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Autore: Annrose    15/02/2014    1 recensioni
"Non voglio andare in missione con lui". Evy non aveva dimenticato come l'aveva trattata Kevan. E non lo avrebbe mai dimenticato. Ma il destino è imprevedibile, proprio come la sua storia...
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Cosa?!" esclamai incredula. Non sarei mai andata in missione con Kevan. Mai. Neanche se mi avessero costretto. Lo odio. E lui odia me. Non puó funzionare.
"Hai capito bene, Evy" disse il comandante Reydan, serio come al solito. Iniziai a protestare, ma, nonostante i miei tentativi di fargli cambiare idea, sapevo benissimo che avrei dovuto partecipare alla missione. Kevan intanto, era di fronte a me, lo sguardo a terra.
"Perché non protesta anche lui?" mi chiesi. Lui mi odia, giusto? Perché mai vorrebbe venire con me.
"Hai un'ora per prepararti" disse Reydan, riportandomi alla realtà. Senza aggiungere altro, se ne andò, lasciandomi sola, con Kevan. Sbuffai. Lui intanto se ne stava zitto, incapace di ribattere, lo sguardo sempre al pavimento. 
Mi chiusi in camera mia a chiave. Non doveva entrare nessuno. Avevo bisogno di starmene un po' da sola, nella mia stanza. Dopo circa 15 minuti passati a girarmi i capelli tra le dita, decisi di prepararmi. Cosa dovevo prendere? Sarei finita in una città a me sconosciuta, lontana dal paese in cui vivo, per cercare di far tornare la pace nel Regno dell'Est e quello dell'Ovest, in guerra ormai da anni. 
April'armadio e presi una valigia marrone, vecchia e coperta di polvere. Dopo aver soffiato via tutta la sporcizia, la aprii. Ci misi dentro tutte le camicie e i jeans che avevo, dato che sarei rimasta lì per un po'. 
Avevo paura. Paura di morire. Di passare la mia vita chiusa in un ospedale. 
Cacciai via quei pensieri dalla mia mente: non dovevo pensarci. Dopotutto, la guerra di due anni fa aveva ucciso i miei genitori, e in piú ero figlia unica. Non sarei mancata a nessuno.
Dopo aver preso altri oggetti a me cari (come la collana di mia madre e alcune foto), mi recai nel posto indicato dal comandante: l'aeroporto numero 19. 
La città in cui vivo si chiama Ice, perché da noi nevica molto spesso. Nonostante lo sconveniente della neve, la nostra città è piuttosto moderna, composta da quattro aree principali: quella residenziale, quella della lavorazione del ghiaccio, quella attrezzata per i combattimenti e quella del villaggio, dove trovano i supermercati e gli ospedali. 
Mi guardai attorno: l'area era colma di jet privati e aerei ultratecnologici, tutti messi ordinatamente in fila. 
Eccolo lì. In piedi, di fronte al comandante, stanno parlando. Chissà di cosa... Possibile che non si ricorda niente?
  
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