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Autore: Lawliet    17/06/2008    6 recensioni
[ Gakuen Heaven > Omi x Saionji ]
E’ il giorno di San Valentino, e alla Bell Liberty School fervono i preparativi per la grande festa.
Omi ha già pronto il regalo per Kaoru.
Senza perdere la sua flemma, si prepara alla serata come se fosse la prima volta.
Tutti gli anni finiva allo stesso modo. Perché insistere?
Perché forse questa è la volta buona.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shichijo Omi sedeva davanti al suo computer, immerso nel silenzio della tesoreria.
La calma e la tranquillità erano regine incontrastate di quell’ambiente, ma quel giorno Omi avvertì più intensamente il netto contrasto tra quella stanza quasi insonorizzata e il resto della scuola.
Le risate degli studenti, che correvano elettrizzati lungo i viali alberati, stridevano fortemente con il monotono ticchettio della dita di Omi sulla tastiera, ma a giudicare dal suo pacato sorriso, non lo disturbavano più di tanto.


Vuoi farlo davvero, Omi?


-Mh.- Il “cane della tesoreria”, come lo chiamava sprezzantemente Nakajima, si lasciò sfuggire un mezzo sospiro che esternò tutti i dubbi che aveva dentro di sé.
Il suo sorriso, però, non si incrinò.


Secondo te lo accetterà davvero? Non farti illusioni, lo conosci.


Quel giorno era San Valentino.
“Che giorno infausto”, fu più o meno il divertito pensiero di Omi, che abbandonò per qualche istante il lavoro per fissare il calendario: quella data - il 14 febbraio - era cerchiata in rosso da lui stesso.


Eppure tutti gli anni finiva allo stesso modo. Perché insistere?


-Bene, controlli e aggiornamenti del sistema di sicurezza sono stati fatti. Posso anche concedermi una pausa.- Omi guardò fuori dalla finestra, sereno.
Prese le chiavi della tesoreria dalla scrivania e uscì, chiudendo la porta.
-Anche il virus al computer di Nakajima_san è stato spedito.- aggiunse distrattamente, come ricordandosi all’improvviso di qualcosa da inserire nella lista della spesa.
Si infilò le chiavi in tasca e si avviò verso il giardino, soddisfatto e tranquillo.


Come puoi non sentirti nervoso, al pensiero di ciò che farai stasera?


-Ehi, Omi!

Il diretto interessato si voltò e ricambiò con un sorriso il saluto di Shinomiya.

-Buongiorno. Già al lavoro per la festa?
-Ah, ordine del Re: quest’anno, la festa avrà proporzioni mai viste in questa scuola. E il sottoscritto lavorerà come non mai, per essere all’altezza di questo evento grandioso, visto che ha sentenziato che dovrò essere io a preparare la maggior parte dei dolci.- spiegò Shinomiya.
-Vedo. Decisione ineccepibile, quella di Niwa.- Omi diede l’impressione di apprezzare molto lo sterminato numero di dolci alle spalle dell’amico. Ce n’erano di tutte le forme e dimensioni, con glassa di tutti i colori esistenti in pasticceria e decorazioni che sfidavano la forza di gravità con quantità industriali di colla di pesce.
-Hai bisogno di un assaggiatore?
-Credo proprio di no.- sorrise Shinomiya. -Ho già abbastanza pensieri a tenere lontani tutti i golosi. Non voglio tirarmi la zappa sui piedi offrendo proprio a te l’occasione di mangiare tutte le mie creazioni.

L’allusione ai golosi di Shinomiya era carica di molta più preoccupazione del necessario.
Che c’era di male, se due o tre studenti allungavano le mani su altrettanti dolci?
Il male era che non erano due o tre, gli studenti. Ma, come stimò a occhio Shichijo Omi, quasi la metà della Bell Liberty School.

-Molto stressante, vero?- commentò impassibile Shinomiya, fissando a braccia conserte la torma di studenti che premeva per entrare nelle cucine a lui riservate.
-Sì, molto.- concordò Omi, passandosi il dito sotto il mento. -Ma ce la farà a tenerli a bada tutti?

Yuhikiro Naruse, il capitano del club di tennis, stava tenendo lontani i ragazzi menando fendenti a destra e a manca con la sua racchetta. Sembrava animato da qualcosa di soprannaturale, tanta era la foga con cui difendeva l’entrata della cucina.

-Oh, non preoccuparti.- rispose Shinomiya. Non muoveva un muscolo per aiutare Naruse: evidentemente aveva piena fiducia nelle capacità dell’energico capitano. -Ha un buon incentivo.
-Ovvero?
-In cambio dell’aiuto gli ho promesso che potrà prendere il dolce che vorrà, fra tutti quelli che ho preparato, per regalarlo a Keita.- disse il capitano del club di arco. -Scambio vantaggioso, non ti pare?
-Decisamente.- sorrise Omi, contemplando divertito lo spettacolo. -Soprattutto per te.
-E che mi dici...
-Scusa, ora devo proprio andare.- lo interruppe Omi, cortese ma deciso.

Koji Shinomiya, con uno sguardo torvo, lo guardò allontanarsi.

-Tutto quello che vogliamo è che tu non riceva un’altra delusione, Omi.- sospirò.

Per la verità, Shichijo Omi non pensava affatto a delusioni o eventuali ferite morali. Era ottimista, tutto sommato.


Non ti ricordi gli anni passati? Ogni volta credevi finalmente di avercela fatta, e invece tutto ciò che hai sempre ricevuto sono stati rifiuti.


Omi camminava sorridente, con il sole di fine inverno che gli inondava il volto.


Cosa ti fa pensare che ora andrà diversamente?


-Shichijo_san!- gridò una voce.

Omi si voltò per meglio identificare il proprietario di quel timbro di voce così acuto e talvolta perfino fastidioso, anche se temeva di averlo già riconosciuto.
Il ragazzo in questione lo stava raggiungendo ad altissima velocità, in sella alla sua inseparabile mountain bike. Superò di pochi metri Omi, sterzò il manubrio e frenò.

-Ehilà!- sorrise Shunsuke, mostrando i canini scintillanti.

Omi rispose al sorriso, suo malgrado. La presenza di Shunsuke implicava la volontà di Niwa e Nakajima di sapere cosa avrebbe fatto quella sera, come tutti gli anni. Quei due si divertivano in un modo che davvero Omi non riusciva a non guardare con fastidio, e quel che era peggio si servivano di un ragazzo per natura talmente solare ed estroverso che qualche volta era difficile non giudicarlo un impiccione. Era pronto a scommettere che usassero Shunsuke per carpire non solo i suoi, ma i segreti amorosi di quante più persone possibili.
Estremamente irritante, dal punto di vista di Omi.
Dal canto suo, Shunsuke era ben contento di essere al corrente di più fatti possibili, all’interno della Bell Liberty School. Non capiva, infatti, che gusto ci fosse ad avere segreti: per lui, che considerava la scuola come un’unica, grande famiglia in cui aiutarsi a vicenda, era inconcepibile il fatto che qualcuno nascondesse opinioni o sentimenti agli altri.
Naturalmente, questo faceva di lui un perfetto informatore. E c’era chi sapeva sfruttare la buona fede e le lodevoli intenzioni di Shunsuke.

-Ti hanno mandato Niwa_san e Nakajima_san?- chiese Omi, ora leggermente teso.
-In effetti sì,- rise Shunsuke. -Ma non ne vedo l’utilità, a dire il vero.
-Come mai quest’anno sei di questa opinione?
-Be’, lo sono sempre stato.- disse il ragazzo, preoccupato di aver in qualche modo irritato il senpai, visto il tono che aveva usato nel rivolgergli la domanda. -Ma non l’ho mai detto perché finivo sempre con il ritenerlo poco importante. Invece quest’anno voglio saperlo, Shichijo_san!- esclamò, avvicinandosi a Omi con un’espressione decisa.

Colpito dall’atteggiamento di Shunsuke, Omi decise che la cosa migliore era assecondarlo. Forse sarebbe anche riuscito a sviarlo dal suo proposito iniziale, visto che la conversazione era virata su tutt’altro argomento, quell’anno.
Niwa e Nakajima sarebbero rimasti a bocca asciutta, quel San Valentino. Pensando a questa possibilità, Omi si tranquillizzò e sorrise.

-Dimmi pure, Taki_kun.
-Be’, la verità è che vorrei sapere perché festeggiamo San Valentino. Insomma,- Shunsuke arrossì impercettibilmente. -Non siamo tutti uomini, qua dentro?
-E’ una buona domanda.- rispose Omi, dopo qualche secondo. Non era esattamente la domanda che più si aspettava di ricevere. -Ma non la faresti se avessi partecipato anche solo una volta alla festa.- lo provocò in tono pacato.

Shunsuke arrossì, questa volta in modo più accentuato.

-Vedi, a questa festa partecipano anche le fidanzate degli studenti, che arrivano da fuori.- spiegò Omi, divertito dalla reazione del ragazzo. -Senza contare che vi partecipano anche parecchi ragazzi attratti solo dalla possibilità di divertirsi. E’ strano che tu non abbia mai provato a venire.
-Ho sempre pensato che non facesse per me.- si schermì Shunsuke, ridendo sonoramente.
-Be’, quest’anno facci un pensierino. E’ un’occasione come un’altra per stare insieme, non vederla solo come una semplice festa di San Valentino per poi immaginare esclusivamente coppie abbracciate ballare un lento.
-E’ questo che succede?- Shunsuke sgranò gli occhi.
-No.- sorrise Omi. -Ci saranno degli studenti con le rispettive fidanzate, ovvio. Ma anche gruppi di ragazzi e...


Stavi per aggiungere “coppie di ragazzi”, vero?


-In effetti, ho notato che ci vanno in molti.- mugugnò Shunsuke.
-Questa sera sarai anche tu tra questi “molti”, allora?
-E’ un invito, Shichijo_san?- rise il ragazzo.
-Consideralo tale.- annuì sorridente Omi.

Improvvisamente felice, Shunsuke inforcò di nuovo la sua bicicletta e si preparò a ripartire nella direzione dalla quale era venuto.

-Ci sarò!

Omi lo guardò allontanarsi, gongolando dentro di sé al pensiero che Shunsuke si era completamente dimenticato della “missione” assegnatagli da Niwa e Nakajima.


Ora, però, dovrai compiere fino in fondo la tua, di missione. Giusto, Omi?


-Eh, già.- gli scappò detto in un sospiro. Rivolse lo sguardo al sole, senza nemmeno farsi scudo con la mano.
Considerava il tentativo di quella sera come la prova del fuoco, e doveva affrontarla senza paura di uscirne sconfitto.

Il pomeriggio passò in un momento, o almeno così sembrò a tutti i ragazzi della Bell Liberty School che attendevano smaniosi la festa di San Valentino.
Una parte di loro - quella in cui figuravano i ragazzi più nervosi - aspettava le fidanzate, e moriva dalla voglia di presentarle agli amici.
Un’altra parte non vedeva l’ora di prendere parte alla festa per finalmente mangiare i dolci che aveva preparato Shinomiya_san in persona, prima così ben difesi da Naruse_san.
Un’altra ancora non aspettava altro che presentarsi davanti agli occhi di tutti per qualche minuto, e poi sparire con il proprio ragazzo. E non erano pochi, gli studenti che facevano parte di questa fetta di scuola. Tra i tanti, Kazuki e Keita avevano deciso di svignarsela non appena cominciata la festa.

“Giusto per non offendere il Re, che ha organizzato tutto quanto, e Shinomiya, che ha faticato tutto il giorno per preparare montagne di dolci.” Aveva detto Kazuki, cercando di convincere Keita con abbracci e carezze.
Alla fine, Keita Ito era capitolato. Il viso in fiamme e un timido sorriso, aveva acconsentito a passare la serata in camera di Kazuki.

Quando Omi si decise a entrare nel gigantesco salone in cui si teneva la grande festa, erano già tutti lì, calice in mano e sorrisi rilassati.
Rilassati.
Esattamente il contrario di come si sentiva lui.
Aveva cercato di non farsi sopraffare dal nervosismo che si impadroniva puntualmente di lui, ma era come lottare contro un nemico invincibile. Omi lo sapeva: non si può combattere contro la propria natura. Si finisce sempre con il perdere.
Con un respiro profondo, fece il suo ingresso nel salone illuminato a giorno.

-Omi! Mancavi solo tu!- lo salutò il Re, agitando la mano.
-Veramente manca anche Saionji.- lo corresse Nakajima. -Pensavamo tutti che fosse con te, ma a quanto pare ci sbagliavamo.- Rivolse a Omi un sorriso malizioso. Adorava metterlo in imbarazzo, e quale occasione migliore di quella?
-Kaoru non c’è?- chiese Omi, sorpreso.
-Non è mai mancato alla festa di San Valentino.- osservò timidamente Iwai, tenendo la testa bassa. Si poteva pensare che stesse cercando qualcosa nel suo calice, tanto era concentrato a guardarvi dentro.
-E’ vero.- gli fece eco Shinomiya, cogliendo per un attimo lo sguardo dell’amico. Iwai arrossì.
-Come farai, Omi?- gli chiese Niwa. Non c’era traccia di malizia né di cattiveria, nel tono in cui aveva posto la domanda. Piuttosto, un sincero tentativo di spronare Omi ad andare alla ricerca di Saionji.
-Credo andrò a cercarlo. Iwai_san ha ragione, è strano che non ci sia.- disse l’interessato, dirigendosi subito verso l’uscita.
-Ah, vengo anch’io! In due avremo più possibilità di trovare Kaoru_chan!- esclamò entusiasta Niwa.
-Non credo proprio.- sentenziò secco Nakajima, trattenendolo per un lembo della divisa. -Basta quel cane da solo.- Bevve un altro sorso di champagne, e a Niwa sembrò più alterato del solito.

Shichijo Omi non sapeva che fare.
Una volta fuori, fu investito dall’aria fredda e tagliente della sera, e per la prima volta in quella giornata si sentì tremendamente preoccupato e confuso.


Di cosa hai paura? Temi che non sia venuto apposta?


Rabbrividì.
Non capì se per il freddo o per la tensione.


Forse ne aveva abbastanza della scenetta che gli propinavi tutti gli anni, e così ti ha evitato.


Omi abbassò lo sguardo.
Era vero, era troppo insistente nei confronti di Kaoru. Che senso aveva insistere, se poi tutti i suoi sforzi si distruggevano davanti a una sola occhiata dell’amico? Se avesse continuato a tormentarlo in quel modo, Kaoru si sarebbe stufato presto. La sua pazienza si sarebbe esaurita e gli avrebbe detto in faccia che non ne poteva più di lui e dei suoi maldestri tentativi.


Ma tu lascerai perdere così facilmente, Omi?


Già sentiva su di sé il pesante marchio della sconfitta.

-Lo sapevo fin dall’inizio che sarebbe andata a finire così. Quando mai un cane ha fatto una cosa giusta?
-Kaoru_chan, accetteresti di venire con me a mangiare qualcosa, ora che Omi ha finalmente lasciato perdere?
-Te l’abbiamo detto mille volte, Omi. Avresti finito soltanto con il rimanerci male.

Questo, avrebbero detto. E gli sembrava quasi di sentirlo realmente.

Omi continuò a camminare nell’oscurità che ormai si faceva sempre più fitta. Nonostante tutto, manteneva quell’espressione tranquilla e pacata che lo contraddistingueva.

-Sei in ritardo.

Trasalì. Aveva riconosciuto quella voce severa, eppure così dolce alle sue orecchie.
Scostò un ramo e sul prato vide un bellissimo ragazzo, seduto di spalle, con i lunghi capelli chiari legati in una coda. Portava un’uniforme quasi completamente bianca, e in mano aveva un pacchetto avvolto da carta da regalo.

-Kaoru.- sussurrò Omi. -Che cosa ci fai qui?

Kaoru Saionji si voltò verso di lui, fissandolo intensamente con i suoi occhi verde smeraldo.

-Aspettavo te, mi sembra ovvio.
-Pensavo che ti avrei trovato alla festa.- ribattè Omi, avvicinandosi e sedendosi accanto a lui sull’erba.

L’altro non rispose. Si limitò a guardare il pacchetto lucido che aveva posto tra lui e Omi.

-Come hai fatto a trovarlo?- chiese Omi, sorridendo.
-Lo nascondi sempre nel solito posto.
-C’è una vaga probabilità che lo faccia apposta, Kaoru.

Ancora una volta, Saionji non rispose.
Ma ora guardava Omi, non il pacchetto.

-Che ne diresti di aprirlo, adesso?- lo invitò Omi, porgendoglielo. -In fondo è per te.
-Spero che non sia qualcosa di orrendo, come tutti i regali che mi hai fatto negli ultimi anni.- Kaoru gli scoccò un’occhiata insieme scettica e divertita, ma cominciò ugualmente a scartare il suo regalo.
-Credo che quest’anno andrà diversamente.- gli bisbigliò all’orecchio Omi, un sorriso dipinto sulle labbra.

Saionji, una volta tolta la carta, aprì la scatola che essa avvolgeva.
Gli si illuminarono gli occhi.

-Ti piace?- sussurrò ancora Omi, ancora a pochi centimetri dal suo viso.

Il regalo che quell’anno aveva scelto per Kaoru Saionji si era dimostrato finalmente quello vincente.
Per tutti quegli anni, Omi si era letteralmente dannato per trovare qualcosa che potesse piacere a Kaoru, ma immancabilmente tutto ciò che gli regalava veniva rifiutato.
Non erano rifiuti scortesi o fatti per il puro gusto di ferire Omi, ma per principio Saionji non accettava mai un regalo che non gli piacesse veramente. Era una specie di regola che lui e Omi avevano instaurato fin dai primi tempi della loro amicizia, una sorta di rispetto per la sincerità che doveva essere presente in un rapporto come il loro.
E anche quando la relazione tra Kaoru Saionji e Shichijo Omi era diventata qualcosa di più, quel loro tacito accordo era sempre rimasto valido.
L’unico neo era che Omi non era mai riuscito a trovare il regalo perfetto per San Valentino. Questa ricorrenza era diventata uno struggimento per lui, che voleva a tutti i costi soddisfare la persona a cui teneva di più al mondo.
Ricordava ancora quanti buchi nell’acqua avesse fatto, ed era sicuro che sarebbe riuscito a contarli tutti, se solo ne avesse avuto voglia.
E ricordava anche i gentili, ma decisi rifiuti di Kaoru.

-Mi spiace, Omi.- diceva sempre con un sorriso. -Sarà per la prossima volta, non ti preoccupare.

A Omi infastidiva leggermente il fatto che, invece, Kaoru conosceva alla perfezione i suoi gusti, e quindi i suoi regali venivano sempre accettati con entusiasmo.
Qualche volta aveva pensato di rifiutarne uno, tanto per non essere più il solo a fare scelte sbagliate, ma si era sempre trattenuto in nome di quella sincerità in cui credevano entrambi. In fondo, non era colpa di Kaoru se lui non riusciva a interpretare bene i desideri dell’amico.

-E’ proprio quello che volevo.- gli rispose con un sorriso Kaoru.

Ah, questa era la frase che aveva sempre sognato di sentire, il giorno di San Valentino.
Era così felice che avrebbe voluto spingersi oltre quel semplice abbraccio che li stava tenendo legati in quel momento.

-Sono contento.- sorrise Omi, scostandogli una ciocca di capelli dal viso.

Rimasero così, a guardarsi per una quantità di tempo indefinita.
Kaoru Saionji non si era mai sentito così indifeso come in quella manciata di secondi trascorsa tra le braccia del ragazzo che amava da una vita.

-Omi.- disse piano, in punta di labbra. Non continuò la frase, forse perché non c’era nient’altro di importante da dire. Solo Omi e basta.
Kaoru si avvicinò lentamente al viso dell’amico, che lo stringeva a sé come se avesse paura di perdere quel ragazzo stupendo da un momento all’altro, di vederlo volare via come un angelo.
Perché era a questo che assomigliava Kaoru, secondo lui.
A un angelo. Il suo angelo.

La luna piena, per il gioco di riflessi sull’acqua del lago, si rifletteva negli occhi blu di Omi.
Affondò la mano nei soffici capelli di Kaoru e lo attirò a sé.
Quegli occhi blu si chiusero, e con loro le iridi smeraldine in cui questi si specchiavano.

Il ringraziamento che Omi aveva sempre desiderato a San Valentino superava in dolcezza qualsiasi altro regalo che Kaoru avrebbe potuto fargli quel giorno.

Come poteva, Shichijo Omi, desiderare altro premio per la sua costanza diverso da un bacio di Kaoru Saionji?
Come poteva immaginare altra ricompensa più gradita che posare le sue labbra su quelle morbide e lisce del suo angelo?
Come poteva pensare a un San Valentino più bello?

-E-ehi, non spingete!
-Sei tu che spingi, Shinomiya.
-Sta’ zitto, Naruse. Hai il tatto di un elefante in una cristalleria.
-Ragazzi, stiamo per cadere!
-Attenti!

Omi e Kaoru si staccarono in fretta e furia, mentre dall’albero alle loro spalle caddero rovinosamente Koji Shinomiya, Yuhikiro Naruse, Tetsuya Niwa, Takuto Iwai e Shunsuke Taki.

-Che diavolo ci fate voi qui?- chiese Saionji, alzandosi in piedi e squadrando tutti dall’altro del suo metro e ottanta.
-Kaoru, sta’ calmo.- si intromise pacatamente Omi.
-Vi ho fatto una domanda.- Il tono in cui la Regina pose la domanda fu probabilmente uno dei peggiori che avesse mai usato, perché tutti e cinque assunsero un’espressione vagamente terrorizzata.
-Passavamo di qua.- rise Shunsuke, semi-schiacciato dal peso di tutti e quattro i senpai.

Omi si lasciò sfuggire una risata sommessa, cosa che prima indusse Saionji a fissarlo con aria scocciata, e poi a sospirare rassegnato.
Nemmeno lui, Kaoru Saionji, poteva far fronte a cinque spioni in cerca di pettegolezzi, da solo.

-Kaoru_chan!- gridava tra le lacrime Niwa, a pochi metri da loro.
-Dimenticalo.- disse Nakajima, trascinandolo con sé per la collottola. -Omi ha vinto, questa volta.

Ma non si riuscì mai a capire se Hideaki Nakajima fosse seccato per la vittoria del suo eterno rivale o se, in realtà, fosse contento che Shichijo Omi avesse ottenuto ciò che meritava da molto tempo.


Hai visto? Sapevo che ce l’avresti fatta, Omi.





















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Gakuen Heaven, quanto lo adoro *___* E adoro anche Omi e Kaoru_chan *___*

Be'. Dopo aver visto, rivisto e ultravisto le tredici puntatine di questo bellissimo anime, oltre a salvarmi una tonnellata di immagini e a catturare le screenshot più belle, ho cominciato a far girare i miei ingranaggi yaoi / shonen-ai. Ed ecco qua questa one-shot. Niente di che, ma mi andava l'idea di far scambiare almeno un bacio alla mia coppia preferita.

Sono due gli interrogativi che ho voluto lasciare in sospeso. Un po' per lasciare ai lettori il piacere di lavorare di fantasia e far andare l'immaginazione, e un po' per pigrizia, lo ammetto xD

. Il regalo di Omi a Kaoru. Non ho detto cos'è, e appunto per questo si possono tirare fuori le congetture più strane.
. La voce che "parla" a Omi. Che lo incoraggia o lo distrugge psicologicamente, a seconda delle situazioni. Non ho detto a chi appartenga, così si può immaginare praticamente quasi ogni personaggio. Vediamo un po'.

Detto questo, ringrazio chi ha commentato alle mie altre one-shot ( non posso rispondere nello spazio recensioni, quindi mi riduco a farlo qui, perdono xD ) e mi ritiro di nuovo nella caverna buia xD

P.S. L'altra mia fanfiction shonen-ai, Don't Call It Fanservice, è attualmente in fase di stallo ^^" Complici la perdita degli ultimi due capitoli che avevo scritto, la mia pigrizia nel riscrivere tutto e la mancanza di ispirazione nel continuare, non so quando riprenderà ^^"
  
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