasa dal fumo nero.

“C’è nessuno?” chiamò.

“Sì, noi. Sei Mick, vero?” rispose quella che doveva essere la voce di Tommy.

“Certo che sono io.”

“Veramente? Allora vai viaaaaaaaa!”

“Fottiti,” borbottò appena riuscì a raggiungere la finestra della sala e a spalancarla.

Intanto, però, dal cucinotto provenivano urla e rumori di stoviglie che cadevano per terra, urtate dai tre ragazzi che cercavano invano di spegnere il forno. La situazione era evidentemente critica, soprattutto ora che Nikki aveva preso un paio di tenaglie, aveva stretto la manopola dell’elettrodomestico e ce la stava mettendo tutta per girarla o, nel peggiore dei casi, distruggerla.

Gnn...” biascicò, la suola di uno stivale attaccata al mobile accanto al forno per farsi forza e il viso contorto in una smorfia.

“Così, bello, gira!” lo esortava Tommy battendo ripetutamente il pugno sul palmo.

Nikki aprì appena gli occhi. “Non gira!”

Mick, che si era decisamente stufato di assistere a quella scena pietosa e di respirare odore di bruciato, scansò il bassista e si impossessò delle tenaglie con la speranza di avere successo laddove Nikki aveva miseramente fallito.

E fu proprio in quel momento che accadde il misfatto.

Mars, nel tentativo di girare la manopola, perse l’equilibrio e, sotto gli occhi spalancati e colmi di sorpresa dei suoi compagni, come se ci fosse stato l’effetto ralenti, scivolò all’indietro e le tenaglie da idraulico volarono dritte contro il muro, crepando una mattonella. Ma non fu questo il danno peggiore... è già stato detto che la cucina dei Crüe era una stanza molto stretta, quindi il povero Mick, che di male non aveva fatto niente se non osare credere di essere più forte di Nikki, durante il suo atterraggio aveva centrato in pieno il tavolino di plastica sul quale si trovavano il sacchetto della farina ancora pieno per metà, la bomboletta della panna montata e, soprattutto, la torta stessa.

Naaah!!” sbraitò Vince con le mani nei capelli e il cuore che aveva perso un battito nello stesso momento in cui aveva visto il sacchetto della farina atterrare dritto sulla maglietta nera di Nikki, la bomboletta volare giù dal tavolo per poi essere salvata da Tommy e la torta finire sotto il sedere di Mick.

Il bassista si spolverò la T-shirt un tempo nera e ora bianca poi si lasciò sfuggire un “oh, no...” di dispiacere di fronte al loro capolavoro spiattellato sulle piastrelle.

Intanto, però, Mick, con la schiena contro il tavolino ribaltato, continuava a non capire quale fosse la causa di tutto quello sgomento generale, ma la risposta non tardò ad arrivare. Il festeggiato, preso da un moto di disperazione, tornò a cacciare un gridolino agghiacciante.

“Le tue chiappe hanno appena schiacciato la mia torta,” biascicò con voce tremante, l’indice puntato contro Mick con fare accusatorio. “L’avevamo fatta con tanto impegno.”

“Be’, amico, mi dispiace. Volevo solo spegnere il forno e credo anche di esserci riuscito,” mormorò il chitarrista in sua difesa.

“Non importa,” lo zittì Vince, ora nuovamente acido. “Non so neanche se fosse venuta bene.”

Tommy annuì divertito e tese una mano verso Mick per aiutarlo ad alzarsi da quel pasticcio che avrebbe dovuto essere il primo dolce fatto da loro. “Vedi di farti perdonare e vai a prendere da mangiare prima che scatti l’ora di correre giù sul Sunset. I Crüe e la cucina non sono una buona idea.”

Detto questo, agitò la bomboletta della panna montata, si portò il beccuccio alle labbra e... floshhh...




N.d’A.: *La Mars spunta dallo specchio come Vince in “Smokin’ in the Boys Room”, si guarda intorno e schiva una raffica di pomodori-proiettile*
Ave! Ebbene sì, questo è ciò che la mia mente malefica e traviata è stata in grado di elaborare. A dire il vero, l’ideuccia di una OS in tema “i Crüe e la cucina” mi ronzava in testa da un po’ di tempo, tuttavia ho pensato di tenermela buona per l’occasione del compleanno di Vince... almeno stavolta non è una delle mie solite cose malinconiche. Spero che, nonostante contenga demenzialità a paletta, vi sia piaciuta. In tal caso, mi farebbe piacere sapere la vostra opinione, buona o cattiva che sia. =)
Ciò detto, faccio anche tanti auguri a quel vecchio di Neil... ♥♥♥
Grazie a chi è arrivato fin qui sopportando un simile delirio! :*
Angie vi manda un bacione e fila a prepararsi per un compleanno – no, non quello di Vince, ahimè! ;)
See ya!
Angie Mars:)



P.S. I personaggi citati nella storia non mi appartengono e le vicende sono di pura fantasia. Insomma... quando mai i Mötley Crüe hanno tentato di cucinare una torta???

   
 
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