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Autore: ToraStrife    17/02/2014    2 recensioni
Dialogo tra una madre e una figlia, che denuncia la mancanza di dialogo che c'è appunto tra una madre e una figlia.
Vi sembra paradossale?
Lo è, soprattutto di questi tempi di cellulari e Internet...
Terza classificata al contest "Stile copione - inedite ed edite" indetto da Gaea
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma cattiva, non ti faccio più amica!
MAMMA CATTIVA,
NON TI FACCIO PIÙ
AMICA!




Mamma: Giulia!

Figlia: (Uffa, ancora che rompe...) Che c'è, mamma?

Mamma: Non fare quei commentini con me, signorina. Non sono certo una stupida.

Figlia: Voglio ben sperarlo. Mi farebbe paura pensare che la cosa sia ereditaria.

Mamma: Giulia! Ti sembra questo il modo di rivolgerti a tua madre?

Figlia: (Eccola, come sempre...) Va bene, va bene. Scusa mamma. Cosa volevi dirmi?

Mamma: Cosa volevo rimproverarti, semmai. Mi hanno notificato cosa scrivi di me, in giro.

Figlia: Intendi quel tweet, quella frase dove io ti davo della stronza?

Mamma: Non c'è bisogno di ripetere quella volgare parola! Comunque sì, intendo proprio quella parolaccia.  Meriteresti un ceffone solo per quello.

Figlia: Va bene, lo ammetto, ho un po' esagerato. Ma che ci posso fare? Ero arrabbiata, e in quel momento, con  il cellulare,  Internet connesso, e quindi Twitter...

Mamma: Il cellulare! Te lo dovrei sequestrare, altroché! Sono queste le cose che fai a scuola, invece di studiare?

Figlia: (Magari me lo sequestrassi, non dovrei sopportare i tuoi noiosi sms venti ore al giorno, per non parlare di quando mi chiami puntualmente all'ora dell'intervallo). Ma chi ha fatto la spia?

Mamma: Mi ha contattato la tua professoressa di matematica. Mi ha riferito tutto quanto.

Figlia: "Tutto quanto" cosa? Al massimo ti poteva riferire che facevo qualche risata con le amiche durante la lezione. A meno che anche lei...

Mamma: Qualsiasi cosa sia, non mi interessa. Ma soprattutto volevo sapere...perché?

Figlia: Perché ho scritto che sei una stronza?

Mamma: Ti ho già detto di non ripetere quella parola! Mi domando da chi tu possa aver imparato queste volgarità. Forse da quel mascalzone di tuo padre...

Figlia: Dopo esser scappato via quando ero appena nata? Dai, mamma, non essere assurda.

Mamma: Io assurda? Quella assurda mi sembri tu! Non starai mica dando la colpa a me?

Figlia: Non ho certo detto quello. D'altronde, se ti ho insultato un motivo c'era eccome. E tu lo sai benissimo!

Mamma: Non ricomincerai ancora con quella storia del concerto?

Figlia: Sì, mamma, sempre quella. Non so più neppure quante volte ti ho pregato, con mesi di anticipo, di comprarmi anche uno solo di quei biglietti.

Mamma:
Ma costano un occhio della testa! Ed io ho una casa da tirare avanti, nonché te e  la tua educazione.

Figlia: Dai, non costa certo più di una di quelle sedute dallo psicologo. Si potrebbe sempre interrompere la terapia...

Mamma: Non cercare di fare la furba, è essenziale il suo apporto, per il già fragile equilibrio della nostra famiglia.

Figlia: Oh, per favore, risparmiami quelle quattro frasi fatte che dice sempre quel venditore di fumo.

Mamma: E' un professionista, e io faccio tutto questo anche per il tuo bene.

Figlia: Se ne sei convinta tu, io continuo a pensare a una perdita di tempo e soldi.

Mamma: Credo di aver fatto a bene a non comprarti quel biglietto, sai? Sei arrogante e anche un tantinello viziata.

Figlia: Ecco, lo sapevo, con te non si può mai ragionare. Ciao!

Mamma: Giulia? Giulia? Giulia! Ti sei di nuovo chiusa in camera? Rispondi a tua madre! Oh, ma che ho fatto di male?....


***



Figlia:
Si può sapere che volevi?

Mamma: La principessina si è degnata di rispondere? Dopo tutte le volte che ti ho chiamato?

Figlia: Dai, mamma, non fare così, ero stanca e mi sono addormentata sul letto.

Mamma:  Non puoi avere dormito tutto quel tempo.

Figlia: No, ma quando mi sono svegliata ho visto che era tardi e mi sono messa a studiare.

Mamma: Va beh, se è per studiare, il discorso cambia...

Figlia: D'altra parte, c'era bisogno di riempirmi il cellulare di squilli?

Mamma: Scusa, tesoro, ma poco dopo mi ero dovuta assentare. E durante tutto quel tempo, mi stavo preoccupando per te.

Figlia: Ok, dai, scusa, mamma.

Mamma: Scuse accettate. Io devo lavorare, ora. La cena è già pronta nel microonde.

Figlia: Il solito precotto? Preferisco il letto. Buonanotte direttamente.

Mamma: Come preferisci. Ma se più tardi ti dovesse venire fame, basta accendere il microonde.

Figlia: Lo so, mamma, ciao.


***


Mamma: 
Buongiorno, Giulia.

Figlia: Buongiorno, mamma.

Mamma: Il lavoro mi aspetta e sono in ritardo. La colazione è già pronta. Metti la tazza nel lavandino, che più tardi ci penso io. Ciao, ti voglio bene.


***


Mamma:
Ciao, Giulia.

Figlia: Ciao, mamma.

Mamma: Sai, ho riflettuto sulla faccenda del biglietto. Credo che un'eccezione potrei farla. Con qualche sacrificio posso mettere da parte il denaro per quei biglietti.

Figlia: Aspetta un secondo... Hai detto "quei" biglietti?

Mamma:  Sì, due biglietti.  Io e te.

Figlia: Uhm...

Mamma: Cosa c'è? La cosa non sembra entusiasmarti.

Figlia: No, cioè, sì, il fatto del concerto mi fa felice e tutto. Mi sembra però un po' strano. Per tutto questo tempo, hai fatto tante storie per il costo di un solo biglietto. E adesso addirittura ne vuoi comprare due.

Mamma: Sì, la cosa ti dispiace?

Figlia: Mamma, più volte mi hai detto che quel gruppo non lo sopporti.

Mamma: Sì, è vero, ma...

Figlia: Ti ricordo che posso anche andarci con le mie amiche. Sono grande, non ho bisogno di una baby sitter.

Mamma: Ecco, lo sapevo, ti vergogni di farti vedere in giro con me.

Figlia: Ma no, al contrario, mamma! L'idea è un po' inconsueta, ma mi fa davvero piacere!

Mamma: Meno male! Lo sapevo che l'idea dello psicologo avrebbe funzionato.

Figlia: Un momento. Questa è un'idea dello psicologo?

Mamma: Beh, sì, ne ho parlato con lui e crede che possa servire a riavvicinarci.

Figlia: Lo sapevo che non poteva essere farina del tuo sacco.

Mamma: Ma Giulia, il fatto è che io mi preoccupo per te!

Figlia: Mamma, nel caso che te lo fossi dimenticato, sei te ad essere in terapia, non io.

Mamma: ...

Figlia: Anche adesso, che sto continuando con te questa stupida conversazione su Facebook. Quanti giorni sono che non sento la tua voce dal vivo? Sempre e solo cellulare e notifiche da social network.

Mamma: Ma lo sai, tesoro, che sto via tutto il giorno per lavoro, riesco a rientrare di rado, e giusto il tempo per preparare da mangiare...

Figlia: Cinque minuti per infilare una vaschetta nel forno a microonde, vuoi dire.

Mamma: Senti, è vero che non ci sono mai a casa, ma il Notebook e il cellulare sono gli unici mezzi a disposizione per comunicare con te.

Figlia: Sbagliato, mamma. Quante volte te lo avrà detto anche quello strizzacervelli? Tu usi ormai talmente tanto la tecnologia che non riesci più a farne a meno. Non mi parli neppure più di persona.

Mamma:
Ma Giulia, io...

Figlia: Basta, mamma. Ora devo studiare, ciao.

***

Mamma:
Giulia?

Figlia: Che c'è?

Mamma: Sei ancora arrabbiata?

Figlia: No che non lo sono.

Mamma: Bugia. Anche al telefono, prima, si capiva che non mi dai più tanto credito.

Figlia: Credito telefonico?

Mamma: Perché mi fai queste battute cattive?

Figlia: Credo sia abitudine, ormai.

Mamma: E un'altra cosa...

Figlia: Cosa?

Mamma: Perché mi hai tolta dalle amicizie su Facebook?*

Figlia: ...

Mamma: Lo sapevo, non mi vuoi più bene...

Figlia: No, è il contrario! Credo di volertene fin troppo, nonostante tutto.

Mamma: E allora perché?

Figlia: Perché in questo momento non voglio un'amica. Io voglio una mamma!




    FINE



*Una conversazione su Facebook può continuare anche senza essere amici: diventa una scambio di messaggi di posta.
  
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