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Autore: LOVE_sucks    12/02/2014    1 recensioni
Alcune volte non si riesce sempre a scegliere di fare la cosa giusta.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Presa dal panico stringe ancora il test di gravidanza tra le mani, cercando di trattenere I conati di vomito. Come era finito in quello schifo? Come aveva lasciato rovinarsi la vita così da un ragazzo? Lei, proprio lei che era sempre stata la perfettina della classe, la figlia impeccabile, una ragazza casa e chiesa, si era lasciata abbindolare dal primo bell'imbusto che si era trovata davanti. Ed ora era li, seduta sul cesso di un bagno, consapevole di essere sola. Perchè in fondo sapeva cosa le sarebbe accaduto, I suoi genitori l'avrebbero cacciata di casa, ripudiata come figlia e lui sarebbe scappato di fronte alla responsabilità di essere padre. Invece lei avrebbe avuto un figlio a diciotto anni, addio ballo di fine anno, addio Yale, addio futuro, addio vita. Un figlio a diciotto anni! Non riusciva a rendersene conto, non voleva rendersene conto! Tutti i progetti, tutti i sogni stavano andando in fumo, li vedeva sgretolarsi tra la sua presa come un castello di sabbia. Ora attendeva solo un miracolo che l'avrebbe salvata da quell'orrenda situazione. Non riusciva a dormire, quella notte. Guardò suo marito che dormiva beatamente accanto a lei, era così bello che non avrebbe mai e poi mai voluto svegliarlo. Così ripensò al suo passato, pensò alle scelte fatte e con I ricordi riemerse anche un'immagine sbiadita di una lei diciottenne, una lei impaurita, di una lei insicura, di una lei così diversa dalla donna forte che era oggi... forse erano anche gli sbagli che l'avevano resa più forte, che l'avevano costretta a rialzarsi ogni volta da terra. Un ricordo cercava di farsi largo tra I suoi pensieri, un ricordo che più e più volte aveva cercato di soffocare, che aveva cercato di sopprire, che aveva cercato di accatastare in un angolo buio della mente. 'Bussò alla porta dell'ospedale' -No non farlo! Cercava di gridarle la donna matura. 'Parlò con la ginecologa e le spiegò la situazione pregandola di comprenderla.' -No, dille di no! Dille che è sbagliato, dille che è fuori tempo, che non si può fare! 'La ginecologa cercò di farla ragionare.' -Ascoltala! Pensaci! Non puoi farlo! 'La ragazza scosse fortemente il capo, la ginecologa le segnò un altro appuntamento e poi si salutarono, La ragazza uscì, consapevole in parte di ciò che stava per fare.' - Rientra, disdici tutto, dille che ci hai ripensato ti prego! La donna la implora ma la ragazza non può sentirla, intrappolata com'è in un'altra realtà temporale. Passò il giorno dell'intervento, la ragazza era così preoccupata di liberarsi del feto che non si rendeva conto di quello che aveva realmente fatto, aveva ucciso una persona, aveva ucciso un bambino innocente, aveva ucciso suo figlio. Non lo avrebbe mai visto crescere, non lo avrebbe mai allattato, non gli avrebbe mai cambiato I pannolini, non sarebbe mai stata la notte alzata per I pianti e le urla, non lo avrebbe mai sentito pronunciare la parola "mamma", non sarebbe mai arrivato il primo anno, le prime litigate, il primo giorno di scuola, niente. Perchè lei lo aveva ucciso, si era privata della cosa più bella che avrebbe mai potuto fare, aveva fatto pagare ad un'altra persona il suo errore. Forse era così che voleva ripagarla Dio. Lei aveva commesso un errore e doveva privarsi della cosa più cara che aveva, ma era lei che se ne era voluta privare, ostinata com'era. Oh quella stupida ragazzina! Se solo avesse potuto cambiare il corso degli eventi, se solo sarebbe potuta andare indietro nel tempo e aggiustare tutto, ma indietro non si torna pensò mentre ingoiava l'ennesimo antidepressivo.
  
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