Ciao Aliens,
come state? Contro ogni
previsione eccomi qui per postare il secondo capitolo di questa mia
nuova
storia, non è lunghissimo, ma diciamo che da qui dovrebbe
incominciare a
svilupparsi la trama.
Non vedo
l’ora di sapere le vostre
impressioni e se avete apprezzato questo capitolo.
Un bacio e a
presto
Ginny
PS: le
recensioni sono sempre ben
accette.
Now I’m here
No more fears.
Angel
don’t you cry
I’ll meet
you
On the other side…
Phantomrider (Tokio
Hotel)
“Forza, forza!” Mi ripetevo cercando di calmarmi, ma era sempre peggio, ero paralizzata, non ricordavo nemmeno più il mio nome .
Mi raggomitolai sulla panchina,senza realmente capire cosa stessi facendo. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente, inutile.
Strinsi i denti e mi accorsi di tremare convulsivamente.
-Serve aiuto?- Chiese una voce.
Riaprii gli occhi senza però riuscire a vedere realmente.
-Stai bene?- ripeté la voce.
Scossi la testa e richiusi gli occhi.
-Che succede?- Un’altra voce questa volta più lontana,poi mi sentii sollevare.
Riaprii gli occhi e quello che vidi fu una maglietta nera.
-Cos..
cosa..?- cercai di dire spostando lo sguardo sulle braccia
dell’uomo che mi
aveva presa in braccio.
-Stai
tranquilla- Disse in americano, marcando un po’ troppo le
parole, rabbrividii.
-Cos’ha?-
Chiese una voce diversa, ma spaventosamente famigliare.
“Accidenti
a
me!” pensai ,sentendo tornare l’ansia.
-Credo un
attacco di panico- Sussurrò l’uomo che mi stava
tenendo in braccio aumentando
la stretta intorno al mio corpo.
-Possiamo
portarla con noi!-
-Non so..-
Disse una terza voce .
Riaprii gli
occhi, ci eravamo fermati.
-Hey!
Meglio?- Chiese un ragazzo avvicinando il viso al mio.
Sbattei le
palpebre intorpidita.
Aveva dei
capelli biondi e corti, degli occhiali da sole davanti agli occhi e due
piercing
su entrambi gli estremi del labbro inferiore della bocca.
-Non fatemi
del male..- Soffiai in inglese.
-Del male?-
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, anch’esso
munito di piercing -Non
vogliamo farti del male, anzi.. adesso
ti portiamo a casa nostra così puoi mangiare qualcosa e..-
-La mia
borsa!- Sbottai, risvegliandomi dal mio stato di trans –I
documenti!- Continuai
ancora più agitata.
-Tranquilla,
ho preso tutto io- Mi cercò di rassicurare un altro ragazzo.
Mi sporsi tra le
braccia dell’uomo, che ancora mi stava tenendo, per guardarlo
in viso.
Capelli
lunghi e scuri, racchiusi in uno chignon mal fatto, un paio di occhiali
da sole
del tutto identici a quelli dell’altro ragazzo e un piercing
sul labbro
inferiore.
Chiusi gli
occhi “Devo assolutamente andarmene da qui!”
Pensai, poi incominciai a
scalciare come una pazza e a muovermi –Fatemi scendere!-
-Ma..-Incominciarono
a dire con facce confuse.
-Ora!- Urlai
battendo i pugni sul petto dell’uomo che non ero ancora
riuscita a capire che
volto avesse.
Mi fece
scendere e mi mise in piedi, facendo attenzione a non farmi cadere, ma
sentivo
le gambe cedermi per la tensione accumulata.
Mi sedetti
per terra fregandomene di quello che avrebbero pensato.
-Tutto ok?-
Chiese il ragazzo con i capelli scuri.
Lo guardai
furente –Chi diavolo siete?- Sbottai –Cosa volete
da me?-
-Ti abbiamo
vista star male..- Spiegò l’uomo inginocchiandosi
vicino a me.
Era un omone
di quelli che ti potevano spaccare le ossa in meno di dieci secondi,
indossava
una maglietta a maniche corte nere ed era calvo, o almeno i capelli
erano
cortissimi.
-Abbiamo
pensato che ti servisse aiuto.. così-
Scossi la
testa e guardai meglio il ragazzo bruno davanti a me che nel frattempo
mi stava
porgendo la borsa che avevo buttato a terra.
Per un
attimo pensai che il mio cuore si fosse fermato e che il sangue avesse
smesso di
circolare..probabilmente diventai pallida.
“Non
è
possibile..” Cercai di intravedere i suoi occhi da dietro gli
occhiali.
Poi mi
voltai verso l’altro ragazzo ”Sono pazza”
pensai “Completamente pazza!”.
Il ragazzo
con i capelli scuri mi sorrise rassicurante, lo fissai come
un’imbecille senza
riuscire a dire una parola.
“Ora
ti
portiamo a casa da noi, ok?-
Sbattei
velocemente le palpebre come per scacciare qualcosa di assurdo e
divenne tutto
nero.
-Credi che ci
denuncerà?- Chiese mio fratello sedendosi di fianco a me.
-Naa..non
dire cazzate.. quando si riprenderà sono sicuro che
vedrà la cosa con occhi
diversi- Spiegai abbassando lo sguardo su quel corpicino esile che
tenevo tra
le braccia.
-Speriamo..-
Mise in moto l’auto si
girò per fare
retromarcia e uscire dal garage dell’aeroporto, poi una volta
di nuovo alla
luce del sole , rincominciò a parlare.. Era più
forte di lui stare in silenzio.
-Non si
è
ancora svegliata?-
Scossi la
testa e tornai a fissare la ragazza.
Aveva dei
capelli biondi che le arrivavano appena sotto il seno, la pelle
piuttosto
pallida e due labbra carnose.
Mi leccai le
labbra involontariamente e guardai fuori dal finestrino.
-Tom..- Mi
richiamò mio fratello, mi voltai.
-Hai visto
che cosa porta al collo?- Chiese abbozzando un sorriso, e facendo un
cenno con
la testa, mi indicò la ragazza.
Sorrisi
anch’io.
Appena
coperto dalla sua canotta lilla c’era un ciondolo
metallizzato che rispecchiava
la luce del sole, mi ci volle un po’ di tempo per capire che
cosa fosse.
Ma poi tutto
mi fu più chiaro.
Era il
simbolo dei Tokio Hotel.