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Autore: sara chan 92    15/06/2008    0 recensioni
"Il cielo è limpido e la luna illumina tutto con i suoi deboli raggi,ma lei cammina nell’ombra di un vicolo silenzioso" l'incontro tra la luce e l'ombra avviene sempre in un unico attimo così veloce come la nascita di una vera amicizia....
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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INTRO AL 1 CAPITOLO

L'acqua scendeva lenta sul suo viso

confondendosi con tristezza e malinconia

gli occhi più profondi di un oceano

le labbra sempre contorte in quel ghigno

un angelo con le ali di un davolo

e il cuore di un vampiro

cammina e la pioggia dovrebbefarle male,

ma no, non è un semplice vampiro;

impugna nella mano destra larma della

libertà perchè la pizione è

l'unica via

gli uomini, così patetici , così ipocriti

allo stesso tempo

sbagliano e non si pentono

sbagliano e fanno male ad altri

innocenti

io sono colei che li punirà

la cacciatrice mi chiamano anche

punirò loro e tutti gli esseri che

oseranno far male

male al mondo e a loro

io sono l'angelo che pagherà col sangue

 

CAPITOLO 1

LA NOTTE

Odore nell’aria,odore di sangue.assapora l’aria continuando a camminare volgendo ogni tanto lo sguardo verso la luna,una luna piena. Il cielo è limpido e la luna illumina tutto con i suoi deboli raggi,ma lei cammina nell’ombra di un vicolo silenzioso;avanza lenta e attende il compiersi dei fatti e l’inizio del suo compito,dell’azione.Freme al solo pensiero e i brividi le percorrono la schiena come già parecchie volte quella sera e molte altre nella vita; pensieri nella testa che non la distraggono,rimane vigile come sempre.

L’ora giunge ,ma la fretta è una cattiva amica che non la  ha mai accompagnata;infatti, non affretta il passo e segue il suo percorso perché sa già che lo incontrerà.

Un raggio di luna la sfiora nell’incrocio di due vie dove gli alti palazzi sono più radi e meno imponenti;indossa una giacca nera di pelle,le maniche le oltrepassano le mani,delle quale si intravedono semplicemente le unghie con smalto rosso,il collo alto le nasconde la maggior parte del viso lasciando intravedere i suoi occhi incorniciati da una lunga frangia nera.

Alza nuovamente lo sguardo,fermandosi in contemplazione verso la luna e i suoi occhi si tingono di un rosso rubino:due occhi maledetti,due occhi malefici,gli occhi di una vendicatrice.

Lo sguardo torna a posarsi verso la strada successiva da imboccare e il passo riprende con il consueto ticchettio dei tacchi,unico rumore nella notte.

Gli stivali sono i malfattori di quel brusio,stivali che le fasciano le gambe fin sopra al ginocchio dove la gonna lasciava intravedere solo un piccolo spiraglio di  pelle,una candida pelle nell’oscurità.

Il silenzio rotto solo a tratti da quell’inquietante rumore,ora diventa un alternarsi di ticchettii e ansimi.

Un uomo viene nella sua direzione senza sapere cosa lo aspetta, senza rendersi conto della gravità del suo atto.

Entrò qualche attimo dopo l’arrivo dei suoi ansimi e correndo come un matto evitava a tratti le pozzanghere risultato di un intera giornata di pioggia;purtroppo il fato non voleva la sua salvezza!

Scivolò e finì proprio ai suoi piedi.

Rimase zitta e lo fissò per qualche istante.

«E così scappi!Giochi con la vita delle persone e pretendi di poter andar via  impunito?!»

Una voce melliflua accompagnò quelle aspre parole,dette con rabbia calma, e l’uomo che aveva ancora il fiato corto per la corsa la guardò con occhi stralunati.

«Allora inginocchiati e chiedi,implora perdono per i tuoi peccati!»continuò la voce diventando sempre più profonda e crudele,mentre gli occhi rossi si chiudevano a due fessure nell’oscurità diventando via via più intensi e assassini.

Un balenio e poi uno schiocco,infine silenzio.Un proiettile vibra preciso e silenzioso, un unico colpo al cuore e per l’uomo la notte diventa perenne.l’uomo o meglio il cadavere passò da coricato a disteso precipitando nella pozza e schizzando sangue misto a pastume tutt’intorno;gli occhi si spensero e il battito cessò.

Di nuovo la voce parlò,questa volta più dolce,ma non compassionale «Vaga in eterno anima dannata e cerca senza pace il pentimento e il perdono per scontare la tua pena.»

Butta un foglio su di esso e si volta,osservando la pistola;la svuota e la ripone.

Nella sua mano tiene i proiettili rimanenti,contandoli.

«sette stasera»pensa «nonostante tutto aumentano sempre di più»

Il giorno spunta con i primi raggi del sole e ,sbuffando, decide per un ritorno alla sua dimora.

Dopo qualche ore di sonno si sarebbe risvegliata.

IL GIORNO

Seira scese allegra le scale di casa sua rischiando quasi di scivolare ,entrò in cucina ancora in pigiama e optò per una colazione veloce.finì e si diresse nel bagno per farsi una bella doccia.

Si spogliò frettolosamente lasciando come al solito sul terreno i panni sporchi e aprì l'acqua della doccia in modo da lasciarla scorrere e farla divenire calda.

corse al piano superiore a prendere lo stereo che aveva lasciato vicino al letto e scese, ataacco la presa e inondò il bagno di una "piacevole" musica spaccatimpani:quasi paradossale che una così allegra ragazza ascolti una musica definita da molti satanica , ma che ,come sostiene lei, era semplicemente rock. Si tuffò sotto l'acqua scrosciante rischiando l'ennesima volta in quell'inizio di giornata di scivolare per terra , ma era sempre stata molto agile e quindi riuscì a evitare il disastro.

Passò circa mezz’oretta sotto la doccia e quando  il cd terminò uscì e si diresse nella propria camera;

si asciugò e si vestì con i vestiti più comodi che avesse nell’armadio o eventualmente raccolti tra la marea di indumenti lasciati sul pavimento. Durante tutto la preparazione riuscì anche a raccattare qualche vestito evidentemente sporco e a metterlo tra i panni da lavare,poi asciugò i corti capelli in un attimo e dieci minuti dopo stava già chiudendo tutto per uscire.

Era l’ultimo giorno di vacanza e aveva deciso di goderselo fino in fondo andando come prima cosa al parco a fare qualche trick con lo skateboard e poi uscire:non le andava proprio di rimanere in casa!

Uscì frettolosamente  con l’intenzione di raggiungere al più presto il parco dove solitamente si allenava con gli amici quando ,improvvisamente, una ragazza le si parò davanti.

«ciao mi chiamo mitzuki, sono la nuova vicina» disse raggiosa sfoggiando  un sorriso fin troppo allegro; seira che era espansiva per natura, le sorrise e le strinse la mano  presentandosi.

Poi, trovandola simpatica, le propose di accompagnarla al parco anche se non aveva un abbigliamento adatto.

Gli occhi della ragazza incontrarono quelli della skater per un breve momento:nero e azzurro , oscurità e luce,notte e giorno.

Accettò molto volentieri poiché essendo nuova non conosceva ancora bene né la città che in fondo non era molto grande né i pochi abitanti che alla fine si conoscevano tutti tra loro.

Si incamminarono così insieme chiaccherando e raccontandosi anneddoti della propria vita;scoprirono così di avere un anno di differenza anche se all’apparenza non si notava e di essere di carattere completamente diverso,ma nonostante questo sentiva quella reazione chimica che le legava e non riusciva a sentirsi a disagio l’una con l’altra.

Mitzuki era una ragazza frivola e superficiale,un po’ egoista che pensava solo ai ragazzi,mentre seira era quel tipo di ragazza attaccabrighe e casinista che invece si dedicava allo sport pericoloso e odiava totalmente la scuola.

Continuarono a chiacchierare finchè da lontano non si scorse il parco e  le piste da skateboard dove seira lasciò scivolare sull’asfalto il suo skate e c saltò sopra,spingendo con un piede per avanzare e darsi spinta massima.

Fece un piccolo tratto di rettilineo e scese le scale strisciando sul corrimano,poi svoltò verso la pista e salutando alcuni ragazzi frenò di botto di fronte a questi.

Mitzuki intanti l’aveva seguita con gli occhi continuando ad avanzare e giunta al campetto si sedette sugli spalti a osservare la nuova amica e gli altri ragazzi fare esercizi mozzafiato tra rampe,scale e salti da urlo.

Verso le quattro scesero tutti dai loro skateboard e Seira propose alla sua nuova amica di fare un giro in città tanto per farle vedere i luoghi più belli e più importanti.

Visitarono luoghi come la scuola, il municipio ect ma si soffermarono maggiormente a vedere i bar più belli,i negozi più interessanti e per finire si fermarono a gustarsi un buon gelato.

Tornarono a casa verso le sei e mezza e si salutarono promettendosi di rivedersi il giorno successivo per un'altra magnifica giornata insieme.

Dopo cena mitzuki si fermò qualche istante a riflettere sulla fortuna k aveva avuto a incontrare appena arrivata una ragazza con la quale sentiva di essere legata fortemente fin da subito.

Certo, non aveva mai avuto molti problemi a farsi amicizie,ma queste erano sempre state labili e poco significative,tanto che dopo ogni trasferimento le aveva perse quasi tutte.

Sentiva però che Seira non l’avrebbe persa e che questa città le sarebbe piaciuta sempre di più.

Con questi pensieri si addormentò tranquilla e beata.

   
 
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