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Autore: Giulz95    20/02/2014    0 recensioni
Non sarebbe dovuto succedere così. Non era così che sarebbe dovuta finire. La sua vita avrebbe dovuto finire circondata da quelle poche persone che aveva a cuore, o in qualche meravigliosa avventura. Non sarebbe dovuta morire in una stupida catastrofe naturale a migliaia di chilometri di distanza da casa sua.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando decisero di fermarsi per la notte si accamparono in una curva del fiume. Launa si lascio andare a terra, trovando quasi piacevole il dolore proveniente dalle sue gambe, dovuto allo sforzo incredibile durato un’intera giornata. Avi posò la sua borsa di fianco a lei e si allontanò osservando il terreno. “Dove vai?”
“A cercare della legna per il fuoco.”
La ragazza si schiari la gola per catturare la sua attenzione. “Che ne dici di questo?” Tirò fuori un accendino e un blocknotes dal suo zaino.
Avi aggrottò la fronte. “Non è sicuro, e non durerà a lungo.”
“Beh, è meglio che cercare qualcosa che non c’è.”
Dopo qualche minuto passato a costruire un riparo per le fiamme con delle rocce, Launa si ritrovò davanti una manciata di quegli strani cespuglietti che avevano incontrato lungo la strada. “Questi dovrebbero funzionare.”  Avi si inginocchiò accanto a lei, iniziando a preparare l’esca per il fuoco al posto della ragazza.
“Grazie.” Launa disse sottovoce, passandogli l’accendino e guardandolo intensamente accendere la pianta per posizionarla tra le altre già nel cerchio. Si morse il labbro e si maledisse mentalmente per aver ammirato la lunghezza delle sue ciglia troppo a lungo, il riflesso del fuoco acceso nei suoi occhi verdi. Smettila. Ti devi concentrare sul viaggio e su nient’altro.
“Tutto bene?” Le chiese Avi, alzando gli occhi sul suo viso. Lei chiuse gli occhi passandosi le mani sul viso.
“Sì, sì,” Mentì a metà. “Sono solo stanca. E ho mal di testa. Sono in crisi d’astinenza da caffeina.”
“Dovremmo avere dell’ibuprofene, no?” Lo sentì sporgersi dietro di lei e frugare nella sua borsa. “Aha. Ecco.” Riaprì gli occhi per trovarsi la bottiglietta davanti.
Launa lo ringraziò con un sorriso e lui annuì di risposta, tirando fuori dalla borsa la loro unica pentola e una lattina a caso.
“Va bene?” Chiese, tenendo la lattina alla luce per leggere il contenuto alla luce del fuoco. Dopo aver ricevuto l’approvazione della ragazza, iniziò a scaldare la pentola.
“Posso pensarci io.” Protestò Launa, sentendosi improvvisamente inutile. “Lasciami-“
“Ahh! No.” Avi la interruppe subito. “Tu prenditi cura del tuo mal di testa. Cerca di riposare, ti chiamo appena è pronto.” Si voltò di nuovo verso il fuoco, fino a quando non si accorse dei pugnali che gli occhi di lei gli stavano conficcando nella schiena. “…Cosa?”
“Mi sto sentendo inutile. Perché non vuoi che ti aiuti?” Rispose lei con espressione scocciata.
“Perché non stai bene.” Le spinse la spalla cercando di farla sdraiare. “Ora smettila di lamentarti e riposa. Ci penso io, non preoccuparti.”
Launa gli fece una smorfia prima di sdraiarsi dandogli la schiena.
“Ti ho vista.”
“Non hai visto niente. Cucina e basta.” Lo sentì ridacchiare a bassa voce.
Il loro vecchio amico silenzio tornò ad occupare il suo posto, accompagnato dal solo scorrere del fiume e dagli schiocchi delle fiamme. Launa non era abituata al suono della natura. Era senza dubbio una ragazza di città. I soli suoni della natura ai quali era abituata erano il silenzio della neve mentre cadeva e l’incessante gracchiare dei corvi e delle gazze che avevano fatto il nido dietro casa di sua nonna. Sorrise al pensiero della vecchia donna sporta dal balcone, urlando ai volatili di tacere, e improvvisamente sentì un’enorme onda di nostalgia pervaderle la mente.
“Non sei di queste parti, vero?” Avi chiese quasi sottovoce.
Launa scosse la testa. “No, vengo dal nord.”
“Hai detto,” Si fermò per un secondo, girando il contenuto della pentola che stava mantenendo sul fuoco. “Nord-Ovest. Quanto Nord-Ovest?”
“In che senso?”
“Voglio dire, sei di Washington, o più a Nord?”
“Oh, diavolo, no. Fanculo Washington.” Imprecò involontariamente. Odiavo quello stato, o meglio, odiava una particolare persona che ci viveva. “Molto più a Nord. Tipo Alaska.”
“Porca troia,” Imprecò sorpreso. “Cosa ci fai quaggiù?”
Launa sospirò girandosi sull’altro fianco, verso di lui. “Stavo facendo visita ad un amico, ho finito i soldi e non ho potuto tornare a casa.” Fece una piccola pausa prima di continuare. “Tu invece? Non parli come la gente di qui.”
Avi sorrise leggermente. “No, sono cresciuto in California. Vivo a Los Angeles.”
“Che culo.”
Alzò le sopracciglia, mescolando di nuovo. “Potrei dirti la stessa cosa. Non sono un grande fan del caldo estivo. Non è malaccio, ma preferisco di gran lunga l’inverno.”
“Mai stato ai confini del mondo?” Chiese lei, prendendo in giro il soprannome della sua terra natia. Lui assunse un’espressione delusa e scosse la testa.
“No, ma mi piacerebbe molto visitarla.”
Anche a me piacerebbe molto che tu la visitassi. Ignorò l’idiota nella sua testa. “In realtà può risultare piacevole,” Disse. “sai, se ti interessano la neve, gli alci, e un fottio di montagne.”
Avi annuì. “Infatti.” Si fermò avvicinando la pentola a sé. “A tavola.”

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Avi stirò gli arti sdraiandosi sulla schiena e Launa dovette resistere all’impulso di sorridere quando lo vide girarsi su un fianco. “Stai già andando a dormire?”
“Mmmmmmsì, penso proprio di sì.” Sbadigliò a lungo e rumorosamente prima di appoggiare la testa al suo gomito.
Launa si sporse all’indietro tenendosi su facendo leva sulle le mani appoggiate al terra, abbandonandosi alla sensazione di sonno da digestione. “Forse dovremmo stabilire dei turni di guardia. Più che altro per gli zaini.”
“Non penso sia necessario.” Disse girandosi verso di lei, facendo attenzione a non infilare un piede sulla pira accanto a lui. “Non abbiamo incontrato nessuno da quando ci siamo messi in viaggio. Dovremmo essere al sicuro dai ladri.”
“L’hai detto: stasera verremo derubati.” Rise lei, stirandosi la schiena e guardando verso l’alto. Il cielo era limpido e si abbandonò alla meraviglia guardando le costellazioni. Almeno quelle sono sempre le stesse. Riconobbe Orione e il Grande Carro, seguendole con il dito.
Dopo qualche secondo, Launa si voltò verso l’uomo sdraiato accanto a sé. Aveva gli occhi chiusi ma non stava ancora dormendo. Sospirò leggermente prima di sdraiarsi su un fianco, rivolta verso di lui. “Hai nostalgia di casa.” Osservò lui, e lei quasi sussultò quando si ritrovò a guardarlo negli occhi all’improvvisa. Cavolo, amico, vacci piano con la profondità.
Si ritrovò ad annuire osservando la preoccupazione appropriarsi dello sguardo dell’uomo. “Torneremo a casa,” Disse Avi, stringendole leggermente la mano per un secondo. “Te lo prometto.”
“Te lo prometto.” Ripeté lei, guadagnando un altro sorriso. Lui ritrasse la mano prima di chiudere gli occhi.
“Buona notte.”
“Buona notte, Avi.”

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Durante la notte, Launa si svegliò a causa freddo. Stronzo di un clima. Non puoi cuocermi durante il giorno e congelarmi di notte. Mi hai preso per un pasto precotto?  Cercò di riaddormentarsi, ma lo trovò difficile con il battere dei suoi denti.
Uno spesso tessuto le si posò sopra e improvvisamente qualcosa di caldo si pressò sulla sua schiena. Si girò guardando oltre la sua spalla per scoprire che Avi aveva coperto entrambi con il suo cappotto e che ora era sdraiato decisamente più vicino a lei, le loro schiene a contatto. Inizialmente si sentì a disagio –odiava che si invadesse il suo spazio personale.-, ma non poté che sentirsi grata per il calore. Ma perché i ragazzi sono sempre così caldi?, pensò un secondo prima di addormentarsi, cullata dal silenzioso russare accanto a lei.
  
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