ESTATE
Le spighe sono ruvide tra le dita e solleticano un po' i palmi. Non importa.
La brezza ride piano, insinuandosi nelle vesti leggere, e tra i capelli castani sciolti e spettinati. Va bene così.
Si stiracchia pigramente, il corpo caldo di sonno e di Sole sdraiato tra le spighe.
Socchiude appena gli occhi, spiando l'azzurro compatto: anche serrando le palpebre continua a vederlo. Forse ne è rimasto un po' impigliato tra le ciglia.
Goku non ricordava che l'estate fosse così accecante.
Ha voglia di rimanere sdraiato tra la terra e il Sole un altro po', solo un poco ancora, ma alza il busto socchiudendo le palpebre.
Sanzo.
Ha promesso che non avrebbe fatto tardi, gli ha dato la sua parola, e Sanzo ha annuito appena.
E poi gli sta venendo fame.
Il tempio di Choan sembra osservarlo, appollaiato sulla collina.
Si alza in piedi senza fretta, fermandosi a ripulirsi i vestiti dalla terra.
Che ore saranno?
La terra è secca e spaccata e, sotto i suoi sandali, si alza un po' di polvere.
Nonostante faccia caldo – le vesti si sono incollate alla pelle ed il sudore cola sulla fronte – Goku è felice: è la prima volta che sente il sapore del Sole tra le dita. E gli piace.
Prima, il Sole non passava tra le sbarre. Era buio.
Ma non importa, non ha più alcuna importanza.
Adesso è estate e ci sono tante cose da vedere, da sentire, da assaporare.
Goku ha scoperto da poco che il mondo è immenso.
Accucciato sul letto della sua stanza ha spiato spesso dalla finestra: l'orto è subito sotto le mura del tempio, colmo di sprazzi colorati – il rosso dei pomodori, l'arancione delle zucche, il giallo delle pesche tra le foglie verdi - ; un po' più in là i campi, e più in fondo il villaggio.
Eppure dopo il villaggio c'è sempre qualcos'altro: altri campi, boschi... E lo sguardo aguzzo si perde sempre un po' più giù.
Il mondo, insomma, è immenso, e d'estate è ancora più grande, con tutte le finestre aperte.
Goku, ormai, non pensa più al buio, né alla solitudine: che importa? E' stato ieri, oggi è estate.
E continua a mettere un piede dietro l'altro, mentre Choan si avvicina pian piano.
Sanzo lo osserva con gli occhi socchiusi e la schiena appoggiata al muro esterno del tempio, all'ombra, la sigaretta tra le labbra schiuse, e la veste sacra abbassata e legata in vita.
Lo osserva.
Goku, ora, non sente più il caldo respirargli sulla pelle.
Sorride a Sanzo, anche se il monaco non lo fa mai. Non importa, il suo sorriso basta per entrambi.
“Dove sei stato?”
La voce noncurante e la sigaretta arrivata al filtro schiacciata sotto i sandali.
“Ero giù al campo: è bellissimo! Sanzo, lo sai che sono arrivato fino allo stagno? E c'era una papera vera! Ma ora ho una fame tremendissima! Andiamo a mangiare, eh, Sanzo?”
“Fa silenzio, scimmia!”
Goku spia il viso di Sanzo – i capelli dorati legati in una coda, la pelle calda di Sole e gli occhi severi – e pensa che sì, Sanzo è la sua estate.
Va bene così.
FINE