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Autore: Sapientona    17/02/2014    2 recensioni
Friendship Annabeth/Leo. NO ROMANCE.
Una shot in cui Leo ha il cuore spezzato ed Annabeth gli insegna che il mondo è abbastanza grande da accogliere anche lui. E che certe cose si aggiustano insieme.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Leo Valdez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Certe cose quando si rompono non puoi aggiustarle.
 
A Leo Valdez piaceva pensare di potersela cavare da solo, di poter tirare avanti senza l’aiuto di nessuno.
‘Non sono bravo con le persone’, si diceva sempre.
E forse era vero.

«Ehi» una voce femminile lo riscosse dai suoi pensieri. Sentì qualcuno sedersi vicino a lui. Non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse.
«Ehilà, Cervellona » sorrise lui, continuando a giocherellare con un filo di rame che aveva fra le mani.
«Perché tutto solo?»
«Sono solo stanco» rispose lui facendo spallucce.
«Andiamo, Leo. Queste cose puoi darle a bere agli altri, non a me.»
«Sei una figlia di Atena, Annabeth, parti in vantaggio» scherzò, ridendo nervosamente «comunque perché da queste parti?», domandò alzando un attimo lo sguardo e dando un’occhiata ad i macchinari nella sala dell’Argo II. La bionda stappò una lattina di Diet Coke che il latino non aveva notato e ne versò due bicchieri, passandogliene uno.
«Volevo vedere cosa facevi. E non cambiare discorso. So che c’è qualcosa che non va, da quando sei tornato dall’isola di Calipso».
Lui quasi si strozzò con la bevanda e cominciò a tossire, mentre Annabeth gli dava dei colpetti sulla spalla.
«Ma tu come fai a saperlo?!» esclamò subito dopo il figlio di Efesto. Annabeth sorrise con l’aria di chi la sa lunga e Leo borbottò qualcosa su come non si potesse nascondere nulla alle figlie di Atena.
«Allora, vuoi dirmi che cosa c’è che non va?» domandò lei «fantasmi del passato o cuore spezzato?».
Leo sospirò «Entrambi. Ma tu tutte queste cose come fai a capirle? Non dovrebbero essere le figlie di Afrodite quelle sentimentali?».
L’altra sospirò «Te lo leggo negli occhi, Leo».
L’altro perse la parole per un po’ e rimasero lì, a sentire i rumori dei macchinari attorno a loro. Provenivano da fuori le voci dei ragazzi che parlano attorno al tavolo.
«Pensavo a mia madre, che è morta nell’incendio. Mi sento un po’ colpevole, sai» sospirò infine il latino.
Annabeth si prese giusto qualche secondo per pensare, poi rispose «La vita di noi semidei è difficile, Leo, è una cosa che dobbiamo accettare. Non è colpa tua se tua madre è morta, ma le nostre vite – quelle dei sette – sono state programmate dal Fato e non c’è nulla che possiamo fare se non accettarle. La vita di noi semidei è ingiusta, è vero, ma che senso ha tenersi ancorati al passato e perdersi il presente? Ogni giorno di vita è prezioso per un Mezzosangue, viste le probabilità di morte».
«Lo so, ma comunque siano le cose non c’è posto per uno come. Non sono bravo con le persone, e Calipso… non so, è stato strano: io mi sono innamorato di lei, ma la zattera è comparsa ugualmente e lei mi ha praticamente mandato via».
La figlia di Atena sembrò sorpresa ed intrigata, ma non disse nulla al riguardo e rimase ad ascoltare il figlio di Efesto.
«Insomma, quello che sto cercando di dirti è che sono sbagliato. Difettoso, ecco. E certe cose non si possono aggiustare, Annabeth. Specie di cuori spezzati».
«Certe cose non si possono aggiustare, da soli» lo corresse lei rivolgendogli un sorriso.
In quel momento Leo pensò che forse – forse – un posticino nel mondo ce lo aveva anche lui.
  
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