Posai il giornale fradicio di sudore, con le mani che tremavano ad un ritmo incontrollabile, come se avessero avuto musica dentro di loro. Solo quando Stella mi chiamò per andare a tavola, mi svegliai dal mio torpore e raggiunsi barcollando la cucina. Appena mi vide, Stella subito capì che qualcosa non andava, e fu la prima volta che maledì quei meravigliosi occhi, capaci di perlustrare nel mio cuore tutti gli affanni di una vita costantemente in pericolo. A stento capì che disse: << come stai?>>, e la mia risposta tardò ad arrivare. Si avvicinò a me, mi strinse le braccia intorno al collo e mi disse:<< cosa è successo Andrè? Cosa ti ha scombussolato la serata?>>, <>, come odiavo mentire alla donna che mi donava felicità, ma dovevo, per non dare anche a lei preoccupazioni inutili. << Va bene, ok, non disturbo, se vuoi vai a coricarti e ne riparliamo domani, sempre se ti va, notte Andrè>>. E fu così che andai a coricarmi, senza nemmeno dare il solito bacio della buonanotte a Stella, e mi abbandonai poco dopo tra le braccia di Morfeo, in un sogno più agitato di un mare in tempesta.