Libri > Fallen
Segui la storia  |       
Autore: just a gay cookie lover    11/02/2014    1 recensioni
si può superare la morte della persona a cui si ha dedicato la propria eternità?
Un amore può rinascere dalle ceneri di un dolore immenso?
Dalla collisione tra inferno e paradiso nasce una grande sfida per i due angeli,ma la strada non sarà priva di ostacoli
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cameron Briel, Daniel Grigori
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’altalenante frastuono delle campane in lontananza segnava le 12.00 .
I suoi occhi erano fissi sulla fredda lapide marmorea, inginocchiato su un rado tappeto d’erba impreziosito da una rugiada di disperazione sgorgata da due occhi violacei. Daniel era lì, prostrato difronte a quella pietra senza vita, gli occhi velati di lacrime non gli permettevano di vedere chiaramente. Indossava un paio di jeans piuttosto mal ridotti e sporchi di terra, la fredda terra che ora lambiva quel corpo. Una t-shirt grigia come quel cielo pesante di nubi plumbee che gravava come un masso sulle scapole che un tempo lei aveva definito “fatte apposta per essere abbracciate”, o almeno così ricordava. Si passava ogni tanto una mano tra i biondi capelli tentando di ricordare come fosse accarezzare quella chioma nera come la notte. Fece scorrere l’indice sull’incisione dell’epitaffio.
“Qui giace Lucinda Price”
Non sarebbe bastata un’intera parete per descrivere la sua delicata bellezza, la sua pelle di luna, il suo sguardo indagatore che le dava un’aria alquanto buffa ma allo stesso tempo affascinante. I suoi meravigliosi capelli che dal nero erano divenuti biondo platino per poi tornare scuri, ma sarebbe stata perfetta anche senza.
La lapide si tinse di un bagliore violaceo, le lacrime che brillavano tra i fili d’erba erano ora accecanti prismi di luce. Digrignò i denti, strinse in un pugno una manciata di terra, rivolse di scatto il volto verso quel cielo di pietra. Gridò il suo nome.
Il grido si trasformò presto in un pianto disperato. Iniziò a singhiozzare rumorosamente, si coprì gli occhi con una mano.
-Luce! Perdonami, non sono riuscito a salvarti. Io, io credevo che sta volta sarebbe stato diverso. Te ne sei andata di nuovo e non ho potuto fare nulla!
Una mano si posò delicatamente sulla sua spalla.
-Basta Daniel, hai sofferto abbastanza per oggi, non è piangendo che la riavrai indietro.
Era Arianne, tra lei e Luce c’era una certa somiglianza. Entrambe rivestite da una pelle perlacea e dal volto incorniciato da capelli neri come piume di corvo. Capelli che le erano ricresciuti dopo che se li fece tagliare dalla stessa Luce alla Sword&Cross, lo definiva un taglio originale. C’era però una sostanziale differenza, al contrario di Luce i suoi occhi erano grandi e costantemente spalancati, le davano decisamente un’aria da sociopatica, che in effetti la rispecchiava.
Daniel scostò violentemente la mano della ragazza e si girò rapidamente lanciandole un’occhiata allo stesso tempo furibonda e distrutta.
-Fai silenzio! Cose ne puoi sapere tu, cosa ne puoi sapere di cosa si prova nel vedere l’amore della tua vita bruciarti tra le braccia migliaia di volte? Di cosa si prova nel non poter fare altro che stare a guardare la persona che ami diventare fuliggine tra le tue mani? Voi altri angeli siete esseri spregevoli, caduti dal paradiso per semplice noia, ma io sono diverso, io l’ho fatto per amore ed ecco com’è andata a finire! Questa volta non è come le altre, lei non tornerà ed è stata solo colpa mia!
Arianne lo percosse con un sonoro schiaffo.
-Credi che anche io non soffra per Luce? Lei era probabilmente la persona a cui tenevo di più, come puoi credere che non capisca. C’ero anche io quando è arsa tra le tue braccia, dalla prima all’ultima volta. Come puoi credere che io non stia soffrendo?
La sua voce era divenuta stridula, aveva iniziato a piangere come una bambina che ha perso la madre. Daniel non poté che intenerirsi e solo in quel momento si accorse della durezza delle sue parole. Ancora una volta aveva fatto soffrire qualcuno. Pensò a tutte le famiglie che Luce aveva avuto, a tutte le madri che aveva fatto piangere, a tutti i sogni che aveva infranto, alle sorelle che come lui hanno pianto davanti ad una tomba. Una consapevolezza nacque in lui, irruppe nella sua mente come un torrente di disperazione che riesumava milioni di tristi ricordi, di lacrime, morte.
-Sei solo un pericolo.
Diceva una voce dentro di lui
-Non sai fare altro che procurare sofferenza.
Era vero? Dalla sua caduta in poi era solo questo che aveva portato con se? Cominciò furiosamente a scavare nella sua memoria alla ricerca di un’antitesi, ma non la trovò. Accarezzò il viso di Arianne e le diede le spalle.
-Daniel, cosa hai intenzione di fare?
-Fin ora non ho portato altro che sofferenza, la mia esistenza non è altro che un parassita che stanco di devastare il paradiso è passato alla terra. Devo porre fine a tutto ciò, non importa se soffrirò perché è quello che merito, ma non posso continuare ad esistere ed è giunto il momento di estirpare questo parassita.
-Daniel fermati! Sei un angelo, anche provandoci non puoi ucciderti, rischi solo di soffrire inutilmente!
Non la ascoltò. Inarcò la schiena e da due fori della maglietta affiorarono due spruzzi di piume che si trasformarono ben presto in un paio d’ali immense, candide come la neve appena caduta, lucenti come una stella.
-Questo è un addio Arianne.
La ragazza nel frattempo era stata scagliata a terra dalla folata di vento delle ali, ma ci mise poco a rialzarsi.
-Fermati! Non è così che risolverai i tuoi problemi!
Troppo tardi, l’angelo stava già volato verso l’orizzonte . Ora un paio di stupende ali comparve sulla schiena di Arianne, sembravano più da farfalla che da angelo. Erano costellate di prismi trasparenti che originavano ipnotici giochi di luce sul suolo. Era pronta a spiccare il volo, ma una voce la fermò.
-Lascialo andare, questa è la sua battaglia.
Si girò rapidamente
-Cosa?...Tu?!
 
Daniel era già lontano, non aveva  idea di dove fosse diretto né di cosa avesse intenzione di fare, ma nella sua testa le più che ragionevoli considerazioni di Arianne risuonavano come un eco lontano. Ripensò a quando lui e Luce nuotarono nel lago e poi la vide allontanarsi su quell’aereo. Come era morta? Non ricordava nemmeno lui chiaramente le dinamiche ma non riusciva a spiegarsi perché Luce non fosse bruciata nel momento del loro primo bacio. Non era battezzata, e ciò aveva impedito l’inevitabile, ma allora perché? Tutto quello a cui riusciva a pensare era il suo viso, la sua espressione sognante poco prima di…
Atterrò su un’altura molto elevata, dava su un bosco ed era contornata di cipressi. Davvero un bel paesaggio se non fosse che non era lì per farsi qualche foto con la telecamera interna e caricarla su Instagram con ashtag come “#natura#scampagnata#selfie”. Le sue intenzioni erano molto diverse. Si fermò sul ciglio del dirupo e ritrasse le lucenti piume, era piuttosto evidente il suo scopo. Teneva lo sguardo fisso nel vuoto, allargò le braccia come in croce, come fossero ali spiegate nel disperato tentativo di continuare a volare.
-Se solo un amore impossibile può essere eterno, significa che continuerà nell’aldilà. Non so come ma ti raggiungerò Luce, dovessi arrivare a trafiggermi con una stella saetta io ti troverò, ti amo Luce!
Chiuse gli occhi e si gettò senza pensarci, non gli importava del dolore che avrebbe provato se fosse servito a rivederla. Non esiste sofferenza al mondo che non valga la pena affrontare per stare accanto alla persona che ami, e Daniel non aveva di certo paura, ma gli mancò comunque il coraggio di aprire gli occhi. Sentiva il vento sferzargli il volto, da quanti secondi stava precipitando? 1…2…3…
Il suo corpo si accartocciò contro il duro suolo, emise un gemito. Cominciò a ruzzolare per il pendio mentre la sua pelle veniva continuamente lacerata dai cespugli. Sapeva che non sarebbe morto, ma che importanza poteva avere ormai? Quel mero atto poteva certamente essere inteso come autolesionismo, ma improvvisamente si chiese cosa avrebbe pensato Luce di questo. Ovviamente non avrebbe approvato, ma cos’altro poteva fare?
Urtò qualcosa, ebbe la sensazione che fosse un corpo, sentì un grido di dolore. Aprì con fatica gli occhi, una sagoma slanciata, capelli neri e brillanti occhi verdi, fu tutto quello che riuscì a vedere prima di perdere i sensi.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: just a gay cookie lover