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Autore: Frankie_ Echelon    15/02/2014    2 recensioni
I My Chemical Romance sono finiti, Gerard è triste e non sa bene cosa farà nel futuro.
Bandit dovrà andare a letto e gli chiede di raccontarle una storia.
Gerard acconsente e le racconterà una storia che gli viene dritta dal cuore, dai suoi sensi di colpa.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bandit Lee Way, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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(Dis)enchanted
C'era una volta..
 
Dal momento che sono pessimo con gli addii mi rifiuto di lasciare che questo lo sia. Ma vi saluterò con un'ultima cosa-
I My Chemical Romance sono finiti. Ma non moriranno mai. Sono vivi in me, nei ragazzi, e sono vivi dentro tutti voi. L'ho sempre saputo e credo che lo sapeste anche voi.
Perché non è una band-
E' un'idea
 
 
Con amore.. Gerard.
Digito l'ultima parola con una morsa nello stomaco, le mani che mi tremano e gli occhi tremendamente appannati.
Sospiro e salvo la lettera sul pc, spegnendolo subito dopo. L'avrei spedita più tardi.
Mi giro con la poltrona ad osservare il cielo, non che ci sia molto da vedere, lo ammetto, ma mi serve un punto di fuga su cui dar inizio alla miriade di pensieri e domande che vagano nella mia mente.
Chissà come sono giunto a questo punto; chissà se tra tutte le scelte sbagliate questa è stata la più orribile di tutte.
Ho deciso di porre fine ad una parte della mia vita che so per certo essere quella più importante e, ora, sapere di doverne iniziare una nuova mi spaventa molto.
Sì, sono spaventato.
Non sono sicuro di voler sapere chi è il Gerard Way nella vita di tutti i giorni, cosa farò ora?
Sento le gambe tremare al pensiero di ritrovarmi solo, a combattere senza nessuno accanto a me.
Perché, sì, sono solo.
Ho comunque Lindsey, mia moglie: colei che rimarrà insieme a me per il resto della mia vita;
Ho la mia piccola ragione di vita, Bandit, che sarà per sempre il mio unico orgoglio;
Ho Michael, che è comunque mio fratello, che mi rimarrà vicino qualunque scelta io faccia;
Ho Ray, che se anche non ha preso bene l'idea dello scioglimento dei My Chemical Romance, ha comunque compreso e mi è stato vicino.
E poi c'è.. No, non c'è nessun altro..
Quanto avrei voluto dire che anche lui mi sarebbe rimasto accanto..
E invece no, lui non c'è. Frank non c'è..
L'aroma del caffè arriva dritto al mio cervello risvegliando in me ogni mio muscolo, ogni recettore che mi fa risentire quella strana sensazione di intorpidimento delle dita. Una sensazione che conosco fin troppo bene e che negli anni passati è stata costantemente parte di me.
Vorrei tanto alzarmi per compensare quell'improvviso bisogno di caffè ma la mia mente è ancora troppo concentrata ad ammirare il cielo buio privo di stelle, solito di Los Angeles.
Sento alcuni passi sulle scale, un paio leggeri e veloci, accompagnati dai soliti schiamazzi, mentre altri lenti e pesanti.
<< Non correre sulle scale, Bandit! Mettiti a letto, ora arrivo >> afferma Lyn-z con voce stanca.
I suoi passi si fermano e un tocco leggero sulla porta mi distrae dal mio pensare, pensare a niente in realtà.
<< Entra >> affermo grugnendo per schiarirmi la voce.
La porta si apre lasciando entrare la luce artificiale del corridoio.
<< Gee, ti ho portato un po' di caffè >> afferma Lyn-z avvicinandosi a me e posando una tazza sulla scrivania.
La guardo e la sorrido; sono fortunato ad averla qui, sono fortunato che faccia parte della mia vita.
<< Grazie >> affermo ingigantendo il mio sorriso, forse un po' troppo elaborato per risultare veritiero.
Lyn-z mi guarda, sorride e beve un sorso del suo caffè.
Osservo la tazza rossa davanti a me e cerco di non immergermici dentro, ultimamente mi capita spesso di perdermi nel vuoto.
<< Gee, tesoro, devi andare avanti >> afferma posando una mano sulla mia spalla. Quando si è avvicinata? Non mi sono nemmeno accorto della sua presenza accanto a me.
<< Lo so >> affermo, semplicemente, continuando a guardare la tazza.
Sento Lyn-z sbuffare e allontanarsi da me, << Okay, Gee, ora vado a letto.. sono troppo stanca. Ci pensi tu a Bandit? >> mi chiede sulla soglia della stanza.
Alzo lo sguardo e le sorrido, << Certo >> affermo annuendo.
<< Okay, 'notte tesoro >> conclude chiudendosi la porta alle sue spalle.
notte..” penso senza dirlo realmente.
Prendo la tazza in mano e la rigiro osservandola attentamente; il fumo esce ancora dal liquido nero al suo interno così mi affretto a berne un sorso, tanto per evitare di prolungare quell'assenza di contato fra le mie labbra e la ceramica fredda della tazza che fa contrasto con il calore prodotto dalla droga al suo interno.
Sì, il caffè è una droga per me.. una dolce e zuccherosa droga dal sapore intenso.
Chiudo gli occhi assaporando l'amaro retrogusto che dona alla mia bocca quel sapore di caffè che tanto amo.
Sospiro.
Dio, se solo avessi qua l'unica persona capace di amare questo suo sapore..” penso, maledicendomi di quelle parole.
Stupidi pensieri irrazionali..
Assurdo che, dopotutto, il mio pensiero vada ancora a cercare lui.
Sbuffo e mi alzo, prendendo la mia tazza e raggiungendo la cameretta dei Bandit.
<< Tua madre non ti aveva detto di andare a letto? >> le chiedo alzando un sopracciglio quando la ritrovo seduta nella sua scrivania a disegnare.
“E brava bimba, un'artista trasgressiva come il suo papà” penso sorridendo.
Si gira a guardarmi sorridendomi da perfetto diavoletto.
<< Lo so, ma avevo voglia di disegnare >> afferma correndo ad abbracciarmi.
La stringo forte a me e chiudo gli occhi, beandomi dell'amore incondizionato di una figlia nei confronti del suo papà.
<< Uhm, okay, però ora fila a letto >> affermo accarezzandole i lunghi capelli lisci.
Si allontana da me e annuisce sorridendo, correndo subito nel suo lettino con il piumoncino leggero che aveva disegnato sopra le sue principesse della Disney preferite.
Si tira le coperte sino al naso e mi guarda con i suoi grandi occhioni castani.
Appoggio la tazza sulla mensola su cui vi sono depositati alcuni libri, mai utilizzati, e le scopro il viso stupendomi, ancora una volta, di quanto lei sia bella.
Bandit è la coppia esatta di Lyn-z e io non riesco a fare a meno di pensare che sia la creatura più meravigliosa di questo mondo e oltre.
Ma soprattutto, penso a quanto io sia fortunato ad averla con me; quanto sono fortunato ad avere la mia piccola peste parte della mia vita.
Le do un bacio sulla fronte e le do la buonanotte pronunciando un flebile “ti voglio bene”.
Sto per riprendere la mia tazza rossa e uscire dalla stanza quando la sua voce mi trattiene; << Papino.. mi racconti una storia? >> chiede teneramente.
Mi stupisco di quella proposta e rimango impalato, lì, al centro della sua stanza.
Ora che mi rendo conto non le ho mai raccontato una storia, non le ho mai dato il bacio della buonanotte e tanto meno mi sono mai soffermato nel passare un po' di tempo con lei.
Sta crescendo, e io ho già corso troppo tempo senza di lei.
Mi avvicino a lei sorrido; << Certo, vediamo.. >> dico storcendo il naso e guardando i libri di fiabe disposti in ordine, almeno li avremo utilizzati per una volta!
<< No, papi.. io quelli li so a memoria! Raccontamene una tu.. >> afferma spostandosi un ciuffo dalla fronte.
Ecco, un'altra cosa che non sapevo.. quanto sono stato assente?
<< O-okay.. >> dico confuso avvicinandomi a lei.
Bandit si sposta e mi fa segno di sdraiarmi accanto a lei, sorrido e obbedisco.
Sento subito la sua testolina posarsi sul mio petto così la stringo a me, sentendomi riempire improvvisamente il cuore di una strana sensazione. Un misto tra stupore, felicità e amore.
<< Allora.. >> inizio, cercando di pensare a qualcosa di carino da dire..
<< “C'era una volta..” >> mi schiarisco la voce e mi concentro, non l'avevo mai fatto prima. Ma, cosa poteva esserci di difficile? Ho inventato milioni di testi per le canzoni della nostra band, ho creato storielle -le cosiddette fanfiction-, ho inventato diversi fumetti che hanno avuto anche un discreto successo.. inventare una fiaba non sarebbe stato difficile, no? Ovvio.
 
C'era una volta, in una terra oscura e maligna, un giovane ragazzo che voleva cambiare il mondo.
Questo desiderio era la sua più grande aspirazione, voleva cambiare il mondo con il suo potere. Sì, aveva un potere.. un potere che si sprigionava dalle sue dita e che, quando veniva in contato con la sua arma, inondava il cuo-
 
<< Papà, cosa vuol dire inondare? >> mi chiede Bandit corrugando le sue sopracciglia, mostrando un'espressione di dubbio.
<< Significa riempire, tesoro. Riempire improvvisamente >> dico sorridendo, quanto è tenera la mia piccolina?
Mi concentro e cerco di riprendere il discorso..
 
Sì, aveva un potere.. un potere che si sprigionava dalle sue dita e che, quando veniva in contato con la sua arma, riempiva il cuore delle persone che lo circondavano di una strana emozione. Tutti, appena lui posava le sue dita sulla sua arma, si sentivano improvvisamente felici e volevano saltare, ballare e cantare.
Tutti sorridevano quando passava lui.
La sua bellezza era talmente esagerata che tutti rimanevano ammaliati e imbarazzati quando passava per le vie della sua città, e anche i più cattivi rimanevano affascinati dalla sua presenza.
Aveva due grandi occhi nocciola che avevano il potere di cambiare colore alla luce del sole. Infatti appena la luce si rifletteva sulle sue iridi castane diventavano verdi. Un verde quasi trasparente, luminoso come la luce del sole stesso.
Erano gli occhi più belli dell'intero mondo e tutti ne erano invidiosi.
Ma la sua bellezza era completa quando esso sorrideva. Quando sorrideva il mondo intero s'illuminava e diventava felice con lui.
Ma un giorno quel sorriso si spense. Si spense quando questo giovane ragazzo incontra un uomo cattivo e brutto che gli nega di poter realizzare il suo sogno: salvare il mondo.
 
<< Cosa succede, papà? >> chiede ingigantendo gli occhi, curiosa. Sorrido amaramente e continuo la storia.
<< Succede che.. aspetta Bee, partiamo dall'inizio >> affermo, stranamente serio. L'importante, però è che Bandit non l'abbia notato.
 
Era una giornata fredda e nella città del giovane eroe stava nevicando. Il ragazzo indossava solo una felpa nera e dei jeans strappati quindi il freddo lo faceva tremare.
Alitò piano sulle sue mani e le sfregò per riscaldarsi dal freddo mentre aspettava il mezzo che lo avrebbe portato a casa. Voleva solo poter riposare e prepararsi per quando avrebbe salvato il mondo. Sì, perché quel giorno sarebbe presto arrivato, così diceva lui.
Spostò lo sguardo dietro di sé vedendo un piccolo volantino che attirò la sua attenzione.
Altri quattro ragazzi come lui volevano unirsi per salvare il mondo insieme e avevano bisogno proprio di un ragazzo con Quell'arma.
Il ragazzo sorrise, era davvero contento. Presto, come sognava, avrebbe salvato il mondo! Così, rientrò presto a casa, prese la sua arma e-
 
<< Papà, ma qual'è l'arma? Nelle storie devi spiegare cosa è l'arma! >> dice Bandit guardandomi male. Faccio tanto schifo nel raccontare le storie?
<< Oh, sì, hai ragione. Scusami, piccola. Però non interrompere papà ogni tre secondi altrimenti la storia la finiamo domani mattina >> affermò leggermente esasperato, << Comunque.. >>
 
Prese la sua arma tra le mani e la guadò attentamente.
La sua arma era una chitarra, una semplice chitarra bianca capace di cambiare il mondo.
Si chiamava Pansy e lu-
 
<< Papà, ma perché la chitarra dovrebbe avere un nome? >> chiede Bandit, quasi disgustata.
<< Bee.. >> l'ammonisco guardandola male. Mi sono sentito toccato dallo sguardo accusatorio di mia figlia.
<< Non interrompere più papà altrimenti non ti dico come va a finire! >> affermo esasperato.
<< Okay, scusa >> dice lei accoccolandosi più a me, ora non posso più vedere il suo viso quindi dovrò andare ad intuito.
 
La sua chitarra si chiamava Pansy ed era l'unica amica che il giovane ragazzo avesse. Quando era triste Pansy era con lui, quando era felice Pansy era con lui e, anche quando era arrabbiato, lei c'era.
Il giovane ragazzo sapeva che solo grazie a lei avrebbe salvato il mondo.
Avrebbe salvato ogni anima presente su quel mondo malvagio appena le sue dita lunghe e disegnate si sarebbero posate sulle corde producendo una melodia che avrebbe riempito il cuore di felicità dei presenti.
Così decise di incontrare quei quattro ragazzi che, come lui, volevano salvare -o almeno cercare di cambiare- il mondo.
Appena si incontrarono capirono che sarebbero stati amici, un'amicizia forte che li avrebbe legati per il resto della loro vita. Così, appena sentirono la sicurezza prendere parte di loro, andarono in giro per il mondo cercando di azzerare, almeno un po' la cattiveria del mondo che li circondava.
Ora erano, Party Poison -colui che usava la sua voce per far sentire al mondo i loro pensieri-, Fun Ghoul -il giovane ragazzo che suonava Pansy-, Kobra Kid –il fratello di Party Poison- e Jet Star -il riccioluto-.
Ora erano loro quattro contro il mondo, che presto avrebbe visto la luce.
Ma quello che ancora non sapevano era che il mare è molto forte e, anche se il loro potere era smisurato, non avrebbero potuto sconfiggere il Male..
 
<< OH! Ma muoiono papà? >> mi chiede Bandit preoccupata. In principio neanche mi sono reso conto che mi stava fissando, aspettando una mia risposta.
Una domanda mi passa per la mente: Siamo morti?
<< Papino? >> mi scuote posando la sua manina sulla mia pancia.
<< Oh.. no, non muoiono, Bee.. >> affermo sorridendo.
 
Il Male era talmente forte che si insinuò fra loro e colpì il più debole, Party Poison, invitandolo ad unirsi a lui. E lui lo fece, si unii al Male. I suoi occhi verdi si oscurarono, presto, diventando scuri e privi di alcuna espressione.
Ma il giovane Fun Ghoul non si dava per vinto perché amava quel suo compagno d'avventura. Lo amava perché era il suo più grande amico e lo voleva bene come un fratello o forse qualcosa in più..
Voleva talmente bene a Party Poison che lo aiutò a guarire dalla sua malvagità. E, giorno dopo giorno, Party Poison guariva, guariva e amava sempre di più il piccolo Fun Ghoul che, ormai, non riusciva più a separarsi da lui.
I loro messaggio arrivava alle persone, sempre più, tanto che il buio che ricopriva la loro città stava iniziando a svanire.
Il tempo passava veloce e gli anni si susseguivano uno dopo l'altro senza che i quattro ragazzi se ne accorgessero.
Non sapevano però che il Male voleva vendicarsi e quando quest'ultimo si fece vedere, i ragazzi si ritrovarono impreparati, specialmente Party Poison che, essendo il più debole di tutti si arrese.
Si arrese al Male allontanando l'unica persona che invece gli era stato accanto, Fun Ghoul.
Fun Ghoul era distrutto, non sapeva cosa fare e aveva perso l'unica persona che amava.
Così andò lontano, si trasferì lontano da Party Poison che nel frattempo aveva deciso di vivere senza realizzare più il loro sogno..
Ma la cosa che non Fun Ghoul non sapeva era che anche Party Poison lo amava. Anche se il Male l'aveva convinto ancora una volta a fare la cosa sbagliata, Party Poison voleva solo poter stare con il suo giovane ragazzo che voleva salvare il mondo con la sua musica.
L'aveva tradito, aveva tradito il suo piccolo negandogli l'unica cosa che lui desiderasse fare. Spense il suo sorriso e lo allontanò da lui anche se in realtà voleva solo poter stare con lui.
Gli mancava il suo sorriso. Quel sorriso che faceva diventare felici tutti era scomparso, e Party Poison lo sapeva bene.
Un giorno Party Poison scoprì che-
 
Mi volto e guardò Bandit, il suo respiro è pesante e regolare, gli occhi stretti e chiusi e la bocca socchiusa.
Mi alzo lentamente e la copro dandole un delicato bacio sulla fronte.
Mi sento le gambe deboli e gli occhi pesanti. Mi guardo intorno e spengo la luce lasciando solo una piccola luce rosa che illumina debolmente la stanza.
Prendo la tazza che contiene il caffè ormai freddo e mi dirigo nella camera affianco trovando Lyn-z che guarda fissa un punto nel vuoto.
Le sue gambe nude sono strette al petto e il mento è posato sulle ginocchia.
Mi avvicino a lei piano e noto che ha gli occhi lucidi.
<< Come finisce? >> chiede improvvisamente. La guardo stranito e non rispondo, preferisco girarmi piuttosto che guardarla. Mi sento uno schifo.
<< Non lo so >> affermo posando la tazza sul grande comò in legno.
Vedo il mio viso riflesso nello specchio, tolgo lo sguardo velocemente.
Guardo Lyn-z con la coda dell'occhio e vedo che si sdraia, coprendosi sino alle spalle.
Mi avvicino a lei ma non ho il coraggio di toccarla. Perché mi sento così in colpa?
“Non lo so” ed è vero, io non so come finisce questa storia, non lo so e non potrò mai saperlo.
Ma in cuor mio so una cosa.. Mi manca il giovane ragazzo con il suo sogno.. Mi manca Frank.
 
 
Okay, okay, non aggreditemi!
Fa schifo lo so ma volevo comunque pubblicarla.
So bene che non è scritta al meglio e che è un po' (solo un po'?) banale ma mi sembrava un'idea carina quando l'ho iniziata, solamente che mentre proseguivo ho capito quanto facesse schifo! Ahah
Che dire.. no, non c'è molto da dire..
Soltanto, siate sinceri :/
 
(Idea!) per rallegrare un po' i vostri animi schifati da questa One-Shot posso dirvi che il capitolo di “I wanted you to now. I thinking of you every night, every day” arriverà presto e che FORSE  farò un continuo di “The light behind your eyes” :3
Okay, ora basta, vi ho disturbato già abbastanza! Ahah
Bacioni
Frankie

 

   
 
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