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Autore: emyliane    15/02/2014    1 recensioni
Non potevano domandarsi che una cosa soltanto... chi era lei? E lei non si domandava che una cosa... sarebbe riuscita a salvarle?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2



Natsuki si appiattì lungo un edificio e sorrise beffardamente osservando Haruka continuare la sua corsa e sparire dalla vista.

Voilà, il problema Suzushiro era risolto. Ora non doveva fare altro che raggiungere la sua moto e tornare in città. Aveva terribilmente voglia di un hamburger a base di maionese per pranzo. Aspettare ancora un'ora per mangiare era veramente criminale per il suo stomaco, soprattutto considerando il fatto che se avesse deciso di pranzare a scuola non aveva altro che dei panini con curry nella sua borsa. Certo, poteva sempre contare sulla generosità di Mai ma avrebbe dovuto lottare con Mikoto.

E c'era anche Shizuru. Però... la sua presenza la metteva veramente a disagio da quando conosceva i suoi sentimenti. Come la sera prima, quando l'aveva stretta tra le braccia in mezzo alla strada, non aveva saputo come reagire. Perché Shizuru non voleva capirlo e lasciarla in pace?!

Natsuki sorrise di felicità vendendo la sua bella Ducati nuova fiammante parcheggiata nel solito piccolo angolo di bosco come d'abitudine. Controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi, si tolse la sua uniforme scolastica per infilare la tuta di cuoio nero. Scivolando all'interno dell'indumento e trovandolo proprio su misura per lei, Natsuki chiuse la cerniera fino al collo e fece qualche movimento per ammorbidire l'indumento. Finalmente a suo agio, infilò il casco e fece passare una gamba dall'altra parte del veicolo. Sentendosi completamente a suo agio in sella alla Ducati, fece ruggire il motore e partì piano per evitare il gettito di sassi e ramoscelli. Soprattutto per evitare di graffiare la sua preziosa piccola.

Non appena raggiunto l'asfalto partì a velocità sostenuta, dimenticando di nuovo l'esistenza di un codice della strada. Arrivando in centro città, dovette quindi rallentare e fermarsi ad un semaforo rosso.

"Muoviti idiota! Diventa verde una buona volta! Ho altre cose da fare!" ringhiò sotto il suo casco.

Ma poi il suo sguardo notò un accenno di...

"Shizuru?"

Sobbalzò sentendo un clacson suonare e ripartì brutalmente quando vide che il semaforo era verde. Dopo un istante - istante molto corto - di esitazione, rallentò la sua velocità e tornò sulla strada che la persona stava imboccando. Finì per fermarsi lungo il marciapiede e osservò una giovane donna vestita di jeans e una giacca di cuoio marrone. Era proprio Shizuru. Natsuki l'avrebbe riconosciuta tra mille e in nessun caso si sarebbe mai posta il problema o si sarebbe mai spinta ad adottare un simile comportamento furtivo se non fosse che Shizuru in quel momento doveva trovarsi a Gakuen Fuuka a seguire una lezione o seduta nella sala del consiglio studentesco a bere un thé. La seguì con lo sguardo finché non entrò in un negozio di vestiti.

"Può essere che un professore era assente e che abbia deciso di approfittarne per fare un po' di shopping!" Pensò. "D'altronde non l'avevo mai vista vestirsi così a parte ieri. Sta piuttosto bene"

Natsuki si apprestò a ripartire. Dopo tutto si trattava di Shizuru, era poco probabile che marinasse la scuola per andare in giro guardando le vetrine. Ma proprio in quel momento Shizuru uscì, a mani vuote. Osservò rapidamente la strada prima di infilarsi in un vicolo adiacente. Natsuki sfilò le chiavi dalla moto e la seguì a piccoli passi silenziosi. Shizuru sta entrando davvero in un quartiere sporco e malfamato, pensò Natsuki. Che avesse perso del tutto la cautela? Andava dritto nel covo di una nota banda. Lo sapeva almeno? Natsuki si decise a intervenire... qualche secondo troppo tardi. Shizuru era appena stata avvistata.

Natsuki rimpianse subito di non avere nessun'arma o Elemento per difenderla.

"Hey, guardate che schianto ragazzi!"

"Vorrà divertirsi con noi?"

Natsuki fece una smorfia. Erano in sei, armati di coltello. E ne riconobbe uno. Se gli altri erano della stessa risma, si metteva molto male per Shizuru.

"Mi dispiace deludervi ma non siete assolutamente il mio tipo," rispose tranquillamente lei.

"Ha del coraggio la ragazza! Ci divertiremo insieme! Ti faremo scoprire cose che non puoi nemmeno immaginare"

Natsuki tentò di calmare il suo respiro. Avrebbe atteso un'occasione. Per metterne fuori gioco uno o due e scappare con Shizuru.

"Sentite, i pesci piccoli come voi non mi interessano molto," continuò lei.

"Sta' attenta a quello che dici," intimò uno di loro afferrandole il braccio.

"Togli subito la mano dal mio braccio"

In altre circostanze la sicurezza di Shizuru avrebbe divertito Natsuki. Era così strano da parte sua vederla comportarsi così. Senza cercare inutilmente di trovare una soluzione diplomatica. Ma quello era l'ultimo posto per agire in quel modo! Natsuki si apprestò ad intervenire malgrado il fatto che non sapesse bene cosa avrebbe potuto fare, quando la situazione diventò ancora più surreale di quanto non era apparsa all'inizio.

L'uomo aveva spinto Shizuru contro un muro, apprezzando molto poco chiaramente l'arroganza della sua vittima. Shizuru sospirò semplicemente, "vi avevo avvisato." E la situazione si fece caotica.

L'uomo che la teneva crollò a terra di dolore quando la ragazza con tutte le sue forze e senza la minima esitazione gli rifilò una ginocchiata in mezzo alle gambe. Prima che gli altri potessero reagire, aveva già colpito con un calcio al volto un secondo uomo e il petto di un terzo per metterli fuori gioco. Il quarto che si era lanciato verso di lei con il coltello in mano era inciampato con un semplice sgambetto, pugnalandosi da solo. Il quinto aveva avuto un po' più di tempo per reagire, prima che una ginocchiata allo stomaco e un colpo a due mani dietro alla nuca non lo atterrassero.

Il sesto uomo non aveva nemmeno fatto un passo avanti che Shizuru, avendo fatto scivolare una mano nel retro dei suoi jeans, estrasse e gli puntò un'arma addosso.

"Bene. Avete voluto dimostrare quanto siete incredibilmente forti ma ora basta perdere tempo. Voglio vedere il vostro capo," continuò lei, come se non avesse appena messo al tappeto cinque uomini.

"Il Boss non si muoverà per così poco"

Natsuki, nascosta dietro un bidone della spazzatura, era sbalordita. Shizuru era impressionante e completamente diversa da quella che si immaginava. Aveva riempito di botte i membri di una violenta banda e addirittura possedeva un'arma da fuoco! Anche solo questo!

La vide frugare con la mano libera la tasca dei jeans e sfilare un pezzo di carta che buttò a terra.

"Raccoglilo," ordinò.

L'uomo la fissò scuro in volto ma obbedì.

"E' un numero di cellulare. Gli dirai di telefonare per accordarci su un incontro in un luogo neutrale. Oh, e aggiungerai che l'Ametista lo saluta"

"L'Ametista?" Domandò l'uomo.

"Capirà"

"Se mi chiede cosa vuoi..."

"Gli dirai che ho molti più soldi da proporgli di quelli del progetto Otome. E che sono disposta a fare affari con lui"

"Il Boss è nel giro della droga," balbettò l'uomo.

"Ma davvero?" Replicò lei in tono ironico. "Un'attività indubbiamente illegale, ma non è altro che una piccola copertura rispetto al suo vero lavoro. Mi raccomando, non perdere il numero. Oh, e riferiscigli anche che se non chiama o non gli interessa lavorare con me, non avrà più occasione per lavorare con nessun altro. Puoi dirgli che non è una minaccia, ma un semplice dato di fatto. Hai capito tutto o devo ripetermi?"

L'uomo la temeva. Forse era il modo in cui la donna lo fissava, o l'aria con cui gli aveva fatto capire che non le sarebbe importato nulla della sua morte.

"Allora va'. Torna da lui, riferiscigli il mio messaggio. E non ti voltare, o temo che non riuscirò a trattenermi dal premere il grilletto"

L'uomo si affrettò ad ubbidire.

Natsuki si appiattì contro il bidone. Cercando di chiarirsi le idee. Che storia era questa? Quando si sporse nuovamente per osservare cosa stesse succedendo, non c'era più nessuno a parte cinque dei sei aggressori di Shizuru. Quest'ultima era scomparsa.





"Ara..."

Shizuru, seduta al suo posto nella sala del consiglio studentesco, leggeva l'ultimo numero del giornalino della scuola. Reito gliel'aveva dato divertito, prima di chiederle da quando rilasciasse interviste. Shizuru avrebbe voluto ridere, finché non gettò lo sguardo sul suddetto articolo. Come al solito le foto, prese a partire da angolature improbabili, la mettevano ben in luce. Niente di particolarmente originale rispetto al solito se non per l'articolo stesso. Voleva essere biografico, e lo era. Shizuru sprofondò nella sedia, mentre ripercorreva con lo sguardo e con stupore fatti assolutamente veri, di cui si ricordava perfettamente. Perfino alcune citazioni avrebbero potuto essere sue.

"Chi è la loro fonte?" Aveva chiesto.

"Di Harada e Senou-san? Sai bene che poco importa quante volte glielo si chiede, loro parlano di segreti professionali o della libertà di stampa"

"Ara, ma... questo! Tutto quanto è scritto in questo giornalino è vero, Reito-san! Eccetto i miei genitori o i miei nonni, nessuno è al corrente della metà di queste informazioni!" Aveva esclamato. "Voglio sapere chi è la loro fonte"

"Chiederò ad Haruka di indagare"

"Bene, grazie Reito-san"

Il ragazzo l'aveva salutata ed era uscito.

Shizuru era ancora là, davanti al giornalino. Davvero certi costrutti di frase, se li avessero indicati come citazioni, avrebbero potuto essere suoi. Alla fine poggiò il giornalino e si servì una tazza di thé. Nonostante tutto, il caso le interessava meno dell'assenza di Natsuki in pausa pranzo in caffetteria. Sospirò delusa. Le sarebbe tanto piaciuto pranzare in sua compagnia.





"Non capisco cosa sia successo!"

"Ti devi essere sbagliata, Natsuki," assicurò Mai. "Fujino-san è scesa per pranzo. L'intera caffetteria l'ha vista"

"Ma io so cosa ho visto," replicò lei. "Ha passato tutta la pausa pranzo lì?"

"No, assolutamente. Ti cercava, e quando non ti ha trovata suppongo che sia andata a mangiare nella sala del consiglio studentesco. La capisco, quando c'è tutti quanti le saltano addosso!"

"Allora è proprio lei che ho visto!"

"Natsuki, tu hai marinato le lezioni un'ora prima di pranzo ed è in quel momento che dici di averla vista, non durante la pausa pranzo!"

"Allora non era a Gakuen Fuuka a quell'ora ed è ritornata dopo per la pausa pranzo, durante la quale ha fatto una breve apparizione in caffetteria. Ecco fatto. Ma io so cosa ho visto!" Insistette Natsuki.

"Allora parla con lei se vuoi esserne sicura! Oppure chiedi agli studenti della sua classe se lei era assente a quell'ora!"

Natsuki la prese in parola e si allontanò dal banco di Mai per andare alla ricerca di Reito. Il Fuku-kaichou seguiva le stesse lezioni di Shizuru e probabilmente sapeva se la ragazza era mancata all'appello. Di certo non sarebbe andata a chiederlo direttamente a Shizuru. Rischiava di fare una figuraccia, o peggio, se fosse andata da lei.

A metà strada si fermò. Dove poteva trovare il ragazzo? Le uniche idee che le venivano in mente erano l'aula di Shizuru o la sala del consiglio studentesco. In entrambi i casi, la sua amica avrebbe potuto essere presente. E se voleva evitare che Shizuru venisse a sapere della sua discussione con Reito doveva agire in un altro modo.

Natsuki quindi preferì tornare sui suoi passi e raggiungere Mai e Mikoto, che erano sedute allo stesso posto. Fu quando posò lo sguardo sulla ragazzina mora che capì come parlare con Reito in modo discreto. Si sarebbe servita di sua sorella. Mikoto accettò subito. Era chiaro che vedere il suo Ani-ue era per lei sempre un piacere.

Natsuki si trovava quindi in uno dei corridoi deserti che si affacciavano sulle vecchie aule che dovevano essere restaurate. Le braccia incrociate sul petto, un piede che batteva con irritazione il pavimento ricoperto di polvere, Natsuki stava perdendo la pazienza. Mikoto era andata a chiedere a suo fratello di raggiungerla in quel luogo nel prossimo intervallo per discutere di alcune cose importanti. E Reito aveva, subito dopo Mikoto, accettato immediatamente, preoccupato di ciò che sua sorella avrebbe potuto dirgli.

Allora, perché non si dava una mossa? Natsuki non riusciva a capire. Quel cascamorto inveterato non perdeva occasione per sorridere a tutte le ragazze sul suo cammino, la discussione che doveva avere con sua sorella già bella che dimenticata. Natsuki non aveva mai avuto una grande opinione del ragazzo, e gli avvenimenti del Carnival non avevano di certo migliorato la cosa.

"Kuga-san?"

La voce piuttosto bassa finalmente riecchieggiò in corridoio, facendo sobbalzare una Natsuki immersa nei suoi pensieri.

"Kanzaki, come mai ti ci è voluto così tanto a venire?"

Il ragazzo aggrottò la fronte per qualche istante prima di capire finalmente che Mikoto l'aveva fatto venire lì per poter parlare con Kuga. O, per essere più precisi: perché Kuga avesse la possibilità di parlare con lui in privato. Per quale motivo, Reito non ne vedeva che uno solo.

"Mi volevi vedere per dichiararmi i tuoi sentimenti, Kuga-san?" Disse sorridendo in tono affascinante.

Al che Natsuki arrossì e si irritò.

"Sei stupido? Certo che no! Non provo proprio nulla nei tuoi confronti!"

Sinceramente, Natsuki non capiva cosa ci trovassero in lui le altre ragazze. Non era altro che un ricco sbruffone, ma comunque uno sbruffone.

"Non riuscivo ad immaginare altro motivo per trascinarmi qui con l'aiuto di Mikoto," rispose semplicemente lui, sembrando un po' confuso.

"Volevo parlare di Shizuru"

"Oh"

Ci fu una breve pausa durante la quale Reito sembrò sorridere ad un'idea - di certo stupida - prima di appoggiarsi con eleganza al muro più vicino.

"Cosa c'è?" Borbottò Natsuki.

"Sei tu la fonte di Harada-san e Senou-san?"

"Cosa?!"

"Devo dire che l'idea che qualcuno potesse sapere così tante cose della sua vita ha leggermente scombussolato la nostra Kaichou. Ma in fin dei conti tu sei la persona più vicina a Fujino-san. Non dovrebbe sorprendermi più di tanto che tu sia la fonte. Confesso però che non ti ci vedevo in quel ruolo"

"Hey, hey! Taci! Non so nemmeno di cosa tu stia parlando"

"Non sei qui per parlare del giornalino che racconta dell'infanzia di Shizuru?"

"Cosa? C'è un giornale che ne parla?"

"Il giornalino della scuola," sospirò Reito davanti all'ignoranza della ragazza.

"No, non volevo parlarti di questo. Per caso... per caso ultimamente si comporta in modo strano?"

"Direi proprio di no. Comunque, parliamo di Fujino-san. E' sempre stata brava a recitare"

"E verso le 11h 45 dov'era?"

"Suppongo nella sala del consiglio studentesco, perché?"

"Non avevate lezione?"

"No. A dire il vero sì, per essere esatti, ma i membri del consiglio sono esonerati da alcune lezioni. Per la preparazione del festival scolastico," precisò lui davanti all'espressione stupita di Natsuki.

"Oh... e non c'era nessuno con lei?"

"Non che io sappia. Che succede, Kuga-san?"

"Nulla," balbettò lei. "E' solo che... è solo che credo di averla vista in centro a quell'ora"

"Può essere. Deve comprare della stoffa e altri materiali per la preparazione del festival"

Natsuki annuì. Prima di grattarsi nervosamente la nuca.

"Sai se pratica delle arti marziali, o se possiede una qualunque arma da fuoco?"

"Chi? Shizuru? Kuga-san, Fujino-san parla con te più che con chiunque altro. Dovresti saperne molto più di me"

A questa osservazione Natsuki corrugò la fronte. Ma certo. Sapeva che Shizuru passava più tempo con lei che con chiunque altro, ma le loro conversazioni erano molto spesso superficiali. E quando non lo erano, la ragazza si concentrava più sulla propria vita che su quella della Kaichou. Doveva proprio leggere quel giornalino.

"Allora?" Insistette.

"Beh, ho scoperto dal giornalino della scuola che pratica il naginatajutsu da quando era molto giovane, oltre a una serie di altri sport di combattimento. Ma che io sappia non possiede armi da fuoco"

"Avrebbe teoricamente le capacità di mettere al tappeto che ne so... diciamo sei avversari?"

"Ho visto Shizuru battersi una sola volta, ed è stato durante il Carnival. Sinceramente senza il suo Child non ho la minima idea delle sue capacità in combattimento. Perché vuoi saperlo? Vuoi coinvolgerla in risse di strada?"

"Ma certo che no!" Esclamò lei.

Reito la osservò in modo penetrante prima di sorridere davanti alla sua espressione indignata.

"Altrimenti..." Chiese timidamente. "Qualcun altro potrebbe saperne di più su Shizuru?"

"Direi proprio di sì. Non sapevo che la principessina di Kyoto avesse avuto una pantera come animale da compagnia! L'idea dona veramente l'immagine di un altro mondo, vero? Anche io faccio parte del ceto abbiente della società, ma la famiglia di Shizuru rappresenta veramente la cima della piramide"

Natsuki fece una smorfia al pensiero che l'amica potesse avere un'altra confidente oltre a lei e che quest'ultima avesse potuto tradirla raccontando tutto a Chie e Aoi.

Con un sospiro e decidendo che aveva saputo da Reito tutto ciò che le poteva dire, Natsuki lo salutò con un breve cenno del capo e si allontanò da lui.





Si poteva sentire solo il rumore di pagine sfogliate. Natsuki era sdraiata in tutta la sua lunghezza sul morbido tappeto del suo appartamento. Per una volta la sua enorme televisione a schermo piatto era spenta. Con l'appartamento immerso nel silenzio e nell'oscurità, Natsuki aveva acceso una lampada da tavolo della sua stanza per leggere il giornalino della scuola. La vita di Shizuru, la sua infanzia, si svelavano ai suoi occhi. Quando Reito l'aveva informata dell'esistenza di questo giornale, era andata a prendere in prestito quello di Mai e l'aveva fissato per tutto il giorno dentro alla sua borsa, impaziente di terminare la giornata per poterne leggere il contenuto in tutta tranquillità a casa sua. L'impazienza e la curiosità l'avevano divorata per tutto il giorno. Al momento, più cose imparava su Fujino Shizuru, più scopriva una persona completamente diversa dalla sua amica.

Natsuki si inumidì il dito per voltare pagina più facilmente e si immerse nuovamente nella lettura. Era al nono anno della sua vita, quando Shizuru aveva deciso di imparare una nuova arte marziale e l'aveva padroneggiata così rapidamente che perfino dei maestri erano venuti a vederla in un torneo, quando udì un paio di colpi discreti alla sua porta.

Natsuki borbottò ed esitò un istante per non farsi trovare. L'idea che qualcuno la disturbasse mentre era immersa nel dettagliato articolo della vita della sua migliore amica la irritava.

Tese l'orecchio, sperando che l'individuo in questione girasse i tacchi e se ne andasse. Lo sentì raschiarsi leggermente la gola.

"Natsuki, sono Shizuru"

Shizuru non aveva nemmeno finito la frase che al semplice suono della sua voce Natsuki era saltata in piedi e si era precipatata ad aprire la porta blindata a tripla mandata. L'aveva aperta al volo, prima di arrossire imbarazzata dal suo slancio.

"H-hey," balbettò.

Shizuru era sobbalzata al suo improvviso impeto prima di riprendersi e di offrirle il suo solito sorriso.

"Buongiorno Natsuki"

"Entra, ti prego"

I suoi profondi occhi porpora, notò Natsuki, sembravano scintillare nella debole luminosità della stanza. Notò anche la sua sorpresa entrando nell'appartamento. Si chinò per premere l'interruttore e illuminare con un fiotto di luce la stanza principale.

"Perché Natsuki era immersa nell'oscurità?"

La ragazza vide finalmente un po' meglio l'oggetto illuminato dalla lampada da tavolo e un'espressione confusa corrugò la sua fronte.

"Non sapevo che Natsuki leggesse il giornalino della scuola"

"Non sapevo che il giornalino della scuola scrivesse di te," rispose Natsuki per nascondere il suo imbarazzo.

Shizuru la osservò con la coda dell'occhio prima di riassumere la sua maschera.

"Se avessi saputo che Natsuki era così interessata a conoscere la mia vita, gliel'avrei raccontata io stessa"

Natsuki arrossì, e incrociò le braccia sul petto per darsi un contegno.

"Vuoi bere qualcosa?" Le chiese alla fine, vedendo che nessuna delle due spezzava il silenzio improvviso che era piombato su di loro.

Shizuru annuì semplicemente con la testa e Natsuki si diresse in cucina per preparare un thé. Quando ritornò Shizuru si era seduta sul divano e leggeva l'articolo che non era riuscita a finire.

"Tieni," le disse Natsuki porgendole una tazza.

Shizuru poggiò il giornale e prese la tazza fumante. Soffiò lentamente per abbassare la temperatura e la portò alle labbra. Il sapore intenso della menta la calmò.

"E' tutto vero?"

Per un attimo Shizuru la guardò confusa, senza capire di cosa parlasse l'amica. Natsuki indicò il giornalino con un cenno del capo.

"Oh"

Le sue labbra si mossero in un "o" di comprensione. Posando la tazza, scostò con la mano un ciuffo di capelli dagli occhi in evidente segno di disagio.

"Sì. E' tutto vero. E'... è per questo che sono venuta a trovarti"

Fu la volta di Natsuki di aggrottare la fronte confusa.

"So che ultimamente... non mi vuoi attorno a te..."

"No, no," la interruppe precipitosamente Natsuki. "Non ho mai..."

"Sì, Natsuki. Malgrado il fatto che continuo a cercarti durante le pause pranzo, vedo fino a che punto la mia presenza ti mette a disagio. Non sono qui per disturbarti, te lo assicuro. Vorrei solo... ho bisogno di un favore," terminò la ragazza.

"E sarebbe?" Chiese Natsuki, turbata dal fatto che avrebbe voluto trovare le parole per cancellare la tristezza negli occhi di Shizuru.

"Vorrei che tu andassi a parlare con Chie e Aoi, so che sono tue amiche e per questo a te potrebbero dire qualcosa di più. Vorrei sapere chi è la fonte di questo articolo"

Natsuki rimase per qualche istante ammutolita. Non poteva che essere sorpresa di scoprire che Shizuru non sapesse chi fosse la persona che sapeva così tante cose della sua vita. Doveva essere terribile per lei.

"Non sapevo che tu maneggiassi le armi da fuoco," disse improvvisamente.

Shizuru si irrigidì.

"Come? Ara, non ho mai preso in mano un'arma da fuoco, Natsuki. E ho letto tutto il giornalino, non ho visto niente del genere"

"Ah," balbettò Natsuki, maledicendo la sua incapacità a trovare risposte alle proprie domande. "Mi devo essere sbagliata leggendo. Sai, la poca luce, la stanchezza, leggere troppo velocemente..."

Si agitò sotto lo sguardo penetrante di Shizuru, prima che la Kaichou la guardasse preoccupata.

"Va tutto bene Natsuki? Mi sembri... strana"

"Sì sì," balbettò lei. "Cos'è che non dovrebbe andare?"

Shizuru scosse dolcemente la testa prima di offrirle un piccolo sorriso.

"Non so... è solo una sensazione"

Natsuki rise nervosamente e si grattò la nuca.

"Hai fame, vuoi dell'altro thé?"

Cercò disperatamente di cambiare discorso. Anche se la curiosità le rodeva il fegato, fare delle domande in modo diretto a Shizuru non avrebbe portato a nulla.

"No," rispose cortesemente Shizuru alzandosi.

Natsuki la osservò lisciare le pieghe della gonna dell'uniforme.

"Buona serata, Natsuki"

Non ebbe il tempo di dire granché prima che Shizuru uscisse dal suo appartamento. Non capiva proprio perché provasse una certa forma di tristezza attanagliare il suo cuore. Cionondimeno, non fece nulla per trattenerla.



Note del traduttore:

  1. Anche in questo capitolo, gran parte dei dialoghi si svolgono in seconda persona plurale. Questa volta però ho scelto di adattarli usando la seconda persona singolare italiana, perché sarebbe stato alquanto strano leggere "Shizuru" minacciare i membri della gang dando loro del "lei"...
  2. Per maggiori informazioni sul naginata-do (o naginatajutsu): http://it.wikipedia.org/wiki/Naginata-do
  
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