Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |      
Autore: LidjaLoveAvengedSevenfold    09/02/2014    3 recensioni
il mio regalo di compleanno al nostro James :3 mi sono impegnata un sacco a scrivere questa storia, spero vi piacerà! parla del nostro Jimmy che scende sulla Terra una volta all'anno, ovvero il giorno del suo compleanno, senza però farsi vedere. ma qualcosa quest'anno va storto....
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Guardai il bianco sotto di me. Era abbagliante e luminoso, se avessi potuto avrei messo i miei fedeli occhiali da sole. Sorrisi, scendendo dalla mia amata e soffice nuvola, era il momento. Ogni anno, sempre lo stesso giorno, avevo il permesso di raggiungere le persone che amavo. Scesi sempre più giù, raggiungendo il pianeta che i mortali chiamavano Terra, che in realtà non era altro che un ammasso di polvere e altre materie.
Arrivato giù, mi materializzai finalmente, stando attento ad essere ben nascosto. In che uomo trasformarmi stavolta? Optai per un uomo di media statura, con i baffi alla cowboy e i capelli corti con la cresta. L’unica cosa che non cambiavo mai erano i miei occhi, la mia caratteristica. Color ghiaccio, ma senza un’ombra fredda, anzi, emanavano calore verso chiunque li osservasse.
Mi vestii al solito modo, giacca di pelle con il logo dei Sevenfold dietro, maglia a righe azzurre e nere, jeans neri strappati, e i miei occhiali da sole. Ormai avrete tutti capito chi sono. James Owen Sullivan, più conosciuto come Jimmy Sullivan, The Rev, o semplicemente come il batterista storico degli Avenged Sevenfold, deceduto il lontano 28 Dicembre 2009. Credevo che tutti i fan mi avrebbero dimenticato, invece ogni fottuto anno li vedo piangere per me, guardare i video in cui io sono presente, con lo sguardo nostalgico, o semplicemente stando in silenzio e pregando per me nella speranza che io stia bene. La verità è che non sono affatto triste per la mia morte. Sono distrutto solo per il semplice fatto che i miei migliori amici sono a pezzi e lottano ogni giorno andando avanti e sforzandosi per non arrendersi e farla finita. Non avrei voluto che andasse così, sono io quello morto, non loro, loro devono andare avanti cazzo.
Ho lottato per ottenere questo giorno, è l’unico giorno in cui posso farmi vedere e ovviamente senza farmi riconoscere. Il grande Capo non è uno facile da convincere, ci ho messo quasi un anno da quando sono arrivato in Paradiso per convincerlo a farmi scendere sulla Terra almeno un giorno all’anno. Ha acconsentito a farmi scendere il giorno del mio compleanno, consentendomi di girare liberamente per poter vedere le persone che amo e tutti i miei fan. Devo solo ricordarmi di non togliere gli occhiali da sole, o mi riconosceranno.
Mi avvio verso il cimitero, dove ero sicuro che avrei visto alcuni ragazzi con la maglia di Nightmare che erano venuti a farmi visita anche se non mi conoscevano di persona. Come previsto, un gruppo formato da quattro ragazzi e due ragazze era lì, e io mi nascosi nella speranza di veder arrivare presto i miei migliori amici.
Passarono alcuni minuti e i ragazzi se ne andarono, con gli occhi lucidi ma spenti e senza luminosità. Non credevo che avrei lasciato un’impronta così grande nel loro cuore, come nei cuori di tutti i ragazzi che ci seguivano. Sospirai.
Tre persone di avvicinarono alla mia tomba. Erano un bambino di circa dieci anni, una donna sulla quarantina e un uomo che avrà avuto più o meno l’età della donna al suo fianco. Doveva essere una famiglia. La donna aveva i capelli rosso tinto, gli occhi contornati di nero e un fazzoletto in mano. Aveva gli occhi rossi, suppongo abbia avesse appena smesso di piangere. Aveva una maglietta con la mia faccia impressa sopra. L’uomo le cingeva le spalle, in segno di conforto, ma si vedeva quanto dolore avesse nel corpo. Il bambino guardava i genitori, confuso.
“mamma, come mai siamo qui? Non dovevamo andare a trovare quella persona che ti piace tanto?”
“è qui amore, non possiamo vederlo, ma sono sicura che ci sta osservando. Ti ricordi quando ti ho parlato di Jimmy? È lui che siamo venuti a trovare, è il batterista preferito della mamma e del papà. Faceva parte degli Avenged Sevenfold, hai pure imparato a suonare un loro pezzo”
“Ah sì, quello del saggio!! Mi pare che si chiamasse Fiction vero? Marilyn suonava il piano, io la batteria e il mio migliore amico Jake la chitarra. È stato lo spettacolo più bello di tutti vero mamma? Vero papà?”
“si tesoro, sei stato bravissimo, e pure Marilyn e Jake, vi abbiamo pure portato un regalo come premio!”
“è vero papà, quelle bacchette sono bellissime, e pure a Mary è piaciuta quella borsa per spartiti. Jake il plettro che gli avete regalato lo usa sempre a lezione!” sorrise felice il bimbo.
Avevo le lacrime agli occhi. Preferii non ascoltare il resto della conversazione, mi avrebbe fatto troppo male.
Mi incamminai verso la casa di Brian, sperando di trovarlo in buone condizioni. Arrivato, spiai dalla finestra, e mi pentii amaramente di quella scelta. La casa era un disastro, lattine di birra vuote ovunque, cartocci di cibo cinese sparsi per il pavimento e un ammasso di vestiti sporchi sulla poltrona da far paura. Guardai con più attenzione e vidi Michelle con le lacrime agli occhi, non sapendo da che parte cominciare per mettere a posto la casa. Brian non c’era, doveva essere ancora a letto.
Così decisi di ripassare più tardi e mi avviai verso la casa di Matt. Sicuramente lì la situazione sarà migliore.
Non mi sbagliavo. Vidi Matt seduto a tavola, con una tazza di caffè in mano e lo sguardo perso nel vuoto. Gli occhi, di solito color smeraldo e pieni di vivacità, ora erano spenti, e tendevano al grigio. Sentii vagamente dei passi, doveva essere Val. la donna abbracciò il marito, sapendo però che nemmeno quello sarebbe servito a tirargli su il morale. Sanders sorrise debolmente, guardando la moglie.
Mi allontanai, sapendo che lo avrei rivisto dopo al cimitero insieme agli altri.
Raggiunsi la casa di Johnny, era praticamente attaccata a quella di Matt, Val e Owen.
Johnny, con il suo orsacchiotto di peluche, stava bevendo una tazza di latte. Quell’orso glielo aveva lanciato una fan italiana al concerto del 23 novembre a Milano, e lui aveva deciso di tenerlo. Inizialmente era solo per far felice la ragazza, poi però si è talmente affezionato al piccolo pupazzo che ora ci dorme pure insieme nonostante le proteste di Lacey. Sogghignai pensando a quanto avrei potuto prenderlo in giro per questo segreto. Mi ricordavo il nome di quella fan, mi pare fosse Danielle. Era pazza almeno quanto me, devo ammettere che mi sarebbe piaciuto moltissimo conoscerla di persona.
Ora mi aspettava la casa di Zacky, anch’essa non molto lontana.
La nostra porchetta stava preparando la colazione per due. La sua nuova ragazza era una modella, per cui Zack, da bravo ragazzo, le aveva preparato una semplice spremuta e una mela verde ben lavata e tagliata a spicchi.
La sua colazione invece sembrava più un banchetto, c’era una fetta di torta al cioccolato, un bicchiere di latte, un croissant alla marmellata, un panino con la nutella e un bombolone alla crema. Sorrisi, ricordandomi di quella volta che io e lui scommettemmo 30 dollari su chi avrebbe mangiato più brioches. Ovviamente vinse lui e spese tutti i soldi in pacchetti di patatine, gomme sa masticare e gazzosa.
Guardai un’ultima volta il mio amico e andai verso la casa di Arin. Non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo,  ma sin da subito mi è sembrato un bravo ragazzo. Era senza tatuaggi, beveva poco, non fumava eccessivamente, non aveva mai toccato una canna in vita sua. Era puro. Lo ammetto, l’ho mandato io dai ragazzi, avevano bisogno di qualcuno completamente diverso da me che gli ricordasse la mia persona il meno possibile. Cazzo, non ha funzionato.
Lo vedo armeggiare con una tazza di thè, aveva le bacchette della batteria nella tasca. Si, in fondo mi somigliava tanto, anche io le avevo sempre con me, anche nella tomba me le avevano messe.
Ora mi aspettava la casa di mia madre, lei si che era una donna forte. Sorrideva ancora, nonostante tutto. Invece quel bastardo di mio padre l’ha abbandonata il giorno del mio funerale. L’ho sempre odiato, e lui ha sempre odiato me. Eravamo l’opposto io e lui, io amavo la musica metal e rock, lui ascoltava esclusivamente musica classica, spagnola e jazz. Io andavo pazzo per i tatuaggi, i piercing e l’alcool, lui odiava i tatuaggi, i piercing e non aveva mai toccato una goccia di vino o birra. Dava sempre la colpa a mia madre per come ero cresciuto, diceva che mi dava troppa libertà e che doveva picchiarmi quando facevo qualche cazzata. Lei invece non aveva mai alzato nemmeno un dito contro di me, e mi aveva sempre protetto dalle mani di mio padre, pagandone le conseguenze. Lui era una manesco, che non si risparmiava quando picchiava me o i miei fratelli o mia madre.
La vidi mentre preparava la colazione, doveva essere andato a trovarla mio fratello.
Beh. Ora dovevo solo aspettare che i miei migliori amici e la mia famiglia andasse al cimitero.
Decisi di andare da Brian che ormai si sarà svegliato. Come previsto, lo trovai in giardino a fumarsi una Marlboro. Cazzo!!! Si era girato verso di me!!
Il ragazzo sbiancò. La sigaretta gli cadde di mano, e la bocca era leggermente socchiusa, incredulo davanti a ciò che stava guardando. James era lì, di fronte a lui, che lo guardava. Era sicuro che fosse lui, lo aveva riconosciuto dal tatuaggio sul collo. Le manette.
“James..”
“Brian.. come hai..”
“Le manette sul tuo collo.”
“Oh. Giusto.”
“come puoi essere qui, Jimmy, come puoi essere vivo?”
Il ragazzo non rispose, ma corse ad abbracciarlo, le lacrime che gli solcavano il viso.
“non lasciarmi James, non farlo ti prego!!”
“non l’ho mai fatto amico mio. E non lo farò mai. Sono qui, e ci sarò sempre.”
“dove sei stato tutti questi anni? Come fai a essere qui? Perché non ti sei più fatto vedere? Sai quanto ho sofferto dopo che te ne sei andato?!”
“ti spiegherò tutto, promesso. Vieni a fare una passeggiata? Andiamo in quel parco con le papere, ti racconterò tutto.”
“finché sarò con te ogni posto andrà bene.”
I due ragazzi si incamminarono verso il parco, sempre abbracciati, come un tempo. Non parlarono durante il tragitto, non ce n’era bisogno. Bastava loro guardarsi negli occhi e si capivano.
Arrivati al cancello, Jimmy parlò.
“Vedi Brian, io sono morto. E lo sai. Ma ho il permesso di scendere sulla Terra una volta all’anno, il giorno del mio compleanno. Ho lottato per ottenere questo giorno, e sono sempre stato al vostro fianco materialmente. Gli altri giorni invece vi osservo, dall’alto, mentre vi fate forza per andare avanti.”
“quindi tu c’eri sempre il giorno del tuo compleanno?”
“si, ero sempre accanto a voi. Io ci sono sempre, ogni giorno. Ad ogni concerto mi nascondo dietro ad Arin per dargli la forza di andare avanti, ad ogni tuo assolo mi affiancavo a te sussurrandoti parole di conforto, quando avete fatto Fiction al concerto a Milano cantavo insieme a voi e ai fan nella speranza che poteste sentirmi.”
“perché in questi anni non ti sei fatto vedere quando potevi?”
“non potevo Brian, e non potrei nemmeno adesso. Se sono ancora qui è un miracolo, credevo che il grande Capo mi avrebbe richiamato su. È stato buono”
“stai parlando di Dio? Tu non hai mai creduto in Dio.”
“è vero, non ci ho mai creduto. Ma devo rettificare la cosa. Quella forza che c’è lassù non è il Dio di cui parla la Bibbia, o il Corano. Non ha un nome, ma esiste. Non è Dio, non è Allah, non è Buddha. È una forza, punto. Non ha nomi.”
“dovrò dirlo a Matt allora”
“non preoccuparti, lo farò io. Se tu hai potuto vedermi, allora mi vedranno anche gli altri. Tutti al Johnny’s per la nostra solita birretta?”
Si sentì un tuono.
“ok ok, il Capo non è d’accordo. Allora vi va a casa tua?”
“ehm.. direi che non è una buona soluzione visto lo stato in cui è”
“si hai ragione, è un casino pazzesco. Ma non importa, non è un problema. Metteremo a posto tutti insieme come un tempo.”
“d’accordo. Beh, e ora che si fa?”
“andiamo dagli altri?”
“ok”
Il mio migliore amico annuì, la felicità impressa negli occhi.
Digitò il numero di Matt sul cellulare e disse:
“ciao amico, senti, verresti a casa mia ora? C’è qualcuno che vorrebbe vederti.”
“Brian chi…”
“no non ora, vieni e basta. Avvisa gli altri. A dopo”
E attaccò. Ha sempre fatto così quando era impaziente, anche quando eravamo bambini e costringeva sua mamma a dargli il telefono per chiamarmi, dicendomi che aveva una sorpresa e di andare subito da lui.
 

 
 
 
Qualche minuto dopo essere arrivati a casa di Brian, decisi di nascondermi dietro la scala, aspettando l’arrivo della mia famiglia. Ero più ansioso che mai, erano passati quattro fottuti anni dall’ultima volta che li ho abbracciati.
Qualcuno bussò alla porta. Ecco, erano arrivati.
“ehm.. ciao ragazzi.”
“ciao Brian, stai bene?”
“si, vorrei che voi incontraste una persona..”
Ecco, era il mio momento, dovevo farmi vedere. No, non ce la facevo, sarebbe stato traumatico per loro. Io sono morto cazzo, non posso farmi vedere.
“beh avanti, chi è?”
“io.. sono io Matt.”
Calò il totale silenzio. I loro occhi si erano spalancati, erano diventati pallidissimi, e cominciarono anche a rabbrividire.
“James.. merda.. James..” fu la prima cosa che mi sussurrò Matt. Gli altri erano totalmente incapaci di parlare. Sorrisi debolmente, le lacrime ormai scendevano indisturbate, sulle mie guance, sulle guance di Matt, sulle guance di Johnny, sulle guance di Zacky, sulle guance di Brian.
Matt corse verso di me, singhiozzando fortemente e stringendomi più che poteva. Quelle braccia mi erano mancate così tanto. Lo strinsi come se non ci fosse un domani, volevo recuperare tutti gli anni perduti con quell’abbraccio. Volevo bearmi della sua presenza, ancora per un po’. Mi erano mancati troppo. Per la prima volta dopo quattro anni ero felice. Per davvero.
 
Matt’s Pov
 
No. Non era possibile. Lui era davanti ai miei occhi, che mi guardava, come un oceano in tempesta. Avevo sognato ogni notte quel momento per quattro lunghi anni, e finiva sempre con un incubo. Poi mi svegliavo, mi ricordavo che non c’era più. E morivo un’altra volta, come ogni mattina.
Non ce la feci, mandai a puttane la logica e corsi ad abbracciarlo, perché era troppo tempo che non sentivo quelle braccia, quel profumo, quella felicità. Non sapevo perché fosse lì, né come facesse a essere lì, ma quello era l’ultimo dei miei pensieri, l’importante è che lui era lì, e che non era il mio solito incubo, ma la realtà.
 
James’s Pov
 
Dopo qualche minuto, ci staccammo, entrambi avevamo la spalla bagnata per via delle lacrime. Mi volta verso gli altri, Zacky e Johnny, scioccati, sussurrarono all’unisono:
“Tu…”
Zacky non perse altro tempo, quasi avesse paura che potessi sparire da un momento all’altro e imitò Matt.
 
Zacky’s Pov
 
Non ci credo. James è vivo. È davanti a noi. Sono pietrificato. Anche se volessi muovermi non ci riuscirei. Matt corre ad abbracciarlo. Vorrei farlo anche io, ma sono sotto shock. Merda. Ho voglia di bacon, mi succede sempre quando sono sconnesso con il cervello. Ma non posso mettermi a mangiare ora, anche perché vomiterei tutto. Fanculo, gli corsi incontro subito dopo che Matt si staccò. Dovevo bearmi di lui un altro po’. Quanto tempo.
 
James’ Pov
 
Potevo considerarmi contento finalmente. Rimasi abbracciato a Zacky tanto tempo quanto rimasi abbracciato a Matt. Poi fu il turno di Johnny che, in preda alle lacrime, si incamminò verso di me come una checca da soap opera. Gli mancava solo l’orso Zacky Von Christ Haner Shads Ilejay (come lo avevano soprannominato i ragazzi) e sarebbe stata uno dei nostri momenti più comici.
 
Johnny’s Pov
 
Il mio Jimmyyyyyyyyy!!! Era tornatooooo!!! Perché Zacky Von tutti i nostri cognomi non era con me?? Gli sarebbe piaciuto tanto!
“allora nano, il tuo orso? Ti ho visto sai che ci dormi insieme la notte” sogghignò lui. Come cacca faceva a saperlo?? Allora è vero che i morti ci osservano dall’alto.
“ posso venire sulla Terra un solo giorno all’anno, il mio compleanno. Non dovevo farmi vedere da voi, ma Bri mi ha beccato mentre lo spiavo.” Sorrise guardando Brian. Se la felicità fosse stata sotto forma di persona, quella persona poteva essere Syn in quel momento. E io e gli altri non eravamo da meno.
 
James’ Pov
 
Osservai Arin sorridendo. Volevo un abbraccio pure da lui, era anche lui un Sevenfold no?
“beh? Tu non vieni? Ok che sei l’ultimo arrivato in questa grande e folle famiglia, ma che importa? Dai, vieni Arin”
Lui timidamente si avvicinò e mi strinse la mano, esitante.
“sono onorato di trovarmi davanti a uno dei migliori batteristi al mondo, nonché mio più grande idolo”
Non dissi nulla e lo abbracciai. Quel ragazzo era adorabile, diverso dagli altri, così tranquillo e pacato all’apparenza, eppure sul palco esternava tutta la sua potenza. Mi piaceva proprio!
“ehi ragazzi ho sentito qualcuno urlare va tutto…” Michelle ammutolì. Mi fissò, pallida e confusa.
“ciao Mich, come stai?”
“James. Owen. Sullivan. Tu sei vivo!!” urlò spaventata.
Brian corse ad abbracciarla.
“I ragazzi ti spiegheranno tutto. Allora, nemmeno un abbraccio al tuo Gigante?”
Michelle mi corse incontro rischiando di inciampare sul tappeto.
 

 
Parlammo per più di un’ora e mezzo. Ci raccontammo tutto, loro mi chiesero com’era l’aldilà, io chiesi loro come stava andando il progetto per il videogioco. Nel frattempo arrivarono anche Val e Lacey, chiamate dai rispettivi mariti.
“oh mio Dio James!!!! Oddio!!!” urlò Lacey appena mi vide, spaccandomi i timpani.
“ciao Lacey, sono felice di vederti!”
“Jimmy!!!” le fece eco Val.
“tesoro, auguri per il piccolo che si aggiungerà alla famiglia dei Sevenfold!”
Mi abbracciarono entrambe e andarono a sedersi sul divano con gli altri.
Guardai in alto, sorridendo, forse voleva proprio questo il Capo. Avrei dovuto farlo prima.
Erano quasi le cinque di pomeriggio, sarei dovuto andarmene alle dieci di sera.
Lo dissi ai ragazzi. La presero tutti abbastanza bene, a parte Brian che si alzò senza dire nulla, prese il pacchetto di sigarette, una birra, e uscì.
“amico, sapevi che non sarebbe durata. Perché te la sei presa allora?”
“perché non volevo averne la conferma un’altra volta. Non volevo ricordarmi che domani sarà un altro giorno di merda come gli altri, senza di te.”
“vuoi capirlo o no? Io non me ne sono mai andato cazzo, sono sempre stato con voi, e sarà così fino alla fine, quando un giorno saremo insieme per sempre. Pensi sempre a quanto fa male a te e di quanto soffri te, e io chi sono? Soffro anche io e fa male anche a me, come fa male a Matt, Johnny, Zacky, Arin e a tutti i nostri fan. Ogni fottutissimo 28 dicembre li vedo piangere per me, vedo gli occhi di ognuno di loro, e sono fra le cose più strazianti che io possa vedere. Provo in ogni istante un fottutissimo senso di colpa, sapendo che tutto questo dolore l’ho causato io. Poi guardo voi, e non siete più gli stessi, né sul palco né in nessun posto. Un tempo tu eri famoso per le tue smorfie e ora?”
Lui si girò verso il sole, aspirando la sigaretta.
“sai com’è, avevo te dietro che mi tenevi il ritmo con le tue bacchette, mi davi il ritmo e mi incoraggiavi. Ora anche solo salire sul palco è una tortura.”
Lo abbracciai e lui ricambiò. Noi eravamo fatti così, sin da quando eravamo piccoli. Ci capivamo da un abbraccio.
Tornammo dentro, sorridenti. Stranamente anche gli altri si stavano abbracciando, in un abbraccio in stile “Johnny Rev Brian”, e ci aggiungemmo.
Parlammo, ridemmo e l’ora di cena arrivo in fretta, troppo in fretta.
“pizza o cinese?”
“cinese!” esclamai.
“pizza!!” urlò Porchetta.
“io voto per il cinese” disse Matt.
“io per la pizza, si abbina di più alla birra!” disse Johnny.
“e se ordinassimo pizza e cinese? Altrimenti non la finiamo più” disse Val.
Così ordinammo quattro pizze e cinque sacchetti con il cibo cinese. Prendemmo otto birre dal frigo e bevemmo. Ovviamente non potevo ubriacarmi, o non sarei potuto più venire giù, in fondo questi erano i patti. Verso le nove decidemmo di chiamare mia madre, era giusto che mi vedesse anche lei. Quando arrivò, Brian la scortò in casa dicendole che era tornato qualcuno. Quando mi vide a momenti svenne. Mi corse addosso subito, al contrario degli altri. Continuava a dire il mio nome, in preda alle lacrime.
“Jimmy, Jimmy, figlio mio, tesoro della mamma”
Tutti ci guardavano commossi.
“mamma, mi sei mancata tanto.”
“non voglio sapere come fai ad essere qui, l’importante è che ci sei e che ti sto abbracciando.”
Sorrisi, non c’erano bisogno di parole. Rimase con noi fino al momento della mia partenza. Erano le 21.55, fra cinque minuti sarebbe finito tutto. Ci abbracciamo alla Sevenfold, solo che io ero al centro, e tutti intorno a me, come uno scudo, come se cercassero di non farmi andare.
“quando sentirete il vento avvolgervi, cercate di stringerlo, così mi abbraccerete. Vi voglio bene, ricordate la sera di guardare in alto, io sarò lì a darvi la buonanotte, da bravo angelo custode. E ricordate: we fell apart, let’s make a new start.
Mi voltai verso mia madre e la abbracciai. Lei era serena, sorrideva, come se ci dicessimo un semplice “arrivederci a domani”. Poi salutai Valary, le accarezzai il pancione e sussurrai “buona nascita piccolo Ewan, hai la famiglia migliore del mondo. E tu Val, sei una donna forte, crescerai i tuoi due figli benissimo, dai un saluto a Owen James da parte di zio Jimmy” ammiccai. Lei sorrise, con i lacrimoni agli occhi. Le accarezzai le guance, togliendogliele. Michelle ci osservava, sorridendo alla sorella e facendo il possibile per non piangere, odiava piangere e mostrarsi debole in pubblico. Abbracciai anche lei, nonostante non mi fosse mai stata simpatica: “tratta bene Brian, ti ama anche se non lo dimostra. Non è mai stato il tipo da rose e cioccolatini il giorno di San Valentino” sorrisi. Lei annuì: “ormai ci sono abituata, non mi ha mai regalato nemmeno una margherita” ridacchiò. Lacey mi guardò, ci unimmo in un  abbraccio, senza parole. Ora era il turno di Zacky: “mi raccomando Porchetta, non esagerare con il bacon, o diventerai un cannibale”
“ma piantala, ho un fisico mozzafiato, le ragazze mi amano” sorrise.
Johnny mi abbracciò: “con  chi berrò la sera invocando la papera santa?” disse piangendo come una checca.
“su su nano, non piangere, non stai mica guardando Beautiful ora” sghignazzai.
Arin mi abbracciò timidamente.
“buon viaggio, spero un giorno di suonare come te, sarai per sempre il mio esempio”
“ragazzo, così mi fai sentire vecchio, tu sei già un batterista professionista, hai superato il maestro” gli dissi ricambiando l’abbraccio.
Poi fu il turno di Matt. Ci abbracciammo un’ultima volta.
“ci vediamo l’anno prossimo amico mio, fai tuonare i cieli con la tua batteria, e insegna agli angeli come si impara a volare” mi sussurrò in modo che potessi sentirlo solo io.
“e tu incanta la gente come sai fare da sempre, sei il mago più potente in questo campo” ammiccai.
Ed ecco Brian. Dovevo salutare solo lui.
Ci stringemmo forte, e rimanemmo così il più possibile. Ci sussurrammo solo un “a presto fratello” perché bastava quello.
“promise me you’ll never fell afraid…” intonai.
“sleep tight, I’m not afraid” ribatté Brian sorridendo debolmente.
21.59. stava scadendo il tempo. Alzai una mano, in segno di saluto, li osservai un’ultima volta negli occhi ad uno ad uno. Poi sentii un calore provenire dal cuore, capii che stavo sparendo lentamente. Il loro sorriso fu l’ultima cosa che vidi, chiusi gli occhi, e quando li riaprii, vidi solo bianco.
Guardai il bianco sotto di me, ero di nuovo sulla mia nuvola.
 
NOTE DELL’AUTRICE:
 
sssalllveeeeee sono tornata, avete di nuovo qualcuno da odiareeeeee xD
dunque, questa one shot è lunga eterna, lo so, spero di essermi fatta perdonare per l’ultimo capitolo disastroso dell’altra fan fiction :3
che dire, spero tanto che vi sia piaciuta, mi sono impegnata tantissimo e ammetto di essere anche abbastanza orgogliosa di questa storia!
Ringrazio tanto tanto Ciux_, Necromance_theatre, e Jordison, vi adoro donneh u_u
Devo il copyright del nome di Zacky Von Christ a Necromance Theatre xD
Niente, se voleste fermarvi anche solo per dirmi di ritirarmi non mi uccidete, anche se so che chiedere una recensione qui è come chiedere a Papa Francesco di diventare satanista, ma vabbè, io chiedo comunque lol :’)
Un bacione a tutte quelle che hanno perso mezz’ora a leggere questa storia!
Tanti auguri al nostro Gigante Gentile <3
Lidja<3

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: LidjaLoveAvengedSevenfold