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Autore: Jaded_Mars    12/02/2014    2 recensioni
Racconto ironico di un episodio di quotidianità ed amore passeggero. A tutti sarà successo di innamorarsi sulla metro no? A me è successo al fast food.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata limpida come non se ne vedevano da tempo, il cielo era azzurro cangiante e soffiava una leggera brezza tipica dei miei carnevali d’infanzia in Liguria.

Tutto era così sereno che avevo la chiara percezione che il destino mi avrebbe portato verso qualcosa di meraviglioso. Infatti finii a pranzo al Burger King. Cosa ci potrebbe essere di migliore che un gustoso Whopper con patatine e coca cola per festeggiare cotanta magnanimità della natura?

Era stata una ricerca disperata quella di un Re del Burger vicino all’ufficio, anche le migliori speranze parevano essersi infrante di fronte all’evidenza che bisognava rassegnarsi a non averne uno a portata di mano, fino a quando una sera non ne scoprii l’insegna a caratteri cubitali proprio nella piazza per la quale passavo tutte le sere da circa un anno. Il mio spirito di osservazione, solitamente acuto, pareva avere vacillato leggermente in quel caso.

L’avventura era iniziata sotto i migliori auspici, una fila chilometrica e una commessa dall’aria costipata ed avara di patatine stava rendendo quella food expedition più disagiata del previsto, ma l’ottima compagnia riusciva a sopperire a questi incidenti di percorso.

Morso dopo morso la delizia stava per terminare e l’umore iniziava a declinare finchè all’improvviso (come nelle migliori love story che si rispettino) non scorsi il ragazzo della mia vita. Non lo riconobbi come tale all’inizio, lo notai solo per via dello zaino carico che portava sulle spalle, identico a quello del suo amico, “Due viaggiatori stranieri!” pensai. Cotanta fortuna non poteva che capitare a me! Poi si girò e il mondo iniziò a girare freneticamente intorno a me. In quel momento fui colpita dall’epifania “Oh. Mio. Dio. E’ lui!” pensai col cuore colmo di eccitazione e gioia.

Capelli castani impreziositi da riflessi ramati ed occhi azzurro/verdi. Aveva la barba, questo gli valeva mille punti in più. A prima vista scommisi che fosse tedesco, poi il dettaglio del rosso tra i capelli e il fatto che stesse così bene col maglione verde smeraldo che indossava e che gli donava così tanto mi fece decidere per una più fiera e genuina origine irlandese. Sempre di mangiapatate si trattava, in fin dei conti.

Pensai dubbiosa che in Irlanda non se la passano mica tanto bene, ma chi se ne cura, l'amore, si sa, vince tutto. Alla luce di questa riflessione optai comunque che fosse scozzese così almeno un po' meglio sarei andata a finire. In Scozia sono ricchi, hanno il petrolio e sono 24esimi in classifica di ricchezza dopo la Gran Bretagna di cui fanno comunque parte.  Oramai era definito, sarei andata a riparare kilt o cornamuse, a seconda della disponibilità. Già mi vedevo a tagliare e cucire pezzi di tartan per la causa scozzese o fare la guida lungo la Whisky Road. Una vita costellata di stelle e successi insieme al mio allevatore di pecore delle brughiere. Guardandolo meglio però, contro qualsiasi aspettativa, scoprii leggendo il labiale che era italiano.

Dramma esistenziale. Ma ci si poteva comodamente passare su, era troppo bello, non bellissimo, un ragazzo carino, normale ma particolare. Ciò che lo rendeva speciale era il suo sguardo luminoso (forse perché aveva il sole in faccia) e un sorriso dolcissimo.

Prometteva bene, ho passato il pranzo a guardarlo in estasi, sono stata sgamata almeno 5 volte ma non mi importava, mi sorrideva e io stavo bene. Stavo già escogitando gli escamotage più disparati per rivolgergli la parola, avrei potuto informarlo personalmente della chiusura della sala da lì a 10 minuti, al posto di lasciare l’agognato compito all’anonimo inserviente di turno.

Poi, ad un tratto, l’amore finì quando uscii dalla porta.

Mi sentivo male di fronte a quel brusco ma forzato distacco. Un ultimo disperato tentativo di ricostruire tutto sarebbe stato mostrargli un cartellone sotto il balcone come facevano a TRL con scritto "ragazzo con la felpa verde e i capelli rossi, sposami". Ma niente da fare, il sogno era già infranto dall'incolmabile distanza che ci allontanava e io stavo già pensando al gelato che mi sarei mangiata dopo. 

FINE. 

P.S. il mio collega che era con me a pranzo, ha avuto la fortuna di incontrare lo stesso ragazzo dei miei sogni alla fermata della metro di ritorno a casa. La stessa fermata della metro che prendo sempre anche io, alla stessa ora in cui la prendo io. Ma lui naturalmente non se ne è innamorato come è successo a me. Ho perso il treno, ho perso il ragazzo. Niente da fare era destino, questo amore non s’aveva da fare. 
   
 
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