Capitolo
2 – L’incantatrice e il Verde foglia
Re
Thranduil passeggiava nervosamente nella stanza del
trono. Teneva le mani dietro la schiena e farfugliava cose senza senso.
Era
preoccupato, lo si vedeva bene.
<<
Sire Thranduil >> lo interruppe una guardia
<< Non siamo riusciti a trovarli. >>
<<
Siete degli incompetenti! >> ringhiò il Re
perdendo completamente le staffe.
La
guardia indietreggiò spaventato. Sapeva benissimo che la
reazione del suo sovrano sarebbe stata proprio quella, ma non era di
certo
colpa sua se Legolas e Lùthien non si trovavano da nessuna
parte. Quei due ne
combinavano sempre di tutti i
colori. Non riuscivano mai a stare fermi.
<<
Continuate a cercare >> aggiunse alla fine
cercando di recuperare quel poco di calma che era in suo possesso .
Intanto,
non molto lontano dal Reame Boscoso, due giovani
amici si divertivano a rincorrersi saltando da un albero
all’altro. Avevano
vissuto cento primavere, ma entrambi avevano l’aspetto di due
adolescenti. La
ragazza cercava in tutti i modi di raggiungere l’amico, ma
quest’ultimo era
troppo veloce. Alla fine si arrese e si fermò per riprendere
fiato. Il ragazzo
tornò indietro da lei.
<<
Sei troppo veloce >> gli disse cercando di riprendere
fiato <<
e non ti stanchi mai,
com’è possibile? >>
<<
Sono un Elfo >> rispose fiero il ragazzo
<< dovremmo tornare a casa, non credi? >>
<<
Legolas, mi hai promesso che avremmo trascorso
tutto il giorno a esplorare questi territori >>
continuò la ragazza
contrariata nel tornare nel loro regno.
Il
ragazzo la guardò per un istante. Non sopportava di
vedere in quei suoi occhi meravigliosi tristezza o delusione. Avrebbe
fatto di
tutto per non farle mai sparire il sorriso dalle labbra.
Lùthien sapeva bene
che non appena metteva il muso, Legolas assecondava tutti i suoi
capricci.
Erano cresciuti insieme, nessuno meglio di lei conosceva il principe.
<<
E va bene >> acconsentì in fine
<<
spero solo che mio padre non si arrabbi. >>
Lùthien
sorrise e i due ripresero il loro piccolo viaggio.
Non si rimisero a correre. Anche perché la ragazza si era
stancata molto e
Legolas non voleva che si sentisse male. Per lui non c’erano
problemi, era un
Elfo, ma lei, lei non lo era.
Quando constatarono
che Lùthien fosse immortale ne furono tutti felici. Non
apparteneva alla razza
degli Elfi, ma neppure a quella degli Uomini. Questo dettaglio
preoccupava
molto Sire Thranduil, ma non Legolas. Per lui era la
“sua” Lùthien e basta. Non
gli importava a quale razza appartenesse.
Solo
una cosa in lei lo incuriosiva a tal punto da farsi
delle domande : il suo potere di incantatrice. Non si spiegava il
motivo, ma
Lùthien riusciva a incantarlo con un semplice sguardo. Era
da sempre così, da
quando l’aveva trovata insieme a suo padre. Non riusciva a
non guardare i suoi
occhi.
Da
parte sua Lùthien voleva anche lei bene a Legolas. Lo
vedeva come il suo angelo custode, sempre pronto a difenderla da tutto
e da
tutti. Era incline ai pericoli, ma lui c’era sempre e
comunque. Non si
arrabbiava mai con lei, era sempre gentile e premuroso e per non
parlare poi
quando Re Thranduil la sgridava, prendeva subito le sue difese. Adorava
il suo
sorriso. Pensava che nella Terra di Mezzo non ci fosse cosa
più bella che il
sorriso di Legolas. La faceva sentire al sicuro come non ci riusciva
nessuno.
Si riteneva molto fortunata ad avere un amico come il principe.
Al
calar del sole, Legolas pensò bene di accendere il fuoco.
Poteva essere pericoloso tornare a casa nelle oscurità della
notte. La piccola
Lùthien aveva tanto freddo, ma per dimostrarsi forte non lo
dava a vedere.
Legolas si mise a scuotere la testa e a sorridere. Senza dire niente si
alzò e
andò da lei. La avvolse nel suo abbraccio e
Lùthien arrossì di colpo. Si lasciò
andare al calore del suo corpo e ben presto quel piccolo stato di
disagio
scomparve.
Rimasero
abbracciati davanti al fuoco senza parlare per
molto tempo.
<<
Ieri, Gildor mi ha chiesto se io e te siamo
fratello e sorella >> disse d’improvviso
Lùthien.
Legolas
si irrigidì di colpo << E… cosa gli
hai
risposto? >>
<<
La verità. Non siamo fratelli >>
continuò la
ragazza << ma è come se lo fossimo in un certo
senso. >>
Legolas
chiuse gli occhi per un secondo. Non capiva come
quelle parole avevano potuto far del male al suo cuore. La sua stretta
su
Lùthien si sciolse leggermente e la ragazza se ne accorse.
Pensò subito di aver
detto qualcosa che avesse potuto infastidirlo.
<<
Credeva che fossi la tua promessa >>
alzò lo sguardo per guardarlo meglio negli
occhi <<
non è ridicolo? >>
Legolas
cercò per quanto gli era possibile di
sorriderle <<
Si. >>
La
ragazza ricambiò il suo sorriso e alzò una mano
per
toccargli un orecchio << Le tue orecchie sono adorabili
>> disse
ridendo e facendo arrossire il principe.
Lùthien
appoggiò la
testa sul petto
dell’Elfo cercando
ancora quel contatto che la faceva sentire protetta. Chiuse gli occhi e
si
abbandonò al sonno. Legolas non riposò per tutta
la notte. Si sentiva in colpa
con se stesso. Doveva smetterla di pensare a lei come qualcosa di
più, ma
vederla solo come una sorella. Non capiva i sentimenti che provava nei
suoi
confronti, non li capiva e li rifiutava.
Appena
fece giorno, il giovane Elfo andò a procurarle
qualcosa da mangiare. Trovò della frutta e soddisfatto
tornò da lei. Al suo
ritorno però non la trovò dove l’aveva
lasciata. Le mele caddero a terra mentre
Legolas, disperato, si mise a correre per ritrovarla. Non sapeva dove
andare e
nel frattempo se la prese con se stesso per averla lasciata da sola.
Salì lungo
la cima di un albero e osservò attentamente la zona
circostante. D’improvviso
sentì delle urla non molto lontano. Si voltò alla
sua destra e vide un
ruscello. Lùthien era lì, stava per affogare.
Legolas si mise a correre come
mai aveva fatto in tutta la sua vita. I rami degli alberi intralciavano
il suo
cammino, ma niente e nessuno poteva ostacolarlo. Doveva andare da
Lùthien,
doveva salvare la “sua” bambina.
Arrivò
in un lampo al ruscello e senza pensare o riflettere
si buttò per salvarla. Lùthien appena lo vide
sorrise e lo chiamò con tutta la
voce che aveva in corpo. La
corrente
però era troppo forte e la trascinò via. Legolas
non la vide più. Si voltava da
una parte all’altra, ma nulla. Decise allora di andare
sott’acqua e fu lì che
la trovò. Nuotò fino ad arrivare da lei e come
afferrò il suo corpo la tirò
subito in superficie. Lùthien aveva perso i sensi e Legolas
preoccupato per le
sue sorti l’appoggiò sul prato, ai piedi del
ruscello. Non sapeva cosa fare. La
vedeva lì, distesa, bella come un fiore. La chiamava, urlava
il suo nome, ma
Lùthien sembrava non sentire. Le
alzò
leggermente il corpo, tenendola fra le sue braccia.
<<
Che male può fare un bacio ?
>> sussurrò piano portando
lentamente
le sue labbra su quelle di Lùthien.
Rimasero
con le labbra unite per un tempo infinito. Lùthien
aprì improvvisamente gli occhi. Capì, dopo poco,
quello che stava accadendo.
Non fece nulla. Quel contatto le piaceva.
Legolas
si staccò da lei e vedendo i suoi occhi spalancati
sorrise felice. La strinse forte a sé mentre la ragazza era
rimasta senza
parole. Nessuno dei due sapeva cosa dire in verità.
<<
Ma che avevi intenzione di fare? >> le
domandò Legolas mostrandosi leggermente arrabbiato
<< come hai fatto a
finire in acqua? >>
Lùthien
abbassò lo sguardo dispiaciuta
<< Sono scivolata, non l’ho fatto
apposta. >>
Legolas
si ammorbidì subito. Le disse di stare tranquilla,
che tutto era passato e la strinse forte a sé. In quel
preciso istante ai piedi
del giovane Elfo arrivò una freccia. Si spaventarono
entrambi, ma subito il
principe riconobbe le guardie di suo padre.
<<
Principe Legolas, vi abbiamo cercato dappertutto
>> disse una delle guardie avvicinandosi
<< vostro padre è arrabbiato,
molto arrabbiato. >>
L’Elfo
e la ragazza si guardarono negli occhi. Thranduil li
avrebbe puniti, era certo. A malincuore seguirono le guardie e non ci
misero
molto a tornare a casa. Lùthien tremava come una foglia.
Temeva Sire Thranduil.
Anche se si era dimostrato sempre gentile nei suoi confronti aveva una
tremenda
paura di lui.
Legolas
dal canto suo sapeva che il padre si sarebbe adirato
contro loro due. Temeva solo che potesse prendersela con
Lùthien.
Arrivati
a Reame Boscoso , Legolas e Lùthien furono convocati
nella sala del trono. Re Thrandui sedeva su quest’ultimo. Era
freddo, la sua
espressione era indecifrabile. Lùthien si teneva stretta al
braccio di Legolas.
<<
Dove siete stati? >> domandò il Re senza
nemmeno voltarsi verso di loro.
<<
A fare una passeggiata >> rispose pronto suo
figlio.
<< una
passeggiata così lunga? >> continuò
il padre voltandosi lentamente verso
i due.
<<
Si >> sibilò il giovane Elfo guardandolo
negli occhi.
Re
Thranduil inaspettatamente si alzò e si avvicinò
a passo
lento verso di loro. Legolas deglutì, se prima era riuscito
a mantenere la
calma, adesso cominciava a sentire l’odore della paura.
Appena
il padre fu abbastanza vicino al figlio lo colpì di
scatto al volto. Il principe strinse i denti mentre Lùthien
non riuscì più a
controllarsi e si mise davanti all’Elfo come per proteggerlo.
<<
Vi prego, Sire, non lo picchiate >> lo
scongiurò la ragazza << non è stata
colpa sua, è stata un’idea mia.
>>
<<
Lùthien, smettila >> la riprese il giovane
Elfo << è una questione padre e figlio, tu non
c’entri. >>
<<
Ma sono stata io a dirti di continuare, Legolas!
>> continuò la piccola, scoppiando in lacrime << non
è giusto che ti prendi tu la
colpa di tutti i miei capricci! >>
Re
Thranduil osservò la scena senza dire una parola. Non
capiva. Qualcosa gli era sfuggito. Quei due si volevano bene davvero,
questo
non poteva metterlo in dubbio. Ma il Re non voleva pensare ad un altro
modo di
voler bene. Interruppe i due ragazzi dicendo a Lùthien di
lasciarlo da solo con
suo figlio.
In
principio la ragazza non voleva separasi dal suo amico.
Legolas però riuscì a convincerla, sfoderando uno
di quei suoi sorrisi
rassicuranti. Lùthien capì che l’Elfo
non avrebbe avuto nessun problema e
lentamente uscì dalla sala. Gli occhi di Legolas non la
mollarono per un solo
secondo. E fu in quel momento che Re Thranduil vide quella strana luce
negli
occhi di suo figlio. Una luce diversa e insolita. Non si guarda una
sorella o
un’amica con quella luce,no. Capì che gli era
sfuggito tutto dalle mani.
<<
Lei non ti amerà mai >> disse
d’improvviso
<< e nemmeno tu avresti dovuto! >>
<<
padre, non capisco >> cercò di farfugliare il
giovane Elfo << Lùthien per me è
come una sorella, lo sai bene. >>
Il
Re lo guardò attentamente per alcuni secondi. Sapeva
perfettamente
che suo figlio mentiva. Egli non era in grado di dire bugie, aveva il
cuore
puro e buono. Ma innamorarsi di Lùthien non era la cosa
giusta per lui.
<<
Tu menti ! >> tuonò Sire Thranduil.
Legolas
abbassò lo sguardo pietrificato. Non voleva ammettere
la verità, soprattutto davanti a suo padre. I suoi
sentimenti erano confusi, ma
qualcosa di profondo verso quella ragazza lo provava veramente. Non
sapeva dare
un nome a ciò che sentiva poiché era qualcosa di
inesatto per il momento.
<<
Tu sei un Principe, sei mio figlio >>
proseguì suo padre calmando il tono di voce <<
hai dei doveri >>
aggiunse prendendo a camminare intorno all’Elfo
<< ma comunque tutto
questo si può ancora recuperare. Non tutto è
perduto per fortuna. >>
Legolas
non capì le sue parole, ma non fece in tempo a dire
niente poiché venne congedato dal padre.
Nel
frattempo Lùthien cercava di riflettere su tutto quello
che era successo. Legolas l’aveva baciata o se
l’era sognato? Sorrise
improvvisamente portandosi due dita sulle labbra. Arrossì e
si mise a sognare
ad occhi aperti. Non capiva ancora di provare qualcosa per
l’Elfo a causa della
sua giovane età. Quel suo flusso di pensieri venne
interrotto dall’arrivo di
Sire Thranduil. Lùthien era rimasta colpita dal fatto che il
Re fosse venuto a
trovarla nelle sue stanze. Aprì la porta e lo fece entrare
impaurita.
<<
Mia cara Lùthien >> esordì entrando
Thranduil
<< ho una bella notizia per te. >>
La
ragazza lo guardò sorpresa. L’Elfo aveva del tutto
cambiato umore. Chissà che gli era passato per la testa.
Magari Legolas era
riuscito a calmarlo. Ma non capiva quale potesse essere la bella
notizia.
<<
Andrai a Gran Burrone >> rivelò Sire
Thranduil << è un posto magnifico, credimi.
>>
Lùthien
spalancò gli occhi incredula. La stava mandando via.
Voleva sbarazzarsi di lei. E Legolas? Come poteva abbandonare il suo
amico
Elfo? Non poteva essere d’accordo anche lui, non poteva esserlo.
<<
Ma.. Legolas..
>> cercò di dire, ma Thranduil la
interruppe.
<<
Legolas è d’accordo con me >> le
disse
sorridendo il Re <<
ha detto che
ti troverai bene lì. >>
Lùthien
si sentì conficcare un pugnale dritto nel petto.
Nemmeno Legolas la voleva più a Reame Boscoso. Si trattenne
nel non piangere e
cercò di abbozzare un falso sorriso da rivolgere al Re.
Rispose che per lei
andava bene Gran Burrone e il sovrano continuò nel dirle che
sarebbe partita
subito.
La
ragazza raccolse le sue cose senza smettere di
singhiozzare un attimo. Provava rabbia e dolore. Il suo amico non la
voleva più,
mentiva quando le diceva che le voleva bene, aveva sempre mentito,
sempre. Si
asciugò le lacrime e promise a se stessa di non piangere mai
più.
Il
carro che l’avrebbe portata a Gran Burrone era ormai
pronto. La ragazza venne accompagnata dalle guardie del Re e proprio
nel
momento in cui stava per salire sopra al mezzo, Legolas la vide da
lontano.
Cercava di capire che diavolo stesse facendo la sua Lùthien
su quel carro. Si
mise a correre d’improvviso, ricordando le parole che gli
aveva detto poche ore
prima suo padre. Cercava di scacciare via quel brutto presentimento, ma
purtroppo sembrava essere la dura verità.
Appena
Legolas raggiunse il carro chiese immediatamente
spiegazioni a Lùthien. La ragazza non alzò
nemmeno gli occhi per guardarlo.
Aveva il viso rosso, sicuramente per le troppe lacrime.
<<
Va via, Legolas! >> gli urlò
d’improvviso <<
non voglio vederti mai più !
>>
Una
volta urlate quelle esatte parole il carro prese a
camminare. Legolas rimase immobile con gli occhi spalancati dallo
stupore. La
ragazza stava andando via e gli aveva appena detto di non volerlo
rivedere mai
più. Strinse i pugni e corse all’interno del
palazzo e precisamente da suo
padre.
Appena
arrivò nella sala del trono diede sfogo a tutta la
sua rabbia.
<<
Perché mi hai fatto questo?! >>
ringhiò
contro suo padre << perché l’hai
mandata via?! >>
<<
E’ stata lei a dire di volersene andare, figlio mio
>> fu la risposta del Re
<<
ho cercato di dissuaderla a rimanere dicendole che tu saresti stato
male, ma
niente >> aggiunse guardandolo mortificato
<< ha voluto andare via
ugualmente. >>
Legolas
guardava senza parole suo padre. Sentì un male
fortissimo al cuore e dovette lottare con tutto se stesso per non far
cadere
quella maledetta lacrima. Strinse i pugni e i denti
dopodiché scappò via.
Suo
padre lo guardò e finchè non sparì
dalla sua vista non
gli tolse gli occhi di sopra. Non sapeva nemmeno lui se aveva fatto del
bene o
del male comportandosi in quel modo. Aveva agito solo ed esclusivamente
per amore
del proprio figlio.
<<
Un giorno capirai, Legolas, figlio mio. E spero anche
che riuscirai a perdonarmi. >>
Angolo
“autrice”
Vorrei ringraziare :
BILLIEJOESVOICE -
little
black cat - KyraPotteredirectioner
- Satana1
Per
aver
recensito il capitolo precedente! Grazie mille!
Ringrazio
anche chi ha messo la storia nelle
preferite : fredfredina
- Satana1
- Lauretta_03
E anche chi
ha messo
la storia nelle seguite : ewan91
- KyraPotteredirectioner
- little
black cat -
Phoebe_dolphin
- Tonksie
E invito
tutte voi a
dire la vostra sulla Fan Fic :)
Grazie
E a presto
Scarl.