«Ti odio»

«Quale momento della tua crisi adolescenziale stai affrontando, Frost?»
La Regina Elsa aveva sentito le ante sbattere e il gelo dell’inverno penetrare nel suo studio ben prima di vedere il suo amico semi-invisibile pararsi di fronte alla sua scrivania.
«Guarda che quella problematica sei tu! Ma ti sei vista con quei capelli da ottantenne?!»
Elsa concesse allo spirito un unico sguardo di commiserazione prima di ritornare ai suoi documenti. Un casuale soffio di vento e i suddetti fogli tappezzavano il pavimento dell’intera stanza, come un manto innevato.
«Ora dovrò ricominciare da capo!» urlò Elsa, ora in piedi e con le mani conficcate nei capelli platinati.
«Sbagliato. Ora devi parlare con me.» sentenziò Jack mettendo ben in mostra i denti splendenti in un luminoso sorriso.
«Stavo dicendo che ti odio.»
La solita Elsa avrebbe cacciato l’ospite sdegnata, ma l’Elsa in questione, quella che si manifestava all’apparire dello spirito dell’inverno, era ben diversa.
«Quindi?» mugugnò scocciata.
«Perché, vorrai dire!»
«Come vuoi tu.»
«Avanti dillo!»
«Allora, perché mi odi, Jack Frost?»
Il ragazzo sorrise compiaciuto, sfregandosi le mani mentre camminava per la stanza.
«Be’ perché tu sei una stupida!» esclamò. «Insomma, fai di tutto per celare ciò che io cerco di mostrare!»
«Vista da questa prospettiva anch’io dovrei odiarti.» gli fece notare la Regina con la consueta calma.
«Già… forse hai ragione.» dovette ammettere Jack.
«E tu mi odi?» le domandò quindi, adesso con un tono più preoccupato.
Elsa si concesse un sorriso prima di rispondere.
«No.»
«E adesso?» Qualcosa di fresco colpì Elsa in faccia, sciogliendo l’accurato trucco.  
«Ti odio Jack Frost.» E un’altra palla di neve attraversò la stanza, questa volta in direzione contraria.