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Autore: Ginny_Anastasia    09/02/2014    6 recensioni
Mi raggomitolai sulla panchina,senza realmente capire cosa stessi facendo. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente, inutile.
Strinsi i denti e mi accorsi di tremare convulsivamente.
-Serve aiuto?- Chiese una voce.
Riaprii gli occhi senza però riuscire a vedere realmente.
-Stai bene?- ripeté la voce.
Scossi la testa e richiusi gli occhi.
-Che succede?- Un’altra voce questa volta più lontana,poi mi sentii sollevare.
Riaprii gli occhi e quello che vidi fu una maglietta nera.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao Aliens, come state? Contro ogni previsione eccomi qui per postare il secondo capitolo di questa mia nuova storia, non è lunghissimo, ma diciamo che da qui dovrebbe incominciare a svilupparsi la trama.

Non vedo l’ora di sapere le vostre impressioni e se avete apprezzato questo capitolo.

Un bacio e a presto

Ginny

PS: le recensioni sono sempre ben accette.

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Now I’m here
No more fears.
Angel don’t you cry
I’ll meet you
On the other side

          Phantomrider  (Tokio Hotel)

 

 

“Forza, forza!” Mi ripetevo cercando di calmarmi, ma era sempre peggio, ero paralizzata, non ricordavo nemmeno più il mio nome .

Mi raggomitolai sulla panchina,senza realmente capire cosa stessi facendo. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente, inutile.

Strinsi i denti e mi accorsi di tremare convulsivamente.

-Serve aiuto?- Chiese una voce.

Riaprii gli occhi senza però riuscire a vedere realmente.

-Stai bene?- ripeté la voce.

Scossi la testa e richiusi gli occhi.                                          

-Che succede?- Un’altra voce questa volta più lontana,poi mi sentii sollevare.

Riaprii gli occhi e quello che vidi fu una maglietta nera.

 

 

 

-Cos.. cosa..?- cercai di dire spostando lo sguardo sulle braccia dell’uomo che mi aveva presa in braccio.

-Stai tranquilla- Disse in americano, marcando un po’ troppo le parole, rabbrividii.

-Cos’ha?- Chiese una voce diversa, ma spaventosamente famigliare.

“Accidenti a me!” pensai ,sentendo tornare l’ansia.

-Credo un attacco di panico- Sussurrò l’uomo che mi stava tenendo in braccio aumentando la stretta intorno al mio corpo.

-Possiamo portarla con noi!-

-Non so..- Disse una terza voce .

Riaprii gli occhi, ci eravamo fermati.

-Hey! Meglio?- Chiese un ragazzo avvicinando il viso al mio.

Sbattei le palpebre intorpidita.

Aveva dei capelli biondi e corti, degli occhiali da sole davanti agli occhi e due piercing su entrambi gli estremi del labbro inferiore della bocca.

-Non fatemi del male..- Soffiai in inglese.

-Del male?- Il ragazzo inarcò un sopracciglio, anch’esso munito di piercing  -Non vogliamo farti del male, anzi.. adesso ti portiamo a casa nostra così puoi mangiare qualcosa e..-

-La mia borsa!- Sbottai, risvegliandomi dal mio stato di trans –I documenti!- Continuai ancora più agitata.

-Tranquilla, ho preso tutto io- Mi cercò di rassicurare un altro ragazzo. Mi sporsi tra le braccia dell’uomo, che ancora mi stava tenendo, per guardarlo in viso.

Capelli lunghi e scuri, racchiusi in uno chignon mal fatto, un paio di occhiali da sole del tutto identici a quelli dell’altro ragazzo e un piercing sul labbro inferiore.

Chiusi gli occhi “Devo assolutamente andarmene da qui!” Pensai, poi incominciai a scalciare come una pazza e a muovermi –Fatemi scendere!-

-Ma..-Incominciarono a dire con facce confuse.

-Ora!- Urlai battendo i pugni sul petto dell’uomo che non ero ancora riuscita a capire che volto avesse.

Mi fece scendere e mi mise in piedi, facendo attenzione a non farmi cadere, ma sentivo le gambe cedermi per la tensione accumulata.

Mi sedetti per terra fregandomene di quello che avrebbero pensato.

-Tutto ok?- Chiese il ragazzo con i capelli scuri.

Lo guardai furente –Chi diavolo siete?- Sbottai –Cosa volete da me?-

-Ti abbiamo vista star male..- Spiegò l’uomo inginocchiandosi vicino a me.

Era un omone di quelli che ti potevano spaccare le ossa in meno di dieci secondi, indossava una maglietta a maniche corte nere ed era calvo, o almeno i capelli erano cortissimi.

-Abbiamo pensato che ti servisse aiuto.. così-

Scossi la testa e guardai meglio il ragazzo bruno davanti a me che nel frattempo mi stava porgendo la borsa che avevo buttato a terra.

Per un attimo pensai che il mio cuore si fosse fermato e che il sangue avesse smesso di circolare..probabilmente diventai pallida.

“Non è possibile..” Cercai di intravedere i suoi occhi da dietro gli occhiali.

Poi mi voltai verso l’altro ragazzo ”Sono pazza” pensai “Completamente pazza!”.

Il ragazzo con i capelli scuri mi sorrise rassicurante, lo fissai come un’imbecille senza riuscire a dire una parola.

“Ora ti portiamo a casa da noi, ok?-

Sbattei velocemente le palpebre come per scacciare qualcosa di assurdo e divenne tutto nero.

 

 

-Credi che ci denuncerà?- Chiese mio fratello sedendosi di fianco a me.

-Naa..non dire cazzate.. quando si riprenderà sono sicuro che vedrà la cosa con occhi diversi- Spiegai abbassando lo sguardo su quel corpicino esile che tenevo tra le braccia.

-Speriamo..- Mise in moto l’auto  si girò per fare retromarcia e uscire dal garage dell’aeroporto, poi una volta di nuovo alla luce del sole , rincominciò a parlare.. Era più forte di lui stare in silenzio.

-Non si è ancora svegliata?-

Scossi la testa e tornai a fissare la ragazza.

Aveva dei capelli biondi che le arrivavano appena sotto il seno, la pelle piuttosto pallida e due labbra carnose.

Mi leccai le labbra involontariamente e guardai fuori dal finestrino.

-Tom..- Mi richiamò mio fratello, mi voltai.

-Hai visto che cosa porta al collo?- Chiese abbozzando un sorriso, e facendo un cenno con la testa, mi indicò la ragazza.

Sorrisi anch’io.

Appena coperto dalla sua canotta lilla c’era un ciondolo metallizzato che rispecchiava la luce del sole, mi ci volle un po’ di tempo per capire che cosa fosse.

Ma poi tutto mi fu più chiaro.

Era il simbolo dei Tokio Hotel.

   
 
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