Con un sospiro ripose la penna sulla scrivania. La luna stava lentamente impallidendo, raggiunta dai raggi solari che, come rampicanti, la rincorrevano e la spodestavano pigramente.
Le occhiaie rossastre attorno agli occhi testimoniavano la notte insonne appena trascorsa. La seconda dall’inizio della settimana. Ed erano solo a mercoledì.
La lettera, piena di cancellature, era finalmente terminata. E non sarebbe stata mai letta dal diretto destinatario. Takanori non faceva mai vedere a nessuno ciò che scriveva; quell’inchiostro sembrava gridare troppi sentimenti, desideri e voglie ai quali, la sua voce, si rifiutava di dare forma.
Le frasi scritte sul foglio bianco, erano storte, purtroppo i fogli a righi erano finiti e lui non aveva potuto far altro che usare quelli immacolati della stampante che gli stava accanto.
Dette una rilettura veloce, e la ruga, che gli compariva in fronte quando aggrottava le sopracciglia a causa dell’irritazione, si accentuò e marcò ad ogni parola che si ripeteva in silenzio, nella sua mente.
Frustrato, fece a pezzi la lettera e appallottolò i resti così da formare un pallina di carta, e la lanciò volendo centrare il cestino che stava a pochi metri da lui.. e che mancò clamorosamente.
Sentì i passi di Ryo che raggiungeva la cucina, e impietrì presumendo che fosse stato lui a svegliarlo.
Dopo un accurato esame di coscienza in cui decise che la colpa non era affatto sua, si rilassò definitivamente e dopo cinque minuti, si alzò e ciabattò in cucina desiderando a tutti i costi un caffè amaro. L’unica cosa che sapeva, l’avrebbe svegliato definitivamente.
Era strano guardare quella casa completamente svuotata. Guardare la sua assenza lo soffocava, ma restò lì, stoico nel suo masochismo. Giurò più volte di aver sentito la voce di Takanori chiamarlo dall’altra stanza, si diede del pazzo, dell’idiota. I fantasmi esistono solo nelle trasmissioni che danno a mezzanotte. I morti non tornano. Takanori non sarebbe tornato.
Spense la luce e chiuse la porta. Se fosse entrato, se i suoi occhi avessero cercato, avrebbero visto la pallina di carta nascosta dalla penombra della sera. Avrebbe così letto l’ultima lettera del compagno. Avrebbe saputo che lo aveva amato. Avrebbe saputo che era felice. Avrebbe saputo che se fosse tornato indietro avrebbe rifatto tutto.
E che gli dispiaceva non avergli mai detto nulla del genere.
Salve! Ehmm ^^ questa
è la prima storia che pubblico, spero sia di vostro gradimento! Ho
sempre letto
storie in questo sito, ma a causa di forze maggiori –la scuola- ho
dovuto abbandonare
“efp” per mesi .. e così ho dimenticato la mia password e ho dovuto
creare
questo account ç.ç Account nuovo vita nuova (?)
La mia idea è quella di
scrivere una raccolta di Flashfic, ognuna legata ad una canzone dei
Gazette..
visto che non conosco la traduzione dei testi di tutte le loro canzoni,
allora
molte saranno legate a ciò che io provo quando le ascolto.
XOXO (?)
N.S.